Parte 11 Legami di sangue
Dopo un ultimo giorno da turisti, erano tornati alla routine della vita lavorativa di Boston.
'Sono sicura che, alla clinica dove vi assumeranno, non hanno i problemi di reperimento del sangue che ho io' Romanoff si era messa di traverso, appena saputo delle offerte ricevute, non nascondendo il proprio malumore.
'Calmati!' Bruce le aveva poggiato una mano sul braccio 'scusatela, è più acida del solito! Alla banca del sangue, le sacche scarseggiano. Col caldo, i donatori abituali vanno in vacanza e la donazione è l'ultima cosa a cui pensano' tentava di giustificare il nervosismo di sua moglie.
'Domattina verrò io! Mi salasserai quanto ti pare' Rafflesia si offrì, era di gruppo O negativo, praticamente una donatrice universale e si prodigava, con regolarità.
'Ecco, tu sei la mia ancora di salvezza, e quando andrai in California, non potrò più contare su di te!' Natasha trovava una motivazione per battibeccare, in ogni frase.
'Nat, accontentati! Meno male il sangue si dona ogni tre mesi; in caso contrario, la terresti con te, nei meandri del tuo buio laboratorio al piano di sotto, ventiquattro ore al giorno, legata al lettino...mica ti chiamano Vedova Nera per scherzo' Clint la prese in giro, per farla arrabbiare.
'Taci! Sei la pietra dello scandalo. Hai portato la mia amica in quella struttura assurda...e per di più, il tuo sangue non serve a niente!' ribatté, piccata; il Falco era gruppo AB positivo...poteva ricevere una trasfusione da chiunque, ma non fare altrettanto.
'Vedova carissima, non contare su di me, ho il terrore degli aghi' Tony, pallido al solo pensiero di un prelievo, la fissava con odio.
'Sei Iron Man, un macellaio delle ossa, apri la gente in due, e non ti va di aiutare il prossimo con due gocce di sangue?' Steve si mise le mani fra i capelli, simulando un gesto di profonda disperazione.
'Stark, se vai, Romanoff ti farà trovare un cheeseburger, per colazione, al posto di caffè e brioche!' il Falco fece una battuta e l'amico si alzò, offeso a morte, sibilando 'Traditore' e lasciando il vassoio vuoto, nel carrello delle vivande sporche della mensa, per tornare al proprio Reparto.
'L'ha presa male...non ha retto all'idea della vostra doppia defezione' Thor rideva, come un pazzo, con le lacrime agli occhi 'perdonatemi. Pure io non ne sarei contento, però Tony è assurdo...se penso che la prima volta che ha visto Clint, proprio da questo tavolo, lo guardava con occhi assassini e non voleva che si sedesse con noi. Ora, invece, Iowa, ha una cotta per te. Sei parecchio gettonato, ultimamente!'.
'Uhm, sono un po' gelosa' Rafflesia si avvicinò a Barton e lo baciò sulle labbra, poco prima di mettersi in piedi 'dopo il pranzo sempre sereno con i miei amici più stretti, mi sento carica per il pomeriggio' ironica, li salutò, carezzando le spalle del suo ragazzo, per invitarlo a seguirla. Certo, non le rendevano mai le cose facili!
***
'Detesto aspettare! Soprattutto loro, in questo periodo' Stark si lamentava, nella sala d'attesa del Pronto Soccorso.
'Hai due amici che lavorano a Medicina d'urgenza e non hai ancora capito che turni hanno? Dai, fra dieci minuti avranno finito e potremo andarcene!' il Capitano lo redarguì, segnalando 'stai sereno, mi ero tenuto largo con l'orario della prenotazione al bowling!'.
'Figuriamoci!' Tony sbuffò.
In quell'attimo, una figura che conoscevano si materializzò dall'entrata, distogliendo l'attenzione di tutti dalla discussione. Abbracciato a Maria Hill, che lo sorreggeva, il Direttore Sanitario, molto sofferente, si dirigeva verso di loro.
'Barton!' gridò Thor, andando incontro al nero.
Clint, con Rafflesia alle spalle, accorse immediatamente 'Portate una barella!' ordinò a Pietro e Sam, che si accostarono a Fury, facendolo stendere.
'Che succede?' domandò la Tyler.
L'uomo non parlava, e Maria rispose al suo posto 'Dottoressa, non vuole dirmelo, è cocciuto come un mulo; ho visto che si era stranito, che qualcosa non andava ed ho preferito venire qui...amore, sei un testone!' carezzò la mano del Direttore.
'Hai fatto bene, entriamo' il Falco portò il paziente in Sala Emergenza uno, seguito dagli altri medici suoi amici, che si erano sentiti autorizzati a partecipare al consulto, come fosse un party.
'Non avete altro da fare?' Fury, dolorante, riprese poche forze, li rimproverò.
'Veramente no. E potremmo essere utili!' il timido Bruce tirò fuori le unghie. Erano preoccupati e in ansia.
'Direttore, come si sente?' Rafflesia provò, avendo compreso al volo che ci fosse un problema serio, giacché l'altro era chiuso come un riccio e reticente e si era limitato a fissare loro e la Hill, come custodisse un segreto. 'Procediamo, allora' si mise i guanti e ordinò gli esami di routine.
La Romanoff effettuò personalmente il prelievo ematico, portando le provette in laboratorio di gran lena.
'E' caldo, ha la febbre' Rafflesia misurò la temperatura 'trentanove e due...niente male, per non farsi mancare nulla'.
Considerato che il nero si toccava l'addome, Clint provvide ad un'ecografia, che non rivelò granché 'Giusto qualche linfonodo ingrossato, di per sé è sintomo di troppe patologie diverse' aveva riassunto, con un'espressione così tesa che la Tyler si avvicinò 'Hai già formulato la diagnosi...ed è terribile, vero?'.
Lui inspirò profondamente, prima di esprimersi 'Ha un tumore...maligno'. Fu un bisbiglio. Quattro parole, che esplosero nella sua testa, come una bomba. E in quella degli astanti, che avevano afferrato benissimo.
'I sintomi ci sono, non si può negare...' Rafflesia rifletté, intanto che Vedova Nera ritornava con gli esiti delle analisi, pallida.
'I marcatori tumorali sono alle stelle' la russa confermò i sospetti di Barton, che scartabellava i fogli 'e la ves, ugualmente...ha un'infezione e ...i globuli rossi sono un disastro'.
'Già' commentò la moretta, accanto, rivolgendosi poi verso il Direttore, nel silenzio calato nella sala. 'Capo' gli prese la mano, mentre lui fissava il soffitto 'lo sa cos'ha, vero? Me lo dica, per favore. Solo così potremo aiutarla e farla stare meglio' lo pregò, accorata.
Fury sembrò destarsi dal suo torpore e la scrutò 'Per questo sei tanto brava, Dottoressa, per il tuo cuore grande'. Non avrebbe mai voluto raccontare davanti a Maria, ne fu costretto. 'Qualche mese fa ho scoperto di avere un cancro al colon...' la confessione più nefasta che potesse far loro.
La Hill si sentì mancare ma rimase in piedi, seria; non era il momento per farsi prendere da un evidente sconforto.
Bruce, sconvolto, fece un passo avanti, quasi imbestialito 'Perché non è venuto da me? Non si fidava? Pensava non fossi all'altezza?'.
'Banner' il nero rise 'no, ovviamente! Ho un vecchio amico oncologo ed ho preferito parlarne con lui, per questione di mera riservatezza...il vostro gruppo non è noto per farsi i cavoli propri'.
'E quindi?' Tony voleva sapere di più, ovvero la prognosi.
'Penultimo stadio...poche speranze ...non voglio subire trattamenti estremi, né rubare tempo, risorse e denaro pubblico per un malattia incurabile! Ho un'età!' ammise, con serenità 'Scusa, Maria; avrei dovuto dirtelo prima, ero talmente contento della nostra frequentazione che non ci sono proprio riuscito. Era troppo bello, per essere vero, dopo tanti anni di solitudine, e vedi come è andata a finire. Ho dovuto smettere di sognare, non appena ho cominciato! A proposito. Grazie, Steve, ti devo molto' si riferì al sorteggio pilotato ed il Capitano fece un cenno di assenso con la testa, minimizzando.
'Esistono molte possibilità, mi lasci tentare, non tutto è perduto...sono bravo!' Bruce provò.
'Non insistere...' Fury si sforzò, perdendo conoscenza.
La Tyler, che gli teneva ancora la mano, sentì il polso 'E' molto provato...però è strano. Ripetiamo le analisi, Nat...qualcosa non mi quadra'.
La Romanoff provvide all'istante, intanto che loro aspettavano dentro e fuori la sala, con il personale, al completo, presente in corridoio.
'Per piacere, tornate alle vostre occupazioni' il Falco, gelido, li spronò 'conoscete il Direttore Sanitario e sapete che non sarebbe contento di sapervi qui ad oziare. Appena possibile, vi informerà lui stesso sulle proprie condizioni di salute'. Li rimproverò, riuscendo nel suo intento. 'Coulson, poche chiacchiere e argina i curiosi!' comandò.
'Certo! Ci mancherebbe!' Phil era al Policlinico da molto più tempo di Fury e piuttosto in confidenza con il Capo; avrebbe protetto la sua privacy fino allo stremo.
'Romanoff, che notizie porti?' Thor scrutò l'amica, che rientrava, in sala turbata.
'C'era da approfondire, come suggerito. L'emoglobina è a valori bassi da far paura' la rossa li ragguagliò.
'Cavolo, si sta scoagulando!' dedusse Rafflesia.
'Ha un'emorragia, è chiaro...dove? Potrebbe essere ovunque' aggiunse Clint.
'Dobbiamo tamponare la perdita ematica. Vedova, il Direttore è di gruppo O negativo, riceve da pochissimi donatori...quante sacche di plasma hai compatibili?' la Tyler si informò.
'Sono finite pure le tue...le ho date via, per un intervento, qualche ora fa' Romanoff, scoraggiata, si guardò le punte dei piedi.
'Telefonate a tutte le banche del sangue vicine. Pietro e Sam, aiutate Coulson nelle chiamate, state sul pezzo!' Barton ordinò e i suoi specializzandi si volatilizzarono.
'Anche se le reperissimo, le sacche arriverebbero troppo tardi, Clint, lo sai bene, morirà dissanguato. Trasfondi da me, adesso!' la mora suggerì.
L'uomo non fece in tempo ad opporsi a quella pratica inusuale e poco sicura che Fury, ripresosi ed in sé, la scoraggiò 'No, non esiste! Non te lo permetterò'.
'Hai donato l'altro ieri, è molto pericoloso e potresti avere un embolia...' il Falco glielo gridò.
'Potrei...non accadrà! Lo farai tu, che sei il medico migliore che conosca, insieme alla Vedova sanguisuga!' la mora buttò lì una battutina, per stemperare la tensione e convincerli.
'Dottoressa Tyler, un tuo superiore ti ha dato un ordine preciso...intendi disubbidire, di nuovo?' il nero era stupefatto.
'Me ne frego, mi licenzi... domani, non oggi. Hai paura?' spostò un lettino, accanto a quello del Direttore e si stese, scoprendo il braccio e porgendolo a Clint, a cui si era rivolta.
'Amore, non posso!' lui, ammirato e preoccupato, tentò per l'ultima volta di dissuaderla, sapendo di combattere contro i mulini a vento.
'Devi, è l'unica chance che abbiamo, ti prego...andrà tutto bene!' lo esortò, col suo sguardo più dolce e sensuale, di quelli che dedicava a lui soltanto, quando si coccolavano.
'Tu sei matta! Per questo ti amo...procediamo' prese l'occorrente per trasfondere, da un armadietto limitrofo, e mise i guanti per iniziare la procedura, coadiuvato da Natasha.
'Dottor Barton, vale per te quanto ho detto alla tua collega' Fury si opponeva.
'Non può fermarci, non è in grado di ribellarsi. Siamo i suoi medici e decidiamo per lei, scriverò sulla cartella che era incosciente e i dottori che sono qui' si girò verso la Hill e gli amici, vedendo Tony che sigillava, strategicamente, la porta d'ingresso alla sala 'mi copriranno'.
Inserì l'ago nel polso della sua donna, strappandole un gemito 'Scusa, so che fa male' lo bloccò col nastro medico e lo collegò con dei tubicini in gomma allo speculare, nel braccio del Direttore.
Dieci secondi dopo, il liquido rosso scuro iniziò il suo passaggio da un corpo all'altro, mentre il nero sospirava, sentendo la mano destra della moretta sulla sua sinistra e commentando, inquieto 'Stavolta sarà ben più di tre giorni di sospensione'.
'Non mi importa, Capo, non la farò morire' ribatte' lei, sotto lo sguardo innamorato di Barton.
'Steve, dobbiamo capire cosa provoca l'emorragia...e senza mille esami più o meno invasivi...ci vorrebbe del tempo prezioso! Fatti girare il cervello!' Thor esortò Rogers.
'Clint, tu sei Occhio di Falco...guarda bene...anche da una certa distanza' Rafflesia sapeva che fosse l'unico a poter formulare un'ipotesi valida e tempestiva.
'Una cosa ci sarebbe e mi era venuta in mente dall'inizio; quando si soffre di quel tipo di tumore, spesso le metastasi si aprono e sanguinano. È il motivo della febbre o potrebbe esserlo. Bruce, concordi? Come potremmo esserne certi?' Clint aveva avuto un'illuminazione.
'È così, e si approfondisce con l'esame del sangue occulto delle feci, piuttosto semplice e rapido' l'oncologo - con la t-shirt verde pisello sotto il camice - si espresse.
'Bene! Provvediamo subito a prendere un campione, fuori tutti, signori' li invitò Clint.
'Chiamo un'infermiera, Iowa?' domandò Tony, uscendo.
Barton sorrise, rosso come un pomodoro 'Ehm, no! Se ne occuperà il Primario di Medicina d'urgenza, sarà un onore, Direttore'.
'Smettila di fare il cretino, Falco' Fury si incazzò, a gran voce.
'Evidentemente, il mio sangue fa effetto' sghignazzando, Rafflesia apparve leggermente sollevata.
***
'Come sempre, hai indovinato la diagnosi' Rafflesia si complimentava con Clint, qualche attimo dopo.
'Direttore, deve essere sottoposto ad un intervento d'urgenza, per una resezione del colon' Barton sottolineò ciò che il nero temeva.
'Maledizione, altri soldi dei contribuenti buttati al vento' era sempre lo stesso concetto, voleva soprassedere.
'Capo, l'operazione è lunga e complessa. Steve è il chirurgico internista più brillante e preciso che ci sia. Gli altri vogliono partecipare. E Bruce, tra staminali e il resto, ne sa una più del diavolo. Siamo una grande squadra...si affidi a noi, non la deluderemo, nemmeno per il dopo...tentiamo' la moretta tirò fuori tutte le sue carte. In quel momento sentì squillare il cellulare e vide sul display un numero di Los Angeles. Fu costretta a rispondere, suo malgrado.
'Sì...buongiorno' in California era mattina 'sì...io...grazie, grazie infinite...sì...a presto' fu sintetica, con un'espressione corrucciata, che le attraversò il viso e lo sguardo che andò al Falco, che le sorrideva, malinconico, con tutto il suo amore. Era lo stesso sorriso che le aveva rivolto, quando si erano presentati, dopo che lei gli aveva passato il pacchetto di fazzoletti di carta e la bottiglia di acqua minerale, al suo esordio come Primario.
'Ti hanno presa...lo sapevo. In fondo, ti abbiamo preparato noi' Natasha stava per scoppiare in lacrime, complice la tensione per lo stato di salute di Fury.
'Già' borbottò lei; era la notizia che aveva tanto desiderato, giunta nel momento meno opportuno ed in cui era coinvolta in ben altro.
'Dottoressa, congratulazioni! Andrò in sala operatoria, ad una sola condizione. Che sia tu ad assistere il Dottor Rogers...sei ancora un chirurgo, a che ricordi; anzi, Professoressa Tyler, giusto? Da oggi ti chiamerò così' il Direttore la fissò 'immaginavo e temevo che sarebbe accaduto e che ti avremmo persa; forse non ho fatto abbastanza per trattenerti, dato che tu sei quella che è troppo...troppo per gli altri...sono certo che saprai farti valere, ovunque lavorerai' Fury la elogiò, accondiscendendo, al contempo, ad andare sotto i ferri.
Maria, un pochino rasserenata, lo accompagnò fino a che le fu permesso di scortarlo e poi si mise ad attendere, su delle seggiole bianche.
Ogni tanto uno dei chirurghi usciva a ragguagliare lei e Clint, che si erano piazzati insieme, per farsi compagnia.
'Partirete subito, Dottor Barton? Ho sentito che le hanno offerto un posto di prestigio' la Hill non faceva solo conversazione.
'Ne devo parlare con Rafflesia...e chiamami Clint, per favore!' la invitò.
'Va bene! Ci mancherete! Dico sul serio, siete incredibilmente affiatati, anche sul lavoro, e il Pronto Soccorso non è mai stato tanto ben gestito'.
'Grazie. Sì, il mio destino è comunque accanto alla donna coraggiosa che mi ha rubato il cuore e l'anima. Credo che la mia scelta, ancorché obbligata, non sia così complessa. Non nego che sia dolorosa, per molti aspetti. Abbandonare il Reparto, voi, gli amici più stretti che abbia mai avuto. Sarebbe molto peggio, se dovessi lasciare Rafflesia, non potrei sopportarlo' ammise.
'Lo capisco. Era solo un misero tentativo di un'impiegata del desk dell'accettazione e un apprezzamento sentito'.
'Grazie' laconico, si alzò, per procurarsi un paio di caffè, per sé e Maria. Il primo di una serie interminabile, giacché la notte era stata molto lunga.
Al termine dell'intervento, Steve, affiancato dagli altri cinque chirurghi, si affacciò 'La resezione è riuscita, perfettamente; ho asportato la metastasi aperta, e suturato. La convalescenza sarà dura e spiacevole' sintetizzò.
La Tyler, tolta la cuffietta dalla testa, si era diretta verso il Falco, stringendo la sua mano, in cerca di conforto; erano anni che non operava qualcuno, e Rogers l'aveva voluta come secondo, in un intervento complesso, con il Direttore Sanitario dell'Ospedale sul loro tavolo. Tagliare e cucire non era troppo diverso da guidare; una volta imparato, non si scordava più, e con le direttive del Capitano era stata sicura e precisa.
Barton l'aveva cinta, con il braccio intorno alla vita 'Brava, Professoressa...' aveva sussurrato, sperando di poterla portare a casa prima possibile.
'Maria, non preoccuparti, ne uscirà!' Bruce sostenne, moralmente la Hill 'ho in mente qualcosa di speciale per il Capo...ci scriverò un nuovo articolo, alla fine!'.
'Io andrei, sono esausta' Rafflesia li salutò.
'Il verbo andare nel tuo caso è adatto...nel vostro...' Tony sparì dalla loro vista, amareggiato.
'Ci mancava la scenata di Iron Man...' la moretta sbottò, più rattristata che mai.
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