Capitolo 13
Sofia
L'ho invitato a pranzo perché volevo farmi perdonare. È stato sempre gentile con me ed io ieri l'ho trattato malissimo.
Adesso sfreccio per le stradine di Borgo tenendomi stretta a lui. È difficile spiegare ciò che provo in questo momento. Il contatto con la sua pelle mi agita e tranquillizza al tempo stesso.
"Entra,scusa il disordine ma non sono molto ordinata".
"Chissà perché ma lo immaginavo".
"Come scusa?!".
"Ahahahhaha... è troppo facile prenderti in giro" e scoppia in una fragorosa risata.
"Non sei divertente, per niente". Cerco di restare seria ma non ce la faccio,è una situazione così buffa.
"Accomodati in salotto mentre io cucino."
"Grazie,vuoi una mano?". Sono sicura che me l'abbia chiesto per gentilezza,dal modo in cui l'ha detto sono sicura che non sappia neanche cucinare un uovo sodo.
"Oh mio Lord non vorrei mai che le sue preziose mani si rovinassero. Lasci questo umile compito a noi gente di basso rango" detto ciò gli faccio anche l'inchino.
"Mia dolce donzella lei così rende il suo padrone felice".
Sta al mio gioco.
"Allora vado nelle cucine reali perché il pranzo non si prepara da solo".
So fare poche cose,una di quelle è cucinare. Mi diverto a sperimentare nuove ricette e adoro assaggiare cosa nuove.
Guardo nel frigo, farò una carbonara leggera e una fettina di carne alla piastra, due ricette veloci e golose. Mentre aspetto che l'acqua della pasta bolle, raggiungo Sebastian in salotto. È fermo davanti al collage che è sulla parete.
"Me l'ha regalato papà a San Valentino" gli spiego.
Lui non si volta,continua a guardare le foto.
"Ci sono le foto di tutte le nostre prime volte" continuo avvicinandomi a lui.
"Qui eravamo a Napoli, quel giorno mangiammo tre pizze a testa. Erano buonissime,avevamo deciso di ritornarci ma non ne abbiamo avuto il tempo... qui eravamo a Mugello per il nostro primo gran premio... la prima volta che abbiamo fatto bungee jumping....qui quando andammo via da casa... il primo dolce fatto insieme... la prima playstation...il mio primo giorno di scuola". Quanti ricordi ...
"È stupendo. È il gesto d'amore più bello che abbia mai visto" mi guarda negli occhi, è sincero.
Gli sorrido.
Ho bisogno di stare un po' da sola.
"Tra dieci minuti vieni in cucina che è pronto".
"Certo donzella!" e mi fa l'occhiolino.
Sebastian
Continuo a guardare il collage. Somiglia davvero molto a suo padre, ha il suo stesso sorriso. Non era per lei solo un genitore, ma un amico, un confidente, un compagno di avventure. Adesso capisco la reazione di ieri. Suo padre era il suo mondo.
"Allora com'è?!"
"Ma davvero l'hai cucinata tu?". È la carbonara più buona che abbia mai mangiato.
"E chi credi l'abbia fatta scusa?" mi chiede ridendo.
"È buonissima!Posso averne ancora?" le mostro il piatto vuoto come fanno i cagnolini con la scodella quando hanno fame.
"Certo,ma la dividiamo che ho fame anche io!"
"Ma se il tuo piatto era anche più grande del mio!".
Non è giusto.
La pasta è mia punto.
"Chi ha cucinato?" mi chiede puntando il mestolo nella mia direzione.
"Tu!" alzo le mani in segno di resa.
"Quindi dividiamo... Ma perché mi guardi così?" mi chiede tra un boccone e l'altro.
La guardo ma non dico niente,riesco solo a sorridere.
"Se fai un altro commento su quanto mangio non ti invito più!".
"Sto zitto!" e mi porto il dito sulle labbra per farle capire che non dirò più nulla.
Mi piace parlare con lei perchè mi mette di buon umore.
Dopo aver finito anche la carne posso dire di essere ufficialmente sazio.
"Accomodati di là così io sistemo."
"Niente da fare, tu hai cucinato io sistemo". Mi sembra il minimo che possa fare.
"Facciamo così io lavo,tu asciughi. Ok?"
"Affare fatto!".
Di tanto in tanto, le nostre mani si sfiorano. Ogni volta un brivido mi attraversa e qualcosa mi dice che io le faccio le stesso effetto. Essendo vicini riesco a sentire il suo profumo, è così dolce. Le guardo il viso, la sua pelle è perfetta, non usa trucchi,non ne ha bisogno.
Siamo seduti entrambi sul divano. "C'è una foto nel collage dove tu e tuo padre reggete una coppa" le chiedo tutto ad un tratto.
"Si abbiamo vinto una gara di poker" mi risponde tranquilla.
"TU GIOCHI A POKER?" non riesco a crederci.
"Si, cosa c'è di strano?"
"Ti piacciono le moto,giochi a poker..." cerco di ricordare cos'altro le piace quando lei mi interrompe
"Gioco anche con la playstation,guardo le partite di calcio e bevo birra...allora?"
"Sei l'unica ragazza che conosco che fa queste cose". Più la conosco e più mi piace.
"Te lo ripeto ancora una volta,non sono come le altre".
"Lo so" e la guardo negli occhi.
"Fammi vedere quanto sei brava" le chiedo.
"Come scusa?" sembra non capire.
"Giochiamo a poker" . Voglio proprio vedere se accetta la sfida.
"Prima voglio sapere qual'è la posta in palio" risponde.
Non ci avevo pensato. Cosa potrei chiederle?
Sii mia.
Sebastian vai con calma.
"Allora?"
"Mi insegni a cucinare" è la prima cosa che mi viene in mente.
"Sicuro Lord?Dovrà sporcarsi le mani" adesso mi sta prendendo in giro.
"Sicuro... e se vinci tu?cosa che non accadrà mai ovviamente..."
Sono un asso a poker, nessuno è riuscito mai a battermi.
"Se vinco io mi insegni ad andare sulla moto..Specifico..mi insegni a guidare LA moto, che in questo momento, è nel mio cortile".
"Tu vorresti guidare Giulietta?".
Non lo farà mai.
"Giulietta chi scusa?"
"La moto..la moto si chiama..."
"Tu hai dato un nome alla tua moto?AHAHAHAHAHA... e poi Giulietta. Povera Lamborghini" non smette più di ridere.
"Smettila di prendermi in giro!"
"Ok Lord. Allora ci stai?!"
"Dato che è più probabile che un asino impari a parlare che tu vinca contro di me ...accetto".
"L'hai voluto tu Lord,che la sfida abbia inizio".
Non ricordo da quanto tempo abbiamo iniziato a giocare, ma ci sa fare la ragazza. Mi dispiace per lei ma la vittoria è nelle mie mani.
"Punto 500" dico.
"Rilancio, puntando tutto" risponde lei.
A che gioco sta giocando?
"Vedo"
"Prima tu mi dice".
"Full di assi e sei" le dico scoprendo le mie carte.
"Cinque e sette di picche....Scala reale. Ho vinto".
Non è possibile.
"Com'è non dici niente?Com'era il fatto degli asini?".
"Nessuno è riuscito mai a battermi. Sei un mostro". Questa storia Antonio non la deve sapere,mi prenderebbe in giro a vita.
"Lo prendo per un complimento. Grazie."
"La solita fortuna del principiante".
"Non credo proprio. Quando iniziano le mie lezioni con Giulietta?" continua a ridere.
"Sei soddisfatta?"
"Non sai quanto!"
"Avrò la mia rivincita. Sappilo!"
"Quando vuoi caro".
Poi sentiamo la porta aprirsi.
"Sono tornata!Scusa il ritardo ma era una causa difficile."
Sua madre è tornata.
"Mamma sono qui, non preoccuparti."
"Forse è il caso che vada" le dico,lei annuisce.
Non voglio andare via ma da quello che ho capito non ha un buon rapporto con la madre, e non voglio causarle problemi.
"Mamma lui è Sebastian...Sebastian mia madre Rosa".
"Piacere di conoscerla". Cerco di sfoderare il mio sorriso migliore.
"Piacere mio" risponde freddamente.
"Scusate ragazzi ma sono stanca, vado a letto. Buona serata" detto questo, prende la valigetta e sale al piano superiore.
Non è una donna di molte parole.
"Scusala..." mi dice Sofia.
"Tranquilla, lei e mio padre andrebbero d'accordo".
Accenna un sorriso.
"Grazie per la compagnia e scusa per ieri. Non era una buona giornata" è imbarazzata, non riesce a guardarmi negli occhi.
"Tranquilla,grazie a te!Che ne dici di iniziare le nostre lezioni domani pomeriggio?"
"Certo!Facciamo verso le cinque?!".
Ama proprio Giulietta.
"Perfetto. Ci vediamo domani allora. Passo a prenderti io".
"A domani mio lord".
A domani mio lord.
Suo lord.
Si sono suo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro