Capitolo 28
Sofia
"Mmm... Si sono da Maria... No, non so quando ritorno e se ritorno ... Si lo so ... Oddio mamma! ... Certo scusa ... Si, ciao."
"Che scusa hai inventato questa volta?"
Mi chiede Luca stendendosi sul letto.
"Che sono da Maria, perché i suoi genitori sono fuori per qualche giorno." Rispondo con nonchalance scrollando le spalle e sdraiandomi accanto a lui.
"Ahahah ... Che cattiva ragazza! E non temi che ti scopra?"
"Mmm..." È talmente presa dal suo lavoro che a stento sente la mia mancanza, quindi non vedo perché dovrebbe star lì a chiedere di me.
"Cioè potrebbe sempre chiamarli e ..."
"Seriamente Luca vuoi sprecare il tempo che abbiamo a parlare?"
gli chiedo mettendomi a cavalcioni su di lui.
"Perché hai in mente altro?"
mi chiede malizioso.
"Oh si..." e mi avvento sulle sue labbra.
"Alla buon ora ... Sofia questa casa non è un albergo! Non ti vedo da giorni. Mi spieghi cosa hai in mente di fare della tua vita?!"
Mia madre in una vita precedente era un ripetitore ... Ripete di continuo le stesse cose. Ed io, come sempre, le rispondo, senza prestarle attenzione, dicendole esattamente quello che si vuole sentir dire.
"Si lo so ... Hai ragione ... Non dovevo... Scusa"
"Scusa un corno Sofia!Non studi... Non mi aiuti ... Non lavori ... Passi tutto il giorno fuori e Dio solo lo sa cosa fai!"
"Scusami? Che cosa pensi io faccia?"
"Ma questo devi dirmelo tu... Eppure pensavo che avessi imparato la lezione. Non è bastata la morte di tuo padre?"
"Stai mettendo in mezzo papà? Davvero?" faccio una risata amara.
"E perché non dovrei?! Sappiamo tutte e due perché è morto!"
"Oh ... Finalmente lo ammetti. Dillo che dai a me la colpa di tutto. Dillo pure che sono stata io ad aver distrutto la nostra famiglia. Dillo che per colpa la tua figlia prediletta è andata via. Abbi il coraggio di dirlo!" Ormai urlo, voglio liberarmi di tutte quelle cose che penso e che mi opprimono da tempo.
"Non intendevo questo..."
"Certo come no ... Ma sai che c'è? Te la risolvo io la situazione... Me ne vado... da te, da questa casa . "
" Sofia..."
Sebastian
Lo so avevo promesso di lasciare Alessia già da tempo, ma in fondo, non è poi così male. Oddio la sua intelligenza è pari a quella di una gallina ma è una brava ragazza, e a modo suo è simpatica. Questa sera siamo all' ennesimo compleanno di un suo amico.
"Cerca di socializzare un po', non parli mai con nessuno."
"Alessia ho lavorato tutto il giorno, sono esausto ..." E in questo momento vorrei essere a casa vorrei tanto aggiungere.
" Sì ma ..."
"Ciao Alessia!"
Per fortuna qualcuno ci interrompe. È un ragazzo, uno a cui non piace essere notato, lo si vede da quello che indossa, il solito bravo ragazzo secchione; lo riconosco o meglio ricordo di averlo visto con lei.
Sofia
Non la vedo dalla festa, è letteralmente scomparsa. So che Alessia ha provato a chiamarla decine di volte, ma inutilmente.
"Ciao Andrew, come stai?" le risponde Alessia sorridente.
Andrew ... Che nome ridicolo.
"Bene grazie. Tu?"
"Benissimo... Ma Sofia? È scomparsa, le è successo per caso qualcosa?"
"Non lo so ... Non parliamo più" risponde secco.
"Cosa? E da quando? Ma se siete sempre stati inseparabili!" gli chiede Alessia quasi allibita dalla sua risposta.
"Da un po'... So solo che è andata via di casa, me l'ha detto Maria oggi pomeriggio." continua a rispondere vago, sono sicuro che stia nascondendo qualcosa. C'è dell'altro.
Aspetta ... È andata via di casa?
"Che cosa?" Le parole vengono fuori dalla mia bocca prima ancora che io abbia il tempo di rendermene conto.
Sia Alessia che Andrew si voltano a guardarmi.
"Si... Cioè... Avete chiamato non so la polizia, qualcuno, per capire dove sia andata?"
Possibile non siano preoccupati?
"E tu saresti?"
Andrew mi squadra da capo a piedi.
"È Sebastian, il mio ragazzo." risponde al mio posto Sofia.
"Ah, piacere... E comunque sia non è più un mio problema. Sofia è fatta così."
"Parlando del diavolo..." interviene una ragazza che non mi ero accorto si fosse aggiunta alla conversazione.
Tutti seguiamo il suo sguardo e la vedo. È bellissima. L'abito rosso che indossa lascia poco spazio all'immaginazione. Corto e scollato lungo il fianco, lascia le gambe completamente scoperte. I tacchi vertiginosi le danno un'aria più accattivante. I boccoli le ricadono morbidi sulle spalle, il trucco è leggero e il rossetto rosso rende le sue labbra ancora più voluminose.
"Hai capito Sofia" sospira un ragazzo alla mie spalle, incapace, come tutti gli altri ragazzi presenti nel bar, di toglierle gli occhi di dosso.
È meravigliosa, anche se non riconosco in lei la Sofia goffa e golosa con cui ho passato alcuni dei momenti più belli della mia vita.
"Vedi?Non c'è bisogno di chiamare la polizia. È in ottima compagnia." dice Andrew prima di andar via.
Sofia è sotto braccio ad un ragazzo. Non so perché, e la gelosia non c'entra niente, ma non mi piace affatto.
Quando si accorge di noi ci saluta con un semplice cenno di capo e girandosi di spalle riprende a bere e a scherzare con la compagnia con la quale è venuta.
"Io davvero non la capisco... Pensavo avesse smesso" esclama Alessia in tono dispiaciuto. Credo sia davvero rattristata dal suo comportamento. E sinceramente lo sono anche io.
" Vedrai magari è solo un periodo no" cerco di rincuorarla accarezzandole la mano.
" Non conosci Sofia... Tende ad autodistruggersi. E questa volta ci si sta mettendo di impegno ad allontanare tutti."
"Non capisco." Ed è così. Cosa significa?
" Lei non è Sofia" e prima che possa chiederle altro, un suo amico la chiama e lei si allontana.
Mi siedo e rimango ad osservarla, sembra felice, spensierata. Sta bevendo tanto, forse troppo e a guardala sembra anche molto dimagrita. Che sia il suo nuovo ragazzo, quello che da quando si sono seduti non fa che accarezzarle il fondo schiena?
"È bella vero?!"
"Scusami?"
"Sofia... " mi domanda il barista intercettando il mio sguardo.
"Ehm si..." anche se il fatto che un uomo di quarant'anni suonati faccia dei commenti su una ragazza così giovane, è quasi vomitevole. Deve essersi accorto del mio sguardo torvo perché subito chiarisce.
" È una bellissima ragazza ma per me è come una figlia.. Non dico che con quel vestito sta male ma preferisco quando è più "coperta" così tenerla sotto controllo è impossibile."
"Ehm... In effetti"
"La conosci?" mi chiede facendo l'occhiolino.
"Sì... No.... "
"Ma ti piace."
La sua non è una domanda.
"Io..." da quando balbetto?
"Se ti può consolare a lei non piace quel ragazzo. Conosco Sofia. Ed è per questo che sono preoccupato, si sta lasciando andare"
" Io non capisco... " Tutti non fanno che ripetere questa cosa? Ma cosa significa? Cosa le sta succedendo?
"Se tieni davvero a lei non lasciarla da sola e aiutala."
"Non vedo perché dovrebbe farsi aiutare da me."
Credo sinceramente di essere l'ultima persona al mondo con la quale vorrebbe avere a che fare. Ma non credo di dover raccontare tutto a questo signore che neanche conosco.
"Perché sei un bravo ragazzo e mi piaci... Se ci tieni davvero, provaci... Ora scusa ma devo pulire il ricordino che un caro ragazzo mi ha rimasto in bagno ...Comunque sono Mario, se hai bisogno sai dove trovarmi."
Sofia
Lui è qui.
Lei è qui con lui.
Loro sono qui.
Pensavo di aver superato la cosa, pensavo di averlo dimentico, eppure eccomi qui. Fingo di divertirmi, di stare bene, e confido nell'alcool affinché io dimentichi in fretta tutta questa storia.
"Stai bene? È da quando siamo qui che sei strana."
" Certo, sto alla grande." E gli sorrido nel modo più sincero possibile. Luca sta facendo davvero tanto per me, ormai vivo da lui. E diciamolo, sopportarmi 24h su 24 non è semplice.
"Questa sera non torno a casa, ho delle consegne." mi avvisa accarezzando dolcemente la mia guancia.
"Non preoccuparti, ti aspetto a casa." Immagino i suoi impegni.
"È così bello quando lo dici. Ti prometto che mi farò perdonare, ti porto a cena fuori domani."
"Non ce n'è bisogno, davvero. Va bene anche una pizza, un letto, e una televisione preferibilmente spenta."
"Ah si?!" mi chiede con voce roca.
"Sì, non chiedo altro."
Luca non sarà il santo bravo ragazzo tutto ufficio e casa, non ha una famiglia, e la maggior parte dei suoi amici è stata in carcere almeno due o tre volte, ma è tutto ciò di cui ho bisogno al momento. Non fa domande, mi da quello che chiedo e non pretende da me nulla. E diciamolo, ci sa davvero fare. Siamo più simili di quanto si possa immaginare, neanche io ho più una famiglia, i miei amici mi hanno detto chiaramente che non apprezzano la nuova me stessa e per quanto riguarda l'università, non so neanche se riprende gli studi.
"Vi va se giochiamo a "Sono un Drago"? Dai animiamo la serata?"
Il SI generale dei ragazzi mi fa ridere.
"Luca ma dove l'hai tenuta nascosta tutto questo tempo?"
Dopo 6 partite... E 4..5..No forse 7 birre e 2..3.. Vabbè qualche cicchetto
"Io vado un attimo... In bagno"
Sempre se ho la forza di alzarmi, fare un passo dopo l'altro fino alla toilette, toilette che in questo momento non ricordo dove si trova.
Mezz'ora dopo, grazie ad una vescica completamente svuotata e dell'acqua fredda, sono pronta a ritornare dai ragazzi. Quando all'improvviso, qualcuno mi strattona per un braccio, e mi ritrovo con le spalle a muro intrappolata in un angolino buio del locale. Cerco di mantenere la calma provando a ricordare qualche mossa del corso di autodifesa che feci a scuola tempo fa, quando riconosco il mio "aggressore".
"Sebastian..." è lui, ed è a pochi, pochissimi centimetri dal mio volto. Riconosco il suo profumo, mi perdo nell'osservare i suoi lineamenti perfetti, il movimento involontario che fa la sua mascella quando è nervoso o concentrato.
"Sofia..." il suo non è che un sussurro. Continua ad intrappolarmi con le sue braccia, come se avesse paura che mi smaterializzi da un momento all'altro, tenendo lo sguardo basso.
"Adesso hai iniziato anche a molestare la gente?" gli chiedo divertita. Il mio tono risulta alquanto alticcio e a lui non passa inosservato.
"Solo quando sono costretto.." so che vorrebbe mantenersi serio ma le sue labbra si sono curvate in un sorriso.
"Posso sapere a cosa devo tutta questa violenza?"
Seriamente non lo capisco, adesso ha una fidanzata. Mi ha illuso, cos'altro vuole da me?
" Cosa stai combinando?" Odio quando qualcuno risponde ad una domanda con un'altra domanda.
"Rispondi."
"Rispondi prima tu."
"No"
So di sembrare una bambina in questo momento ma non voglio cedere per prima.
"Sofia."
"Sebastian."
"Per una volta non potresti fare semplicemente quello che ti si chiede?"
"E perché mai dovrei?"
In fondo non siamo nulla noi due.
"Perché sei andata via di casa?"
"E tu cosa ne sai?." Possibile lo sappia già tutto Borgo? Al rogo tutti gli impiccioni.
"Rispondi alla mia domanda."
"Non vedo perché dovrei farlo. Non torni dalla tua ragazza? Si starà chiedendo che fine tu abbia fatto?"
Inizia seriamente a stancarmi il suo comportamento.
"Le manchi, è seriamente preoccupata per te."
So che Alessia, Maria, Andrew non meritano questo mio atteggiamento. Ma lo faccio solo per il loro bene, non hanno bisogno di me. E io senza di loro cercherò di sopravvivere lo stesso. Devo essere acida ed indifferente.
"E ti ha chiesto lei di dirmi queste cose?Oh ma che ragazzo premuroso" renderei il tutto con qualche gesto più teatrale, se solo mi lasciasse le braccia.
"Io.."
Sicuramente si starà chiedendo che razza di stronza sono diventata nel giro di un paio di settimane. E se gli dicessi che è tutta sua la colpa? O almeno una gran parte?
"Senti lasciatemi in pace, TUTTI, sto bene, anzi benissimo. Vivete la vostra vita, dimenticatevi di me."
Non desidero altro.
"Tu sei migliore di così, lascia che io.."
"Che tu cosa? Mi sembra che tu abbia già avuto la tua chance. Non sai niente, niente di me. Del mio passato, del mio dolore. Ora se permetti ritorno dal mio ragazzo. E tu faresti bene a tornare dalla tua cara Alessia. Ah, tanti auguri e figli maschi. Aspetto con ansia le partecipazioni del vostro matrimonio, magari lo facciamo lo stesso giorno"
E prima ancora che lui possa aggiungere altro e che possa vedere le mie lacrime, scappo via.
Adesso ne sono certa, non ho più nessuno.
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