Parte 5 Ti voglio un bene pazzesco!
'Sei ancora arrabbiato con lei?' domandò Steve, all'entrata del cinema, dove era arrivato in anticipo per ritirare i biglietti che aveva prenotato...i migliori della sala, ovviamente.
Clint, che era stato costretto ad accompagnarlo, si sbottonò 'È complicato. Non è rabbia. Sono deluso e dispiaciuto. Preoccupato del proseguo della collaborazione con...eccola' si zittì, vedendo avvicinarsi la moretta con Tony, Thor e Wanda oltre ad un'altra ragazza bionda, Pepper, la segretaria di Stark, per cui quest'ultimo aveva un debole evidente.
'Ciao, gente!' Iron Man subito ruppe il ghiaccio 'niente musi lunghi e litigate! Stasera solo divertimento!'.
'Lo sapevo' Natasha, sopraggiunta col marito, sbraitò, leggendo il cartellone 'Endgame! Il solito film di supereroi...la sala sarà piena di ragazzini e nerd, peggio di Bruce! Capitano, scegli quello che piace a te, di noi te ne freghi!'.
'A me interessa!' ribatte' Banner, una maglia verde pisello indosso.
'Immaginavo...' la rossa ironica abbozzò, guardando la Tyler 'Bella gonna!' Aveva messo quella grigia scura, col fiocco, presa assieme 'il riposo ti dona, ti trovo meglio' terminò, scoccando uno sguardo di biasimo al Falco.
'Ringrazio il Dottor Barton per aver dormito fino a tardi, senza sveglia, ben tre mattine di seguito' non suonò affatto spiritosa.
'Entriamo' Rogers consegnò a ciascuno il proprio biglietto. Detestava le tensioni e aveva sistemato Clint e Rafflesia vicini, nei posti più laterali, auspicando un loro chiarimento.
Non fecero in tempo a sedersi che Tony, passando, smollò sulle gambe di lui un mastello cilindrico di cartone enorme, pieno di popcorn e, nelle mani di lei, due bicchieri di coca cola 'Offre la casa! Buon divertimento!' si volatilizzò, un attimo dopo.
'Ho capito l'antifona!' commentò Barton, guardandola negli occhi ametista 'Come stai?' Da qualche parte doveva pur iniziare.
'Bene...ecco il film!' indicò lo schermo - dove compariva un bersaglio circolare da colpire - inserendo la bevanda, nel porta bicchiere di plastica, agganciato alla poltrona e prendendo una manciata di popcorn 'Falco, non finirli e lasciamene un po'; se ti senti male e vai al Pronto Soccorso, la migliore non potrà curarti' fece una battuta e l'altro sbottò a ridere.
La moretta era molto divertente, volutamente poco affettuosa nei suoi confronti, rispetto al suo noto carattere. Almeno riuscivano ancora a parlarsi, rifletté il Primario, che si aprì, leggermente, accostando la bocca all'orecchio della Tyler e sussurrandole l'unica cosa che gli aveva pesato sull'anima 'Il Reparto non è lo stesso, senza di te! Mi sei mancata tanto, in questi tre giorni'. La verità assoluta su cui aveva rimuginato.
'Anche voi' aveva contraccambiato Rafflesia, prontamente, fissandolo attraverso le lenti da miope degli occhiali, usando apposta, il plurale. Era stato strano avere tutto quel tempo libero a disposizione; ne aveva approfittato, provando a non pensare alla vicenda di Tiffany e al confronto col Falco e con Fury.
'Endgame non era affatto male' Romanoff commentava, alla paninoteca suggerita da Tony 'tranne i viaggi nel tempo e le connessioni dei personaggi...una confusione pazzesca!'.
'Perché non conosci i film precedenti, abbiamo casa piena di dvd della Marvel, mi avessi mai fatto compagnia a vederne uno!' si lamentò suo marito.
'Roba da nerd sfigati! Qui fanno i cheeseburger migliori di Boston, sono la mia passione. Vi consiglio il classico, con le salse annesse!' suggerì Stark.
'Lo sappiamo, ci trascini ogni benedetta volta che veniamo in zona. Cheeseburger per tutti? Alzate le mani, così ordiniamo' Steve si era messo in piedi a fare i conti.
'Spara, bellezza! Raccontaci che hai combinato durante la sospensione' Thor, appiccicato alla Maximoff, era curioso.
La Tyler, strategicamente piazzata dal Capitano di nuovo accanto a Barton, dettagliò 'Mi sono svegliata con comodo. Colazione a letto, doccia e via...ho saccheggiato le librerie universitarie nel quartiere di Cambridge, per cercare i testi che mi servono per il concorso, con poca fortuna. Ho un elenco lunghissimo...molti non ne ho trovati, forse possono ordinarli, qualcosa non lo ristampano più' dalla borsa prese la lista di libri, sconfortata.
'Posso?' Clint vi una scorsa alla lista, abbozzando un sorriso 'la maggior parte li ho a casa, non comprarli, te li presto io. Anzi, per la parte di Medicina d'urgenza, ti passo pure i cartoncini con le domande più frequenti. Potrei interrogarti, se vuoi...' si offrì, incredibilmente.
Lei si meravigliò della proposta. Aveva fatto mille storie, sapendo del concorso; ora non gli interessava più che se ne andasse per la propria strada, forse perché la recente discussione aveva dato il colpo di grazia a quel poco che c'era fra loro. Apprezzò la disponibilità e cortesia estrema che lo caratterizzava 'Grazie, approfitterò volentieri dei testi; per l'interrogazione...vedremo'. Voleva dire trascorrere parecchie ore insieme, ed era incerta, a causa del loro rapporto ambiguo.
'Falco, sei un genio; abbiamo specializzazioni su materie diverse, che saranno oggetto delle domande delle prove che dovrai affrontare' Steve fissò l'amica del cuore 'Ciascuno di noi ti preparerà, nel suo ramo, studierà con te, ti interrogherà...Chirurgia d'Urgenza Clint, Medicina Legale Natasha, Ortopedia Tony, Oncologia Bruce, Chirurgia Plastica Thor, io per Internistica...stilerò un piano di lavoro coi fiocchi, incrociando il programma di studio con i turni ospedalieri, con uno schema Excel! Che ne dite? Ci state?' si era rivolto al gruppo.
'No, Cap, avete tanto da fare, tra guardie ed interventi...' Rafflesia mise le mani avanti.
'Al solo pensiero che te ne vada, mi suiciderei...però, se è davvero ciò che desideri, sono disponibile ad aiutarti, persino la notte' Vedova Nera sbuffò.
'Concordo, con la mia dolce metà' si unì Bruce.
'Presente! Thor acconsentì, con Tony accanto che faceva sì con la testa, ingozzandosi del panino appena lasciato dal cameriere.
'I tuoi concorrenti non hanno scampo, li sbaraglierai con la nostra collaborazione' Rogers era a mille, e la rimirava, speranzoso acconsentisse, insieme agli altri, ammutoliti, in attesa di un suo cenno.
Erano stati gentili e le volevano un bene dell'anima, erano fra i medici più bravi degli Stati Uniti 'Mi avete convinto. Grazie, accetto!'. Accondiscese, in cuor suo leggermente riluttante, chiedendosi dove l'avrebbe condotta quell'ulteriore momento di vicinanza al Falco, verso cui nemmeno riusciva a voltarsi.
***
Quando Rafflesia aveva chiesto a Steve ed Clint se vi fossero state conseguenze in Ospedale, rispetto alla sua azione sconsiderata, entrambi avevano glissato. Ne comprese il motivo al suo ritorno.
Il personale fissava, di continuo, i movimenti di Barton, in particolar modo quando erano assieme, e lo ostacolava, in maniera irragionevole e subdola.
Proprio come aveva preannunciato Fury, si era schierato, smaccatamente, dalla sua parte, senza che lei lo avesse mai chiesto.
Se ne era accorta, di persona; convocata proprio dal Direttore, per un incontro sul budget, a cui partecipavano i responsabili delle Unità, non aveva notato il suo capo e gli aveva mandato un messaggio al cellulare.
Quello era caduto dalle nuvole, precipitandosi, e l'aveva ringraziata più volte. Al ritorno al Reparto, aveva chiesto spiegazioni, e Coulson, che avrebbe dovuto avvertirlo, si era scusato, mortificato; a causa di un forte mal di pancia era in bagno e non aveva potuto riferirgli la richiesta di Fury.
Per ogni mancato messaggio o problema creato, colleghi, infermieri ed amministrativi erano inattaccabili. Persino al laboratorio della Romanoff, i cui i collaboratori, dopo quanto accaduto con la Tyler, quando leggevano una richiesta firmata da Barton, beh, la mettevano sotto le altre, evadendola per ultima.
Vedova Nera aveva strepitato ma i suoi erano stati irremovibili; il Falco avrebbe avuto i referti richiesti, con i loro tempi. Era l'unica punizione che potevano infliggergli e lo avrebbero fatto...Nat, colpita dalla solidarietà e dall'affetto verso Rafflesia, non aveva sbraitato più di tanto, sperando che la vendetta durasse poco.
D'altronde, la diretta interessata aveva ripreso il lavoro con apparente serenità, prefiggendosi di essere ligia alle regole imposte dal suo capo, circostanza che lui parve apprezzare molto. Tra il Pronto Soccorso e la preparazione all'esame, era impegnata ogni minuto della giornata. Steve le aveva dato uno schema della programmazione dei momenti di studio coi colleghi, a cui si atteneva alla lettera, e Clint prestato i testi di cui aveva necessità.
Proprio quella sera, a casa sua, lo aspettava. Aveva proposto di vedersi da lei, poiché Rogers aveva invitato il resto della truppa maschile ad assistere ad una partita di football americano in tv, ed immaginava che le grida e gli schiamazzi si sarebbero sprecati, fino a tarda notte.
Sentì suonare il campanello; era Barton, preciso al minuto 'Ho imparato la strada' jeans scuri e polo blu, si stagliava sulla porta, in mano un mazzetto di fiori di campo che le passò, con un sorriso imbarazzato che faceva molto Iowa.
'Grazie, non dovevi' si affrettò a sistemarli in un vaso di vetro; gli altri uomini con cui aveva studiato non le avevano portato nulla, eccezion fatta per Tony, che si era presentato con una bottiglia di pregiato vino rosso, più per sé che per lei.
'Hai una casa splendida' il Falco fece un breve giro. Al piano terra della villetta, spiccava un salone molto grande con il camino, un lungo divano bianco angolare colmo di cuscini quadrati blu e verdi, con davanti una poltrona e un pouf circolare basso che serviva da tavolino; alle spalle del divano, un tavolo da pranzo rettangolare di ciliegio chiaro che richiamava il parquet, e sullo sfondo, una cucina a vista, con un'isola centrale con alti sgabelli del medesimo legname, realizzata in un color panna, che spiccava a contrasto del metallo degli elettrodomestici moderni.
Tre vetrate, di cui una centrale a due ante, aprivano la visuale sulla parte interna del patio e del giardino annesso.
Dall'ingresso sbirciò; sulla sinistra, un bagno ed un piccolo studio, con scrivania, computer, un divano letto, forse per gli ospiti, ed una libreria ben fornita, quasi come la propria.
Si chiese come fosse il piano di sopra e la camera da letto 'Ha ragione Romanoff, perfetta ed elegante in tutto!'.
'Esagera sempre! Come vuoi organizzarti? Ceniamo prima, durante o dopo?' chiese, passando subito al sodo ed indicando i libri, che aveva poggiato sul pouf bianco. Di solito studiava stesa sul divano, quando era sola.
'Con gli altri come ti sei regolata?' Clint si grattò il mento, incerto, gli occhi fissi su di lei, che si stagliava nel mezzo del salone, indosso i pantaloni della tuta bianchi e una t-shirt grigia scura, con lo scollo a v.
'Oddio...mi viene da ridere solo se ci penso! Ognuno a modo suo. Tony...ehm...durante, col calice sempre pieno di vino, Banner rigorosamente dopo, sennò non si concentra, Steve e Thor prima, pare morissero di fame. Nat verrà domani!' spiegò.
'Capisco! Non ho i problemi di digestione di Bruce, propongo prima per poi dedicarci al lavoro! Ti posso aiutare? Apparecchio?'.
'No, fammi compagnia' aprì il frigo, tirò fuori una bottiglia di vino bianco già stappata e riempì due bicchieri 'siediti e rilassati' indicò uno degli sgabelli dell'isola, iniziando a poggiare sul ripiano delle tovagliette colorate, piatti e posate, oltre ad una torta rustica ripiena di verdure e una ciotola con couscous di legumi e pesce 'Spero ti piacciano, ho preparato qualcosa di semplice e leggero'.
'Tu hai le mani d'oro! Chirurgo e cuoca! Sono invidioso, tutte queste doti in un unico essere umano! Vista la mia spesa da single suicida, lo vedo come un tentativo di corruzione da parte di una subordinata!' ribatté, spassoso, con l'acquolina in bocca.
Sorseggiando il suo vino, lo osservò fare il primo boccone, con un gemito di piacere ed un commento altrettanto gradito, che le strappò un sorriso 'Pagherò il Capitano, sottobanco, per farmi inserire in qualche turno supplementare!'.
'Sono contenta...' prese una pausa 'soprattutto che i problemi fra noi si siano leggermente appianati'.
'Lo so, Dottoressa Tyler, che non mi chiederai mai scusa, mi sono rassegnato! Non è nemmeno ciò che mi aspetto da te, sei fatta così' ammise il Falco, continuando a cenare.
'Non era personale, volevo lo sapessi; anzi, è stato ancora più difficile perché avevi dettato tu la regola che ho deciso di non osservare' si giustificò, le iridi violette puntate sul volto del commensale.
'Se ricapitasse un caso analogo?' la interpellò, certo della sua risposta.
Lei abbassò il viso, verso il piatto, silenziosa.
'Almeno sei coerente!' ridacchiò il Falco, servendosi di un altro trancio di torta rustica.
'Ricetta di Steve' terminata la cena, Rafflesia posò un vassoio con due caffè e due fette di torta alle mandorle, sul tavolino basso e si sedette a terra, accanto a Barton, che già spulciava libri, appunti e cartoncini con le domande.
'Me l'ha fatta assaggiare! La mangio più tardi, se non ti spiace...attacchiamo! Pronta?' lui doveva esserlo, poiché, come un missile, la interrogò, senza tregua. Un vero e proprio bombardamento, per tastare la sua preparazione. Segnava, su un foglio, le risposte giuste e sbagliate, per capire cosa approfondire.
'Basta! Sono esausta! Ho lavorato più con te, in un'ora e mezza, che con gli altri sommati' Rafflesia interruppe il collega, che, instancabile, sarebbe andato avanti all'infinito.
'Eccellente, non avevo dubbi' confermò, controllando sul suo foglio 'insisterei sulle procedure di rianimazione, per il resto possiamo seguire gli argomenti del manuale, capitolo per capitolo!'.
'Va bene, professor Falco!' la moretta gli passò la sua porzione di dolce, ridendo a crepapelle.
'E' meglio di quella di Steve. Non glielo dirò nemmeno sotto tortura, si offenderebbe a morte!' si complimentò lui, intanto che ingoiava l'ultimo boccone, seduto a gambe conserte sul pavimento, accanto alla padrona di casa.
'Grazie, mi lusinghi'.
'È la verità' nel ribadirlo, alzò lo sguardo e vide una briciola rimasta attaccata all'incrocio delle sue labbra.
La lambì con il pollice e la portò alla bocca 'È il dolce più buono che abbia mai mangiato' mormorò, con voce roca, fissandola intensamente negli occhi. Gli sembrò di aver smesso di respirare e che per Rafflesia fosse lo stesso. Avvicinò il viso al suo, e, più delicatamente possibile, appoggiò le labbra su quelle dell'incantevole creatura che aveva di fronte. Morbide, profumate ed al gusto di mandorle, una vera delizia. Erano mesi che si teneva...non aveva resistito!
Col cuore in tempesta, aprì leggermente la bocca, sentendo in quell'attimo la punta della sua lingua cercare la propria. Contraccambiò, immediato, con passione, stringendola a sé per i fianchi, mentre lei allacciava i polsi dietro le sue spalle, con un gridolino accorato.
Un bacio più accalorato del precedente, finirono stesi sul pavimento sopra il tappeto, Barton su di lei, tolti e poggiati sul tavolino gli occhiali da vista.
Si staccò, senza fiato, giusto il tempo per liberarsi della polo e aiutare la collega a sfilare la t-shirt dalla testa.
La visione della femmina, con un reggiseno di pizzo trasparente, grigio chiaro, che lasciava poco all'immaginazione, gli dette lo sprint per sganciarglielo. 'Sei stupenda' commentò, ammirando i seni sferici e sodi ed i capezzolini eretti e duri, che si stagliavano, nella sua direzione.
Ci si sarebbe buttato a capofitto; si trattenne, portando al volto l'incavo del suo polso e baciandolo. Iniziò a colmarla di baci, partendo da lì, per risalire l'avambraccio sinistro ed il braccio, lasciando succhiotti sulle spalle e sul collo, intanto che lei tremava, sotto la sua bocca umida.
Con le mani, strizzò le sue mammelle, titillando, con la lingua, la punta dei capezzoli e passandola intorno all'areola, con un movimento circolare. Ripeté lo stesso gioco, con l'altro lato del corpo, stavolta ciucciandole il seno con foga; era tanta la tensione sull'inguine da slacciarsi i bottoni metallici dei jeans in cui stava scoppiando.
Rafflesia si sentiva in estasi, soggiogata dalle sue labbra e dalle sue mani; lo aveva immaginato molte volte e quello che stava vivendo era meglio, per il coinvolgimento emotivo che sentiva per il partner...le venne in mente la parola di Fury, troppo, nel momento in cui la mano di Clint si infilò sotto la tuta, dentro le mutandine, sfiorandole il sesso umido...era troppo presto, era troppo presa, a breve sarebbero stati troppo lontani...
Si tirò indietro, mettendosi a sedere 'Scusa! Non posso...' mormorò, affranta, rivestendosi in fretta e rialzandosi in piedi, in imbarazzo, seguita da lui, che la fissava, mortificato, con gli occhi sgranati 'Ho capito male? Non volevi?' diamine, erano arrivati a quel punto, stavano quasi per fare l'amore.
'Lo volevo, solo che sei il mio capo e probabilmente andrò via' abbassò lo sguardo sui libri 'è sbagliato, meglio soprassedere, non avremmo dovuto cominciare ' disse, a voce bassissima.
'Come desideri, non posso obbligarti a stare con me...per mio conto, non c'è mai stato nulla di meno sbagliato, ci tenevo lo sapessi ed un'ultima cosa' si avvicinò e le prese il volto fra le mani, per farle alzare lo sguardo, verso di lui 'ti voglio un bene pazzesco' la baciò, sulla fronte, e scappò via, col cuore straziato, lasciandola sola, in preda ad uno sconvolgimento interiore, un peso sull'anima.
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