Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Un'estate distante


Mi sto rendendo conto che l'estate è appena iniziata ed io già sento di sprecarla pensando solamente a tre cose: Matteo, Matteo e... Matteo. Ormai è diventato un chiodo fisso che non riesco a rimuovere. Penso a lui durante tutta la giornata e come se non bastasse lo sogno la notte; quando lo incontro mi arriva il cuore in gola e non so più cosa fare. A volte credo che non riuscirò mai a dimenticarlo, penso che probabilmente porterò questo triste amore nel cuore per tutta la vita anche quando incontrerò altri ragazzi, o magari mi sposerò. Credo davvero che non riuscirò mai a cancellare il suo nome per sempre perché ci sarà qualcosa che me lo ricorderà in ogni momento. Mi succederà spesso di baciare qualcuno e ripensare a lui, e questo pensiero mi riporterà sotto la passeggiata del mio paese quando per la prima volta le nostre labbra si incontrarono, anzi, quando per la prima volta le mie ne incontrarono altre, e credo che sentirò una forte nostalgia difficile da ignorare. Bacerò altre persone nel corso della mia vita ma nessuno potrà mai sostituire il mio primo bacio, perché di primo ce n'è solamente uno, e per me è e sarà sempre e solo Matteo. Ho paura di fare qualsiasi passo verso di lui perché se tra noi fosse dovuto succedere qualcos'altro sarebbe già accaduto, quindi probabilmente non pensa più minimamente a me, e forse dovrei iniziare a fare lo stesso anche se è così difficile ed insopportabile.

Ad essere insopportabile è anche un'altra cosa a dir la verità: sono giorni che sento il mio corpo assente, come se fosse anestetizzato. Da poco tempo mi sembra di vivere come se fossi all'interno di una bolla, o addirittura come se qualcun altro stesse vivendo al posto mio ed io stessi solo guardando il film della mia vita senza poter intervenire. E' difficile da spiegare e soprattutto da sopportare. Non capisco cosa mi stia succedendo e non so neanche che pensare: a volte credo che sia semplicemente stress, altre volte inizio a preoccuparmi seriamente. Per ora non voglio dire niente a nessuno, aspetterò in silenzio che questa strana sensazione finisca perché sono certa che passerà presto, e per il momento voglio cercare di pensarci il meno possibile. Non so cosa mi stia succedendo ed ho un po' paura a scoprirlo, perciò preferisco aspettare. Ho molti programmi per quest'estate e spero che grazie a questi riuscirò a tenere occupata la mia testa che ultimamente mi gioca parecchi scherzi.

Sono passati quattro giorni dalla fine degli esami e devo ammettere che mi sento molto più rilassata e spensierata, anche se qualche brutto pensiero continua a venir fuori troppo spesso. Tra poche ore finalmente avrò modo di svagarmi per qualche giorno con la speranza di riuscire a distrarmi da ciò che la mente ha deciso di non farmi dimenticare: andrò al parco divertimenti Mirabilandia con mio padre.

Da quando i miei genitori si sono separati faccio un piccolo viaggio ogni anno solamente con il mio papà, e la mia meta prediletta è appunto Mirabilandia. Ho un legame speciale con questo posto perché ci sono stata per la prima volta nel 2005 ed è stato l'ultimo viaggio con i miei genitori ancora insieme, perciò per me attraversare il cancello di quel parco è un po' come aprire una vecchia scatola dei ricordi piena di scene che purtroppo non potrò vivere più.

Ricordo ancora molto bene quella settimana e non credo riuscirò mai a scordarla. Alloggiavamo in un agriturismo un po' distante dal parco in cui c'era un simpatico bassotto ad accoglierci. Inizialmente avevo il terrore di entrare a Mirabilandia, non so di preciso per quale motivo. Sono sempre stata caratterialmente paurosa, e qualsiasi posto che sembrava uscire dai miei standard mi spaventava. La paura non durò molto ed iniziai a rilassarmi non appena cominciai a vedere quanto fosse bello quel posto, pieno di luci, canzoni, giochi e mascotte divertenti. Ricordo perfettamente l'ultima sera passata lì: alle 22 iniziava un fantastico spettacolo di laser proiettati su uno schermo d'acqua posto nel bel mezzo del laghetto del parco. Eravamo seduti sugli spalti ad osservare un meraviglioso gioco di luci che mi lasciò letteralmente ipnotizzata. Non appena finì mia madre esclamò: «Arrivederci, Mira!», ma non sapeva che per lei e per noi sarebbe stato un addio.

Dopo un paio di giorni a Mirabilandia ci spostammo verso l'Italia in Miniatura a Rimini, un parco a tema in cui è riprodotto il nostro Paese rimpicciolito, con i monumenti ed i paesaggi ridotti, in cui è inserita qualche attrazione su particolari città, come il giro in gondola in una Venezia ricostruita nei minimi dettagli. Successivamente andammo a Riccione per visitare l'Oltremare, un parco tematico naturalistico con attrazioni particolarmente concentrate su ciò che riguarda gli animali degli oceani, con la presenza di teche, acquari, spettacoli marini e piccole riserve naturali. Mi affascinarono molto gli spettacoli dei delfini e delle foche, non ne avevo mai visti di così belli.

Inoltre ricordo l'area della fattoria, in cui c'erano animali come oche, maiali, capre ed altri con una zona particolare in cui era possibile farsi fotografare immersi nel tema della fattoria: trasformarono i miei genitori in contadini dotati di cappelli di paglia e vari attrezzi, e a me in una classica ragazza campagnola. Conservo ancora quelle foto e quelle di tutta la vacanza.

Dopo l'ultimo parco tornammo a casa e ricordo che passai intere giornate a guardare i filmati di quella settimana piangendo disperata per la voglia di tornarci presto. Mi legai subito soprattutto a Mirabilandia, e quando scoprii che quello sarebbe stato l'ultimo viaggetto in famiglia il legame a quel posto si rafforzò ancora di più.

Sono le 9 e siamo appena partiti per arrivare verso l'ora di pranzo e goderci pienamente pomeriggio e sera al parco.

Dopo circa tre ore e mezza in auto inizio finalmente a vedere in lontananza le montagne russe, per poi intravedere la fantastica ruota panoramica. Senza neanche posare le valigie in hotel ci dirigiamo subito verso l'entrata del parco caratterizzata da una grande scritta col nome del posto su cui posano due delle quattro mascotte, Mike e Otto.

Frequento questo luogo ogni anno, ma entrarci nuovamente mi porta sempre tanta allegria e spensieratezza. Passare sotto la scritta d'ingresso è come fare un passo verso il mio passato; è come tornare un po' bambina per qualche giorno. In qualche modo riesco a lasciarmi alle spalle gran parte dei problemi da adolescente per affrontarne altri da bambina, come la difficoltà per scegliere su quale giostra salire per prima.

Mi ha sempre fatto bene stare qui, è come un "posto sicuro" per me, mi dà un senso di tranquillità inspiegabile.

Ricordo che la prima volta che ci andai promisi a me stessa che un giorno mi sarei trasferita a Ravenna per poter visitare il mio luogo preferito ogni volta che ne avrei avuto voglia. Molti bambini aspirano a trasferirsi nella loro città da sogno, come Londra o New York, io no. Volevo vivere a Ravenna e ne ero anche convinta.

Ogni anno non cambia di una virgola, tranne per l'aggiunta di qualche giostra nuova, ed è proprio questo che mi piace: si è trasformato tutto radicalmente nella mia vita e continua a farlo, tranne questo luogo, ed è per ciò che continuo a sentirlo come il mio posto sicuro. La stessa fontana all'entrata, la stessa scritta "Benvenuti", le stesse mascotte, le stesse canzoni, le stesse giostre mi fanno davvero sentire di nuovo più piccola, e adoro questa sensazione.

Dopo aver mangiato al Mc Donald's andiamo a vedere il fantastico spettacolo di Scuola di Polizia, uno stunt show con stuntman professionisti a bordo di auto e moto che si lanciano in imprese ai limiti del possibile e lasciano sempre a bocca aperta.

Dopo aver digerito godendoci lo spettacolo voglio provare ogni montagna russa. Da paurosa com'ero il primo anno, ora sono diventata quasi spericolata per quanto riguarda i giochi d'altezza e di velocità. Ho deciso che questa volta voglio provare ogni giostra tranne quelle horror che non riuscirò mai ad affrontare. Per la "gioia" di mio padre andiamo a provare quasi ogni attrazione e la prima giornata passa velocemente, come quelle a seguire.

Dopo tre splendidi giorni in questo parco andiamo a conoscere un nuovo posto a due passi da Mirabilandia: si tratta di un Safari Park aperto da poco. Con la nostra auto facciamo il percorso indicato dalla mappa immergendoci nella natura di leoni, zebre, gazzelle, giraffe e tanti altri ancora, è una bella esperienza.

La mattina dell'ultimo giorno, prima di partire, ci spostiamo verso Rimini per rivisitare l'Italia in Miniatura. E' la prima volta che ci torno dopo 7 anni e, anche se non c'è lo stesso legame che ho per Mirabilandia, è comunque un piacere.

Dopo pranzo risaliamo in macchina per altre tre ore e mezza circa di viaggio.

Devo ammettere che sono riuscita a distrarmi parecchio in questi giorni ma sono durati veramente troppo poco, ed appena risalgo in auto consapevole del fatto che devo andare via e che una volta tornata dovrò riniziare ad affrontare tutto, la mia testa rinizia a pensare troppo rendendomi nuovamente infelice.

Sono stata bene sentendomi bambina, ma non voglio riniziare a sentirmi adolescente, non lo sopporto. Non voglio crescere, non voglio nuove responsabilità, non voglio sentirmi nè abbastanza piccola nè sufficientemente grande, non voglio spegnere altre candeline sulla torta. Vorrei che il tempo si fermasse, o meglio, vorrei che si fosse fermato molto prima, quando il problema più insopportabile era un ginocchio sbucciato, e la paura più terribile era dover togliere le rotelle alla bicicletta. Ora è tutto molto più complicato: da bambina se volevo una cosa potevo chiederla, ora no. Non posso chiedere a Matteo di tornare al mio fianco, non posso pretendere che il mio futuro alle superiori sia tutto rose e fiori, non posso far sparire improvvisamente tutte le mie paure, ansie e sensazioni negative. Ed ho paura.

La mia estate sembra proseguire alla grande con le amiche che non mi abbandonano mai come Livia, Alice, Elisa e tutte le altre. Nessuna di loro, però, sa come mi sento davvero e non credo che troverò il coraggio di parlargliene, perché fondamentalmente nemmeno io so di preciso cosa mi stia succedendo. Non mi sento felice anche quando sorrido, sono colma di pensieri anche quando sembro spensierata, mi sento sola anche in mezzo a tante persone che mi vogliono bene ed è complicato da spiegare.

Per continuare a provare a svagarmi sto passando qualche giorno a casa dei miei nonni al mare a Tor San Lorenzo, dove c'è uno stabilimento che frequentiamo da anni, il Ciak Mol. Mia madre mi raccontò che iniziò ad andarci l'estate in cui era incinta di me e, trovandosi bene, non abbiamo mai cambiato posto. I proprietari perciò mi conoscono da prima ancora della mia nascita ed anche in quel luogo, tra i tappeti elastici, la sabbia e i tavolini del bar, ho passato grandissima parte della mia infanzia.

Mamma scelse questo lido per permettere a mio padre di raggiungerci dopo il lavoro, poiché per la lontananza non sarebbe potuto venire se avessimo scelto mete come Nettuno o Anzio.

Anche a questo posto è fortemente legato il ricordo di papà, con cui abbiamo trascorso estati intere in varie case nei dintorni di Tor San Lorenzo. Non ho dimenticato nulla delle giornate passate con lui in spiaggia: ricordo che mi divertivo tanto a sotterrargli i piedi sotto la sabbia, mentre lui mi ci sotterrava intera lasciando fuori solamente la testa. Oppure ricordo quando, ancora più piccola, per farmi fare il bagno al mare mi metteva in un canotto gonfiabile trascinandomi nell'acqua. Ricordo anche le serate passate nel giardino della casa affittata con Camilla, una beagle meravigliosa salvata dai terribili laboratori farmaceutici.

Camilla fa parte della nostra famiglia da Luglio 2002: arrivò in una calda giornata estiva spaventata a morte, era impaurita da qualsiasi cosa si avvicinasse a lei. Prima di essere accolta nella nostra casa passò il suo primo anno di vita chiusa in una gabbia di un metro quadro maltrattata in continuazione vivendo in un inferno, e perciò quando la portammo nel nostro giardino era ancora terrorizzata da ciò che le sarebbe potuto accadere. Col tempo si tranquillizzò ed iniziò a fidarsi di noi sempre di più, si innamorò della nostra famiglia come noi ci innamorammo di lei. Camilla è davvero perfetta: esteticamente non ha neanche un difetto, è meravigliosa, e caratterialmente è fantastica, piena di vita, simpatica, intelligente come pochi e divertente. E' stata il mio primo cane e le ho sempre voluto bene come se fosse mia sorella. Quando mi sono trasferita ed ho lasciato la vecchia casa ho dovuto lasciare anche lei che ora vive con mio padre, di cui è innamorata persa, e mi manca da impazzire, così come mi manca la mia gattona Minou che continua a vivere lì.

Insomma, anche questo posto è ricco di memorie che mi piacerebbe poter rivivere, ma nella consapevolezza dell'impossibilità dei miei sogni mi accontento di restare a guardare alcuni particolari punti ricostruendo nella mente le scene vissute.

Sono anni che i miei nonni affittano la stessa casa per l'estate a pochissimi passi dalla spiaggia e dal Ciak Mol. La casa è piccola ma ha un balcone stupendo che si affaccia direttamente sul mare dove è bello giocare a carte coi nonni dopo cena con una leggera aria che passa ogni tanto, o fare una chiacchierata con mia madre osservando l'acqua lontana, oppure semplicemente sedermi da sola a guardare il panorama durante il tramonto e pensare.

Durante questo weekend di relax oggi sono venuti a godersi una giornata di mare mia zia Anna con i miei cugini Davide e Samuele. La mia è una famiglia davvero numerosa: mia madre è la prima di sei figli, tre maschi e tre femmine, che a loro volta hanno dato vita a ben 11 nipoti, con cui capita spesso di ritrovarci dai nonni. La famiglia di mia madre è una delle più grandi fortune che ho: ognuno di noi è sempre pronto ad aiutare l'altro, siamo molto uniti e legati. Le mie zie sono come seconde mamme, i miei zii hanno sempre la battuta pronta su tutto e tutti e trovano modo di far ridere in qualsiasi occasione, e poi ci sono i miei nonni. L'amore che proviamo tutti noi nei loro confronti è immenso, e quello che loro ci dimostrano è altrettanto forte, se non di più. Stanno insieme da 52 anni e bisticciano ancora come due ragazzini. Se dovessi raffigurare nonna disegnerei l'immagine di una signora con una teglia gigante di lasagne in mano, mentre se dovessi rappresentare nonno dipingerei un'espressione burbera con la fronte aggrottata, che si scioglie in un attimo di fronte ad uno dei suoi nipoti. Sono fantastici entrambi ed ogni giorno trovano il modo di dimostrarci quanto ci vogliono bene, anche se in modi diversi: nonna Fernanda ci ingozza di cibo fino a farci esplodere, come se mettesse in ogni cosa che cucina un pezzo del suo cuore, mentre nonno Peppe, seppur brontolando, corre ovunque per ognuno di noi nel momento del bisogno sin dalla nostra nascita. Lui vuole nascondere dietro la sua aria burbera la sua dolcezza, e finché non lo guardi bene nei suoi occhi chiarissimi sembra addirittura che ci riesca.

Samuele è il penultimo arrivato, ha 10 anni e per me è come il fratello minore che non ho mai avuto, sono molto legata a lui nonostante la differenza di età.

Quando le giornate si passano in compagnia trascorrono molto più in fretta ed in un attimo si è fatta sera ed è ora di tornare a casa. Ricomincia perciò la solita noiosa routine che spero di spezzare di nuovo tra una settimana, quando partirò in crociera per la prima volta.

Tornata a casa ogni giornata è esattamente la stessa: uscite con le amiche nel mio paese, pensieri su Matteo, riflessioni su me stessa, è tutto così noioso. Al contrario della settimana scorsa i giorni prima della partenza sembrano non arrivare mai, un po' per la monotonia delle giornate, un po' per la smania di partire, e nella noia inizio subito a tirar fuori le valigie appuntandomi su un foglio il necessario da portare.

Seppur lentamente il tempo continua a scorrere ed è ora di organizzare ciò che ho scritto per riempire finalmente la mia valigia rosa. Il mio letto è coperto di vestiti e accessori: magliette, pantaloni lunghi e corti, abiti da sera, scarpe col tacco, infradito, costumi, spazzola per capelli, braccialetti e collane, giacche, borse, pigiama, intimo, calzini. Spero di non dimenticare nulla, tranne i brutti pensieri che mi auguro di lasciare a casa una volta per tutte. Prima di spostare le decine di vestiti dal letto alla valigia voglio provare qualche abito elegante per farmi un'idea di come sarò durante le serate di Gala, ma soprattutto voglio abituarmi a camminare su 10 cm di tacchi per evitare pessime figure e probabili cadute. La valigia straborda di indumenti vari e devo sforzarmi per riuscire a chiuderla; mi chiedo come farò al ritorno che avrò il doppio delle cose da riportare. Dopo aver finito il mio dovere esco con Alice ed Elisa per salutarle promettendo loro di riportare qualche pensierino dalla Spagna. Passeggiando intravedo in lontananza Matteo, e come sempre il mio cuore, pur avendo i battiti notevolmente accelerati, sembra fermarsi. Da lui non ottengo nient'altro che un saluto, ma ormai ci sono abituata. I sogni resteranno sempre sogni ed io dovrei smettere di vivere immaginando cosa spero che succeda, piuttosto dovrei tornare con i piedi per terra ed affrontare in faccia la dura e crudele realtà. La mia mente sta cercando di vivere il più possibile nei miei sogni perché la fantasia fa sicuramente meno male della realtà: fantasticando posso prendere il comando della mia vita, posso fare tutto ciò che voglio e soprattutto posso essere felice ed avere quello di cui ho bisogno senza fare troppi sforzi. Vivendo in questo modo, però, il mio corpo sta sparendo perché sono completamente proiettata verso ciò che decide di pensare la mia testa, ed il mondo reale viene mangiato sempre di più da quello che la mia mente crede sia migliore.

Ogni volta che vedo Matteo andarsene penso che avrei potuto fare qualcosa per far sì che egli rimanesse con me, anche solo per altri cinque minuti, poco tempo in cui sarebbe potuto succedere di tutto: avrei potuto dirgli qualcosa in più di un semplice ciao, oppure gli avrei fatto capire quanto è importante, ma è inutile continuare a pensarci, è decisamente meglio continuare a godermi il pomeriggio con le mie amiche senza troppe paranoie prive di senso.

Torno a casa verso l'ora di cena e dopo mangiato accendo la tv ma non trovo niente di interessante da guardare. Dopo poco mi infilo sotto le coperte aspettando con ansia domani, il giorno della partenza, e provo a dormire. Improvvisamente mi arriva un messaggio sul cellulare, che avevo messo in carica a pochi metri da me, e guardando lo schermo sgrano gli occhi e sul mio viso si forma un sorriso spontaneo: è Matteo. Apro frettolosamente l'SMS dove c'è scritto "Eri bellissima oggi, buon viaggio, ti aspetto la prossima settimana". Sto per rispondere quando sento mia madre che ripete ininterrottamente il mio nome, svegliandomi. Appena alzata controllo immediatamente il telefono ma ci sono solamente messaggi di Elisa che mi augura di passare una bella vacanza. Stavo solo sognando, e visto che la mia mente non è più in grado di dividere la realtà dal surreale, ho davvero creduto che lui mi avesse scritto, quando invece era semplicemente il mio inconscio che si diverte a giocare con me lasciandomi una forte amarezza addosso.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro