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Capitolo 23

UNA PARTE DI VERITÀ

Atlanta mi è leggermente mancata, è una bella città ma onestamente credo che siano le persone che mi mancavano di più.
"Fate in modo che vi manchino le persone giuste perché quelle sbagliate non mancano mai", lo disse MHeathcliff.
Dio, non posso controbattere a questo, perché aveva ragione. E' passata un 'altra settimana dal castello, marzo ha lasciato il posto ad aprile e pochi sono rimasti ad Edimburgo. Bettany e Olsen con altri attori che interpretano l'Ordine Nero, insieme a Anthony Russo, ma ci raggiungeranno tra poco.
Mi mancava il respiro quando siamo arrivati sul Set, era mattina al nostro arrivo, il tempo di andare in camera e cambiarci, poi ci hanno portato tra i padiglioni, mi sentivo a mio agio, come se ci avessi abitato qui. So che Idris ha finito di lavorare e, insieme a Hiddleston, sono tornati a casa, ma entrambi avevano già dei nuovi progetti cinematografici a cui partecipare.
Ed ora sono all'interno, la troupe mi sorride e saluto Joe Russo silenziosamente fino a quando Hemsworth non si gira per caso e mi becca, Evans al mio fianco mi fissa sorridente, mi sento una bimba che vede il suo leccalecca preferito.
Crispy apre le braccia, io corro come un razzo e gli salto letteralmente addosso, mi prende in braccio, mi era mancato tantissimo e non smettiamo di ridere mentre urla a tutti di venire a vedere chi c'è.

<<Ragazzi!>>urla una voce.

Scendo e vedo subito che sono tutti vestiti per le riprese, RDJ mi guarda e scuote la testa, in due secondi mi abbraccia e sorprendentemente mi solleva di poco da terra. <<Finalmente siete arrivati!>>

Come gli altri ho salutato tutti, come Holland che ha subito abbracciato timidamente Hayley, poi Cumberbatch, Ruffalo, Brolin, Pratt che da degli abbracci davvero calorosi, Zoe, Dave, Klementieff, c'era anche l'incredibile Peter Dinklage. Infatti nel salutarlo mi tremano le mani e Evans ride di me, è Tyrion Lannister! Io amo il Trono di Spade!

<<Chris, smettila di prendermi in giro>> esclamo e lui alza le mani in cielo.<<Mi dispiace, Peter. Sono una fan di Game Of Thrones!>>

<<Ah si? Un Lannister...>>

<<Paga sempre il suo debito >>finisco per lui. <<Amo l'intera saga, credo sia un capolavoro.>>

<<Mi hanno detto anche che tu renderai questo film un capolavoro>>

<<L'ho detto io!>>urla Hemsworth.

<<Dio, mi è mancato il mio manzo>>rido e il suo braccio possente si appoggia alle mie spalle.

È vero, Crispy mi è mancato moltissimo. Mi sono affezionata a lui così tanto che non so spiegarlo.

<<Anche tu mi sei mancata, ragazza mezza italiana>>

<<Mezza?>>domanda Peter.

<<Nata in Italia ma con il cuore sempre in America>>spiega<<Anche se tu potresti essere islandese, per la tua educazione>>

<<So essere maleducata, idiota>>

<<Questa è la tua parte australiana>>ride Peter.

<<Potresti essere un australiana! Sai condurre una festa, ti piace il mare e..>>

<<Aspetta no, non potrebbe essere australiana. Ray è terrorizzata dagli squali>>gli fa notare Evans.

<<Basta con questo steoritpo australiano, è più probabile morire sotto una macchinetta della merendine che essere attaccati da uno squalo.>>sbuffa Crispy <<Però dimmi una cosa, piccola, hai mai mangiato vegemite?>>

<<Che roba è ?>>dico e i tre scoppiano a ridere, questa conversazione non ha alcun senso.

<<Una crema salata fatta di estratto di lievito, simile alla Marmite inglese e a Estratto di Lievito Vegetale per l'Italia, credo. Viene spalmata sul pane, ma può essere usata anche per cucinare. Mia moglie me la fa spesso>>sorride sognante il biondo. <<Te la farò assaggiare, come hai fatto a vivere fino adesso?>>

<<Tu sai cos'è nà cassata?>> domando usano il l'accento siciliano, imparato alle medie dal mio prof di Palermo.

<<Cosa?>>

<<Compare, sei messo male>>commenta Chris.

<<La cassata siciliana è una torta tradizionale a base di ricotta zuccherata di pecora, pan di Spagna, pasta reale e frutta candita.>>spiego.<<Te la farò assaggiare, ma dimmi, osacchiotto mio, ma come hai fatto a vivere fino ad adesso?>>

Scoppiamo a ridere, Evans non è geloso della mia vicinanza a Crispy perché sa ora che non guardo Hemsworth in quel modo.
Crispy è il mio amicone, a cui direi tutto, il mio orsacchiotto quando ho voglia di un abbraccio, il mio manzo quando ci sfottiamo.

<<Andiamo a pranzo?>>commenta Dave alzando la voce<<Sbranerei il peluche di Rocket>>

Così siamo andati nello stand, qui ad Atlanta fa più caldo, ci sono 15 gradi e si sta bene rispetto ad Edimburgo, me la sono cavata con dei jeans blu e una maglia bianca dentro i pantaloni e una giacca di pelle rossa. Ci siamo seduti tutti a tavola, Evans ha provato a sedersi di fianco a me ma RDJ e Crispy lo hanno battuto sul tempo, così si è messo davanti alla sottoscritta.
Ha fatto una smorfia divertente fingendo di essere infastidito e poi ho allungato il piede sotto il tavolo toccando la sua gamba, ha sorriso mimando un " Sei bellissima" senza farsi notare dagli altri.
Essendo in molti abbiamo riso come pazzi, ci hanno raccontato come sono state le riprese, Mackie ha continuato a fare frecciatine a Holland, Scarlett ha raccontato del suo gemello che non sapevo avesse. Abbiamo parlato di Edimburgo e alla fine, due ore dopo avevamo finito e io mi sono alzata da tavola tirando fuori una scatolina dalla borsa.

<<Che stai facendo, tesoro?>>

<<Non ero qui al tuo compleanno>>

<<Ti sei persa un bel compleanno!>> ride Zoe.<<Holland è caduto su Wong>>

<<Sono inciampato>>arrossisce Tom.

<<Beh, Robert, così ad Edimburgo ti ho fatto fare una cosa>>

Alzo gli occhi su Chris che sorride, per un secondo vorrei sedermi sulle sue gambe mentre guardo Robert aprire il suo regalo. Ma non posso espormi, dobbiamo mantenere il segreto anche se mi costa, lui lo nota e mi fa l'occhiolino. Ni risiedo al mio posto e Hemsworth mi abbraccia da dietro mentre Robert prende la scatola azzurra pastello.
Gli altri si sporgono per vedere cosa gli ho regalato, sono in ansia, apre la scatolina e tira fuori il contenuto. Sono tre bracciali neri che andrebbero messi insieme, il primo ha un' ala d'argento d'angelo, dietro ci ho fatto incidere il suo nome completo, il secondo con uno una pergamena su cui ho scritto RAY, il terzo invece non ha scritte ma un ciondolo con il simbolo dell'infinito. Si gira e fa un sorriso dolce, che crea delle fossette, non l'ho mai visto così emozionato.

<<Oh, tesoro>>

<<Ti piace?>>

Mi abbraccia direttamente tirandomi verso di se e io rimanendo sorpresa mi irrigidisco, poi mi rilasso ricambiando il contatto<<Grazie>>

<<Beh, sai, così pensi a me>>

<<Non serve un bracciale per pensare a te>>commenta Chris, mi giro a guardarlo ed è come se fossimo soli.

<<Evans ha ragione, è un bellissimo regalo. Grazie, Cuoricione>>

È la prima volta che mi chiama cuoricione, non voglio sapere dove l'ha trovata questa idea.

<<A proposito di regali! Il 7 è il tuo compleanno!>>esclama Scarlett.

<<Dovremo festeggiare, di nuovo!>> dice Cumberbatch.

<<Non festeggeremo>>Affermo.

<<Come no?!>>esclama Pratt.<<Ho bisogno di Alcol e figuracce>>

<<Bisogna lavorare!>>

<<Domani lavoreremo! Gli altri arriveranno stasera, domani facciamo la scena nella base Avengers. Il giorno dopo, il tuo compleanno, non si lavora>>mormora Joe.

<<No, ragazzi, non è niente di speciale>>

<<Per il mio non abbiamo lavorato!>> dice RDJ vantandosi.

<<Facciamo così, si lavora e la sera facciamo qualcosa in albergo. Che ne dite?>>

<<Ray, almeno al tuo compleanno puoi rilassarti?>>domanda Scarlett scuotendo la testa.

<<Rilassarmi, come si fa?>>rido.

<<Andando in una SPA>>commenta Zoe.<<Ci serve, andiamo in una SPA e poi la sera si festeggia>>

<<No, non so>>mormoro guardando Chris.

<<Vuoi che venga anch'io, non è così? Sennò non ci vai>>dice con un sorriso da ebete, se potessi lo bacerei.

<<Ci verresti?>>lui annuisce.

<<Certo, verremmo!>>esclama Crispy puntandomi il dito.<<E con noi, intendo tutti>>

Hemsworth sta cercando di dirmi che non esiste solo Evans, ha ragione.

<<Dai, ti prego! Ho bisogno di una SPA!>> esclama Scarlett.

<<E' una buona idea>>aggiunge Ruffalo.

<<Sarebbe divertente, tutti insieme>>commenta Tom.

<<Va bene! Ho capito! Ci andiamo, ci andiamo!>>esclamo.

Tutti gridano contenti, io mi alzo e abbraccio RDJ. Non so nemmeno come mi abbiano convinta, so solo che stiamo ridendo e che è tempo di ripassare la nuova parte del copione.

GIORNO DOPO,
ATLANTA SET, POMERIGGIO.

La scena che devo fare è molto complessa, di quelle in cui devi esercitarti per ore. Dovrò essere molto emotiva, non so se sono all'altezza. Sono seduta su una sedia da regista, Hayley mi sistema i capelli e Exie mi ritocca il trucco della ferita sulla fronte, gli altri sono in piedi sul Set a parte Visione che è sdraiato sul divano della scena fingendo di stare male.

<<Ti abbiamo scritto una linea di cose da seguire ma vogliamo che improvvisi>>mormora Kevin.

<<Sono tutti punti tristi>>dico.

<<Si, vogliamo tutta la tua emotività. Devi pensare a qualcosa che ti faccia soffrire. Stan ci ha detto di come pensa che tu dovresti essere, prima calma, affascinante ma con un piccolo sorriso, poi vogliamo che piangi>>

<<Questa è l'ultima scena di oggi
La rifacciamo se ne accorgermene bisogno. Domani ci si riposa, forza>>mormora Joe incoraggiandomi.

<<Siamo venuti a vederti!>>esclama RDJ facendo girare tutti.

Sono tutti qui, questo non mi aiuta.

<<Solo per il tuo monologo>>ride Crispy, amo come mi riempiano di attenzioni ma questo mi imbarazza.

Mi alzo e li abbraccio, vedo anche Pratt e Ruffalo con gli altri ai lati della stanza ma li saluto con una mano, per poi alzare il mio abito sulle ginocchia.

<<Devi metterti in posizione >> Alex.

<<Bene, tutti ai loro posti! Le persone della troupe superflue fuori, voglio silenzio e pace!>>

Annuisco e vado al mio posto, di schiena mentre guardo fuori dalla finestra, in realtà verde. <<Piccola, quando sei pronta inizia, non avere fretta, Chris dirà la battuta e tu parla>>commenta Kevin seduto dietro alla telecamera.

<<Certo>>

Devo cancellare il posto in cui sono, con chi sono, devo tornare indietro per ritrovare quel dolore. Appoggio la fronte attaccata al vetro, le immagini iniziano a scorrere dentro di me e sento come mi uccide ripensarci, come una morsa allo stomaco. I punti :

-Famiglia distrutta.

-Aver perso tutto, casa compresa.

-Solitudine, senza amore.

-Dolore.

È il riassunto di ciò che ho vissuto.
Il petto mi sembra quasi muoversi più velocemente, nella mia testa sento le loro voci, i loro sguardi, le lacrime versate, le urla, il dolore, la lametta, le delusioni date agli altri, chi ho ferito, il cibo, le sue mani su di me.
Alzo una mano e qualcuno usa la lavagnetta del chack ma nessuno urla, come se volessero vedere come può essere un momento emozionante. La telecamera alla mia destra mi inquadra mentre cerco di respirare e Chris dice la battuta di Steve Rogers. <<So che hai sofferto ma...>>

<<Sofferto?>>la mia voce trema.

Faccio un respiro e stacco la mia fronte dal vetro guardando davanti a me, i miei occhi sono pieni di lacrime e sento tutta quella sensazione orribile pervadermi, lo faccio con calma stringendo le spalla.
La telecamera è sulla mia destra.

<<Non ho sofferto, perché quando soffri c'è una fine, c'è qualcosa che finalmente ti libera, non sono stata così fortunata>>una calma inquietante mi percorre le vene.<<Mio padre non sapeva provare amore, da una parte è anche questa una fortuna per lui, perché niente lo avrebbe ferito ma ha ferito me. Non sono cresciuta con una famiglia pronta a sostenermi, lui non c'era e quando non hai qualcosa non dovresti sentirne la mancanza ma a me mancava qualcuno che mi trattasse come se fossi importante o che mi giustificasse per le mie ispirazioni. Mia madre invece credeva che l'amore che provava fosse abbastanza, io gli dovevo tutto e ciò che volevo non contava, se voleva che facessi qualcosa anche se mi avrebbe ferita dovevo farla. E sono stata così stupida..>>dico e una lacrima cade sulle mie guance<<pensavo che un giorno sarebbe andato tutto bene, mi sono fidata del destino. Ma non è stato così>>

<<Cosa?>>domanda ancora lui, questo non è il copione.

Mi volto e la sua espressione è diversa, quasi come se soffrisse, è scioccato<<Tu non sai cosa vuol dire davvero il dolore, tutta quella rabbia, tutte quelle cicatrici sul tuo corpo, piangere e gridare di nascosto. Sapere che non avrai mai una casa, perché non ti permetteranno mai di averla. Ti sei mai sentito solo, mentre tua madre ti dice che sei un errore cosmico? Hai mai dovuto ferire delle persone che amavi perché non potevi affrontare il tuo retaggio?
Non sai cosa vuol dire sentirsi sbagliati, non sai cosa vuol dire essere totalmente abbandonati perché si è diversi, perché non si è minimamente perfetti! E nonostante questo continuare a lottare, sorridere e dire che stai bene mentre loro ti mentono, ti maledicono e quando urli, urli per farti sentire, per la prima volta che l'unico desiderio che hai è quello di farla finita nessuno ti ascolta. Come se fossi invisibile, ti rimane qualcuno che dice che starà con te fino alla fine e quelli non ci sono più. Non sono un'eroina!>>piango alzando la voce<<Non sono una guerriera, non sono una sopravvissuta! Sono solo una persona che non ha niente, che da bambina sperava fosse tutto nella sua mente quando non era così, quando ciò che le avevano fatto era stato smentito da altri. Io non sono come voi, non sono ciò che sono per proteggere gli altri perché non mi resta niente, nessuna famiglia, nessun amore, nessun desiderio, nessun amico, tutti se ne sono andati o sono morti! Non ho niente da dare, niente per cui combattere, niente per cui vivere.>>

<<Allora combatti per la speranza, se sei viva c'è un motivo e se hai superato tutto allora non smettere di farlo adesso>>risponde Scarlett, mi volto verso di lei e noto ora che una lacrima solitaria solca la sua pelle.

Ho sbagliato, la scena non doveva andare così.
Mi trattengo mettendo la mani sul mio vestito, mi sento come se stessi per scoppiare, so riconoscere le mie crisi ma non ho forza per urlare. Nella scena io annuisco e trovo la forza, così lo faccio nonostante stringo i pugni, non so come ma riesco nell'impresa.

<<Perfetta!>>urla Kevin alzandosi.

La scena è terminata, il mio sguardo torna su Chris e noto come è immobile che mi guarda, come se il tempo per lui si fosse fermato, sa che sto male e che non stavo fingendo. Sento gli altri esultare, mi giro di scatto verso il vetro e sento le lacrime scendere più di prima.
Vorrei bloccare i ricordi ma quelli iniziano a tornare alla mente, poso una mano sulla bocca e chiudo gli occhi mentre sento i singhiozzi, basta, basta!
Non voglio piangere, non posso.
Non voglio scoppiare. Non qui, non davanti a loro, non ora. Mi sono trattenuta per tutta la vita.

<<Ray?>>mi chiama RDJ.

Mi volto di scatto, a quanto pare si deve vedere che non sto bene perché loro rimangono in silenzio, abbasso lo sguardo<<Abbiamo finito?>>

<<Si>>mormora Joe avvicinandosi.

<<Ho bisogno di un momento, scusate>>dico sistemando l'abito e uscendo fuori dal Set.

Sento gli occhi di tutti addosso, le lacrime solcano le mie guance e il trucco con loro. Non fa proprio caldo e mi fa male il petto, la pelle d'oca gioca brutti scherzi.

<<Ray!>>urla qualcuno.

Mi volto e vedo Chris, ancora con la sua uniforme da Captain America. Non posso fermarmi adesso, così sollevo il vestito e mi metto a correre sui miei maledetti tacchi, mi giro appena e lo vedo corrermi dietro. Finalmente vedo la mia roulette, apro la porta e la chiudo a chiave alle mie spalle, due secondi dopo sento le mani di Chris sbattere sopra l'alluminio.

<<Apri! Ray! Ti prego, Ray!>>grida.

Stringo gli occhi e calmo i singhiozzi.
Dio, come ho potuto pensare di poter contenere il mio passato? I miei demoni? Come ho potuto usare i miei ricordi per piangere in una scena?
Stupida, sono una stupida.
Sento che Chris è in panico, le sue urla si alzano e sicuramente le persone fuori osserveranno la cosa.<<Ray! Cosa è successo? Ray, mi stai spaventando, ti giuro che butto giù la porta!>>

A questa affermazione qualcosa cambia in me,  apro la porta, ciò che vedo mi scioglie, è lì sul bordo, scioccato e spaventato, gli occhi spalancati nel vedermi.

<<Ray?>>

Lo prendo per il braccio e lo spingo dentro stringendolo in un abbraccio appena chiusa la porta. Mi lascio andare alle lacrime e finalmente mi sento al sicuro mentre mi sfogo. Mi lascio andare fisicamente e lui lo sente, perciò mette un braccio sotto le mie ginocchia e uno sotto la mia schiena sollevandomi da terra mentre io mi stringo al suo petto. Si siede sul divanetto rigido della roulotte e io sono sopra di lui.

<<Amore, respira>>dice con dolcezza.

Annuisco e alzo gli occhi verso i suoi, mi asciuga le lacrime e mi bacia le guance bagnate<<Ti devo dire una cosa>>

<<Sono qui, ti ascolto>>

<<Io-io..>>

<<Con calma>>commenta mentre abbasso lo sguardo, mi sento così piccola.

È così difficile, per svariati minuti mentre i sighiozzi vanno a loro piacimento non dice niente aspettando, mi accarezza i capelli piano e il suo respiro mi calma.

<<Ero in quarta elementare, avevo nove anni>>dico dopo un singhiozzo<<I miei genitori erano amici di una coppia senza figli, avevano un nipote che veniva a scuola con me. Un giorno, io non ricordo come, iniziai a capire che qualcosa non andava mentre facevamo educazione sessuale. Passavo interi weekend a casa di quelle persone, giocavo con lo zio del mio compagno e a volte rimanevo da sola con lui. Non ricordo per niente cosa facevamo ma  io uscì con la maestra di quella materia e le feci delle domande. Lei era così preoccupata, e da quel giorno mi chiamò ancora e ancora, ero piccola ed ero spaventata da andare i miei genitori. Perchè avevo delle sensazioni ma non ricordavo, un giorno arrivando a casa trovai i miei con in mano una lettera. Quella donna aveva fatto la spia contattando gli assistenti sociali, volevano che andassimo in comune per parlare con degli psicologi prima di chiamare quell'uomo. Ci andammo e raccontai cosa sapevo, ma ero confusa e mia madre ripeteva che avrei potuto rovinare la vita a delle persone, ero insicura e non capivo la gravità della cosa. Dissi un dettaglio che non avevo detto a nessuno, che a malapena ricordo ora>>

La mano di Chris si stringe alla mia e il suo respiro è irregolare.<<Dissero ai miei genitori che mi ero inventata tutto e che nella mia testa mi ero convinta che mi avesse fatto del male. La bambina che non distingue la realtà dalla fantasia, così mi chiamavano. Da quel giorno sono stata in cura da una psicologa che però vedeva che io avevo davvero qualcosa che non andava. Ero una bimba di 10 anni che non aveva voglia di vivere, a pezzi, che era a disagio e che era sicura di essere pazza perché tutti le avevano detto così. Prima di iniziare a mangiare avevo bisogno di qualcosa, per togliermi tutto quell'odio nei miei confronti sapendo di non poter contare su nessuno, io... ero convinta che tutto il dolore sarebbe uscito se avessi aperto un passaggio tra la mie pelle>>spiego chiudendo gli occhi per poi rivelare tutto<<Mi tagliavo e dovevo nasconderlo sul fianco dove c'è il tessuto della mutanda, a volte sulle braccia ma non rimase mai il segno. La mia psicologa provò a dire alla mia famiglia che forse bisognava affrontare il discorso ma nessuno volle e così la cambiarono. In realtà una nuova psichiatra, avevo 15 anni l'ultima volta che ci sono andata, ero depressa ma ero anche un eccezionale bugiarda, loro mi dissero che non dovevo lamentarmi e tutto sarebbe andato bene, lo feci e lì dimostrai a me stessa quanto fossi brava a mentire. Ero convinta che quell'uomo non mi avesse fatto niente, lui aveva 55 anni ed ero fidanzata con suo nipote da poco, passavo ancora weekend a casa sua e successe tutto l'estate prima di compiere 16 anni. Eravamo soli, avevo appena capito che il mio corpo aveva una sessualità che nemmeno avevo mai scoperto, ero ingenua su quello perchè mi aveva sempre fatto sentire strana ma non lui..>>
Il suo torace si irrigidisce, la mia voce si incrina<<Sua moglie era sotto la doccia e suo nipote era andato a buttare la pattumiera. Ero sdraiata, non so come successe ma le sue mani, Dio, le sue mani erano sul mio seno e cercavano di scendere ed io ero immobile, confusa, non capivo perché e non capivo cosa dovevo fare. E io.. si muoveva ma non riuscivo a muovermi. Poi lei arrivò e io mi alzai piano, ricordo di essermi chiusa in bagno a piangere. Dissi ai miei genitori che volevo tornare a casa solo dopo, lasciai il mio ragazzo per sempre e la mia vita andò sempre più rotoli.>>

Alzo lo sguardo su di lui, solo ora mi rendo conto che sto tremando e per la prima volta vedo Chris commosso, gli occhi lucidi<<Mi dispiace>>dico con voce spezzata<<Mi dispiace tanto di non avertelo detto. Mi dispiace tanto, capisco se non vuoi..>>singhiozzo scuotendo la testa.

<<Oh, Ray>>

Al contrario di allontanarsi da me mi stringe, mi abbraccia forte e mi bacia la fronte, affondo nel suo petto e piango, piango e piango.
Eppure, una volta averlo detto mi sembra meno doloroso dopo averlo tenuto nascosto per sei anni, i suoi baci mi raggiungono il viso e poi mi prende il viso tra le mani <<Mi ami ancora?>> chiedo.

<<Ti amerò sempre>>

ANGOLO AUTRICE.

Non me la sento di dire niente, ci ho messo molto coraggio per scriverlo, perciò voglio solo leggere le vostre opinioni.









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