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Parte 4 Troppo

Dal lunedì seguente, Pietro aveva ripreso servizio; si era molto impegnato ed era riuscito a trovare un equilibrio con Barton, complice la buona volontà di quest'ultimo. La loro collaborazione era proficua; non sarebbero mai stati grandi amici ma si rispettavano. Diversamente, alla luce del rifiuto ricevuto dalla moretta, aveva deciso di tenere le distanze e si confrontava con lei il minimo indispensabile, esclusivamente per motivi di lavoro.

'Hai perso un ammiratore!' Natasha la prendeva in giro; erano insieme in camerino, nella boutique vicino il Policlinico, dove abitualmente facevano compere.

'Speravo di aver instaurato un rapporto che andasse al di là dell'insegnamento, mi ero sbagliata! Come mi sta?' Rafflesia provava una gonna grigia scura, lunga al ginocchio, con un fiocco in vita, sopra un top bianco di seta.

'Benissimo, come tutto ciò che indossi' ribadì la Romanoff 'E' nella fase ormonale, ti vedeva in posizione orizzontale, sotto di sé...è un giovane uomo, che pretendi!'.

'Hai ragione!'.

'Comunque, hai sempre il tuo fan numero uno!' la rossa ridacchiò, infilandosi i propri vestiti, dato che entrambe avevano deciso cosa acquistare.

'Finiscila con questa storia, ti sei fissata e Steve mi tormenta!' si stava scocciando, i suoi amici erano eccessivamente insistenti ed impiccioni.

'E' il Primario del tuo Reparto, è brillante, intelligente, educato; senza contare che Point Break ci ha raccontato che avete ballato un lento, al concerto di Maximoff, come due adolescenti; ci mima addirittura la scena! E' uno spasso!' la collega rise 'perché non ci fai un pensierino?' le suggerì.

'Vedova, no! Forse mi trasferirò in California, e una relazione con un superiore è una follia!' si oppose.

'Tante vanno a letto col capo per fare carriera; non sarebbe il tuo caso, dal momento che è l'unico più alto in grado di te e non potresti prendere il suo posto, nemmeno se volessi. Magari, se vi metteste assieme, non andresti più via...' suggerì; era ciò che le premeva di più, sperava tanto cambiasse idea su quel maledetto concorso.

La moretta lo capì 'Rimarremo amiche ugualmente, Nat! Anzi, mi verrai a trovare con Bruce, più volte di quanto immagini! Sole, mare, spiagge bianche!'.

'Se lo dici tu; secondo me ti piace, e non poco. Soprattutto piace a noi cinque, mica come Josh, il tuo ex...non lo potevamo soffrire...facciamoci preparare il conto! Sai, da quando il Falco ha introdotto le nuove regole sul proprio benestare su referti ed esami diagnostici, mi arrivano molte meno richieste! Mi è parsa una buona iniziativa!' commentò.

'E' tutto relativo; a volte, quando manca o è impegnato, si aspetta parecchio tempo e si mette a rischio la salute del paziente' la contraddisse, tirando fuori la carta di credito dal portafoglio.

Ne aveva discusso con Clint, innumerevoli volte, senza riuscire a farlo smuovere di un millimetro.

Da quando erano stati insieme al concerto di Maximoff, il loro rapporto si era ulteriormente complicato. Si frequentavano sia sul lavoro, sia nel tempo libero, grazie agli incontri ed eventi organizzati da Steve, con una sorta di stonatura di fondo, alla ricerca di un equilibrio introvabile.

La Tyler aveva la sensazione di camminare sulle uova, con lui.

Il Falco era cortese, formale, un perfetto superiore e collega. Amici...la parola che non avrebbe potuto usare, per definire il loro legame. Percepiva i suoi occhi addosso, continuamente; un malinconico trasporto, dietro le lenti degli occhiali da vista che aveva sdoganato in Reparto, smettendo di vergognarsene, ed una mestizia, dovuta alla sua confessione sul concorso per l'insegnamento.

Per lei, inquietudine e turbamento, nello stargli vicino. Il senso di irrequietezza aumentò, tuttavia, proprio a causa delle direttive di Barton; quando l'uomo aveva affermato che, per il suo vice, l'avallo per le prescrizioni sarebbe stato una mera formalità, si sbagliava di grosso.

Lo capirono entrambi un pomeriggio, in Reparto; un pomeriggio nefasto, che avrebbero ricordato a lungo.

Clint aveva preso, con Pietro, una giovane paziente, ridotta piuttosto male. Bionda, minuta, in chiara crisi di astinenza, aveva ecchimosi sulle cosce, sul busto e sul viso. Quando la portarono in Sala Emergenza, la ragazza fece il nome di Rafflesia 'Per favore, avvertite la Dottoressa Tyler!' li pregò.

Maximoff la riconobbe, in quell'attimo 'Si chiama Tiffany, è una prostituta, di solito ci pensa la Tyler'.

'Cercala' lo invitò il Falco; lo scambio dei malati non era prassi abituale, tuttavia si era convinto che la giovane avesse subito violenza e rifletté che, data la confidenza ed il fatto che fosse donna, la collega l'avrebbe messa più a suo agio.

A sentire il nome della biondina, Rafflesia si era precipitata; aveva scrutato la ragazza, e le aveva fatto una carezza 'Che è successo? Non dovevi essere al Centro di disintossicazione?' le domandò.

Tiffany le prese la mano 'Dottoressa, il metadone che mi davano, purtroppo, non mi bastava più; sono finita di nuovo sul marciapiede, e due clienti mi hanno massacrato...' piangendo, disperata, le spiegò.

'Accidenti!' la mora era rammaricata 'ora ti visito; potrebbe essere doloroso, devo capire cosa ti hanno fatto. Passatemi un kit stupro...e uscite...tutti fuori' ordinò.

Barton lo recuperò, personalmente, e glielo diede, solidale 'Aspetto in corridoio, casomai avessi bisogno di me'.

La collega annuì, con un cenno della testa, dedicando la propria attenzione alla sua paziente.

'La Tyler ha molto a cuore quella ragazza!' commentò Maria Hill, dal bancone dell'accettazione, intanto che Clint controllava al terminale il suo nominativo, apprendendo che era stata al Pronto Soccorso decine di volte, per analoghe problematiche, e la sua età...era minorenne!

Si incuriosì di tanto interesse del suo vice, continuando ad ascoltare i racconti dell'impiegata. 'Dopo l'ultimo ricovero, la Dottoressa l'ha fatta entrare in un centro, dove danno metadone e farmaci, aiutando le sfortunate come Tiffany, che non hanno più nulla e soprattutto genitori, parenti o amici che se ne curino. Ha fatto il diavolo a quattro, per farla inserire, e poiché, per i primi giorni, non c'era posto, le ha pagato il ricovero in una struttura privata. Lo so per certo, mi sono occupata personalmente delle pratiche amministrative...era una retta molto salata!'.

'Ha un cuore d'oro! Peccato ci lasci...' commentò Coulson, un'espressione di rimprovero verso il Falco, che alzò gli occhi al cielo. Le frecciatine sull'argomento erano continue.

'Non è l'unica paziente a cui abbia pagato cure o farmaci; il Dottor Stark dice che, con quel denaro, avrebbe già estinto il mutuo della casa' terminò la Hill, intanto che la moretta usciva dalla Sala Emergenza, pallida.

'Ho dovuto metterle diversi punti...certi uomini sono veri animali. È stata chiaramente violentata ma non vuole sporgere denuncia. D'altro canto, provare in Tribunale un'accusa simile, formulata da una prostituta tossica, è molto complesso...la sua scelta è comprensibile' si rammaricò.

'Che pensi di fare?' la interpellò il Primario.

'Rimarrà qui, in osservazione per qualche ora; ho chiamato il ginecologo di turno, per un consulto. Vorrei darle del metadone; è l'unico modo, affinché la riprendano al Centro!' suggerì, pensando di trovare un alleato nel Falco.

Lui, invece, contrario, si inalberò, 'Assolutamente no! Ho visto le cartelle relative ai suoi precedenti ricoveri. Entra ed esce dal Pronto Soccorso e dai centri, in continuazione. È solo una tossica, destinata ad una brutta fine. È inevitabile. Segnalala ai servizi sociali; se non possono prenderla in carico, dimettila, non appena starà meglio... lasciamo il metadone a qualcuno che abbia più forza di volontà...la prescrizione deve passare al mio vaglio e ti avviso, in anticipo, che non la firmerò'.

'Clint...ho fatto carte false, per farla entrare nel centro dove tentava di disintossicarsi...per favore...ti prego' lo scongiurò, avendo compreso dall'inizio che si fosse irrigidito, sulla sua presa di posizione.

'Non insistere. Siamo medici, non buoni samaritani. E non facciamo miracoli. A volte è necessario essere più distaccati dai propri pazienti; in caso contrario, si perde di obiettività' la rimproverò e le fu chiaro che gli avessero spifferato delle sue generose elargizioni, di cui non era a conoscenza. Certo, non si sarebbe vergognata di averla aiutata, stante il suo sguardo di biasimo!

'Come ritieni' cedette...immediatamente! Senza recriminazioni, accettò la decisione del suo capo, a testa bassa.

A lui sembrò strano: la collega era una vera combattente, una rock star, come gli aveva detto Thor, il primo giorno di lavoro.

Fu confortato, al pensiero di non doverci questionare, poiché ciò che sentiva per lei era diventato un bel problema. Tra la serata emozionante del concerto e la notizia di una sua probabile dipartita, e, in generale, del desiderio di lasciare l'ospedale in via definitiva, aveva letteralmente perso il sonno.

Non ci badò, lì per lì; gli fu tutto chiaro quando, tornando con Rogers dalla tavola calda, dove lo aveva accompagnato per un caffè, vide Tiffany, che saliva su un taxi, e Rafflesia, che forniva indicazioni al conducente, dandogli una banconota.

Non appena l'auto gialla sfrecciò via, la moretta si accorse di essere stata beccata; l'aveva fatta grossa, stavolta, bypassando la regola numero uno del suo superiore.

Ora il Falco la fissava incazzato, come avesse ucciso qualcuno. Le si avvicinò e la trascinò dentro, per un braccio, sotto lo sguardo preoccupato del Capitano, che lo seguì passo passo.

'Come ti è saltato in mente? Dimmelo! Non ero stato chiaro? Niente metadone...e se io non ti ho controfirmato la cartella, glielo hai dato...rubandolo!' urlava, intanto che passavano davanti allo schedario delle cartelle cliniche.

Si fermò, lei limitrofa, con gli occhi inquieti che sfidavano il mondo; il suo capo furioso, cercava il fascicolo di Tiffany. Lo trovò; sopra non c'era nessun appunto, ovviamente.

Come un folle, sbattè la cartella sul desk, e si diresse verso l'armadietto dei medicinali di classe A. Mancava una dose di metadone, che la Tyler aveva sottratto, per somministrarla alla sua paziente, affinché potesse riprendere il percorso della disintossicazione. Il cerchio delle prove contro la moretta si era chiuso!

'Proprio tu hai disobbedito ad una mia precisa direttiva! Sei il mio vice, la più alta in grado dopo di me! Ne avevamo discusso, sapevi fossi contrario e te ne sei fregata ugualmente. Credi di essere ancora tu a comandare, qui? Immune da qualsiasi sanzione, perché siamo amici?' Barton, che aveva perso le staffe, in maniera clamorosa, gridava a più non posso, al cospetto del personale. E pure di fronte a Nat, Tony, Bruce e Thor, che Steve aveva avvisato tramite Messenger, ed erano accorsi, per solidarietà.

Rafflesia non tirò fuori grandi argomenti per giustificarsi, era in torto marcio e lo sapeva 'Volevo solo aiutarla e non hai ascoltato le mie ragioni...' rispose, mesta, fissandolo negli occhi azzurri, consapevole di averlo tradito, deluso enormemente e di aver rotto il rapporto di fiducia che avevano costruito.

'Ti sbagli. Le ho capite ma non condivise. Tu, invece, non hai accettato il mio no, come risposta, poiché, nella tua testa bacata, ne desideravi un'altra. Nel mio gruppo di lavoro non tollero insubordinazioni. Il Direttore Fury deciderà il provvedimento più adatto al casino che hai combinato' la minacciò, prendendo l'ascensore, verso i piani alti della Direzione Generale, per informare il nero, sventolando il fascicolo della paziente.

'Clint, no! Fermati!' Tony non fece in tempo a raggiungerlo, che l'altro lo bloccò con la mano e premette il pulsante di chiusura delle porte. 'Scusa, ci ho provato, ma Iowa è tutto d'un pezzo!' Stark aveva tentato di convincerlo a non denunciarla.

Rafflesia si era seduta in saletta medici, fissando la finestra, assorta, con Vedova Nera vicino, che le porgeva un bicchiere d'acqua.

'È una brutta storia, non mi piace per niente' commentò il Capitano.

'Ti comprendo, darei l'anima per i miei pazienti. Credo di essere l'unico oncologo che va ai loro funerali. E non sono pochi! Però...avevi avuto delle direttive precise da un tuo superiore...' Banner tentò un esame obiettivo della vicenda.

'Il Direttore detesta questo genere di rogne!' sottolineò Thor.

'Fosse accaduto con chiunque altro, sarebbe stato meglio; invece, litigare col Falco...un vero e proprio disastro!' Tony era parecchio pessimista.

Dacché la moretta non aveva replicato a nessuno di loro, inquieta, la Romanoff le mise un braccio sulle spalle 'Non ci fasciamo la testa prima di cadere! Magari Fury sarà clemente, ti stima moltissimo!'. Lo sperò vivamente, pur essendone scettica, in cuor suo.

Dieci minuti più tardi, Coulson avvertì la Tyler che era desiderata proprio dal Direttore e lei salì, in fretta, nella sua stanza, avvilita, un cenno di saluto agli amici che le erano rimasti accanto, e le avevano fatto un sincero in bocca al lupo.

Steve, scosso, voleva persino accompagnarla, ma lo dissuase: era un problema solo suo e gli promise di informarlo, appena terminato l'incontro.

Quando entrò, davanti alla scrivania di Fury, trovò seduto Clint, rosso in volto e smanioso.

'Rafflesia, ciao, accomodati' la invitò il nero.

Lei occupò la poltroncina accanto al Falco, in silenzio.

Il Direttore la interloquì 'Siamo sempre alle solite! Il tuo capo mi ha riferito quanto accaduto. Vedi, mi si chiede di giudicare le tue azioni, da un mero punto di vista professionale ed amministrativo. Sarò obiettivo, in questo, e sarà un compito ingrato. Non sono stupito del tuo gesto, ti conosco da molto più tempo del Dottor Barton. Dal punto di vista morale, lo condivido, credimi. Ammiro il tuo coraggio; in pochi avrebbero messo in gioco la propria carriera, per una prostituta tossica'.

Clint era perplesso; Fury avrebbe dovuto rimproverarla aspramente, pareva si complimentasse.

Di fondo, il Direttore non aveva torto, lui stesso doveva ammetterlo. Lo aveva amareggiato la sua impudenza, unitamente alla certezza di essersi sbagliato...pensava che il loro rapporto fosse almeno un po' speciale. Invece, era stato tradito...non in maniera sentimentale, ma gli faceva male lo stesso...gli bruciava, da morire!

Il nero proseguì 'Quando mi hai chiesto perché avessi dato il posto di Responsabile di Medicina d'urgenza ad un altro, anziché a te, non ti risposi; Dottoressa Tyler, non l'hai avuto perché sei sempre troppo coinvolta dai pazienti e perché prendi il lavoro in maniera troppo personale. Troppo, nel tuo caso, è la parola sbagliata e non la giusta; sei addirittura troppo preparata, troppo qualificata. Non è mai stata una questione di curriculum o di studi. Così ora lo sai, potrai rifletterci, se ne avrai voglia...nei tre giorni di sospensione dal servizio, il provvedimento disciplinare per aver disobbedito agli ordini del tuo diretto superiore. Potete andare, entrambi'. Indicò la porta, non erano ammesse repliche.

Aggiunse solo, incisivo 'Ah, Barton, fai attenzione; in questo Ospedale, e sul lavoro, in generale, gli spioni non piacciono a nessuno. E tu hai fatto la spia proprio all'unica persona che adoriamo tutti!'.

Le ultime frasi di Fury avevano disintegrato l'autostima di Clint, che si ritrovò ad attendere l'ascensore, con la collega accanto, senza sapere cosa dirle, posto che riteneva dovesse scusarsi lei e non il contrario.

La vide scendere al piano di Chirurgia interna, probabilmente per incontrare il Capitano.

'Ciao, Falco, ci vediamo fra tre giorni' lo salutò, con un'indifferenza voluta che, per lui, fu peggio di una stilettata. Si chiese, scoraggiato, se non l'avesse persa, senza mai averla davvero avuta per sé.

***

'Rimani a dormire a casa mia; se il divano è scomodo, ti cedo il letto. Non mi va che resti da sola! Oppure vai dai Banner!' Rogers insisteva.

'Non se ne parla. Mica è un lutto. Per la prima volta, ho tre giorni per me. Riposerò e studierò per il concorso; non tutto il male viene per nuocere!' la Tyler provò a fare la spiritosa.

'Forse non ti va di stare da Cap, per la vicinanza dell'appartamento a quello di Barton; invece, potresti passare la notte da Nat e Bruce!' insistette Tony.

'Sentite...non è che non apprezzi la vostra vicinanza e preoccupazione; il mio percorso al Policlinico è finito da un pezzo, da quando il Falco ha avuto il posto a cui aspiravo e per cui ho lavorato una vita, non prendiamoci in giro' mormorò.

'Deve essere per forza così? Non puoi continuare a fargli da vice e rimanere a Boston, dove ci siamo noi, i tuoi amici?' domandò Natasha.

Lei sospirò 'Non credo, Vedova, non credo proprio. Meglio che vada!' prese la borsa, per dirigersi a recuperare la macchina in garage, con Steve alle calcagna.

'Ti sembrerà una domanda superficiale e sciocca; ho organizzato per andare al cinema venerdì, e avevi detto di sì, prima della...ehm...scenata odierna. Siccome verrà pure Clint...' non sapeva come parlarle della questione.

'Ho capito, Rogers, ti abbiamo scombussolato i piani. Il tuo verbo preferito è organizzare! Non ti fermi mai, Gesù, hai una vitalità! Non angosciarti, siamo adulti e vaccinati. Sei amico di entrambi e non credo sarà un problema frequentarsi in pubblico, con gli altri. Inoltre, fra settantadue ore, ricomincerò a lavorare a fianco del mitico Occhio di Falco' lo rassicurò, dissimulando la propria tensione, mentre saliva in auto.

'Se sei sicura, non disdico nessun appuntamento!' il Capitano aveva l'agenda piena di eventi che la vedevano coinvolta, insieme al suo capo.

'Tranquillo! Grazie di tutto e buonanotte' lo baciò, dal finestrino aperto, sgommando in direzione nord Boston.

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