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§ 3 §

^Quel lurido verme perché deve sempre riuscire a strisciare in casa mia!^ Stava pensando la ragazza.
Le balenò in mente l'immagine delle chiavi di casa lasciate poco prima a Malfoy e decise di andare a cercare una pala, giusto per sotterrarsi viva nel preciso momento in cui il biondo avesse aperto la porta sfoggiando chissà quale lussuoso, e appena stirato, abito nero.

I suoi pensieri non fecero in tempo ad affondare le radici nella sua testa, perché il biondino perfetto varcò la soglia di casa Granger, pulendosi i piedi sullo zerbino con sdegno, come se sotto le sue scarpe ci fossero insistentemente incollati Harry e Ron. Hermione sbattè gli occhi con vigore un paio di volte, giusto per verificare se avesse delle strane visioni o se lui fosse veramente appena rientrato nella sua umile ma sempre accogliente dimora.
Realizzò il pensiero purtroppo divenuto realtà e, abbassando la sua mano destra, quasi a volersi togliere il capello, inchinò la testa in segno di scherno, per accoglierlo e fargli capire di sedersi in fretta e finire il più velocemente possibile quel dibattito ormai inevitabile.
I Grifondoro si guardarono straniti dal modo di fare dell'amica, ancora inchiodata alla porta di casa, sospettavano stesse continuando a martellarsi le meningi con chissà quali complessi pensieri.

"Granger non so se hai notato ma, dopo essermi accuratamente pulito i piedi ed avervi degnato della mia presenza, sarei entrato e già anche seduto. Se ti va di chiudere la porta e voltarti possiamo iniziare, altrimenti penso che anche gli altri abbiano di meglio da fare rispetto a fissarti il culo."
Lo trucidò con il suo sguardo caramellato, quasi a volerlo bruciare con un lampo proveniente dagli occhi: "Buongiorno Malfoy, hai dormito male questa notte? Non è giornata per tutti quindi taci e non rompere i coglioni a palla come tuo solito." Rispose in una maniera così acida dal non riconoscersi, ma fu soddisfatta a tal punto da sbattere la porta dietro di lei e da sedersi sulla sua poltrona verde lime che tanto amava. I due si fissarono in cagnesco e poi Ginny, guardandosi intorno iniziò a dare spiegazioni al gruppo riunitosi in quel salottino illuminato dai raggi del sole.

"Ebbene si, sono stata io a chiamarvi quest'oggi e, dato che mi trovavo nei pressi di casa tua Herm, ho pensato di parlarvi qui." Hermione le regalò un'occhiata raggelante e fece cadere mollemente le sue gambe dalla poltrona, quasi a voler strisciare sul pavimento, col risultato di sprofondare ancora di più nella sua pelle verdastra incrociando le braccia dalla rabbia sotto il seno, che non dava problemi a mostrare.
Ginny continuò con aria pacata il suo discorsetto "La McGranitt- all'udire quel nome i due serpeverde grugnirono in coro per manifestare il loro costante disappunto verso quella casa di cretini e ingenui- mi ha incaricata di copiare le lettere e spedirle anche a voi per poi raccontarvi meglio oralmente, quindi eccomi qua."
Neville si rigirava la bacchetta fra le mani dal nervoso, Harry giocherellava con la zip della felpa e Ron fissava il vuoto. Hermione, guardando i suoi amici, accennò a un piccolo sorriso notando che i tre ragazzi avevano gli stessi comportamenti tenuti negli anni precedenti ad Hogwarts, non erano mai cambiati. Infatti arrivò una sventola dalla mano della piccola di casa Weasley sul testone di Harry, che si girò fissandola con sguardo interrogativo come a chiedersi cosa avesse combinato, massaggiandosi la nuca per il dolore infieritogli.

"La McGranitt sta organizzando un evento intitolato Eccellenze, al fine di istruire gli studenti attuali all'educazione e al coraggio. Vi starete chiedendo cosa c'entriamo noi in tutto questo, beh, noi saremmo le sette eccellenze scelte per aiutare i ragazzi ed essere a loro disposizione per qualsiasi cosa. Mi ha detto di dirvi che non si può rifiutare la sua proposta e che ha già informato tutti i nostri datori di lavoro del nostro periodo di assenza dal primo settembre a inizio gennaio.
In caso di riuscita sarà lei ad offrirci il lavoro di professori al castello e questo lo si può rifiutare naturalmente, vi saluta tanto e ci ha lasciato un intero scompartimento suppletorio del treno per partire insieme ai ragazzi. È tutto."
La rossa lasciò cadere le mani dalle ginocchia, come per liberarsi da un peso e abbozzò un sorriso rivolto anche alle serpi.

Calò il silenzio e i sette eccellenti iniziarono a discutere sugli accordi stabiliti per il primo settembre.
Si trovarono ben presto a parlare dei fatti loro finché gli ex-Grifondoro non lasciarono la casa di Hermione dispiaciuti di dover tornare al lavoro.
Zabini sgommò via con la porsche verde mare, facendo salire a tutti dal profondo del cuore seri dubbi su come avesse potuto prendere la patente, ultimo fu ovviamente Malfoy.
Il biondo aspettò che le scope dei pezzenti si librassero in volo per avvicinarsi pericolosamente alla nata babbana che, impaurita e nervosa, arretrò fino allo stipite della porta che la bloccò con le spalle al muro. Si fissarono a lungo i due, provocando un sommesso vibrare di porte e finestre, quasi a voler leggere i pensieri dell'altro per trapassarsi la testa morbidamente, senza farsi male.
Il viziato si sporse in avanti e toccò il lobo di Hermione con le labbra "Ci vediamo sul treno Granger, ti faccio uno squillo se riesco a passare prima. Tanto credo che la megera abbia anche aggiunto delle camere al nostro vagone del treno per Hogwarts." Ghignò senza pudore e si girò velocemente scendendo i gradini fino alla strada. Quando fu abbastanza lontano da non essere scoperta a spiarlo, la ragazza si affacciò dal vialetto: le gambe lunghe e snelle e le braccia morbide lasciate ricadere stancamente lungo i fianchi, le spalle ampie conosciute grazie al sesso e fasciate sotto la morbida giacca nera e la camicia da poco inamidata, le scarpe italiane e raffinate, il ciuffo biondo sempre ben curato e puntualmente toccato dalle dita fredde del ragazzo, giusto per darsi un po' di attenzioni.

Rientrò sperando di scomparire e si lasciò mollemente cadere sulla sua poltrona, pensando alla notte passata dove il sonno, ben nascosto, non era riuscita a coglierla se non fra le possenti braccia di quell'uomo che aveva appena acceso la sua Cayenne rossa e che sgommò come una freccia verso il suo studio.
Esausta si accese una sigaretta alla rosa selvatica e aspirò lungamente, finendola in due boccate; le gambe rannicchiate e il posacenere in bilico sulle ginocchia: non le importava del suo comportamento, non si dava pace del fatto di fare sesso con Malfoy solo per piacere, non esisteva il piacere se non quello allo scopo di avere un doppio fine.

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Mi scuso tanto tanto tanto per il ritardo ma non sto avendo idee per il quarto capitolo e quindi volevo aspettare a pubblicare il terzo.
Poi però mi sono detta che, se vi avessi fatto aspettare eccessivamente, vi sareste stancati e io non avrei più continuato la storia; quindi sto buttando giù qualche schizzo perché mi basta avere un foglio bianco ed una penna per farmi guidare da loro e riuscire ad inventare qualcosa di vagamente apprezzabile.

Prima di pubblicare un capitolo cercherò di averne sempre pronto un altro per non farvi aspettare troppo e nulla, buon proseguimento e spero che vi stia piacendo la storia (se lasciate un commento posso capire cosa desiderate e magari inserirlo nel racconto)
Baci,
vostra Alice ❣️

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