Capitolo 19
«Ho capito, ho capito!» urlo per la casa mentre, per l'ennesima volta, bussano al campanello.
Sono a casa mia, o meglio, quella dei miei genitori dato che ora teoricamente vivo al college.
È la settimana del giorno del ringraziamento, quindi non ho perso occasione per tornare.
Appena apro la porta, nonostante sia novembre, l'aria calda mi travolge.
E poi lo fa la rabbia, appena mi rendo conto di chi c'è davanti la mia porta.
«Che ci fai tu qui?» chiedo incrociando le braccia al petto ed inarcando un sopracciglio.
Con che coraggio si presenta alla mia porta?
«Tobias... Ehm, ciao. Possiamo parlare un attimo?»
«La stai trattando bene?» chiedo, senza rispondergli. Devo saperlo. Se lui la picchia ancora...
«Se ti dico di sì mi ascolterai?»
Faccio un passo in avanti, cercando di risultare il più minaccio possibile.
«Rispondi alla domanda, Matthew. La stai picchiando ancora?»
Suo fratello scuote la testa. «No, giuro. Potrai chiedere anche a lei.»
«Cosa?» che significa "potrai"? Se lui è qui, c'è anche lei?
«Posso entrare? Ti devo parlare solo per dieci minuti, poi me ne vado.»
Mi scosto dalla porta e gli faccio segno di entrare.
Matthew si guarda intorno, poi si gira per vedere se ci sono i miei, probabilmente.
«Sono solo a casa.» dico. «Puoi anche iniziare a parlare, ora.»
«Tobias, lei... non è più la stessa. Nonostante sia passato abbastanza tempo, lei continua a sentire la tua mancanza. Mentre fa le cose si ferma, con lo sguardo nel vuoto o, alcune volte, la sento piangere la notte. È mia sorella e, per quanto tu possa pensare il contrario, sto male a vederla così. Lei ti ama e... ti prego ritorna a Chicago. Ha bisogno di te, e so che infondo tu hai bisogno di lei.»
Il petto mi inizia a far male. Ho passato tutto questo tempo a cercare di dimenticarla perché, principalmente, pensavo che lei lo avesse fatto, quando in realtà lei sta anche peggio di me.
Guardo negli occhi Matthew, e mi accorgo solo ora che ce li hanno uguali.
«Secondo te non vorrei tornare? Gli adulti non lo permetteranno, Matthew.»
Scuote la testa. «È mia madre che mi ha detto di venire qui e parlare con te. Le nostre mamme hanno già tutto pronto. Secondo te perché tuo padre sta lavorando praticamente il doppio, e tua madre si sta occupando eccessivamente della casa? Stanno pensando al trasferimento, Tobias.»
La mamma... la mamma lo sapeva.
Anche Sil lo sa?
Come se Matthew mi avesse letto nel pensiero, mi risponde. «No, sarà una sorpresa per lei. Non puoi lasciare il college così, però. Partirete quest'estate.»
"Quest'estate?" Penso. "Devo aspettare così tanto tempo?"
«Come...» mi schiarisco la voce. «Come sta?»
Matt sorride. «Sta... bene, più o meno. Te l'ho detto, le manchi. Cerca di far vedere che sta bene, ma so che non è così.
Sta studiando lettere al college di Chicago, e sta in buoni rapporti con tutti i nostri amici.»
Annuisco. Non vorrei ringraziarlo, perché l'ha comunque fatta soffrire da morire, ma mi sta dando l'opportunità di rivederla.
La rivedrò, è l'unica cosa che conta in questo momento.
«Bé... grazie, Matthew.» sussurro piano.
Devo ancora metabolizzare bene la cosa.
Vedo già il suo corpo minuto stretto intorno al mio. Vedo già il suo sorriso illuminarmi le giornate e vedo già le lacrime di gioia appena mi vedrà solcarle il viso.
Mi manca dannatamente tanto, ed il fatto di sapere che devo aspettare così tanto tempo mi strazia.
Suo fratello alza le spalle. «Vi meritate di stare bene, tutti e due. Io... so che per te è difficile, ma io vorrei ritornare ad essere tuo amico.»
Quello che mi sta chiedendo mi lascia sconvolto.
Io mi sto trattenendo dal non fargli un pugno, e lui vuole essere mio amico?
«Ho bisogno di un po' di tempo.» chiudo la questione. «Sai non è da tutti i giorni ritrovarsi il fratello stronzo della tua ex che ti chiede di tornare nella tua città natale, dopo che ti ha praticamente cacciato, e ah, ciliegina sulla torta, picchia la ragazza che ami.»
«Picchiavo.» mi corregge, scuotendo la testa. «So che quello che ho fatto è sbagliato ma-»
Alzo una mano, per interromperlo. L'ultima cosa che voglio è parlare di questo.
«Basta, sul serio.»
Matt annuisce, poi fa un debole sorriso. «Allora io levo il disturbo, ti ho detto ciò che dovevi sapere. Ci vediamo presto, Tobias.»
Non lo riesco neanche a salutare, perché l'unica cosa che penso è: "Ti vedrò presto, Sil."
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