~A treasure hunt... a bit special~(Pierre Gasly)
In prossimità delle feste, preferivo sempre leggere un bel libro, piuttosto che dare sfogo al mio divertimento. Amavo rilassarmi. I miei parenti, però, non erano della stessa opinione e soprattutto i miei fratelli, che cercavano sempre il pretesto di invitare qualche amico e festeggiare. Ed era a causa di ciò che molto spesso pensavo di essere stata adottata. In famiglia Leclerc tutti siamo amanti della Pasqua, forse la preferiamo anche al Natale. Ognuno di noi, però, con intensità diversa. Colui che non perdeva neanche una caccia a tesoro, tradizione ormai radicata nelle nostre persone, era, però, Charles. Ed era anche lui ad invitare tutti i suoi amici a partecipare. Arthur raramente portava a casa qualche conoscente e Lorenzo, ormai, era diventato fin troppo grande per giocare e quindi si limitava unicamente a fare il giudice di gara. Io, invece, avevo solo un'amica lì a Monaco ed era Melanie, la sorella di Jules, a cui ero molto affezionata. Era da ormai diverso tempo che Charles invitava alle nostre feste la famiglia Gasly, oltre ai suoi amici d'infanzia e fu forse proprio la prima volta che incontrai Pierre, che mi innamorai di lui. Sentimento, chiaramente, non corrisposto. Avevo saputo che si era lasciato da poco con la sua fidanzata storica, Caterina, ed anche se mi era sempre stata simpatica, a quella scoperta non potetti far altro se non esultare interiormente. Da fuori, però, la notizia sembrò quasi non toccarmi. Non avevo intenzione di rivelare i miei sentimenti a Charles, a volte era fin troppo loquace, se lo sarebbe fatto di certo scappare.
Quella Pasqua trascorse in maniera differente da tutte le altre. Innanzitutto eravamo in tantissimi, nostra madre aveva avuto la brillante idea di invitare tutti i parenti, affinchè potessimo festeggiare in compagnia e soprattutto affinché le possibilità che un Leclerc vincesse la caccia a tesoro fosse più alta. Ormai era rinomato in tutto il Principato quanto fossimo incapaci nel gioco, ma alla mia famiglia piaceva così. Il più bravo in assoluto era sempre stato mio padre, vinceva tutte le sfide, nessuno alla sua morte si era dimostrato degno del titolo di "Coniglio" dell'anno. Soprannome che, comunque, non avrei mai accettato, neanche fossi stata campionessa mondiale di caccia al tesoro. Quel giorno Pierre era ancora più bello del solito, sempre che potesse essere possibile. Indossava una felpa bianca ed un paio di jeans strappati neri. Mi sorrise e ricambiai il gesto, per poi farlo entrare. I suoi fratelli non partecipavano mai ai nostri giochi, mentre i genitori quell'anno non potettero venire, poiché già invitati precedentemente da altri parenti. Non parlavamo molto, se non il minimo indispensabile, ma quando lo facevamo, sentivo il mio cuore battere sempre all'impazzata. E mi faceva male sapere che a lui non interessassi.
《T/N, su vieni, il gioco sta per iniziare.》 Mi urlò Arthur ed io mi risvegliai da quello stato di trance, per poi andarmi a sedere accanto agli altri partecipanti. Lorenzo era l'unico a stare all'in piedi, poiché avrebbe lui spiegato le regole.
《A differenza di tutti gli altri anni, quest'anno le coppie non saranno formate dai membri familiari, ma sarò io, tramite un metro di giudizio imparziale...》 Mostrò una tazza, al cui interno vi erano dei bigliettini con i nostri nomi.《 ... A stabilirle. Le uova sono state nascoste non solo in casa, ma anche in tutto il vicinato, per rendere più difficile trovarle.》
"Come se non lo fosse anche prima." Pensai, ma non esternai le mie considerazioni.
《Adesso sorteggerò le coppie.》 Dopo aver nominato tutte le coppie tra i parenti, finalmente giunse a noi ragazzi. 《Joris e Arthur.》 I due si avvicinarono e batterono il cinque, contenti del sorteggio. 《Melanie...》
"Fa' che sia io, fa' che sia io." Pregai nella mia mente.
《E Charles.》 Potetti notare un sorriso malizioso da parte di mio fratello, quando Lorenzo annunciò che l'ultima coppia sarebbe stata formata da me e Pierre. Come se non l'avessi capito. 《Ora voi dovrete lasciare tutti i cellulari in questa scatola e subito dopo vi consegnerò il vostro primo enigma, una volta risolto questo, troverete il secondo indovinello.》Facemmo come disse ed a tutti noi fu consegnato un biglietto, che avremmo dovuto leggere unicamente al suo via.
《Avete solamente un'ora per trovare tutti gli indovinelli e le uova e scoprire, così, dove è posta la sorpresa finale.》 Ripassò le regole e subito dopo urlò "Via" ed io e Pierre iniziammo a leggere il primo enigma.
《Sono una piccola semisfera, ma nessun mare potrà mai riempirmi. Quello che riempe me, però riempe anche te.》 Disse lui ed io iniziai a pensare cosa potesse essere.
《Degli stampini?》 Chiesi io, ma Pierre non mi sembrò del tutto convinto.
《Potrebbe essere, ma cosa significa "nessun mare potrà mai riempirmi"?》 Si grattò la testa. 《Che ha i fori, oppure che è troppo piccola per contenere liquidi?》
《Però riempe noi, quindi deve avere per forza un collegamento con il cibo.》 Annuì. 《Pensiamo a tutti gli oggetti in cucina.》 Voltai la testa per tutta la stanza e mi venne un colpo di genio. Mi avvicinai al suo orecchio, per evitare che qualcuno mi sentisse, e potetti notarlo rabbrividire quando lo sfiorai con le labbra. 《Lo scolapasta.》
《Giusto.》 Mi sorrise e battemmo il cinque, per poi dirigerci verso il mobiletto in cui sapevo fossero posti gli utensili da cucina. Lo presi ed al suo interno trovai il bigliettino ed un piccolo ovetto, che prontamente diedi nelle mani di Pierre. D'altronde era incartato di blu, il suo colore preferito. Non che me lo avesse detto, lo avevo compreso osservandolo. Nessuno aveva ancora risolto il primo indovinello, quindi eravamo avvantaggiati. Fui io a leggere il secondo bigliettino.
《Si saluta quando si alza.》Mi guardò confuso.
《Ma è tuo fratello che scrive questi indovinelli?》
《Immagino li cerchi su internet, però sì, spetta a lui il compito.》Rise e scosse la testa. 《Potrebbe essere la mano?》 Domandai dopo diversi minuti di silenzio e ragionamento.
《Beh, qui ci sono fin troppe mani, di quale mano si parla?》
《Forse mio fratello ha un cadavere in camera e non ce lo ha mai detto.》 Risposi con nonchalance e lui mi guardò divertito.
《Anche se fosse, non avrei intenzione di toccarlo.》 Con stampata in faccia un'espressione disgustata, uscì da casa, forse per cercare qualche indizio all'aperto e sperare, così, di risolvere l'enigma. Ad un tratto indicò la bandiera monegasca che avevamo sul terrazzo.
《Forse si riferisce al saluto militare.》Annuii e mi avvicinai ad essa, per controllare se vi fosse quello che cercavamo.
《Bingo.》 Dissi prendendo il terzo biglietto ed un altro ovetto, questa volta rosa. Lo riposi nella borsetta che avevo con me. Pierre chiese se potesse posare anche il suo ed io acconsentii. Prese in mano il foglietto.
《Cosa ha dieci lettere e parte con gas?》
《Peccato il tuo nome completo non sia di 10 lettere, altrimenti Gasly Pierre poteva starci.》 Lo presi in giro e lui scosse la testa divertito.
《Questo è fin troppo facile per un pilota come me. È automobile. Il problema è scoprire quale.》Poi continuò. 《Tu cerca nella tua, io vedo in quella di Lorenzo. Poi, casomai, importuniamo anche quelle di Charles e Arthur. 》
《Aspetta Pierre.》 Si girò a guardarmi. 《Forse la mia battuta con il tuo cognome non era tanto scontata. Voleva fare un collegamento ad entrambe le cose.》
《Ma il mio nome è di undici lettere.》 Mi avvicinai alla sua Aston Martin e vi girai intorno, alla ricerca di qualche indizio. Notai un foglietto vicino la ruota. 《Molto creativo, direi.》
《A quanto pare.》 Anche lì vi era un ovetto, ma verde. Aprii il bigliettino, che però non presentava più alcun indovinello.《Andate nel luogo in cui vi siete incontrati tutti per la prima volta.》
《Beh è il mare, ricordi? 》 Annuii. 《Vieni, andiamo con la macchina.》 Salii sulla sua vettura e sfrecciammo per la città. La sua guida era sicura, ferma, mi rilassava. In quel momento dovetti reprimere il mio desiderio di osservarlo mentre guidava concentrato, per evitare di sembrare una psicopatica. Ben presto arrivammo ed iniziammo a cercare il quarto e penultimo indizio.
《Sai qual era il punto preciso in cui ci riunimmo?》Mi chiese lui, guardandosi intorno.
《Lì, vicino quel chiosco.》 Ci avvicinammo e dopo averci girato intorno, ecco che Pierre trovò il foglietto e l'ovetto.
《Entrate dentro ed ordinate la bibita che Charles ha gettato addosso ad Arthur e bevetela. Dopo avrete l'ultimo biglietto, che vi porterà alla vittoria.》
《La Redbull!》 Urlammo entrambi, per poi scoppiare a ridere. Facemmo come scritto sul biglietto, dividendoci la bibita. A quel punto il commesso ci consegnò l'ultimo indizio ed una piccola chiave, che infilai nella tasca della mia giacca.
《Andate dove T/N ha sempre sognato il suo primo bacio.》 Lesse lui. 《Beh questa dovresti saperla.》Arrossii e maledissi me per averlo rivelato a mio fratello e lui per averlo scritto su quel foglietto. 《Dai su, manca poco, abbiamo quasi vinto.》
《 E va bene. È il circuito.》 Mi guardò confuso.
《Tu sogni il tuo primo bacio... sul circuito?》 Mi grattai la testa, imbarazzata. Mi sorrise. 《Forte!》
Sollevata, risalimmo in macchina, nella speranza di giungere presto e di scoprire quale sarebbe stato il premio finale. Arrivati, scendemmo ed iniziammo a camminare.
《In quale parte del circuito dovremmo andare?》
《Immagino lì.》Indicai il punto, in cui, normalmente, vi era il traguardo.
《E perché proprio lì?》Si avvicinò leggermente a me e cercai di indietreggiare, ma lui mi fermò per il braccio.
《Perché a baciarmi vorrei fosse un pilota.》 Risposi a bassa voce e lo vidi impallidire. Grandioso, ero riuscita anche a spaventarlo.
《Come me?》 Decisi di prendere coraggio e di rivelare a quel punto i miei sentimenti, ormai non avevo più nulla da perdere. Oltre la mia dignità.
《Anche senza come.》 Mi sorrise e mi spinse a sé, per poi accarezzarmi il volto con il palmo della sua mano.
《Avresti potuto dirmelo prima che obbligassi Lorenzo a mettermi in coppia con te.》
《C-cosa?》 Balbettai.
《Esatto, diciamo che il metro di giudizio imparziale, non era poi così imparziale.》 Rise lui. 《Volevo trascorrere del tempo con te e farti capire che mi piacessi ed anche molto.》
《E quindi l'ultima domanda...》
《Non è stato molto difficile convincere tuo fratello a scrivere quel biglietto.》 Appoggiai la mia testa al suo petto, ma lui prontamente me l'alzò, facendo in modo che potessi guardarlo nei suoi occhi blu. 《Chèrie, hai intenzione di aspettare che gli altri arrivino o vuoi vincere la caccia al tesoro?》
《Credo che in questo momento mi interessi ben poco.》 Dissi, per poi far scontrare le nostre labbra in un bacio fin troppo atteso, forse da entrambe le parti. Quando mi staccai, per riprendere fiato, appoggiò la fronte alla mia, per pochi secondi, per lasciarmi poi un bacio sul naso.
《Ora andiamo a prendere il nostro premio.》 Mi prese per mano e ci incamminammo verso il traguardo, dove trovammo una scatolina.
《Cosa ci sarà dentro, secondo te?》 Mi sorrise e la prese in mano, per poi girarla delicatamente.
《Dammi la chiave.》 Gliela porsi e la infilò nella serratura, per poi girarla. Al suo interno vi era un pass della Toro Rosso. Ero sorpresa. 《Così potrai venire a vedere tutte le mie gare.》 Mi guardò imbarazzato ed iniziò a grattarsi i capelli.
《È sicuramente il regalo migliore.》 Gli rivelai, per poi baciarlo di nuovo.
Forse la caccia al tesoro non era il mio gioco preferito e la Pasqua il periodo che amavo incondizionatamente, ma senza di esse, probabilmente, non starei con Pierre.
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