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Capitolo 14

Sofia

Questo non va bene.
Questo neanche.
Troppo da prostituta.
Troppo da vecchia.
Troppo elegante.
Troppo scomodo.
Sono le quattro e non so cosa mettere, devo ancora fare la doccia e lavare i capelli.
Farò come al solito ritardo.

Le 17:15 .
Sto uscendo adesso di casa.
Lui in piedi, è appoggiato di spalle alla portiera dell'auto. Indossa un jeans chiaro ed una felpa grigia.
Scoppio a ridere.
"Mi fa piacere che ti faccio questo effetto" mi dice con tono rassegnato "ma potrei sapere perché stai ridendo?"
"Guardati" e indico i suoi vestiti.
"Non vado bene?" si gratta il capo.
"Guarda me".
"Ti sto guardando.... Aspetta...Ahahahahaha...Stessa tenuta".
Anche io come lui indosso un jeans stretto,superstar bianche e felpa grigia larga.
"Già...Scusa se ti ho fatto aspettare".
"Se fossi stata anche puntuale avrei iniziato a ricredermi sul mondo femminile."
"Ah-ah-ah..Mi dispiace ma la puntualità non è proprio il mio forte". Questo difetto l'ho preso da mia mamma. Anche lei come me è una ritardataria cronica.
"Vogliamo andare?" mi chiede aprendomi lo sportello.
"Certo...Qual'è la destinazione?".
"Sorpresa".

"Siamo arrivati!".
"Ma questa è la villa del notaio Naschi!". Adoro questo posto. Quando ero piccola pensavo fosse un castello,uno di quelli magici delle fiabe.
"Sei già stata qui?!" mi chiede sorpreso.
"Si il notaio era molto amico di mio padre. Prima che si ammalasse ed andasse in clinica venivamo spesso a trovarlo. Tu perché vivi qui?".
"Credo mio padre voglia acquistare la villa".
"Non dirmi che il notaio...".
Non può essere morto anche lui,era una persona così buona e gentile.
"Nono sta bene. Solo non ha eredi quindi so che sta vendendo molte delle sue proprietà."
"Che peccato, teneva molto a questa a villa. Era di sua moglie Franca". Ricordo che mi parlava spesso di lei, diceva che era la sua "musica".
"Già...Allora sei pronta per la lezione?".
Ha paura che faccia male a Giulietta.
"Prontissima!".
Sta sudando freddo.

"Allora alza il cavalletto,fai peso sull'altra gamba, mettiti in equilibrio,gira la chiave,premi leggermente l'acceleratore e parti".
È più di un'ora che siamo in cortile.
"Fatto...Oddio Sebastian ce l'ho fatta." Non ci posso credere, papà sto guidando.
"STERZA E VIA PIANO!" mi urla. Sono più che sicura che teme più per Giulietta che per me.
"È UNA SENSAZIONE BELLISSIMA!" .
Mi sento così leggera, così libera.
"TIENI GLI OCCHI FISSI SULL'ASFALTO E GUIDA CON ENTRAMBE LE MANI!"
Quant'è bacchettone, faccio come dice, non voglio che gli venga un infarto.
Dopo un'altra mezz'ora, passata a fare girotondo nel cortile, parcheggio Giulietta. Ho le braccia distrutte, reggerla cercando di mantenere l'equilibrio non è affatto semplice.
"Allora divertita?"
"Troppo!Quando posso rifarlo?!" ho sempre desiderato una moto ma mia madre è stata sempre contraria.
"Devo ammetterlo, non pensavo ce l'avresti fatta. Mi sorprendi sempre, puoi guidarla tutte le volte che vuoi".
"Davvero?!Grazie grazie grazie!" e senza neanche accorgermene salto tra le sue braccia. Lui inizialmente rimane immobile, poi mi cinge con le sue possenti braccia e ricambia l'abbraccio.
"Ti va di rimanere a cena da me?Mio padre è via e mi piacerebbe avere la tua compagnia. Poi ti devo ancora un pranzo" mi chiede mentre ancora siamo abbracciati.
"Accento l'invito grazie."
Ho fame e mamma come al solito tornerà tardi.
"Allora andiamo su" prende la mia mano e mi porta all'interno della villa.

"Signorino Sebastian la cena è pronta, mi dica lei quando posso servirla".
Riconosco questa voce. Quando si avvicina di più a noi poi non ho alcun dubbio.
"Signora Luisa?"
"Ma tu sei...tu sei Sofia. Quanto mi sei mancata piccola mia. Sei cresciuta così tanto." viene verso di me e mi abbraccia.
Apparte i capelli bianchi non è cambiata per niente. Da piccola credevo fosse la fatina buona, quella che aiutò Cenerentola. Questo perché un giorno, mentre giocavo con i bambini a calcio in cortile, scucii il vestito. Iniziai a piangere perché non volevo litigare con la mamma. La signora Luisa allora prese ago e filo, e lo cucì come nuovo.
"Cosa ci fa qui?" mi chiede. Ma poi abbassando lo sguardo guarda la mia mano intrecciata a quella di Sebastian.
"Ho capito..È una brava ragazza mi raccomando" dice rivolgendosi a Sebastian.
"Lo so" gli risponde.
"Ora accomodatevi, dieci minuti e la cena è pronta".

Quanto ben di Dio.
"Dovresti vedere la tua faccia in questo momento...Ahahaha"
"Scusami?"
"Sembra che tu non veda cibo da mesi".
"Fa silenzio e mangia" non posso perdere tempo a discutere con lui.

Non so davvero dove iniziare.

"Quel dolce deve essere buonissimo. Ma non ho neanche più un posticino". Non è giusto, lo sapevo che non avrei dovuto fare il bis di parmigiana, e quello di cotoletta.
"Hai davvero una faccia afflitta". Sebastian sta ridendo a crepapelle.
"Non c'è niente da ridere".
E se chiedo di portarne via un pezzo?
"Se vuoi te la faccio incartare e la porti a casa".
Mi ha letto nel pensiero.
"Dici sul serio?" In questo momento sto guardando Sebastian con tutto l'amore del mondo.
"Ti si fa felice con poco eh?!...Lo dico a Luisa".
"Grazie!"
Di questo passo inizierò a rotolare.
"Ti va di fare una passeggiata?"
"Sì un po' di moto mi farebbe bene".
"Un po?!"
"Continua a prendermi in giro e dico che hai perso a poker contro una femmina".
Vediamo se ora hai ancora il coraggio di prendermi in giro.
"Non oseresti" mi guarda di sbieco.
"Vogliamo vedere?".
Se dico che faccio una cosa la faccio.
"Mi arrendo...Pace?" e allunga la mano in segno di resa.
"Pace" e ancora una volta il contatto della sua pelle sulla mia, mi manda in tilt.


Grazie a tutti per i commenti e le visualizzazioni.
Vi auguro un buon inizio settimana:*

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