Capitolo 18
Quando siamo bambini impariamo che ogni volta che ci svegliamo da un incubo allora vuol dire che se siamo fuori.
Significa essere salvi, al sicuro.
E pensiamo che l'unica cosa che vorremmo durasse per sempre siano i sogni, così speriamo di realizzarli.
Ma mai nessuno dice che accade lo stesso con gli incubi, anche quelli possono diventare reali, possono inseguirti da sveglio.
Possono soffocarti, possono farti sanguinare e decisamente possono ucciderti.
Io sono una di quelle persone, che ha creduto solo nei sogni, perché quelli brutti mi terrorizzavano a morte.
Non guardavo neanche sotto il letto.
Eppure, ora sono sveglia, non sono più una ragazzina ma spero ancora che tutto finisca, spero di riaprire gli occhi in un mondo che non tenta costantemente di farmi del male.
Non ho citazioni, non ho nulla da dire che possa definire come mi sento.
Perché è stupido aspettarsi che qualcuno lo sappia, rifugiarsi in frasi rubate, aspettarsi di sentirsi meglio.
Non sto meglio, dirlo non cambia niente.
Ovunque io vada qualcosa mi insegue ed è sfiancante, mi fa infuriare.
Sono arrabbiata, sono delusa, triste e sono sola.
Chris mi guarda affranto, riesco a vedere il suo senso di colpa ma non m'importa, non m'importa come si sente, quali sono le sue motivazioni.
Mi ha mentito, come hanno fatto gli altri, come hanno fatto i miei genitori, come io ho fatto.
Non è diverso, è esattamente come tutti gli altri.
La donna al suo fianco sembra dispiaciuta, al punto da non guardarmi direttamente.
<<Mi dispiace, Ray>>riesce a dire.
<<Per cosa?>>sollevo gli occhi su di lui con più durezza<<Per avermi ingannata per un anno o che lo abbia scoperto così?>>
<<Per tutto>>
Fa un passo in avanti ed io torno addosso alla portiera, sembra ferito dal mio gesto istintivo.
Il sogno che ho fatto ripeteva la stessa cosa che ora la mia mente ripete: non toccarmi.
<<Vi lascio soli>>
Jean tocca il braccio del figliastro, dirlo è irreale, e poi se ne va.
La guardo tornare nel giardino con gli addetti incuriositi, perché riesco a guardare ovunque tranne che lui. Vorrei essere la donna che mi ero detta di diventare, una paziente e matura ma come posso aggrapparmi alla figura di qualcuno che ancora non sono?
<<Mi dispiace, non volevo ferirti.>>
<<Sì>>sussurro<<Lo hai detto anche l'ultima volta.>>
Quando gli punto gli occhi addosso sento qualcosa che non ricordavo.
Una cosa che ero certa aver abbandonato in Italia, insieme a tutto il resto ma scopro che non è così.
La rabbia, quella folle e possessiva rabbia scorre nella mie viene.
È sempre stata fatale per la mia famiglia, il rancore ci ha distrutti.
Fino ad adesso ho pensato di essere diversa, quella buona, perché preferivo crogiolarmi nel dolore ma era una bugia.
La sofferenza è una fase, dopo c'è la furia, come posso essere stata tanta cieca?
<<L'ultima volta?>>chiede piano.
<<Quando non mi ha detto di Jenny e l'ho scoperto in Scozia.>>gli ricordo<<O quando hai lasciato che ci manovrasse>>
<<Non ha ingannato solo me>>
<<Sì invece!>>alzo la voce<<Tu stavi con lei abbastanza da conoscerla, tu l'amavi. Credevi di conoscerla, no?>>
<<Mi sbagliavo>>
Faccio un espressione amara, non mi permetterò di piangere. <<Forse mi sono sbagliata anch'io>>
<<Ray, no. Tu sai chi sono, da dove vengo>>
<<No, non lo so>>ammetto severa<<Non ho idea di chi cazzo io mi sia innamorata>>
La sua espressione non è arrabbiata ma completamente ferita, quasi lo avessi accoltellato al cuore.
Si toglie il capello e si sposta i lunghi capelli, sta sudando freddo.
Basta, mi ordino, non dire queste cose, non diventare come la tua famiglia. Ma se fosse inevitabile?
<<Io stavo per dirti ogni cosa. Stasera ti avrei portata qui e ti avrei raccontato tutto. Avrei chiarito la questione, per poter andare avanti>>
<<Certo, va bene. Ti ho risparmiato la fatica. Vuoi parlare? Vuoi dei fottuti chiarimenti? Va bene, Chris!>> urlo, vorrei lasciargli addosso qualcosa <<Allora perché hai mentito? Perché tutto questo teatrino?!>>
<<Io...>>ansima<<Non è facile da spiegare!>>
<<Provaci>>ribatto<<Perché hai scelto di mentirmi sulla tua famiglia, sulla tua vita, appena mi hai conosciuta?>>
Guarda dappertutto, persino verso Jean per trovare un suggerimento ma alcuna parola sincera esce dalla sua bocca.
Non lo sa, non sa perché ha fatto tutto questo. Com'è possibile? E' uno scherzo?
<<Quello che so è che una volta mentito non sapevo più come dirti la verità, ho finito per credere alle mie stesse bugie >>
Mi sposto dall'auto, verso il centro del vialetto.
In questo momento vorrei essere ovunque, non qui, non davanti alla casa dei miei sogni.
Questo è un incubo, non un sogno.
<<Meriti un Oscar, questo è sicuro!>>sollevo le mani sul collo.<<Ti ho davvero sottovalutato, non pensavo fossi capace di farlo>>
<<Non fare così, tu non sei così.>>
Così come? Una stronza? Inizio a pensare di non essere mai stata completamente me stessa in America.
<<Tu non sai un cazzo su chi sono!>> impreco<<E sai una cosa? Nemmeno io ti conosco. Non so chi Cristo Santo sei>>
Fa un altro passo verso di me<<Volevo darci un'opportunità...>>
<<Ma tu non ne hai data nessuna a me! Io non sarei scappata perché la tua famiglia è incasinata, Chris ma se credi che lo avrei fatto...>>
<<Non ti conoscevo, Ray e quando l'ho fatto era troppo tardi >>
<<No, ora è troppo tardi>>ribatto.
Detesto il suo atteggiamento, la sua espressione.
Mi guarda come se fossi io la cattiva, come se fosse lui la vittima, il cane bastonato.
La mia mente è nel caos, non riesco a decidere cosa pensare e provare.
Cosa dovrei fare?
So di aver fatto tanti errori, anch'io ho evitato di parlare di Edoardo ma lui ha letteralmente obbligato la sua famiglia ad essere ciò che non è.
Questa è una cosa irreale, folle.
<<Mi dispiace>>
<<Smettila! Smettila di chiedere scusa per un secondo!>>metto le mani tra i capelli<<Non voglio le tue scuse, non so neppure cosa voglio a questo punto>>
Per quanto sia assurdo mi viene in mente un verso di una canzone di Adele, nonché una delle mie cantante preferita. "Avevi il mio cuore e hai giocato col suo battito" di Rolling in The Deep.
Dio, amo quella donna.
È così che mi sento, come se fosse stato tutto un gioco, una recita a cui ho partecipato come spettatrice attiva.
Mi sento controllata, stupida.
Sono davvero stufa di non sapere quale strada percorrere, vado alla cieca da troppo tempo, mi affido sempre a qualcuno con la speranza che possa dirmi che cazzo fare.
Ma a volte quello che sei è il riflesso di ciò che non hai avuto.
<<Tu ed io sappiamo chi siamo insieme, Ray. Io so chi sei tu e...>>
<<No, non è vero!>>alzo la voce<< Ci sono milioni di cose della mia vita che non ti ho detto!>>
<<Bene>>alza le mani in aria, come farebbe un criminale con un poliziotto<<Sono qui per ascoltarti, per te!>>
Mi scappa una risata nervosa, sta davvero cambiando il discorso?<<Bella stronzata.>>
<<Cosa vorrebbe dire? Io ci sono sempre stato, ti ho sempre aspettata!>>mette le dita sui fianchi<<Ma tu non ti fidi ancora...>>
<<Non si tratta di te, non si è mai trattato trattato te! La mia difficoltà nel parlare del mio passato è solo mia>>ribadisco.
Perché tutti sono convinti di avere il diritto di sapere tutto su di me?
Perché deve sempre dipendere dagli altri ciò che provo?
È esasperante, soffocante.
So che come persona d'immagine mi viene chiesta di rinunciare ad un bel pezzo di privacy, mi va bene, ma non si tratta del presente ma di un passato che non riguarda altri che me.
Chris non è l'eccezione, non ancora.
È crudele dirlo? Non saprei, ma so che non sono pronta per ricordare.
<<Questo lo so>>
<<No, non lo sai. Non hai idea di come mi sono sentita per tutta la giornata, per colpa tua>>
Inclina la testa<<Di che stai parlando?>>
<<Parlo della mia famiglia!>>urlo.
Dillo, dillo, ti prego.
Una voce nella mia testa mi supplica di confessare, quasi stessi nascondendo un segreto.
Ma non lo è, da dove vengo lo sanno tutti.
Questo senso di colpa, la rabbia sta tornando al punto da divorarmi.
Avevo rimosso questa storia, l'aveva cancellata con tutto il resto e questo credevo mi avesse fatto bene.
Avere troppi demoni da combattere significa che alla fine uno di loro ti ucciderà, è inevitabile.
<<La tua famiglia?>>sussurra confuso.
Sono stanca di tenere tutti questi segreti, per il terrore di sentirli, di realizzarli.
Non mi sono mai definita la buona della storia, l'eroina, come potrei quando sono stata sempre perfetta a creare caos?
Sono tante cose ma non un'ipocrita.
So quello che ho commesso, come mi sono comportata, chi ho ferito per ripicca.
Per tutta la vita ho sognata di essere speciale, ho sempre temuto di diventare ordinaria, di paralizzarmi una volta in più e non muovermi mai più.
I miei traumi mi hanno trasformata in un fantasma, mi hanno quasi fermata dall'arrivare dove sono ora ma la rabbia mi ha spinta a salire su quell'aereo.
Dovrei esserne fiera, perché agli occhi di tutto il mondo questo mi rende coraggiosa, e se sapessero che l'ho fatto per scappare?
Per vendicarmi di tutti quelli che avrebbero dovuto amarmi e non l'hanno fatto?
Forse non sarei tanto acclamata, forse diventerei esattamente come tutti gli altri esseri umani, e gli esseri umani si spezzano come il vetro.
Non posso permettermelo, non posso crollare, devo diventare come l'acciaio.
Devo diventare l'eroina di me stessa
<<I miei genitori erano amanti.>>
La mia calma è così inquietante e dolorosa che mi scuote appena, sembra scuotere anche gli addetti e Jean, che mi hanno sentita.
Non l'avevo mai detto ad alta voce, ma ora persino l'aria sembra essere fermata per mettersi in ascolto, le nuvole e gli alberi non hanno il desiderio di muoversi.
Ma Chris sì.
Lui fa un passo indietro, i suoi occhi sono sgranati e le labbra schiuse<<Ray..>>
<<Mio padre era sposato con un'altra donna, mia madre aveva divorziato e aveva un figlio.>>confesso e faccio un sorriso amaro, tra le lacrime che non sapevo aver lasciato passare<<E sai una cosa? Mio padre è un fottuto traditore. Ho perso il conto della volte in cui è andato e venuto, in cui ha scelto tutto a parte che comportarsi da padre. Perché, secondo lui, non era nella sua natura>>
<<Mi dispiace>>sussurra.
<<A me no. Perché dovrebbe?>>mi pulisco il viso<<Gli uomini della mia famiglia non sanno amare, non sanno proteggere. Ho smesso di incolparmi per questo, ho smesso di prendermi la responsabilità per ogni loro errore. Ho smesso di farmi eclissare. E' troppo tardi per le scuse, per il pentimento, per il perdono.>>
<<Non potevo saperlo>>
<<Certo che non potevi! Perché nessuno può saperlo, può vedere o sentire, vero? Uno urla, scappa ma nessuno coglie alcun segnale. Nessuno!>>grido al mondo<<Così impari che nessuno può salvarti e impari a farlo da sola. Tu non sai cosa vuol dire dover sopravvivere all'odio per sé stessi, non sai cosa significa avere davvero una famiglia incasinata!>>
<<E di chi è la colpa di questo?!>>
Lo fulmino con uno sguardo, sta davvero spostando la colpa su di me dopo ciò che gli ho appena detto? Maremma<<Scusami?>>
<<Tu non mi parli del tuo passato, di cosa ti sei lasciata alle spalle. Ma è normale che io abbia delle domande...>>
<<Io non ti devo alcuna risposta!>>
Fa un passo verso di me ora, è arrabbiato<<Ma essere in una relazione seria significa questo, Ray! Significa aprirsi, affrontare, raccontare>>
<<Ma senti quello che cazzo dici?! Vieni a farmi la morale dopo che hai costretto la tua intera famiglia a vivere nella stessa casa?!>>
<<So di aver combinato una puttanata! Ma non l'ho fatto con cattive intenzioni. Sono stato ferito tante volte in vita mia, da tante donne e sì, anche tu lo hai fatto>>
Apro la bocca, incredula.
I suoi occhi stanno continuando a parlare, ad accusarmi per girare la colpa.
Vuole davvero che sia io la cattiva, perché sono la ragione per cui ha mentito.
So a cosa si sta riferendo e non riesco a credere che, invece di capire, di essere rispettoso per aver appena parlato dei miei genitori, stia puntando il dito.
<<Zac, ancora?>>
<<Sì, ancora!>>
Scuoto la testa infuriata<< Io non ti ho tradito, Christopher. Non hai avuto le palle per stare con me, tu hai rifiutato di dire la verità su di noi. Hai fatto di tutto per nascondermi.>>
<<Perché non eri pronta>>
<<Io?!>>spalanco la bocca e grido in italiano<<Maremma maiala, ora ti do una martellata in faccia!>>
<<Parla nella mia lingua!>>Mi rimprovera.<< La differenza d'età, il tuo arrivo ad Hollywood e noi, era troppo. L'ho fatto per te>>
<<Troppo per me? Tutto quello che hai fatto è per me, ora?>>ripeto mordendomi un labbro<<Certo, sono sola in questa relazione, ho preso ogni decisione da sola! Forse i giornali dicono il vero, sei la vittima ed io la stronza manipolatrice>>
<<Non intendevo dire questo!>>
<<Allora dì che cazzo vuoi dire per una volta!>>sbatto una mano sul cofano.
Non m'importa di fare una scenata, non m'importa se Jean mi osserva.
Lui non dice nulla, scuote la testa e l'abbassa, non ha nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi.
<<Non posso>>
Potere e dovere sono cose differenti, me lo ha insegnato mia madre. <<Che significa che non puoi?>>
<<Ascolta, Ray.>torna a guardarmi, senza degnarmi di una risposta<<Ho fatto un errore e mi dispiace, dico davvero ma entrambi abbiamo sbagliato. Entrambi ci siamo spinti oltre...>>
<<Entrambi? No. Io ho preso una decisione quando ho fatto entrare Zac nella mia vita, l'ho fatto perché non stavamo insieme! Perché preferivo quello che essere il tuo segreto. Non mi devo sentire in debito, o una troia per questo.>>
<<Non ti ho chiamata così!>>
<<Ma lo hai pensato!>>alzo la voce<<È scontato che quando è lo fa una donna è una puttana ma se lo fa un uomo allora è normale, è naturale. Be', col cazzo. Non dare tu per scontata me, hai pensato che ti avrei perdonato dopo questa bugia. Giusto? Mi avresti portata qui, tutto dolce e romantico. Avrei dovuto provare pena, non la provo. Non hai giustificazioni!>>
Sono furibonda e odio esserlo, odio che realizzi quanto posso essere crudele e non ha visto nulla per adesso. Non sono fiera di me ma al momento non lo sono di nulla, è istintivo dire e fare certe cose per quanto sia sbagliate alla fine.
<<Ragazzi? Posso dire una cosa?>>
Mi volto e Jean si è fatta avanti, sono a disagio a guardarla perché non ho la minima idea di che genere di persona sia.
Le novità ancora mi scuotono.
<<Ray, ascoltala un secondo>>mi dice Chris, quasi questo bastasse per cancellare tutto.
Non sono nessuno per dirle di no, annuisco stringendo le braccia al petto, conficco le unghie nel tessuto.<<Ray, mi dispiace molto per quello che stai provando. Chris ha commesso un errore terribile, noi lo abbiamo coperto,contro voglia, ma lo abbiamo fatto perché siamo una famiglia. Lui non ha mai fatto nulla con cattive intenzioni, temeva di perderti. Puoi biasimarlo per questo? L'amore ci fa fare scelte che a volte non ci rispecchiano, piuttosto di svegliarsi da quel sogno ci si aggrappa ad ogni singola cosa.>>
Mi fa un sorriso amorevole, la sua voce è sincera e sicuramente questo le fa guadagnare qualche punto con me.
Non dico che è un persona cattiva, non la conosco e non voglio darle una colpa.
Ha dovuto rinunciare a Bob per questo, ciò la rende una donna forte e amabile.
Ma alla fine queato non riguarda lei, non riguarda Bob ma me e Chris.
Le cose non vanno, questa bolla in cui stiamo vivendo è finta, è fatta di silenzi in cui nessuno dei due vuole confessare i propri peccati.
Non mi ricordo più come mi sono sentita la prima volta che mi ha baciata, non ricordo più come mi sentivo quando mi guardava come se fossi la persona migliore del mondo.
Forse inizia a capire che non lo sono mai stata.
Sto facendo gli stessi sbagli, ancora e ancora, scelgo sempre di essere quello che gli altri si aspettano che io sia, osservando il mondo per come dovrebbe essere.
Io non sono Eleonora, non più.
Non posso restare paralizzata nelle aspettative, nei sogni perché non mi ha portata da nessuna parte.
È Ray, la parte di me che si mette in gioco, che tenta e fallisce o vince, è quella la donna che voglio essere.
Ma Chris cosa vuole?
Ha davvero più importanza ciò che lui desidera da me che quello che sono io disposta a volere?
Non voglio aggrapparmi all'amore, rinunciando a tutto quello per cui ho combattuto.
<<Ma questo non è un sogno>>ammetto<<È la realtà e la realtà è che ogni scelta, non importa le intenzioni o le ragioni, ha una conseguenza. Non sono disposta a pagare questa volta per altri.>>
I due non sembrano avere una risposta pronta e per caso i miei occhi finiscono su un giardiniere, è giovane, avrà una trentina d'anni.
È biondo e abbronzato, la sua divisa verde mostra il suo sudore.
Dovrei lavorare, è questo che finisco per pensare.
Egli sta caricando sul pick-up della sua azienda un carico di foglie e rami, vorrei davvero ragionare come chiunque altro ma è come se ci fosse un'insegna a neon sopra di lui con scritto in grassetto EXIT.
Chris si schiarisce la voce, il mio silenzio sembra già parlare da sé.<<Allora pensiamo alle conseguenze. Hai sentito Jean? Prendiamoci del tempo, entriamo in casa. Abbiamo bisogno di parlare, di tutto>>
Ma io non voglio farlo.
Non voglio parlare, non voglio ricordare.
Non voglio dover scegliere tra Clark Kent e Superman, come aveva detto Leggenda.
Non voglio raccontare il caos che ho vissuto, nemmeno per lui.
Non si tratta di sfuggire al passato ma di smetterla di riviverlo.
Ma soprattutto non posso entrare in quella casa, finirei col perdonare tutto per paura di perderlo, mi lascerei convincere che va bene mentire per amore, va bene tacere.
Sono umana, cadrei con piacere nella trappola di quel sogno.
Chris crede che il nostro amore sia sconfinato, sia leggendario perché tutti lo credono. Pensa davvero che il destino ci abbia fatti incontrare e che nulla potrebbe cambiare le cose.
Ma non è così.
Lui non potrebbe amarmi nell'oscurità.
<<So esattamente di cosa ho bisogno, cosa voglio e non è questo.>>
Doveva andare in un altro modo, doveva essere una giornata meravigliosa.
Pensavo che Chris mi avrebbe presa in braccio mentre apriva la porta di casa, pensavo che avrei pianto di gioia ma le mie lacrime ora hanno un sapore differente.
Jean mette una mano sul bicipite di Chris, come a consolarlo.
Lui ha due madri, questo realizzo e io non ne ho alcuna.
Mi fa rabbia rendermi conto che di quanto alcune cose, della donna che mi ha cresciuta, mi mancano.
Mi ha amata, a modo suo, ma non credo riuscirò mai a perdonarla.
Non credo sarò mai in grado di perdonare nessuno, non è nella mia natura.
Faccio un respiro profondo e apro la portiera dell'auto, prendo la mia borsa a tracolla e il telefono.
So di cosa ho bisogno.
<<Scusa?>>alzo una mano, egli si ferma<<Puoi darmi un passaggio?>>
<<Aspetta, cosa?!>>urla Chris, divincolandosi da Jean<<Tu non vai da nessuna parte!>>
<<Guardami, lo sto per fare>>
Si mette in mezzo, tra me e il giardiniere<<Ho detto di no, non osare provarci!>>
<<No! Tu non osare dirmi cosa fare, Christopher!>>
<<Tu non te ne andrai da me!>>
Lo dice in un mondo, con un tale sentimento, che mi devasta l'anima, che frena la mia rabbia.
Io so che non vuoi perdermi ma ci sta riuscendo in ogni modo e più mi concentro su di lui, su questa casa, sulla vita che sogna, più mi rendo conto che non appartiene al mio di sogno.
Io non sono venuta in America per vivere una vita da fiaba, col mio principe.
Io volevo essere la Regina del mondo, volevo dimostrare a me stessa quanto io possa avere ciò che merito.
Quanto il mio dolore sia valso la pena per arrivare a vincere un Oscar.
Non si tratta più di una storia d'amore.
<<Per tutto il tempo non hai fatto che parlare senza dire nulla, dando per scontato cosa sono e cosa voglio.>>mormoro con calma<< Lascia che ti dica cosa non sono. Io non sono la bambola che trovi a fine giornata a casa, che porti sul tappeto rosso come premio. Io non sono la ragazza che sacrifica tutto perché sei tu a chiedermelo! Non sono la donna dei tuoi sogni ! Se mi vuoi devi valerne la pena!>>
Chris non dice nulla, resta paralizzato dalle mie parole e ammetto che la furia è troppo forte per potermi pentire subito.
Sono davvero stufa che tutti sappiamo sempre come vivere la mia vita.
<<Allora, puoi accompagnarmi?>>chiedo allo sconosciuto, continuando ad osservare l'uomo che amo e odio.
Si schiarisce la voce e riconosco un accento britannico<<Certo, signorina>>
Annuisco, tentando di non piangere e faccio per superare Evans quando mi prende per un polso, mi gira verso di sé con forza.
<<No, hai promesso di non scappare!>>
<<E tu di non ingannarmi!>>esclamo<<Non sto scappando, me ne sto andando. È diverso.>>
<<E dove?>>
<<Io...>>annaspo, Melbourne? No e se...<<Los Angeles.>>
Vorrei che distogliesse lo sguardo perché non riesco ad andarmene con quei suoi occhi celesti ad osservarmi. Non riesco a respirare se mi tocca così, perché la sua vicinanza mi fa tremare le gambe.
Non posso cambiare idea e non voglio essere crudele.
Voglio solo essere coraggiosa e qui non lo sarei, qui sarei debole e ordinaria.
Mi divincolo dalla sua presa e lui mi lascia andare con le guance rosse, è bello da impazzire e questo mi colpisce ogni volta. Però si tratta davvero di una scelta e Leggenda me lo aveva detto fin dall'inizio, voglio sempre tutto subito e insieme ma forse devo prima capire fino a che punto posso spingermi.
Per una volta è giusto che io pensi a me stessa.
Mi volto verso l'auto, il ragazzo ha aperto la mia portiera e Jean guarda per terra affranta.
<<Ray, ti prego. Io ti amo>>
Resto di spalle, il mio cuore scalpita e le lacrime mi appannano la vista.
Vorrei girarmi e correre a baciarlo, dire che va tutto bene, lo perdonerei solo per rinunciare a questo sogno.
Ma devo svegliarmi, devo tornare alla realtà.
<<Ti amo anch'io ma ora l'amore non basta, non mi basta più.>>
ANGOLO AUTRICE
Scusate il ritardo!
Queste ultime settimane sono state il caos tra gli esami e altri problemi.
Devo ammettere che mi dispiace che il sequel non sia seguito come il primo libro, ma immagino sia normale.
Comunque, per chi non ha mollato Ray, spero che mi perdoniate per questo!
Ray che se ne va? Che novità!
No, questa volta sarà diverso.
Sta prendendo una decisione in base a quello che vuole come persona e donna, non per istinto o follia.
Cosa ne pensate dei suoi genitori?
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Un abbraccio, miei Doritos.
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