Autolesionismo
Avevo 8 anni e mezzo.
Tutti mi prendevano in giro.
I maestri iniziarono a preoccuparsi poiché disegnavo una ragazza insanguinata e scrivevo Lilith.
-chi è?-mi chiedevano.
-se mai "chi era"- rispondevo io e me ne andavo da un'altra parte dell'aula.
I maestri vollero parlare con i miei.
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Il colloquio
MAESTRA: sono molto preoccupata per Niccolò signori Bucci.
MADRE: non capisco, a casa è felicissimo.
MAESTRA: bhè, le assicuro che a scuola non lo è.
Si isola dagli altri e fa disegni insoliti per un bimbo di sette anni.
Inoltre se gli chiedo CHI È? Mi dice che dovrei dire CHI ERA?.
MAMMA: mi mostri i disegni.
La maestra gli mostrò disegni di Lilith e alcuni di loro due che discutevano senza considerarlo.
MAESTRA: non voglio farmi i fatti vostri, ma quasi sicuramente voi sapete chi è questa Lilith e cosa Niccolò intenda con questi disegni e vi chiedo di risolvere.
PAPÀ : non c'è nulla da risolvere.
Lilith, sua sorella si è suicidata un paio di anni fa.
MAESTRA: oh. Scusi. Non immaginavo. Mio marito è uno psicologo, se vol...
MAMMA: NO GRAZIE. Stiamo BE-NIS-SI-MO.
Non abbiamo bisogno di nessuno, arrivederci.
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Tornarono a casa dopo molto tempo, ma come al solito non mi considerarano.
Bene.
Molto probabilmente gli avranno detto che ho dei bei voti eccetera eccetera.
O almeno così sperai.
Ma sapevo che non era così, nei loro occhi si capiva che c'era qualcosa che non andava.
Molto probabilmente lo aveva capito pure il gatto Rudy.
Il mio compleanno
Era mattina.
Mi alzai sapendo bene che giorno era.
Almeno quel giorno mi avrebbero considerato.
Mi bastava un abbraccio e un po' di amore, nulla di speciale.
Non volevo nessun gioco.
Nessuna cosa che richiedesse spesa di soldi.
Andai in cucina correndo e mamma era già lì.
-mamma mamma!-
-cosa vuoi?-
-sai che giorno è oggi?-
Quello che mi stupì è che guardò il calendario.
-mmm... venerdì.-
-e la data?-dissi ridendo
-24 novembre. È presto, vai a letto o resti da solo, vado a prendere il pane-
Il mio sorriso si spense.
-mamma... ma è il mio...-
-ciao esco. Pa' è a lavoro. Fa' come vuoi-
Chiuse la porta.
Scoppiai a piangere, dopo tanto tempo di finti sorrisi.
Avrei compiuto 9 anni e già
non ce la facevo più.
Andai in bagno e lì non fui solo.
Ci trovai un amico.
Uno che mi avrebbe accompagnato per anni.
Fino a casa di nonna, dopo.
La lametta di papà diventò il mio gioco preferito per far passare il dolore.
Dovevo sfogarmi.
Ma non ne ero sicuro.
Non volevo fare la fine di Lilith.
Ma lo feci.
La presi in mano e tirai su la manica del pigiama.
E dopo si può intuire cosa successe.
-solo un taglio- mi ero detto.
Ma adesso avevo dodici anni, e il gioco non aveva mai smesso.
Passavo ore a pulire il bagno per togliere ogni residuo del mio sangue.
Tirando su la manica potevi vedere una miriade di tagli mischiati a macchie viola causate dai bulli a scuola.
Ma nessuno si era mai preoccupato di tirare su quella manica e dirmi cosa pensavo di fare.
-N-E-S-S-U-N-O-!-
Mamma era sempre a lavoro e ciò non aiutava.
Ero entrato in un giro di drogati.
Ero anche finito all'ospedale una volta, ma nessuno aveva voluto mai più riparlarne.
Mamma inoltre aveva ahimè da poco partorito e quel mostro di nome Liz doveva rimanere spesso con me.
Povera creatura, mamma voleva nasconderle di Lilith.
E tra l'altro la amavano anche.
Non era giusto, non avevano mai amato me dal giorno della TERRIBILE DECISIONE di quella stronza di mia sorella e invece a Liz volevano bene?!
No.
Non lo avrei mai accettato.
P
er questo quando mamma usciva e papà anche io prima di tenere compagnia a Liz mi rinchiudevo in bagno con il mio caro e vecchio amico.
Liz non faceva caso ai miei tagli, i miei lividi o la scritta -scarto- che mi ero inciso con un ago sul braccio, perché quello ero.
Lei si limitava a guardarmi negli occhi e far vedere i suoi denti smaglianti.
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