nonna, la sua casa, e quello stupido giorno.
Entrai e sentii un profumo vagamente familiare.
Oh certo, era quello della casa di nonna.
Casa dolce casa, finalmente.
E li mi sentivo veramente a casa, a dispetto del luogo dove stavo prima.
Nonno era morto quando avevo solamente quattro anni, ma non voglio toccare questo argomento, comunque mia nonna mi sistemò nella sua camera.
Si stavano divorziando, quindi avevano stanze separate, eh già.
Da li a un anno nonna fece sparire coltelli, lamette, aghi e tutto il resto, perché non si fidava ancora di me, nonostante le mie insistenti promesse.
E aveva fatto bene a non crederci.
Ma eccomi li, a mangiare carne, un anno dopo, con un coltello.
Ormai ero felice, avevo cambiato scuola, e la lametta e io non eravamo più amici.
Nonna cercava di darmi tutto ciò di cui avevo bisogno.
E ci riusciva alla grande.
Quelle poche volte che mi portò da mamma io degnai di uno sguardo solo Liz, altrimenti avrei dato di matto.
Il resto della giornata uscivo da solo e aspettavo che la nonna tornasse a prendermi.
Un giorno, ero andato come al solito all'allenamento di calcio, quando vidi passare un'ambulanza.
A Roma non succedeva mai nulla di che, ma quella volta si.
La inseguii e mi accorsi a malincuore che andava verso casa mia.
La inseguivo poiché ero curioso.
Nel tragitto mi accorsi che avevo le mani cosparse di sangue.
Probabilmente mi ero tagliato cadendo a calcio, non ci feci caso.
Poi si fermò esattamente sotto casa mia.
Caddi in ginocchio.
Colpi più volte il terreno anche se mi sanguinavano le mani.
Era un modo per concentrarmi su qualcos'altro, al di fuori di me che urlavo.
Il giorno dopo ero in sala d'attesa per la nonna.
Una dottoressa giovane mi si avvicinò e disse :
-stai aspettando la mamma?
-no, mia nonna.
-si lo so, ma tua mamma arriva?
-no. Lei si è trasferita a Genova, io vivo con nonna.
-oh come mai?
Che palle, tutti con le stesse domande.
-mia sorella era down e...
-oh tranquillo, capisco.
In realtà non sapeva nemmeno la storia finta, però non aggiunsi parola.
-il numero di tua mamma?
Chiese dopo un po' la dottoressa, infermiera o quel che era.
Presi il telefono e dettai.
Dopo un'ora mamma entrò in sala d'attesa, dopo una lunga discussione con i dottori che io sentii ampliamente.
Mamma: ce la fará?
Dott. : ci sono poche possibilità signora. Di la c'è suo figlio.
Mamma: ma ecco, lui ha vari problemi e mia madre lo tenrva ben calmo, ora cosa devo fare?
Dott. : avete altri parenti?
Mamma: ci sono gli zii ma abitano lontano da qui.
Dott. : Allora temo che dovrete tenerlo in custodia a voi, almeno fino ai 18 anni. Ne ha già quindici, non mamca molto.
Mamma: ma non c'è un altro modo altrimenti?
Dott. : se è davvero così pazzo come crede lo visiteremo e poi potremmo tenerlo un po' in ricovero. Oppure c'è un ospedale apposito per i malati non molto distante. Ha una diagnosi?
Mamma: per ora no, ma si nota dsi suoi comportamenti, potreste farla voi no?
Dott. : certo ci proveremo.
Mamma entrò nella sala d'attesa.
-ciao Nic-
Mi disse con un tono stranamente amichevole.
-ciao- dissi io privo di entusiasmo e anche infastidito.
Mia sorella mi abbracciò e fu l'unico momento della giornata in cui sorrisi.
-vuoi andare di la? Ti devono visitare
-e poi mandarmi in manicomio? Ma certo, vado subito!
Disdi ironicamente, mi alzai e andai di la.
La visita
Dott : ragazzo, che ne dici di dirmi cosa non va?
Nic : tipo che mia nonna sta morendo? Dovreste saperlo
Dott. : intendo in famiglia, a scuola, nella tua testa.
Nic : tanto non mi credereste.
Dott. : va da tua madre, è un momento difficile ne riparleremo fra qualche mese.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro