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Stavo facendo un bagno caldo mentre decidevo il programma riguardo la mia giornata libera. Quella stessa mattina, dopo aver riposato solo poche ore, ero tornato in sala di comando per seguire le riparazioni della nave, ma appena misi piede sulla plancia di comando venni raggiunto da una furiosa Alice che inventando una scusa mi obbligò a ripiegare nel mio ufficio. Nel mio ufficio mi costrinse a prendermi una giornata libera per potermi riprendere così sarei stato più fresco i giorni successivi, le argomentazioni con cui mi "convinse" furono eccessivamente efficaci: mi minaccio di fare rapporto all'ammiraglio se non mi fossi riposato. Per cui accettai la mia sconfitta e ritornai nei miei alloggi per iniziare la mia giornata di riposo forzato con un bel bagno caldo. Dato che il pianeta aveva un'atmosfera abitabile e, anche se ero molto più tranquillo, ero ancora un po' a disagio a stare al chiuso andai a fare una passeggiata fuori. Ovviamente ero seguito dalla mia scorta che aveva i nervi a fior di pelle dato che dovevano valutare tutte le possibili minaccia alla mia persona e reagire di conseguenza. Appena si aprì il portello la voce del computer mi disse di aspettare qualche istante, per dare il tempo alla passerella di toccare il suolo. Non so come definire l'aria che respirai ma mi sembro diversa, più pulita, più fresca; era come se quell'aria che stavo respirando fosse incontaminata e pura: in un certo senso lo era dato che nessun essere vivente terrestre l'aveva mai respirata, al contrario dell'aria della nave che era stata respirata e depurata un miliardo di volte. Scesi la passerella stando già molto meglio e mi persi a osservare il paesaggio, ovviamente non c'erano animali e piante, solo rocce. Alcuni avrebbero potuto descriverlo come un paesaggio morto, senza vita ed effettivamente lo era, ma si poteva già vedere come si sarebbe sviluppata la flora. La nave era atterrata in un'ampia valle circondata su tutti i lati da una catena montuosa tranne per il lato che stavo guardando che si apriva in una piccola e riparata spiaggia, il mio navigatore aveva scelto un bellissimo posto. Le montagne sulla destra erano molto alte e terminavano con punta molto simile a quelle che disegnavano i bambini. Invece a sinistra le montagne erano più basse, poco più alte di una collina, di colore più scuro, anche da lontano si poteva vedere la ricchezza di quella terra, era fertile pronta a far crescere l'erba che avrebbe dato il sostentamento sicuro a una mandria di animali. Decisi che la mia passeggiata si sarebbe diretta verso quelle dolci montagne piuttosto che verso quei ardui sentirò che avrei potuto trovare sulle montagne a destra. Per un breve periodo durante la passeggiata mi dedicai all'ingrato compito di pensare e dettare al mio segretario il testo delle comunicazioni che avrei letto alle famiglie delle vittime.
Quando ormai era passata l'ora di pranzo venni raggiunto da un gruppo di marine che avevano un messaggio per me "Rapporto" scattarono immediatamente sull'attenti e il loro ufficiale, ancora con il petto che si alzava e abbassava velocemente per colpa della corsa che avevano fatto per raggiungermi, mi comunicò "L'antenna è stata riparata ora possiamo anche ricevere messaggi. L'alto comando le vuole parlare" "Mi anticipi alla nave e comunichi che sto arrivando". Guardai tristemente le restanti colline che digradavano verso un altrettanto fertile pianura e mi voltai verso la nave e vidi le nuvole che stagliavano all'orizzonte. Se pur fosse una visione cupa la trovai affascinate: le sicura tempesta che si stava avvicinando era trattenuta dalle cime della montagne, ai lati delle cime si poteva vedere le nuvole, come strappate passare e riversarsi nell'ampia valle. Ogni tanto una cima veniva coperta da una nuvola e sembrava che la roccia venisse spezzata dalle nuvole, ovviamente non era possibile, ma quell'immagine mi ricordava terribilmente la situazione in cui ci trovavamo.
Il colloquio con l'alto comando durò circa due ore e fu estenuante, per cui quando convocai tutti i miei ufficiali maggiori per comunicare loro le notizie, volevo essere chiaro e conciso. Prima di iniziare osservai i miei ufficiali: Joseph era stanco e sporco fino ai capelli, era stato a riparare le nave fino a qualche minuto prima; Alice era in uniforme ed era abbastanza riposata anche se potevo vedere della stanchezza nei suoi occhi; Alec era perfetto come al solito, la divisa era in perfetto ordine e non sembrava essere stanco; e infine c'era Elen. Non avevo idea di come stesse, non mostrava già di suo nessun sentimento e adesso sembrava che non ne avesse più. Avevo bisogno di ognuno di loro al massimo per quello che ci aspettava. "Le notizie che ho ricevuto dal centro di comando sulla Terra non sono affatto rassicuranti: gli alieni che ci hanno attaccato hanno deciso di spostarsi e hanno distrutto altri 10 incrociatori leggeri, 2 pesanti e hanno conquistato la fascia di asteroidi del sistema di Lurc." Il sistema solare di Lurc era un sistema poco interessante: ospitava soltanto due stelle binarie e una fascia di asteroidi molto grande, ma priva di risorse interessanti. Tutta la sua importanza risiedeva nella sua posizione: era l'unico passaggio navigabile attraverso una fitta nebulosa e collegava lo spazio dell'impero terrestre con il regno di Astris, ovvero l'unica razza aliena con cui intrattenevamo rapporti diplomatici, infatti erano l'unica razza con cui vigeva un trattato di reciproco aiuto: militare, civile ed economico. "Abbiamo ricevuto l'ordine di rientrare sulla Terra e dopo una veloce riparazione e aggiornamento nei bacini orbitanti prenderemo il comando di una flotta per riprenderci il sistema di Lucas". Passammo le restanti 2 ore a organizzare i preparative per la partenza, i brevi ordini di sbarco sulla Terra e gli approvvigionamenti, quando, finalmente, uscii dalla stanza delle riunioni pensai "Per fortuna che doveva essere una cosa breve" e mi trascinai verso la mia cabina per poter riposare dato che il giorno successivo sarei stato tutto il giorno in plancia di comando. Ero troppo stanco per dormire male per cui il sonno fu profondo e senza sogni.
Il giorno successivo decollammo dal pianeta e prendemmo la rotta per la Terra, il viaggio fu abbastanza lungo, circa 2 settimane durante la quale rimanemmo aggiornati sui progressi di quella che potevamo già definire una guerra. Gli alieni avevano deciso di spostare la loro attenzione sui nostri alleati, avevano già preso 3 colonie e altrettante basi orbitali, avevamo provato a fornirgli aiuto militare, ma le nostre navi erano troppo lente e poco agili per affrontarle. La strategia terrestre si era sempre basata sulla difesa, fortificavamo le nostre linee con difese automatizzate e molto potenti, dopo di che, concentravamo le navi in un solo punto e sfondavamo le difese. Le nostre navi avevano degli scudi molto potenti a volte anche a discapito dell'efficacia delle armi. Le navi degli astralis erano più piccole, meno potenti sia in attacco e in difesa, ma molto più maneggevoli, per questo rappresentavano una minaccia molto più grossa per gli alieni ostili che noi. Avremmo dovuto rivedere il nostro modo di combattere.
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