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Capitolo 20

CIO' CHE VOGLIO

Non sono mai stata particolarmente religiosa, questo perché i miei genitori erano divorziati e la chiesa non è mai stata dalla loro parte.
Mi sono battezzata e tutto il resto ma non ricordo l'ultima volta che sono andata a messa, non ricordo nemmeno quando sono stata dentro una chiesa o ci sono passata davanti.
Eppure ho sempre ammirato le religioni e coloro che le seguono, ci vuole una fede folle per mantenere la speranza in qualcuno che non sembra spesso dalla tua parte.
Chris è ateo, crede negli insegnamenti del buddismo ma non è nemmeno tanto fissato con questo.
Negli ultimi anni ho semplicemente affidato quella fede in me stessa, nella speranza di poter essere abbastanza per me.
Ma ho sempre aspirato a diventare qualcosa di simile ad una religione, qualcuno che mi seguisse, che mi idolatrasse.
Immagino sia comune tra i personaggi famosi, ho visto di persona che effetto fa la fama, ti fa sentire un dio e per essere dio devi avere un grande controllo, il che non va sempre a finire bene.
Non voglio essere una dea, come il mio personaggio Marvel, ma non voglio essere neppure ordinaria.
Ho bisogno di credere in qualcosa e credere in Dio, in giorni in cui ci sono guerre, discriminazioni, promesse spezzate,  è particolarmente dura.
E nelle ultime ore, Maremma, è stata maledettamente dura.
Ci sono state così tante prove da sopportare, dalle bugie immense di Chris, a Lisa, allo stronzo razzista maschilista sull'aereo.
Non so se ho superato il test divino ma sono esausta, al punto che non sono riuscita a dormire sul volo.
La mia mente non riusciva a zittirsi, alla fine mi sono messa a guardare Indiana Jones che trova El Dorado.
Io sto ancora cercando la mia El Dorado.
E poi, giusto per realizzare il casino in cui mi sono infilata, ho ascoltato il mio album preferito, ovvero Adele 21.
Bessie, la ragazza di fianco a me, ha dormito per quasi cinque ore e stare accanto a qualcuno che ha visto solo il buono in me mi ha aiutata a capire quanto sia importante la mia carriera.
Essere famosi solo per essere ricchi, per fare il dito in televisione a chi non ha creduto in me, è sbagliato. Cioè, non è male ma devo essere migliore di così.
Non posso fermarmi a piangere su Someone Like You o Turning Tables, devo trovare la mia strada in questo mondo capovolto e perché non a Los Angeles?
Los Angeles, dove tutto è iniziato e dove voglio scrivere il mio nome per sempre.
Scendere dall'aereo adesso, rispetto a gennaio scorso, è completamente diverso. Ora le hostess sorridono emozionate mentre allora non mi avevano neppure notata.
Porto Bessie con me, mi ha dato la sua felpa col cappuccio per nascondermi meglio ma dubito funzionerà bene appena salirò sul taxi.
Esco dal terminal, il fuso orario ormai non mi dà più fastidio.
Sono partita alle cinque del pomeriggio, sei ore dopo sono arrivata a LA, dovrebbero essere le undici di sera a casa di Chris ma qui sono le otto di sera.
È come aver guadagnato tre ore di vita di nuovo, fa molto Ritorno al Futuro.
Il sole è già tramontato, cosa che mi aiuta parecchio con la mia fuga. Respiro un po' d'aria e mi volto verso la ragazza, che tira il suo trolley viola. Pazzesco, lei mi ricorda così tanto me.

<<Hai un posto dove andare?>>domando.

<<Perché credi che non c'è l'abbia?>>

Inclino la testa, non è la risposta che mi aspettavo<<Sono arrivata negli States quasi un anno, sono uscita da queste porte solo con un visto da turista e una paura folle. Non sapevo cosa aspettarmi, ho cercato casa per due giorni, dormendo in un motel terrificante. Se non avessi trovato qualcuno a cui aggrapparmi>>Tyler<<È probabile che la mia vita sarebbe stata completamente diversa.>>

<<Hai avuto fortuna>>

<<Sì, credo di sì. Quello che voglio dire è che se avessi bisogno di aggrapparti a qualcuno, mi farebbe piacere aiutarti>>

Lei sorride <<È una cosa che fai spesso quello di aiutare sconosciuti?>>

<<Cazzo no>>rido spontaneamente<<A malapena riesco ad aiutare me stessa. Ma oggi è la prima volta che offro una mano a due persone ed è una bella sensazione>>

Non mi sono mai definita altruista ma ho scoperto che non è tanto male ricordarsi quanto si è stati comuni un tempo, temevo questo momento. Ma invece è una cosa buona.

<<Quelli sono qui per te, credo>>

Mi volto, una trentina di paparazzi sono appena scesi da dei furgoni, come hanno fatto a capire su che volo ero? Piccole sanguisughe. <<Porca vacca>>

<<Cosa?>>

<<Oh nulla>>le dico.<<Sei sicura di non aver bisogno di qualcosa?>>

<<No, mia zia mi sta aspettando da qualche parte ma volevo ringraziarti, senza di te non so cosa sarebbe accaduto. Hai fatto la differenza>>

Le sorrido io stavolta e allargo le braccia, Bessie si avvicina e mi stringe. Ho fatto la differenza per qualcuno, è la prima volta ma continuo a credere che il mio sia stato un dovere civico.
Ho guardato video di aggressioni raziali da adolescente e ogni volta mi infuriavo chiedendomi perché nessuno facesse qualcosa. Sapere che questa volta non mi sono paralizzata, che ho vinto una battaglia contro lo Squalo, mi fa sentire più forte che mai.
Dalle cose brutte, a volte, possono uscire cosa buone dopotutto.

<<Ora devo andare anch'io ma se hai bisogno di una mano, ecco, volevo darti il mio numero>>le dico<<Solo, non darlo a nessuno>>

<<Oh dio, grazie!>>

Io mi tolgo la sua felpa e lei mi dà il suo Samsung, ho un altro déjà-vu.
Scrivo il mio numero e poi mi abbasso la visiera del cappello di William, lei mi sorride imbarazzata. <<Grazie a te, Bessie. Spero che troverai anche tu il modo di fare la differenza>>

Lei non aggiunge altro, si dondola sui piedi con un nuovo atteggiamento da fan.
Mi volto verso la fila di taxi e tiro le mie valigie, facendole l'occhiolino.
Mi sporgo verso il finestrino di un taxista indiano<<È libero?>>

<<Certo, signorina>>

Lui scende e mi aiuta a caricare i bagagli ma quando mi giro Bessie non c'è più, quasi fosse stata solo un sogno. O un incubo, dato che al suo posto c'è un'altra ragazza che mi fissa.
Scuoto la testa, mettendo un dito sulle labbra.
So che sembra stupido ma Steve Rogers lo fa al suo museo con un bambino, se non è stato beccato lui, perché io sì?

<<Ray!>>

Alzo gli occhi al cielo, ringraziando il Dio che ce l'ha con me oggi.<<Davvero?!>>

Il taxista fissa i paparazzi che si voltano e iniziano a urlare, io corro alla portiera e la chiudo abbastanza in tempo. <<Lei è....>>

<<La prego, chiuda l' assicura alle portiere!>>

Lo fa in tempo, perché dal finestrino iniziano ad arrivare dei flash, pronti ad accecarmi. <<Ma lei è...>>

<<Può partire?!>>esclamo mettendomi una mano sul viso.<<E se deve investire qualcuno lo faccia, non importa>>

<<Non importa?!>>

<<La pago io alla fine della corsa, no? Mica loro>>

Avrei potuto dire di pagarlo il doppio ma in questo non sono cambiata, non riesco a spendere soldi in più, chiamatemi "Braccina", ma preferisco avere le braccia corte che il portafoglio vuoto.

<<Oh giusto, certo!>>

Lui suona il clacson quando un paparazzo si mette davanti all'auto e poi va avanti, abbastanza per spaventarlo.
Non mi aspettavo fosse tanto audace o folle, dato che l'uomo se la sta ridendo.
Partiamo in tempo per entrare nel traffico, tra altri taxi e questo riesce a farci confondere. Riprendo fiato.

<<Grazie>>

<<Ma lei è Ray Sebalfino, io l'ho vista da Ellen!>>

Sorrido<<Se vuole dopo facciamo una foto, magari quando non guida e non rischio di morire>>

<<Certo! Oh Buddha, ho conosciuto una star>>ride.

Vorrei ridere ma immagino che mi sembrerebbe di avere una crisi isterica. Accendo il telefono mentre usciamo dalla zona aeroporto.

<<Ma signorina, dove andiamo?>>

<<Oh merda, è vero>>impreco. Cerco di ricordarmi l'indirizzo che ho cercato al Gate di Boston e glielo do<<Beverly Hills>>

Mi arrivano un trilione di messaggi, da chiunque. In sei ore ho perso 76 chiamate dal mio intero team, da Hayley persino.
Dovrei richiamarli, perché sembrano fuori di testa ma se lo facessi perderei la sensazione che mi sta avvolgendo.
Mi sento meglio, davvero meglio.
La rabbia è con me ma non mi sta logorando, aver conosciuto Bessie e Will mi ha ricordato quanto è giusto lavorare per me stessa.
Chris vuole una vita a forma di fattoria, con una sfornata di figli a circondarlo ma io ho solo 21 anni.
Ho avuto così tanta fortuna ad arrivare al grande schermo ma ora non ne avrò più, ora devo guadagnarmi i miei sogni.
Devo avere nuovi ingaggi, nuovi film e serie da fare.
È chi può aiutarmi più di Leggenda? Nome che non dirò mai ad alta voce, ma i nomi hanno potere. Io voglio avere la stessa cosa che ha lui, voglio far mancare il fiato alla gente quando mi vede.
Sono stata una sola volta a Beverly Hills, con Meredith ad un catering.
Sono solo dieci minuti da Hollywood, il che pare comodo per parecchi del mio settore.
Elimino tutte le notifiche, perché finché non vedo allora posso evitare di pensarci.
La mia salute mentale ha precedenza stavolta, o così credevo.
Mentre sto per togliere altre notifiche dalla tapparella del mio IPhone mi arriva un messaggio di Chris e per sbaglio lo apro.
Che sfiga<<Oh ma vaffan...>>

"Ti amo."

Due parole bastano per fracassarmi il cuore, per farmi sentire il potere che ha su di me. Non mi sta chiedendo di tornare a casa, di chiamarlo, mi ha dato sei ore ed è più di quanto credevo avrebbe fatto.
Ma devo rispondergli, sento che non facendolo sarei altrettanto colpevole di non aver rispetto le nostre promesse. Scappare significa scomparire ed io non sto fuggendo.

"Lo so"

Non posso, non voglio piangere, non voglio essere un maledetto cliche.
Perciò mi rimetto le cuffiette, scelgo la canzone più cazzuta e perfetta per la situazione: Rolling in the Deep.

https://youtu.be/0eWLj7woZ9I

Tengo il ritmo col piede, mi carica sempre questa canzone.
Ogni parola è verità nella mia storia con Chris :
"Finalmente riesco a vederti chiaramente"
"Vedi come parto con ogni tuo pezzo, non sottovalutare le cose che farò"
"C'è un fuoco che inizia nel mio cuore"
"Desidererai non avermi mai incontrata"
"Le cicatrici del tuo amore mi ricordano di noi"
"Potevamo avere tutto".
Mi metto a contare le palme, finché perdo il conto e cerco di pensare a cosa potrei dire per convincere il mio Manager ad affrettare i tempi per darmi un incarico più in vista di Un Weekend Da Bamboccioni, dopotutto si tratta di solo un mese per le riprese.
Voglio fare qualcosa del mio genere, come un film simile a "I Misteri dei Templari" o La Mummia".
Amo l'archeologia, anche dopotutto questo tempo. O non so, vorrei qualcosa di fantasy, romantico, mi va bene tutto.
Voglio fare tutto.

<<È sicura che sia questo indirizzo?>>

Oh Gesù, non mi sono accorta neppure di essere arrivata.
Guardo fuori, c'è un cancello di ferro nero, sembra esserci dentro un fortino.
Un fortino non poi così tanto grande, mi aspettavo il castello di Approdo del Re, con tanto di Trono di Spade all'interno.
Invece, è una villetta ad un piano.
Tiro fuori il portafoglio e do l'importo al taxista, compreso un autografo.
Scendo e lui con me per aiutarmi, parlotta da solo e sembra parecchio agitato.
Vorrei essere più gentile ma sono troppo tesa e non gli rispondo quando mi chiede se è la casa Zac Efron. Ma ammetto che un'occhiataccia mi è scappata, così come è scappato lui dopo.
Ora sono qui, fissa davanti al piccolo castello di Dracula.
Prima di ripensarci mi attacco al citofono, a ritmo di Rolling in the Deep.

<<Sono io!>>esclamo, mettendo via le cuffiette.

Una telecamera mi inquadra<<Io chi?>>

<<Cosa? Ma se mi vedi!>>busso sullo schermo<<Sono Ray, apri, dai>>

L'apparecchio non si muove e lui non apre, per un secondo mi preoccupo davvero, poi sembra decidersi a non lasciarmi sul marciapiede, di una via piena di ricconi che potrebbero avermi sentita.
In effetti lo stereotipo che in Italia si urla non è poi così tanto falso, nel mio caso ovviamente.
Entro di schiena, dato che devo tirare le valigie, le mie braccia mi chiedono pietà, così come io alla vita. Chiudo il cancello e mi guardo intorno, ha un giardino rotondo, la siepe alta nasconde l'erba e una piccola serra.
Non mi aspettavo che a Richard piacesse l'orto, o i fiori, o la natura.
In effetti mi ha sempre irritato al punto da farmi credere che tutto al suo passare appassisse, tipo come Satana. Ora vedo le cose diversamente, non è più un mio nemico, ma un alleato.
Oddio, dal nulla appaiono due testuggini. Sono due grandi tartarughe, mi fissano al punto da innervosirmi, come se qualcosa in me non andasse, forse nel mio outfit.
Percorro il sentiero rigido, mi ricorda davvero la strada per andare in un posto che è lontano per una ragione.
Ma non mi fermo, non permetterò che le cose nuove mi spaventino ancora.
Anche se quando Mister Fiaba apre il portone, di scatto, mi terrorizza <<Mado', che spavento!>>

Mi squadra, senza alcuna riserva o gentilezza. Mi guarda come si osservano i cavoletti di Bruxelles o una discarica, o qualcosa di altrettanto disgustoso.

<<Ma che cazzo ci fai tu qui?>>

Riprendo fiato<<Ho ascoltato Rolling in the Deep sette volte, che è il tempo preciso del viaggio dall'aeroporto alla tua villa, che tra parentesi, mi aspettavo molto più grande dato il tuo ego. Comunque, sono talmente carica grazie ad Adele, e a due meravigliosi essere umani, che ho deciso di essere Superman e non Clark Kent. Solo nella versione bionda e donna. Posso entrare?>>

<<Io...ma che ti sei fumata?>>chiede serio<<Sei più caotica del solito>>

Si fa da parte ed io entro tirando le valigie<<Nah, ho solo i nervi a pezzi ma sto bene, benissimo. Come mai hai delle testuggini?>>

Il parquet rosso della casa mi piace, i muri bianchi sono pieni di foto, il che la rende più simile ad un museo che a una casa. Ad esempio Greeceland, il museo di Elvis, ho sempre voluto andarci.

<<Mi piacciono>>

<<Perché ti assomigliano?>>

Ride appena<<Ricordami quale animale da compagnia non hai?>>

Potrei ribattere parlando di Dodger, ma è di Chris, non mio. 

<<Sola sto bene, non sono brava a prendermi cura degli animali.>>ammetto<<Sto ancora imparando a prendermi cura di me stessa, figurati>>

Entro in soggiorno, mi ricorda la casa di Jay in Modern Family.
Guardo dalla porta finestra scorrevole.
Fuori non ha una piscina ma una casetta per la sauna e una per barbecue.

<<Che ci fai qui, Ragazzina? Te l'ho già chiesto mi sembra>>

Sospiro, devo vuotare il sacco ed è probabile che mi manderà all'inferno per questo o forse ha ragione, ho inalato qualcosa di tossico.

<<Sono qui per lavoro. Perché a quanto pare è l'unico modo per poter avere la tua totale attenzione, eppure sono la tua unica cliente>>

<<No, perché non sei a Boston con Evans?>>

Boccheggio, alla ricerca di qualcosa che non faccia male da dire<<Ti dirò i motivi per cui sono qui e non in fottuto fast food. Per tutta la vita mi sono sentita sola, una solitudine che non mi è mai pesata, anche quando ho conosciuto qualcosa di più. Al mondo non ho mai potuto contare su nessuno, tanto meno sui miei genitori, non importa cosa io dicessi, tutto quello che importava era ciò che già pensavano. È così che ho imparato che il mondo non cambia mai idea su di te, non conta chi sei ma quello che gli altri credono che tu sia. Hai il controllo finché sei tu a decidere cosa far vedere, su cosa mentire e su cosa dire la verità. Ai miei genitori non importava cosa mi fosse accaduto, ma solo ciò che avevo fatto come conseguenza. A nessuno frega il perché delle cose, quindi basta. Basta fingere che importi anche a me, basta aspettare che qualcuno mi creda, che mi dia ciò che ho sempre voluto. Sono stanca di ricadere nel passato, di rimanere ferma ad aspettare qualcuno. Gli altri aspetteranno me>>

Si siede al bancone della sua cucina, le persiane sono basse. Questo posto ha bisogno di luce, mi piacerebbe fare qualcosa.
Qualsiasi cosa al momento sembra meglio di pensare a Chris.
Essere adulti è davvero stressante.

<<Cosa vuoi che faccia?>>

<<Il tuo lavoro. Voglio che tu mi renda chi voglio essere, voglio che tu mi dia il controllo. Voglio essere ricordata, voglio dare alle persone emozioni, film, personaggi veri, che dicano qualcosa! Quando i paparazzi mi inseguiranno non sarà per un uomo, non sarò ricordata per la mia vita privata, per una dichiarazione d'amore.
Verrò ricordata per chi sono, per il mio lavoro duro, per il talento come donna. Per chi ho aiutato in questo mondo. Ti chiamano Leggenda, dimostrartelo! Dammi un occasione, un lavoro, e io lotterò con le unghie per avere un Oscar da vincere, mille tappeti rossi, una stella sulla Walk Fame.>>

<<Non capisci, tutto questo richiede tempo e te ne ruberà talmente tanto che perderai ciò che per te è normale>>

<<Allora dimmi cos'è normale!>>

<<Evans.>>mormora e il mio entusiasmo scema<< Se scegli il lavoro, se scegli questa strada non so se lui riuscirà a stare al tuo fianco. Volevi più tempo per lui, siete scappati per stare insieme mesi fa ed ora cos'è cambiato?>>

<<Sono cambiata io.>>Abbasso la voce.<<Questo amore mi ha cambiata, mi ha eclissata. Volevo il mondo, poi Chris è arrivato e la sola cosa che volevo era lui>>

<<Non sarà facile avere entrambe le cose. Una carriera come quella che sogni, ho visto tante donne consumarsi nel tentativo di avere tutto.>>

Annuisco<<Lo so, potrei essere l'ultima di tante. Ma potrei anche essere di più. Tutto ciò che so è che non sono venuta in questo paese per fermarmi adesso, per innamorarmi. Non ho passato l'inferno per lasciare che un uomo potesse fermarmi.>>

<<È così che la pensi? Credevo lo amassi sopra ogni cosa>>

Oddio, detto ad alta voce mi sento una vera stronza. Ma non c'è cattiveria nei miei pensieri, nonostante quello che Chris ha fatto.
Mi sono risvegliata da quel sogno, scoprendo che non è lui che aspettavo da tutta la vita.
Ora è la vita che aspetta solo me.

<<Ed è così ma non posso più farlo, mettere qualcuno davanti a me e permettergli di dirmi cosa merito, cosa posso o non posso fare. L'amore non dovrebbe essere un ostacolo>>

<<Se non lo facessi? Se ti dicessi che dovresti aspettare e fare ruoli che ti diano esperienza?>>

Alzo il mento<<Allora saresti licenziato, uscirei da quella porta e troverei un altro manager. Perché non permetterei nemmeno a te di ostacolarmi>>

Sospira, il suo sguardo serio è leggermente dispiaciuto, non vuole rischiare di perdermi ma non mi importa cosa crede di sapere su di me, io mi conosco meglio.
Faccio un passo avanti<<Ma non vorrei farlo, perché nonostante tu sia la versione più alta di brontolo, mi piaci. Quindi ti prego, aiutami a cambiare il mondo, ad incidere il mio talento nei secoli, ad entrare nella storia cosi che tutte le persone come me sappiano che non devono arrendersi.>>

Restiamo in silenzio per un minuto intero, è una tortura finché non solleva un sopracciglio.

<<Finito?>>

Mi sistemo la giaccia a disagio, vorrei tanto cambiarmi<<Si, direi di sì.>>

<<Era ora>>scende dallo sgabello.

<<Cosa?>>sussurro accigliata.

<<Era ora che ti dessi una svegliata. Iniziavo a credere di star perdendo tempo con una debole ragazzina innamorata>>

<<Non sono una debole ragazzina innamorata>>

<<Oh si, lo sembravi. Vuoi essere la stella emergente di Hollywood? Impara questo, non desiderare mai di essere una stella>>si avvicina al frigo<<Le stelle cadono>>

Questa frase non me la dimenticherò facilmente e nemmeno quanto ha ragione. Non sono un'esteta, ovvero qualcuno che ama sé stesso ma voglio imparare a farlo in modo sano.

<<Quindi mi aiuterai?>>

<<Ieri pensavo di mollarti, ma ora vedo il fuoco che ho visto in te quando ti ho incontrata>>ammette<<Un fuoco così ce lo hanno solo le persone che hanno sofferto tanto e si sono rialzate. Sei stata in ginocchio per molto, quindi ci sarà tanto lavoro da fare>>

<<Farò qualsiasi cosa>>

<<Seconda lezione. Mai dire una frase del genere nel mondo dello spettacolo, anche lì ci sono degli squali>>

Annuisco e mi scappa un sorriso<<Grazie>>

<<Dimmelo quando saremo in alto, non ci siamo ancora. Vuoi una birra?>>

Scuoto la testa pesante, mi sta venendo un'emicrania<<No, ho già bevuto dello champagne sull'aereo e me ne sono pentita>>

<<Pizza?>>

Mi guardo intorno<<Vuoi che resti per cena?>>

<<Hai qualche amica da incontrare? Magari la ragazza dall'aereo?>>

Mi gratto la testa<<Lo sai>>

<<Stephanie mi ha chiamata in panico, fare un simile scherzo gli ha rovinato il Ringraziamento. A lei e al resto del team>>

<<Mi spiace>>poi curvo il viso<<No, col cazzo. No, non mi dispiace. Ho fatto quello che credevo giusto>>

<<Frena, Donna Giaguaro. Non ti sto criticando, tutto il contrario. Hai fatto una cosa giusta, una cosa folle e pericolosa per una carriera ma noi ne usciremo vincitori. Ora le persone sanno chi sei, non una novellina con una storia d'amore strappalacrime, sanno che hai carattere. E la gente ama in chi si identifica>>

<<Non voglio usare Bessie come strumento mediatico>>

Annuisce<<Non lo faremo, anche se Kathrine ci proverà. Lei è un lupo, lo sai.>>

Non ho idea del perché continui a fare metafore su animali, stelle e cose simili ma almeno capisco cosa dice. Mi siedo<<La cosa positiva è che così non ho messo in mezzo Chris>>

<<Infatti>>prende il telefono<<Mangi una California?>>

Faccio una smorfia scioccata, non mangerò mai una pizza con sopra l'avocado<<Neanche morta.>>

<<Uff, va bene. Allora prendiamo una Chicago Style e non obiettare>>mi punta il dito contro.

Alzo le mani in segno di resa.
La Chicago Style sembra una torta, e infatti questa pizza ha la crosta spessa e alta. Ricoperta con multipli strati di formaggio, mozzarella filante ma è buona.
L'ho assaggiata da Tyler una volta, ma le pizze americane non sono nulla come quelle di casa mia.
Mi giro intorno, osservando meglio il posto. Ci sono davvero tante foto e autografi, non solo di grandi artisti ma anche di grandi persone nel panorama politico, civile, militare.
Oh mio Dio, ha una foto col Presidente Kennedy?! Richard sembra avere diciassette anni, è di fianco a Marlon Brando.
Mi tolgo la giacca, sono stanca ma queste immagini sono incredibili. Ha un guantone firmato da un giocatore di baseball che non conosco ma è in una teca, così come

<<Maremma M...>>

<<Sì, mi è costata un'occhio della testa>>dice Richard.<<Ho conosciuto Elvis nel 1973, proprio ad Hollywood ma non avevo nulla con cui fare un autografo o una foto. Perciò qualche anno dopo ho comprato quella e la Stutz Blackhawk del 1971>>

<<La sua auto?>>

Annuisce<<Era la migliore auto dell'epoca col suo impianto stereo. Ricordo quel giorno, lui viveva a Beverly Hills e vedemmo passare l'auto qui davanti.>>racconta<<Ma nulla come Graceland e ciò che nasconde>>

<<Aspetta, sei stato nella Stanza Segreta di Graceland?!>>

<<Sì, ero con Oprah>>

Resto impalata a fissarlo, parla di cose del genere come se fossero normalissime.
Una volta per entrare negli Uffizi di Firenze sono stata in coda sei ore, in estate, ma lui sarebbe entrato subito.
Come posso non ammirare questo?
Le persone famose possono arrivare ovunque, possono vedere cose che altri non potranno nemmeno intravedere.

<<Puoi avere anche tu cose simili, a casa tua>>continuo.

Vado verso il divano e mi ci appoggio<<Sì...be'...al momento non so quale sia casa mia>>

Potrei tornare alla casa di Chris sulla collina ma ora penso che starci senza di lui mi farebbe stare peggio.
Leggenda è una buona compagnia, mi sprona a essere franca, cosa rara per qualcuno che si nasconde da sempre. E questo posto è l'emblema di ciò che voglio, ovvero entrare nella storia.
Non desidero solo conoscere grandi personalità ma essere anch'io tra loro.
È forse sbagliato?

<<Lui ti manca già?>>

<<No...sì>>ammetto<<Ma non importa. Mi ha mentito per mesi, ha creato una sit-com della sua famiglia, non era reale>>

Si siede e fa una delle sue smorfie<<Che ha fatto?!>>

Devo dirlo a qualcuno, perciò confesso. Gli racconto della sua famiglia, di come mi sono infuriata e di come me ne sono andata col giardiniere William. Lui ascolta, fa qualche commento che preferisco non dire ma dire tutto mi aiuta finalmente a fare un respiro a palpebre chiuse.

<<Tu lo ami?>>Chiede ad un tratto.

Apro gli occhi<<Io...perché?>>

<<Lo ami?>>

<<Sì, certo che lo amo>>

<<Quell'amore è reale. Non ti sei innamorata della sua famiglia, ma di lui, Ray.>>dice<<La vera domanda è se tu sia sollevata di sapere che ha fatto un altro errore>>

<<Non è un errore, gli errori non sono intenzionali!>>alzo la voce.

<<Okay, calma, Mozzarella>>

Mi volto<<Non chiamarmi mozzarella>>

<<Dovresti vederti, sei pallida e sei italiana, ha senso>>si giustifica<<La vera domanda che devi porti è quale versione di te ti piace di più, quella in cui sei tu la protagonista della storia o lo siete entrambi.>>

<<Non voglio sacrificare nulla ma quello che ha fatto non ha giustificazioni. Ha mentito e ha messo altre persone in una posizione impossibile, sento di non conoscere nessuno di loro>>

<<E tu credi che lui ti conosca?>>

Mi metto a sedere ma non ho una vera risposta<<Ho confessato una cosa, quando stavamo litigando>>

<<Il tuo ex italiano?>>

Scuoto il capo<<I miei genitori erano amanti, mio padre si è innamorato di lei quando era sposato con un'altra. Non l'avevo mai detto ad alta voce, forse perché così mi era più facile odiarli ma ora mi sembra solo un fatto, qualcosa che è lontana da me.>>

<<Non è colpa tua>>

<<Lo so>>sospiro e per un secondo mi viene il magone<<Ma non ho potuto evitare di sentirmi sbagliata anche per questo, gli errori dei nostri genitori ricadono sempre su di noi e io ne avvertivo il peso.>>

Suonano al campanello e lui si alza dopo qualche tentativo<<Questo spiega tante cose ma essere importante, nel modo in cui tu brami, non deve essere per punire loro. Lo sai questo?>>

<<E' per me, non per loro>>

Va verso l'appendi abiti <<Siamo già un passo in avanti>>

<<E ora che si fa?>>

<<Ora mangiamo, la pizza aiuta sempre.>>prende il portafogli<<E poi ti insegnerò come andare avanti nella vita, perché si può sempre andare avanti>>

ANGOLO AUTRICE

Allora, Ray sta facendo un bel viaggio di coscienza. Sta capendo cosa vuole per stessa e non per la coppia.
Siete d'accordo?
Chris tornerà a parlare nel prossimo capitolo, non temete!
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Un abbraccio, Doritos.

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