JENNIE'S POV

Tornai a casa felice. Avevo un amico! Date le origini di mio padre, non mi fu permesso di frequentare le scuole pubbliche: dall'asilo alle superiori ho frequentato solo scuole private dove non avevi neanche il tempo di scambiare due parole che c'era subito lezione. Non avevo molte amiche allora, perchè era una scuola solo femminile per permettere alle studentesse di concentrarsi solo sullo studio e non sui ragazzi e tutte sapevano che ero la figlia di Lee. Adesso che ci penso, anche io personalmente non volevo fare amicizia, perchè sapevo che non potevo fidarmi di nessuna, lì dentro. Erano tutte gentili e disponibili, ma proprio quando avevi bisogno, tutte guarda caso erano impegnate... Tutte vipere. Per fortuna sono cresciuta, ed ecco qui una ragazza forte ma con un cuore che aspetta solo di essere scoperto. Molte persone mi ritengono antipatica e viziata, ma non è vero. Solo che io, a differenza di alcune persone, sto molto attenta a non esporre troppo la vera Jennie, perchè il tutto potrebbe ritorcersi contro di me. Nemmeno a Dylan mi sono esposta tutta, perchè ancora non lo conosco al 100% e non posso fidarmi tanto.

DYLAN!

Avevo il suo numero! Decisi di scrivere subito un messaggio. Mio padre, come al solito, non era ancora a casa, e mia madre era chiusa in camera sua a concludere affari al telefono. Non sono mai entrata nella camera dei miei genitori. E non me ne frega tanto, a dirla tutta. Ai miei non interessa la Jennie sola a cui piace il marketing; a loro interessa Jennie Lee, figlia di Arthur Lee, la futura erede dell'impero della moda della Cina. MA DICO!

In preda a questi pensieri, pensai di chiamare Dylan per chiedergli se gli andasse di uscire.

Bip

Bip

Bip...