꒰🌾꒱ la luna ci chiama a sé; steddie.
accarezzami, amore,
ma come il sole che tocca la dolce
fronte della luna.
steve — eddie
♡.
nella perpetua monotonia di quella torrida serata d'inizio estate, l'unica cosa ad interrompere la noia di quel viaggio era qualche dosso che, periodicamente, l'auto sgangherata e senza ammortizzatori di eddie si premurava di fargli sentire; non era di certo un piacere, eppure i due ragazzi parevano non prestarci troppa attenzione.
con il braccio appoggiato sul bordo del finestrino, steve cercava, invano, di rinfrescarsi un po' mentre di tanto in tanto osservava il ragazzo sull'altro sedile, che, con le lunghe gambe accavallate sul cruscotto dell'auto, incessantemente si dimenava fingendo di suonare alla chitarra la canzone che la cassetta stava riproducento. se solo non fosse stato stremato dalla lunga giornata, era certo che avrebbe persino potuto scuotere la testa a ritmo di musica, trasformando l'interno di quella piccola e malandata auto in un turbine di capelli e metal.
purtroppo per il riccio, steve amava essere un guastafeste.
« lo sai che se adesso frenassi ti romperesti i femori, vero? »
disse steve nel bel mezzo di quell'assolo, spezzando il silenzio che era venuto a crearsi tra loro – precedentemente avevano parlato, ma una battuta sagace sull'urlo poco "metal" che eddie aveva lanciato, durante la visione dell'horror che era stato scelto per la loro serata film, l'aveva ridotto ad un borbottio incessante fino al totale zittimento (sotto quella scorza da duro che cercava di costruirsi attorno, eddie era abbastanza fifone, e nei momenti di paura trovava conforto nella vicinanza dell'altro ragazzo, anche se detestava che quella verità venisse detta; ma del resto, steve lo amava anche per questo).
continuando a pizzicare delle corde immaginarie, il riccio lo guardò con noncuranza; già si aspettava una risposta del tipo "harrington, heaven's on fire non va semplicemente ascoltata, va vissuta" ma con sua grande sorpresa nulla di ciò avvenne.
« lo sai che stai guidando la mia macchina e che ti ho permesso di farlo solo perché hai insistito, vero? mia l'auto e mie le regole, qui faccio come voglio. »
l'ombra di un sorriso pericoloso balenò sul volto del riccio, mentre si sedeva composto e avvicinava il busto al sedile di steve; si fermò solamente quando la cintura fu tirata al massimo, altrimenti il castano era certo che sarebbe stato in grado di sedergli in grembo anche mentre guidava. steve percepì l'alito fresco del più grande infrangersi sul suo collo sudato, e quei brivi gli arrivarono fino alle ossa. avrebbe voluto roteare gli occhi al cielo con fare teatrale, ma si costrinse a guardare la strada con sguardo ferreo mentre pensava "ecco che ricomincia".
« ma se ti preoccupi così tanto non ho il cuore di farti penare, tesoro. »
steve si concesse un nano secondo per chiudere gli occhi e sospirare, per poi tornare a guardare quella strada deserta. odiava l'effetto che il riccio aveva su di lui (e che era perfettamente consapevole di fargli); quel sospiro che andava a sbattere del punto in cui i capelli umidi incontravano la pelle cosparsa di nei, il suo volto così vicino da poterne vedere il sorriso beffardo anche con la coda dell'occhio, i capelli disordinati che gli solleticavano il viso, la voce profonda che si creava una via dritta all'orecchio, talmente vicina che avrebbe potuto giurare di aver sentito le sue corde vocali vibrare nel pronunciare quelle parole.
tamburellò le dita sul volante, cercando di fingere nonchalance, mentre il suo sguardo seguiva la strada che si apriva tra i campi fioriti.
« non ho insistito, ti ho visto stanco e ho pensato che se avessi guidato tu avremmo fatto un incidente e saremmo morti. evidentemente mi sbagliavo, visto che sei ancora in grado di infastidirmi. »
con un sorriso pungente in volto il ragazzo riprese posto sul suo sedile, senza schiodare gli occhi dal suo ragazzo. dio, avrebbe rinunciato ad ogni cosa in suo possesso pur di vedere quell'espressione per il resto della sua vita. le gote arrossate che riflettono il calore di quella giornata, le sopracciglia aggrottate nel tentativo di trattenere un pensiero, le labbra schiuse in un sospiro silenzioso. aveva poche certezze nella vita - un lavoro da meccanico precario in un'officina che sarebbe fallita al primo controllo della polizia, un caravan a cui aveva quasi dato fuoco da strafatto lanciando un mozzicone ancora acceso su una tenda, una macchina che avrebbe potuto abbandonarli nel mezzo del nulla da un momento all'altro -
ma edward munson sapeva di amare alla follia quella visione.
« oh amor mio, tenterò fino al mio ultimo respiro di ottenere quell'espressione sul vostro viso. ma se può esservi di conforto, sir harrington, adesso mi metterò composto da vero gentleman e riposerò i miei poveri occhi stanchi. »
steve avvertì il forte impulso di tirare una testata al volante, ma si trattenne. borbottò qualcosa che doveva suonare come un "fa come vuoi" mentre allungava la mano per abbassare il volume della musica e con la coda dell'occhio vide effettivamente che eddie si stava mettendo comodo (per quanto potesse in quel catorcio ambulante che si ostinava a chiamare macchina) poggiando la testa contro il finestrino. nel giro di neanche mezzo chilometro era già in grado di avvertire gli sbuffi soavi che uscivano dalla bocca dormiente del più grande.
del resto, aveva lavorato tutta la giornata in quell'officina che poteva tranquillamente passare per un ritrovo di corrieri della droga e un circolo organizzativo di bische clandestine d'auto da corsa, sotto il sole cocente ma sempre vestito di nero perché sia mai preoccuparsi della propria sicurezza. non fosse stato per steve, probabilmente non avrebbe nemmeno pranzato (e questo lui lo sapeva bene, per questo si presentò all'ora di punta con un panino e dell'acqua; eddie aveva pure avuto il coraggio di lamentarsi che non fosse birra, forse un'insolazione alla fine se la sarebbe meritata). e, nonostante i muscoli doloranti e le palpebre stanche, non volle mancare alla serata film organizzata coi suoi amici (per qualche stupida ragione era convinto che robin e argyle lo avrebbero odiato per sempre se non si fosse presentato per vedere cocain bear) quindi fece tutto il possibile per tenere gli occhi aperti durante la visione del film, tanto da arrivare a chiedere a steve, e cito, "se mi vedi assopire, masticami le orecchie, non esitare. comportati come un procione nei cassonetti del burger king. rosicchiami, non avere riguardi, non importa se urlerò: fa in modo che non mi addormenti." e a steve parve strano certo, ma non più del solito.
con la brezza leggera che gli accarezzava il volto, steve si concesse un momento per ammirare il ragazzo. i capelli ricci gli ricadevano delicatamente sulle spalle, le sottili labbra color ciliegia erano leggermente schiuse e regolarmente lasciavano andare dei piccoli sospiri dormienti, la mascella marcata cosparsa di una leggera barba serale. alla fine non dovette neanche avvicinarsi alla sue orecchie per tenerlo sveglio, gli era bastato giochicchiare con gli anelli alle sue dita e tenerlo per mano per far sì che rimanesse concentrato per tutto il film.
beh, forse non era proprio concentrato sul film.
a pensarci bene, non sapeva quando queste effusioni erano cominciate. forse quando eddie gli rubò un bacio dopo averlo accompagnato a casa da quel weekend di gruppo al mare. o magari prima, quando a una festa si erano addormentati ubriachi nella vasca da bagno stretta di casa di jonathan. oppure ancora prima, quando in una gara di sguardi per vincere 1$ finirono per poggiare la fronte contro l'altro, con i nasi che si sfioravano. insomma, non sapeva dirlo con certezza, ma fatto sta che quei tentativi di contatto fisico sporadici erano diventati sempre più frequenti, al punto che non potevano più fare a meno di baciarsi appena si vedevano e per salutarsi una volta finita l'uscita. e anche durante. un po' di volte di nascosto dai loro amici. okay si baciavano spesso adesso.
in quel turbine di pensieri, steve si accorse che eddie aveva cominciato ad arricciare il naso e mormorare sommesso, infastidito da una ciocca di capelli che glielo solleticava. gettò un'occhiata veloce agli specchietti dell'auto, giusto per essere sicuro che non ci fosse nessuno intorno, e si allungò per scostare i capelli dal viso del moro. forse avrebbe dovuto anche guardare la strada davanti, perché non si accorse della buca nella strada disastrata di hawkings, che prendendolo alla sprovvista lo portò a sbandare leggermente fuoristrada.
per istinto, buttò il braccio destro lateralmente per tenere il corpo di eddie attaccato al sedile pur sapendo che, miracolosamente, aveva messo la cintura di sicurezza. probabilmente senza quel gesto, eccessivo, eddie non si sarebbe neanche svegliato talmente era misera l'entità dell'incidente, ma così facendo steve aveva svegliato la bestia sopita e non poteva più sfuggirle. riuscì a sentirlo ancora prima che questo aprisse bocca, così spalancò la portiera per scappare fuori dall'auto, probabile luogo del suo delitto.
« cazzo harrington stavi per prendere il fottuto albero, saremmo potuti morire! chi me la ripaga l'auto se crepiamo? »
« ma che dici che è a 10 metri da qui, siamo solo finiti fuori strada, non farne una tragedia! »
forse l'albero era effettivamente vicino, ma non così vicino. eddie uscì a controllare i danni, nonostante l'auto non avesse urtato assolutamente niente e fosse solo finita di poco nel prato, si chinò pure per fare delle carezze sul parabrezza e mormorarle delle scuse.
« non posso neanche dormire 5 minuti che tu cerchi di ucciderci entrambi, ma che ti passa per la testa? a cosa stavi pensando, all'orso cocainomane? »
gli inveì contro e steve cercò velocemente di valutare se fosse più rischioso mentire ed essere scoperto o dire la verità ed esser umiliato. neanche il tempo di azionare i neuroni che eddie si mise davanti a lui, bloccandolo contro l'auto senza lasciargli via d'uscita. e steve era certo che l'avesse fatto perché consapevole del suo potere su di lui, conscio che a quella distanza non era in grado di mentirgli.
« avevi un ciuffo di capelli che ti infastidiva... sembravi davvero stanco quindi volevo toglierlo per farti riposare. »
borbottò sommesso guardando tutto tranne che il ragazzo davanti a lui. l'aveva visto nudo eppure ancora si imbarazzava a parlare dei suoi sentimenti e della premura che riservava nei suoi confronti. certo, dal lato suo non è che eddie gli rendesse facile la cosa; al minimo accenno di qualche parola carina gli mordeva la spalla, i piedi, il naso, qualsiasi cosa gli capitasse davanti. non aveva ancora capito se il suo fosse un meccanismo di difesa o un modo di dimostrare affetto, ma in ogni caso era doloroso.
troppo impegnato a osservare il cielo che si inscuriva, non si accorse del dolce sorriso comparso sul volto di eddie, che pensava con affetto alla stupidissima e possibilmente mortale gentilezza che il castano gli aveva riservato. così facendo, rimase molto sorpreso quando eddie lo abbracciò con tenerezza, finendo poi lui ad avere il naso solleticato dai suoi folti ricci. respirò a fondo, nonostante i capelli sudaticci non profumassero di certo, e gli lasciò un bacio sulla spalla.
« scusa, so quanto ci tieni alla tua macchina, dovevo fare più attenzione. »
« non importa, se succede qualcosa posso aggiustarla. ma non voglio che tu ti faccia male, quindi d'ora in poi guido io che a differenza tua so farlo. »
ridacchiò stampandogli un bacio sulle labbra, e steve pensò che fosse diventato molto più dolce rispetto a quando si erano conosciuti e l'aveva chiuso a chiave nel magazzino della scuola solo perché gli aveva rubato il posto a lezione. certo, da lì si poteva solo migliorare, ma per i primi tempi pensava che sarebbe stato impossibile farlo.
« adesso torniamo a casa che è tardi. »
ovviamente, prima di separarsi eddie dovette per forza infilargli una mano intera nei pantaloni per strizzargli una natica.
sospirando, steve fece per riprendere posto sul sedile del guidatore, venendo fermato subito.
« no col cazzo che guidi ancora tu, non mi fido più di te! »
avevano fatto i piccioncini troppo a lungo quella giornata quindi era giusto che gli equilibri si ristabilissero, con uno sgambetto da parte di steve e delle smorfie condite da gestacci dal lato di eddie.
si scambiarono i posti e immediatamente eddie alzò il volume della musica, mentre steve con la testa tra le nuvole si accomodò sul sedile mentre ripuliva il cruscotto dalla polvere delle scarpe di eddie. ripensò che sì, l'incidente non era grave, ma sarebbe potuto andare peggio. si diede dello stupido per essersi distratto guardandolo, pensando che si sarebbero potuti fare male e solo perché lui si era comportato come un ragazzino cotto per la prima volta.
eddie si accorse dello sguardo corrucciato del ragazzo, temendo di aver esagerato con la lingua biforcuta. effettivamente eddie a quel punto faceva molta più attenzione a quello che diceva per non ferire l'amato, ma temeva comunque che accadesse (senza sapere che steve amava anche questo di lui).
« non ti sarai mica offeso piccolo dai, se vuoi poi ti insegno io a guidare. »
disse a bassa voce prendendogli la mano per poggiarla sul cambio, coprendola poi con la sua per intrecciarci le dita.
steve apprezzò il gesto, quindi non disse niente.
faceva un caldo infernale, avevano le mani sudate, erano distrutti dalle punture di zanzare, avevano rischiato di ammazzarsi, erano stanchi per la giornata piena, erano affamati come vampiri perché robin non sa cucinare e i sedili della macchina sgangherata di eddie sono scomodi, ma non poterono fare a meno di sorridere perché sono due idioti felici e innamorati.
eddie cominciò a canticchiare a bassa voce la canzone che stava passando alla radio e sulle labbra si fece spazio un sorriso accennato; steve appoggiò la testa sul finestrino e con la mano davanti alla bocca cercò di nascondere un sorriso fallendo miseramente, perché, a differenza sua, eddie riesce a guardarlo discretamente senza finire fuori strada.
☻
prima volta che riprendo a scrivere dopo almeno 3 anni e ho imparato ad avere meno pretese da me stesso; se una volta ero terrorizzato di mostrare ad altri un lavoro che consideravo imperfetto, adesso sono già soddisfatto di aver ripreso questa passione che ritenevo persa per sempre. spero che questa spinta creativa e motivazionale continui abbastanza a lungo da permettermi almeno di terminare le storie che avevo cominciato anni fa, ma se così non fosse almeno avrò fatto qualcosa.
va bene così.
- morgan.
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