Capitolo 50
QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENTE SENSIBILI, PIUTTOSTO PESANTI.
NON CE LA FACCIO PIÙ
La cosa più normale che è successa oggi è stata la telefonata a casa Hemsworth di Matt Damon.
Più che normale, è stato imbarazzante.
Pensavo fosse Elsa e così ho risposto rilassata con "Hola", all'inizio sono rimasta paralizzata quando si è presentato, mi ha detto che sarebbero venuti qui per dare una possibilità all'Australia, ho accennato ad un sì e poi gli ho detto il mio nome.
La cosa sconvolgente è che ha risposto
<<Ray Sebalfino! Oh, certo che ti conosco! >>
È stato davvero assurdo e quando sono uscita per fare surf con Crispy ero viola, ho inziato a picchiarlo per non avermi detto che Matt Damon fosse tanto suo amico da condividere le vacanze.
Io adoro Matt Damon.
Potevo capire Elsa e i suoi tre figli che parlano spagnolo ma doveva avvertimi!
Per non parlare del resto della giornata, di sicuro mi sono divertita ma a me sembrava che stessero tutti impazzendo.
Ci siamo svegliati presto, io per fare una passeggiata sul mare per rilassarmi e Crispy per parlare con sua moglie.
Sono tornata indietro ed ho preparato la colazione, nel frattempo sono arrivati Liam, Miley e Zac.
Crispy ha finito di preparare mentre io e Liam vestivamo i tre piccoli che non facevano che urlare e ridere, sembrava che avessero bevuto del caffè corretto.
Dopo colazione ho dovuto scegliere il mio outfit, una giornata calda finalmente e alla fine ho scoperto che eravamo tutti vestiti quasi uguali.
Ho messo dei jeans strappati, un top banco e una bandana rossa in testa con le mie nuove converse All Star comprate con Miley.
Zac ha voluto copiarmi e ha messo di nuovo una bandana rossa in testa. Crispy l'ha messa al polso verde, Miley gialla, Liam blu.
Eravamo diretti ad un parco divertimenti australiano, ed è stato davvero divertente anche quando Liam ha perso Indie Rose e suo fratello ha dato di matto, Zac l'ha trovata a fissare lo zucchero filato.
Abbiamo mangiato tutti il Jaffle, è un toast australiano farcito e scaldato da una specie di tostapane, che serve a sigillare per bene il pane e a creare una forma caratteristica, possono essere sia salati che dolci. Il pomeriggio abbiamo continuato a divertirci nel parco e alla fine siamo tornati tutti a casa per le mie famose pizze, almeno quelle sono piaciute e hanno messo a K.O. i bambini.
Ci siamo comportarti come se Jenny non avesse mai parlato con loro.
Le cose sono andate bene tutto il giorno, mi è sembrato di vivere un'altra vita, lontano da Los Angeles, lontano da Boston e da ciò che è successo negli ultimi sei mesi, una vita che non era la mia.
E' stato bello non sentirsi Eleonora, ora ho proprio dimenticato come mi faceva sentire quando mi chiamavano così o con le sue abbreviazioni come Ely o Nora, sembra essere passata un'eternità.
Ma quella ragazza ancora cerca di chiamarmi a sé, come se stesse cercando di dirmi che questa volta nella mia famosa stanza degli specchi ho rotto ogni mio riflesso.
Ed ora Liam, Miley, Zac e Crispy stanno guardando un film demenziale in casa, ed io sono qui, innamorata delle sensazione della sabbia bianca tra le dita, il mare davanti e il cielo scuro colmo di stelle tanto lontane da sembrare vicine.
<<Ehy, tutto bene?>>
Alzo il viso stringendomi nel mio cardigan rosa, Zac sorride e si siede vicino a me, bellissimo come al solito.<<Sempre>>
<<La tua videochiamata con Cameron è durata un bel po'>>
<<Mi ha offerto una parte>>
<<Davvero?! In che cosa?>>
<<Un weekend da bamboccioni 3>>dico.
I primi due film li ho amati, non ho ancora capito la notizia, è come se fosse impossibile, come se stessi sognando.
<<Ma è una notizia fantastica!>>esclama avvicinandosi.
<<Mi vorrebbero nel film, domani mattina farò una video chiamata con il grande Adam Sandler>>sorrido.<<Uno dei miei miti, amo i suoi film e amo lui!>>
<<Dovresti essere orgogliosa di te stessa. Però?>>
<<Però mi sento raccomandata>>
<<Devi puntare sulle tue capacità, anche perché far dimenticare una raccomandazione è difficilissimo. È una macchia che non puoi lavare via>>
<<Non mi stai confortando>>sbuffo ed entrambi ridiamo.
<<Fanculo, hai ragione. Cos'altro ha detto Boyce?>>
<<Mi mancava, sembra stare bene e mi ha raccontato di un paio di cose che ha sentito dire su di me>>
<<Cose come?>>
<<Le persone iniziano a chiedere di più. Chi è Ray? Chi è la sua famiglia? Prima era mora, perché ora bionda? Usa lenti a contatto? Perché continua a sparire? Siamo sicuri che non abbia un ragazzo? Ricordate la foto in aeroporto mano nella mano con qualcuno? Chi sono i suoi amici, ne ha o è asociale? Dove è andata a scuola? E' vergine? Hanno detto anche questo>>sorrido alzando le spalle.
<<Tu cosa dici?>>
<<Zac!>>
<<Non intendevo quello>>scoppia a ridere<<Intendo, cosa dici a proposito di queste domande? Ci avevi pensato prima, no?>>
<<Non risponderò. Alcune cose devono rimanere dove sono, lontane e sconosciute>>
Non parlerò ai media di come mio padre fosse freddo e mia madre esigente, di come mi sono fatta del male, di come non sia mai stata brava nelle cose che a tutti riuscivano bene. Delle bugie che ho continuato a dire per anni per dimostrare a me stessa che la mia vita era eccitante, non vuota e piena di insicurezze. A nessuno piace raccontare una storia triste se è la propria, se le cose raccontate sono di qualcun altro ci sentiamo protetti, intoccabili, salvi.
<<Come ti senti?>>
Essere bionda mi ha aiutato, fare la tinta è divertente se te la fa Elsa, dà luce al mio viso e mi sento diversa da come ero prima degli Stati Uniti. Molti non approverebbero il modo ossessivo di cambiare la mia identità ma a volte l'unica cosa che si può fare è scegliere se essere la migliore o la peggiore versione di sé.
Guardate Freddy Mercury, lui non si chiamava così, ha cambiato nome, persino acconciatura, stile, ha cambiato molto di sè, non guardava mai indietro.
<<Per tutta la vita ho dovuto sentirmi in un certo modo per gli altri, per l'impressione che davo, per arrivare all'altezza. Dovevo essere una buona figlia ma non lo ero, dovevo essere una brava studentessa ma facevo schifo a studiare, dovevo essere una perfetta amica ma mentivo. Provavo a fare la cosa giusta ma non la sapevo riconoscere e quindi mi illudevo così tanto cercando una cosa bella e alla fine non arrivava, la delusione era invincibile.>>continuo.<<Ci dicono come essere, come comportarsi e si aspettano che alla fine noi lo faremo. Questo porta un peso insollevabile sulle nostre spalle, perché nessuno ama deludere, ma non è colpa nostra se quel peso ci cade>>
<<E uno allora cosa fa?>>domanda.
<<Andiamo avanti, dobbiamo sempre andare avanti>>
<<Ma questo non ti fa del male? Vai avanti ed è come sopportare, ma non reagisci, non affronti quelle pretese e non cerchi di smetterla di aspettarti il buono dal futuro. Questo non è masochismo?>>è una domanda retorica la sua.
<<Sì, lo è probabilmente>>
So solo io le volte in cui ho dovuto combattere per non farmi del male fisico, le volte in cui sapevo esattamente che nascondevo la mia ultima lametta fra le pagine di un libro nella mia libreria gialla in camera e dovevo lottare per non alzarmi per non prenderla. Tre volte mi ha lasciato il segno ma tra qualche anno quelle neanche si vedranno se non toccando la pelle, gli altri tagli sulle braccia invece sono spariti perché non sono andata in profondità, ed è stato meglio così.
<<Ray, non voglio dirti cosa provare>>commenta ed io mi giro a guardarlo, ha un espressione seria.
<<Allora non lo fare>>
Mi alzo da terra togliendo la sabbia dai jeans bianchi, una volta non li avrei mai messi. Lui si alza seguendomi ed io mi volto verso l'altra parte della spiaggia, dandogli le spalle.
<<Ma devo. Dovresti essere arrabbiata>>
Mi volto verso di lui con un sorriso ironico sulle labbra e gli occhi lucidi. Crede che basti una conversazione, delle urla, delle lacrime e una corsa per farmi stare meglio? Per farmi sentire bene, come se tutto fosse dimenticato e affrontato? Mi sento esattamente come mi sentivo ieri sera, solo perché lo nascondo ridendo non vuol dire che non sia vero.
<<Certo che sono incazzata. Sono fottutamente arrabbiata!>>
<<Allora perché non rompi le cose, non ti innervosisci, non imprechi come le persone normali?>>
<<I'm done>>
In inglese, utilizzato più in America, si usa questo termine che in italiano non è semplice da capire. Ma amo questo modo di dire, perché è più semplice di fare un discorso, perché racchiude un vero sentimento.
Ha molti significati, è come dire " Ho finito", "Ho chiuso", per molti vuol dire "Sono finito" ma non è così. In pratica significa che si è stanchi, che è ora si smetterla, che si ha chiuso con una situazione, con il riprovare a fare qualcosa invano.
Non capisco come fanno certi ad odiare l'inglese, secondo me è una delle lingue più belle del mondo, per non parlare dell'attenzione nel descrivere un oggetto o una persona. Infatti loro mettono prima l'aggettivo e poi il nome, ponendo l'attenzione a qualcosa che per altri non conta.
Per non parlare delle frasi come "I'm in love with you" dove si dà per scontato che in amore entrambi ricambino, perché dicono "Mi sono innamorato con te" e non "di te".
È strepitoso anche il fatto di avere un unico modo per esprimere amore, senza tutti quei "ti voglio bene" ,"ti amo" ma solo "I love you".
Perché loro lo sanno, sentono la differenza anche se in realtà è trasparente, perché volere bene fa parte dell'amare.
Amo il fatto che quando bisogna dire IO in inglese si mette sempre in maiuscolo, è come dire che siamo importanti.
La stessa parola "imperfect", imperfetta, contiene la parola "I'm perfect", sono perfetta, così come "impossible", sono possibile, forse per farci capire che nulla è impossibile, neanche noi.
I'm fine, sto bene, in italiano invece sembra legato da una conclusione mentre è solo l'inizio.
Basta, torno alla realtà!
I'm done spiega meglio ciò che provo.
<<Ray..>>
<<Davvero, ho finito. Sono arrivata al punto di aver chiuso. Ho chiuso con i sensi di colpa, ho chiuso con l'ansia, con il terrore, con il nascondermi>>
<<Ti provocava questo stare con lui?>>
<<Mi sentivo in colpa perché lo amavo, provavo ansia e terrore perché non dovevamo farci scoprire, perché dovevamo nasconderci>>sbuffo.<<Ma stare con lui..pensavo ne valesse la pena>>
<<Parli al passato, hai smesso di amarlo?>>
Alzo le sopracciglia facendo un mezzo sorriso ironico<<Se si potesse spegnere i sentimenti con un interruttore lo avrei distrutto a mazzate>>
<<Non hai risposto alla domanda>>
<<Non lo so, Zac. Okay?>>sbotto nuovamente.<<Prima non c'è mai stato nessuno di significativo, non ho mai baciato nessun altro come ho baciato lui>>
<<Dovresti sfogarti>>
<<Lo sto facendo! Ma secondo te come dovre sfogarmi? Cantare davanti al fuoco mentre suoni la chitarra come l'altro ieri? Come fai tu? Questo ti pare sfogarsi?!>>lo aggredisco.
<<Non era sfogarsi, era solo un modo per vederti felice>>
<<Non so più cosa mi rende felice!>> dico.
<<Non farlo, non pensare che nessuno possa farti sorridere.>>si avvicina a me.<<Meriti di essere felice ogni minuto, sempre>>
<<Scusa>>guardo in su ritirando le lacrime<<Non volevo essere tanto stronza>>
<<Non sei stata stronza, in realtà sei stata anche fin troppo calma>>
<<Ah si?>>
<<Le cose speciali non sono per tutti, tu non sei per tutti>>
Sorrido e torno a guardarlo facendo qualche passo verso di lui, gli prendo la mano, ci sediamo e poi mi giro facendo aderire la mia schiena al suo torace, sento il suo profumo e questo mi conforta.
<<Voglio andare avanti, Zac>>
Le sue mani arrivano davanti a me e mi circonda con le sue braccia muscolose, sento qualcosa ma non so dare nessun significato a questo.
<<Ce la farai>>
Decido di cambiare argomento<<Che tipo di ragazza ti piace? Dai gossip so delle tue fiamme ma non hanno niente a che fare con Vanessa>>
<<Non ho criteri, mi piacciono un sacco di tipi diversi di ragazze. Ho una mente aperta e non si può mai sapere. Magari incontri qualcuna e non sai perché ma è perfetta per te>>
<<Come lo capisci?>>
<< Fare l'attore diventa ogni giorno più interessante, non è solo un lavoro, è un'esperienza del mondo. Un modo per vedere le cose da diversi punti di vista e mi è capitato tante volte di interpretare quell'uomo che si innamora di colpo di una ragazza.>>
<<Quindi non ci credi>>lascio la testa indietro sulla sua spalla.
<<Io preferisco rischiare, credo sia l'unico modo per crescere...ma innamorarsi, cazzo se è rischiare>>ridacchia mentre sistemo i gomiti sulle sue ginocchia.
<<Come sei profondo>>
<<L'età è solo un numero>>risponde<<posso essere saggio anche a 29 anni>>
<<Vorrei che fosse davvero così>>
<<Ehi! Sono saggio!>>esclama soffiandomi sul collo, rido girandomi appena.
<<No, intendevo per l'età. A parte Hayley e i Cam i miei più intimi amici sono tutti piuttosto grandi>>
<<Abbiamo solo otto anni di differenza, Ray>>sottolinea.<<Anche se tu sembri più grande>>
<<Si, me lo dicono spesso>>alzo le spalle.<<ma in amore ho problemi con l'età>>
<<Ti piacciono quelli grandi, eh?>> aggiunge ma poi torna serio<<Scusa, io non mi sono reso conto di ciò che intedevi>>
<<Una differenza di 15 anni è tanta>>
<<Conosco una coppia che ha 21 anni di differenza, hanno avuto quattro figli e stanno insieme dal 90'. Quindi non credo che sia l'età a separare le persone, credo che siano i problemi a farlo, il problema che noi costruiamo per una differenza d'età>>
<<Se non ci fosse stata Jenny>>rifletto ad alta voce<<sarebbe stata l'età ad allontanarci>>
<<Non è stata Jenny State a farvi lasciare, a farti questo, è stato quell'idiota>>
<<Hai ragione, sei saggio e non c'entra l'età in questo>>
<<È tutta esperienza!>>ridacchia. Sospiro fissando il mare, poi lui si scosta e si alza dopo che gli è suonato il telefono<<Stai bene, Ray?>>
<<Vai dai tuoi amici>>
<<Ci vediamo domani, voglio sapere che hai accettato quella parte!>>si piega e mi dà un bacio sulla fronte.
<<Notte, Zac>>
Sorride brevemente e poi mi volta le spalle tornando dentro casa, lo guardo sparire dalla mia vista ed io rabbrividisco per il freddo, ora che non mi scalda più. Guardo davanti a me, senza davvero guardare qualcosa, spesso mi blocco, fisso il vuoto e mi sento parte di esso.
Quando ero in Italia vivevo momenti alterni di tristezza e apatia, ero triste ma apatica a tavola con i miei, nessuno però se ne era mai accorto. Nessuno si era accorto ancora prima, prima della mia stupida bulimia, dei miei tagli, facevano male quando mi vestivo, quando li guardavo, quando mi spogliavo dicendomi che ero una cogliona ma poi lo rifacevo. Quando mettevo i cerotti, quando avevo caldo e dovevo tenere le maniche lunghe, faceva sempre male ma nella mia testa ero convinta che lo stessi facendo per fare uscire tutto quell'odio nei miei confronti, però usciva solo sangue.
Ad un tratto mi squilla il telefono per via delle notifiche, è un messaggio di Hayley.
"Stai bene?"
"Da te non sono le sei del mattino?"
"Appena ho saputo ho voluto sapere se stessi bene"
"La mia intervista esce tra
pochi giorni, mica oggi"
"Non parlo di quello"
"Di cosa?"
"Star, la rivista di gossip"
"Cosa?"
Non ricevo una risposta per un minuto di troppo"Lascia stare."
Visualizzo senza rispondere e digito su Google la rivista del giorno e la copertina c'è Ben Affleck dicendo che ha problemi di alcol, leggo i titoli in grassetto di fianco e mi blocco.
Jenny e C... Oh mio Dio.
Una lacrima solca il mio viso, clicco per entrare nel sito online e vedere cosa c'è scritto. Perché ho speranza?
Perché spero che dica che non stanno insieme?
E poi quella muore, mi manca il respiro e mi paralizzo mentre cerco di elaborare ciò che ho visto.
Los Angeles, aeroporto allo stesso Starbucks dove siamo stati, le stesse poltrone, ci sono loro due, Jenny sorride e abbraccia forte l'uomo davanti a sé con il capello della Nasa che conosco a memoria.
In un'altra foto invece si stanno baciando.
Chris la bacia.
Dio, il suo nome e questo mi colpisce dritta al cuore con un coltello. La bacia, di nuovo, ed è su milioni di copie e il titolo dice TORNATI INSIEME O MAI LASCIATI VERAMENTE?
Mi alzo di scatto con gli occhi pieni di lacrime, perché non può smetterla di farmi del male?
Ma cosa mi aspettavo da lui? Da quel rapporto? Dai suoi fottuti ti amo?! Stupida, stupida, sono una stupida.
Entro in casa e i tre non ci sono, le luci sono accese ma non so dove siano, forse a salutare fuori Zac.
Provo a calmare il bruciore in mezzo al petto mentre trattengo il respiro, mi giro intorno e lascio il telefono con la foto sul tavolo, mi piego in due mordendomi più che posso le labbra, tanto da sentire un sapore metallico in bocca.
Le immagini che ho appena visto e che ho visto ad Atlanta tornano su di me, guardo il frigo e corro ad aprirlo, le mani mi tremano terribilmente. Trovo la torta che avevo preparato ieri sera per mangiarla con i ragazzi dopo il film ma quella, con la sua glassa al cioccolato, con le granelle colorate mi chiama.
La metto sul bancone e prendo un cucchiaio, mi siedo e inizio ad affondarlo dentro il pandispagna, il trucco mi macchia le guance appicciando le ciglia.
Ad un tratto i bocconi si fanno talmente numerosi da perdere il conto, da perdere il controllo, butto il cucchiaio nel lavandino e mi lavo le mani velocemente prima di affogarle nel dolce.
Metto in bocca tutto e mando giù muovendomi avanti e indietro, mi pulisco il naso con il polso e mi alzo per prendere la panna montata. Solo che ad un certo punto un conato di vomito mi sale in gola ed inizio nuovamente a correre, però verso il bagno.
Apro la porta, ringraziando Dio che i tre piccoli hanno la stanza troppo lontana per sentirmi, chiudo e poi mi butto per terra tirando su la tavoletta del water, vomito tutto.
Vomito l'anima, i pezzi del mio cuore sfracellato.
L'unica persona in grado di farmi star bene è l'unica persona che ora mi sta facendo questo, ma l'ho voluto io.
Io mi sono fidata, io mi sono innamorata, io gli ho dato tutto di me e gli ho detto alcuni dei miei segreti.
Improvvisamente, mentre tiro indietro i capelli, altre scene mi appaiono davanti ma sono vecchie, prima di Los Angeles.
Lo Squalo, il suo viso, i suoi occhi puntati su di me, i suoi capelli lunghi, il suo naso storto, sento ancora il suo respiro pesante con il naso, le sue spalle e le luride mani su di me mentre rimango paralizzata, confusa, chiedendomi cosa sta succedendo al mio corpo, cosa sta facendo a me.
Perché non mi muovo?!
Me ne ero accorta troppo tardi e non l'ho fermato perché non sono coraggiosa, non sono forte, sono una bugiarda e una codarda.
Non sono una vittima.
Non sto male solo per quel bacio, sarebbe ridicolo dopo ciò che ho passato, sto male per tutto, per ciò che ho dovuto sopportare negli ultimi anni, tutto il dolore tenuto dentro perché nessuno mi ha creduta.
L'ultima volta che mi sono sentita soffocare dalla mia vita, fino a rimanere senza ossigeno, pronta a farla finita ho deciso che potevo farcela perché me ne sarei andata più lontano possibile, ho giurato che nessuno mi avrebbe più fatto del male.
Mai più ed ora sono qui, ho rotto quella promessa e so che non sto così male solo per quello che è successo ma perché per anni ho trattenuto tutto questo.
La gola mi va a fuoco, come se l'acido me la stesse corrodendo.
Tutto rimbomba intorno a me, i rumori si ovattano e cado all'indietro picchiando la schiena sul bordo della vasca rettangolare, guardo in su e scuoto la testa ripetendo : No, basta. Ti prego, non ce la faccio più.
Provo a tirarmi su ma prima di ricadere vedo il mobiletto di fianco al vetro, devo togliermi il sapore di vomito dalla bocca, serve del colluttorio, mi appendo al lavandino sudando freddo.
Lo apro e sul primo scaffale vedo una scatola di Xanax tra i farmici, è un ansiolitico, poi guardo in giù e vedo i rasoi di Crispy.
Il mio respiro cambia.
Apro l'acqua e tolgo dalla scatola due pastiglie di Xanax, le infilo in bocca e poi bevo mandandole giù.
Mi tengo in piedi e mi guardo allo specchio, Cristo, cosa sono diventata?
No, chi sono tornata ad essere?
Gli occhi viola e gonfi, non c'è nessun verde speranza in essi, le occhiaie rosse, i capelli biondi scompigliati dappertutto, le labbra magenta, le guance affossate, il mio viso piegato in una smorfia insopportabile.
Piego la faccia di lato, cercando di scacciare quel senso di sporco che ho addosso nel pensare al passato che non smette di diventare il presente.
Non mi sono mai chiamata vittima, perché avrei dovuto quando non avevo combattuto?
Ma gli effetti di quella sera non sono mai andati via, sono sempre rimasti a perseguitarmi prima di tutto il resto.
Quando è successo da piccola, non me lo ricordo, inizialmente avevo disturbi d'ansia, non riuscivo a stare con i miei coetanei, non riuscivo a trovare un posto nella società ed avevo incubi.
Mi mettevo sempre nei guai con gli altri bambini, facevo cose stupide.
Per il resto della mia vita ho creduto di essere pazza, una bugiarda e ho sofferto di depressione, non avevo voglia di fare niente, desideravo morire ma quando è successo di nuovo, non ero pazza ma era vero e sarebbe stato meglio credere di essere malata.
Mi volto dopo qualche minuto e prendo il rasoio, tolgo la lametta usando l'unghia sottile di gel con calma e osservo il riflesso della luce sul metallo.
L'ho fatto troppe volte.
Ho perso amicizie per problemi di deambulazione ogni volta che vedevo qualcuno che assogliava allo Squalo, in un secondo attivava pensieri, emozioni e sensazioni fisiche associate al ricordo, ogni volta mi cadeva il mondo addosso.
Ogni volta che riconoscevo che neanche ai miei importava.
Tiro via il cardigan e avvicino la lama al mio braccio, senza rendermene conto lo Xanax sta facendo effetto facendomi sentire spossata ma non abbastanza.
Due occhi azzurri appaiono tra quelle orribili sensazioni : non mi ha mai amata.
La lametta taglia la mia pelle ma continuo a modermi le labbra piangendo, quando il taglio è abbastanza profondo da poter gridare butto la lama sporca di sangue nel lavandino e mi appoggio a destra, al vetro della doccia, i miei jeans bianchi sono macchiati di rosso.
Mi sento di nuovo sporca, morta e sepolta.
Mi spoglio di fretta senza pensare al dolore che mi assale, apro l'acqua nella doccia tornando a singhiozzare.
Ad un tratto guardo l'orologio mentre entro e mi accascio per terra.
L'acqua mi bagna totalmente nella luce fioca, mi stringo sul piatto di marmo, il sangue va nello scarico e prendo la spugna allungandomi.
È mezzanotte. Dio. È mezzanotte.
Esattamente sei anni fa, cazzo. Sei anni fa lui mi ha..non riesco a respirare.
Avevo deciso di non pensarci quest'anno, di non stare male ogni anniversario.
E ci ero quasi riuscita grazie a questo posto.
Inizio a grattare ferocemente con la spugna il seno dove mi ha stretto, la vita, il bacino, la bocca, il sedere, i lineamenti del viso, il collo , le braccia e quando passo sul taglio mi sento soffocare.
Non ce la faccio più.
Basta, non ce la faccio più.
<<Ray!>>
Ad un tratto la porta si apre ed io mi stringo nell'angolo, nascondendo il mio corpo coperto solo dalla biancheria intima, vedo dal vetro opaco la figura di Crispy, Liam e di..di Robert?
<<Oh cazzo>>sussurra Miley.
Lei entra di più nella stanza e si mette davanti alla porta guardandomi, anche se non posso vederla bene. Singhiozzo scuotendo la testa e apre la porta poco, capendo del mio senso di vergogna. Intravedo Robert provare ad entrare nella doccia ma mi volto nuovamente nascondendo il mio corpo.
<<Uscite da qui!>>commenta Miley con tono categorico.
<<Cosa? No!>>esclama la voce di Zac, è ancora qui?
<<Non vuole farsi vedere da un uomo, andiamo>>li spinge via Crispy chiudendo la porta bianca.
Nella stanza rimaniamo io, Miley, RDJ e Crispy.
Quest'ultimi si girano di spalle toccando con la fronte la porta, Miley si piega con in mano un asciugamano grande e me lo mette intorno coprendosi.
Mi accarezza il viso con dolcezza, sono tanto stanca e lei questo lo vede.
Poi Hemsworth appare davanti a me e per la prima volta lo vedo piangere, questo mi fa sentire in colpa.
Mi solleva toccando solo le parti coperte e sistemo la testa nell'incavo del suo collo in silenzio. Sa di mare.
Si siede sul bordo della vasca, Robert guarda il telefono e tiene la mascella serrata spalancando gli occhi.
Miley butta la lametta dopo averla fatta vedere e sistema lo Xanax al suo posto, pulisce il sangue senza dire una parola. È come se sapesse come comportarsi.
Poi esce dalla stanza dandomi un bacio sulla fronte e va a dire che sto bene, RDJ si inginocchia davanti a me con i suoi occhi nocciola.
<<Lui non merita che tu ti faccia del male in questo modo>>sussurra mettendo con cura una garza sulla ferita.<<È sbagliato, piccola, farsi del male non risolve niente>>
Lo so, vorrei dire. So che ho fatto una cazzata e me ne pento ma ne avevo bisogno, altra stronzata, ho solo bisogno di riposare.
Tiro fuori il braccio dall'asciugamano, lui me lo disinfetta e lo copre con delicatezza, come se avesse paura di rompermi.
<<Og-oggi>>provo a dire.
<<Cosa?>>
<<Lo Squalo>>
<<È l'anniversario>>aggiunge Crispy con gli occhi spalancati, mi bacia i capelli, lo sento respirare a fatica<<Porca puttana>>
<<L'anniversario di quale squalo?>>chiede RDJ.
Sbadiglio, lo Xanax ha fatto effetto finalmente. Il mio cuore batte sempre più normalmente, non sento niente.
<<Il giorno in cui mi ha rotta>>
Poi chiudo gli occhi e mi addormento tra i singhiozzi ed il dolore. Tra quegli occhi azzurri, tra il sangue e le coccole di due uomini che non hanno intenzione di farmi alcun male.
ANGOLO AUTRICE.
So esattamente che è un capitolo molto particolare, prende argomenti a cui si può essere sensibili e può infastidire ma questa è la pura realtà. Non sempre le persone sono quello che dimostrano e Ray ora ha bisogno di tirare fuori tutto, dopo più di 6 anni con quella sensazione, direi che è giusto che soffra ma la vedremo cambiare con il tempo, rafforzarsi.
Spero che vi sia piaciuto, per me è stato molto importante mostrarvi questo lato della sua storia. Il dolore non passa mai quando fingi che non sia mai accaduto, posso garantirlo.
DETTO QUESTO! COMMENTATE E DITEMI COSA NE PENSATE!
PS: IL VIDEO L'HO FATTO IO.
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