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JENNIE'S POV

Ore 9:00. Mi alzo, finalmente. Non ne potevo più di stare nel letto sotto strati di coperte pesanti e calde. Vediamo...Uhm, oggi non ho nulla in programma...Strano. Mi guardai allo specchio. Si vede che sono cresciuta. Prima avevo un visino esile e da bimba. Ora che sono maggiorenne si vede che sono cambiata. SI VEDE DAI. 

Oh, i capelli. Ora mi sono appena svegliata. Sono tutti spettinati. Oddio, mi piacciono un casino. Ma a mio padre no. E se a mio padre non piacciono, finiscono tutti per terra tagliati. Quindi se voglio i capelli lunghi devo tenerli in ordine, ben pettinati e laccati, senza ondine o ricci, semplicemente naturali come sono, cioè belli lisci, dritti come spaghetti non cotti. E io soffro. SI VEDE CHE SOFFRO. SOFFRO DA 18 ANNI.

<<Signorina Lee, mi scusi il disturbo, è pronta la colazione>>

A parlare è stato il signor Lang. 

<<Oh, andiamo, signor Lang, LO SA che può entrare liberamente in camera mia quando vuole! E per favore non mi chiami signorina, mi fa sentire più grande di quello che sono e la cosa NON MI PIACE>>

<<Signorina, lo so, la conosco da quando era in fasce, lo so che le dà fastidio tutto questo, ma suo padre non me lo permette, e potrei perdere il lavoro se vengo beccato da qualcuno chiamarla col suo nome ed entrare senza permesso in camera sua!>>

<<APPUNTO! I miei genitori non sono mai esistiti nella mia vita signor Lang! Sin da piccola sono stata allevata da lei, sant'uomo, instancabile, gentile e sempre disponibile! Non posso continuare così! Mi sa che in realtà LEI è mio padre, non ARTHUR LEE!>>

Aprii la porta di scatto e seguii Lang fino alla sala da pranzo.

Mi sedetti. Lang arrivò con un vassoio pieno di pietanze deliziose.

<<SIGNOR LANG! La prego...Non faccio colazione con tutto ciò! Anzi, oggi mi limiterò solo a questa umile fetta biscottata con della marmellata.>>

<<Signorina...>>

<<NO! Anzi, Lang, la prego, mangi lei, che sono sicura non ha fatto colazione...Prego, buon appetito>>

<<Non posso, signorina! Non mi è permesso! Se Lee entra e mi vede mangiare il cibo della figlia mi uccide!>>

<<E lei le dica che è stato un ordine della figlia!>>

Detto questo salutai Lang e mi diressi verso il mio ufficio.

Amo definirmi "piccola ribelle", perchè, in fondo, è QUELLO CHE SONO.

DYLAN'S POV

Un altro giorno è iniziato. Sinceramente me la prendo con calma. Secondo mia madre sono già in ufficio. E invece sono ancora in camera mia. Beato. TRANQUILLO. SOLO. Ah,che bello, sono finalmente SOLO. Senza genitori che rompono ed insegnanti che blaterano a non finire cose inutili sul marketing. Ormai sono maggiorenne, ed è ora di fare ciò che VOGLIO IO. IO. IO E SOLTANTO IO. Ed io voglio diventare stilista, non direttore marketing. E ho deciso che oggi andrò dai Lee a cercare lavoro. Sotto mentite spoglie e falso nome, ovvio, sennò, se entrassi dicendo "Salve, sono Dylan XIAN,"credo mi caccerebbero all'instante. Mi avviai in bagno e mi guardai allo specchio. Diciamo che sono un pochino vanitoso. Ci tengo molto alla mia immagine, ma al vero Dylan che si nasconde dentro ancora di più.

Accesi il mio cellulare. All'inizio ero molto seguito soprattutto su Instagram, ma poi mi sono stufato e ho inventato un nickname e un nome falso, così che nessuno potesse riconoscermi. E per sicurezza, misi anche il profilo privato. Su Instagram posto solo per me. Cioè non accetto nessuno, anzi, nessuna, anche perchè la maggior parte delle richieste arrivano da ragazze, e metto storie e posto foto solo per ME. Mi sono promesso una cosa: darò il mio profilo SOLO E SOLTANTO alla mia futura anima gemella. Anche perchè sennò tutto diventerebbe un disastro. Troppe followers e troppi messaggi. Diciamo che Instagram lo uso un po' come una specie di diario segreto: sotto ogni foto, di solito, metto frasi, domande o semplicemente emoji che possono servirmi per capire magari situazioni che al momento sembrano incomprensibili, o semplicemente le metto in modo da ricordarmi che non sono tanto inutile come credo.

Quindi aprii la fotocamera e scattai una foto. Mi sembra perfetta. Come didascalia scrissi: "Oggi si cambia:". Poi premetti: "Condividi". Aspettai un momento ed ecco: la mia foto era postata.

La osservai meglio. Vengo COSI' MALE in foto? Dal vivo sono più bello. Credo. Serve una ragazza per saperlo. Dato che non avevo nulla da fare, guardai qualche profilo di qualche ragazza che mi aveva chiesto l'amicizia. Una troppo bassa, l'altra troppo magra. Questa ha il profilo privato, questa anche...Mi cadde l'occhio sull'orario: 10:15. 

<<Gli uffici dei Lee saranno aperti no?>>

Pensai che fosse il momento di andare. Così, bozzetti in mano e sorriso in volto, mi avviai in quello che spero sia il mio futuro.



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