Capitolo 15
Sebastian
"Ho viaggiato molto, e non sono mai riuscito a sentirmi a casa, in qualunque luogo andassi ero uno straniero, ma qui credo che potrei essere felice...".
Ho abitato a Londra, Ginevra e per qualche anno a Boston. Due anni fa poi, mio padre decise di stabilirsi a Milano. Ovunque andassi mi sentivo fuoriluogo. Ma ora era diverso, mi sentivo a "casa". E non parlo di Borgo o della villa, parlo di Sofia. Sofia era la mia casa.
"A causa dei tuoi?" mi chiede curiosa.
Non mi ero accorto che stavo parlando ad alta voce, con lei riuscivo ad essere me stesso, forse anche troppo.
"A causa di mio padre, lui è stato ambasciatore."
"È stato?!"
"Sì ora si occupa di politica". Avrei preferito che continuasse a fare l'ambasciatore, avrei avuto meno gatte da pelare.
"Perché ho l'impressione che a te non piaccia questo suo nuovo "impiego"?.
Adesso riesce a leggermi anche nel pensiero?
"Non è questo, solo è difficile lavorare con lui".
Più che difficile direi impossibile.
"Quindi anche tu sei nella politica?" curiosa la ragazza.
"Per carità, basta un Farnese in corsa. Io mi occupo di finanza, curo, tra le tante cose, la sua campagna elettorale."
"Farnese?...Quel Farnese?" mi dice con un tono di voce forse un po' troppo alto.
"Si.. Lucio Farnese".
Mi lascia la mano e smette di camminare. Ha lo sguardo fisso a terra.
Ho detto qualcosa che non va?
"Va tutto bene?!" cerco di chiederle nel modo più gentile possibile.
" ...Si...ecco" .
"Sofia parla...mi stai facendo preoccupare."
Seriamente non riesco a capire cosa le prende.
"Non lo sopporto."
Chi non sopporta? Me?!
"Non riesco a capirti Sofia."
È la verità, a volte sa essere davvero lunatica.
"Tuo padre... È odioso, ogni volta che parla in televisione cambio canale per disperazione. Come puoi essere suo figlio?!".
"AH-AH-AH-AHAHAHA". Scoppio a ridere di colpo e fragorosamente.
"Ecco...non avrei dovuto."
"Aahaahahahahaha... Credimi non avresti potuto farmi un complimento più gradito."
È la verità.
Lei sembra non capire.
"Anche io penso sia un pallone gonfiato presuntuoso ed egoista."
"Ehi, io non l'ho mica definito in questi termini".
"Ma l'hai pensato."
"Ehm.. si". Scoppiamo a ridere entrambi.
La amo sempre di più.
"Questo posto è incantevole" dice quasi in un sussurro.
"È un po' troppo tranquillo per i gusti, ma devo dire che ha i suoi pregi".
A volte mi manca il suono dei clacson, le risse e la musica a palla.
"Vuoi mettere la bellezza del vigneto, del pontile... Con il rumore della città?!".
Ancora una volta ho l'impressione che abbia letto nei miei pensieri.
"Il pontile?Qui non c'è un pontile."
"Sei qui da settimane e non sei mai andato al fiume?" mi guarda incredula.
Faccio no con la testa.
"Vieni,dobbiamo rimediare".
"Femminuccia muovi il culo!".
Mi sta prendendo in giro,non voglio sporcare le mie piaciotti nuove.
"Hai paura di sporcare le scarpette nuove?!.
Continua a prendermi in giro e dire quello che penso.
"Come fai?!" le chiedo.
"A essere..anche più agile di te?" .
Sofia stai giocando con il fuoco.
"Simpatica... A dire quello che penso. Sono così un libro aperto per te?!"
"Ti dico solo quello che penso..con te riesco ad essere me stessa".
Provi quello che provo anche io allora?
"Arrivati.."
Superata anche l'ultima siepe, mi ritrovo davanti lo spettacolo più bello che io abbia mai visto.
Ciò che mi colpì e tolse il respiro, non fu il piccolo pontile di legno e neanche il ruscello che scorreva impetuoso, ma Sofia illuminata dal chiarore della luna. Tutto moriva di fronte la sua bellezza. Avrei voluto dirle così tante cose eppure non riuscivo a farmi venire nulla in mente. Nessuna parola era abbastanza.
Così mi avvicinai lentamente a lei, le presi il volto tra le mani, e quando fui vicinissimo alle sue labbra, le chiesi dolcemente:
"Posso baciarti?!"
"Si".
Chiusi gli occhi e finalmente le mie labbra si appoggiarono sulle sue.
Ero a casa.
Finalmente il bacio tanto atteso...
Ma ora Sofia chi sceglierà? Andrew o Sebastian?!
Lo scoprirete solo leggendo.
Baciii
Grazie per il vostro affetto!
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