Parte 10 Non ci perderemo mai
Il viso accanto a quello del Falco sullo stesso guanciale, Rafflesia sentì un prolungato scampanellio 'Esiste solo una persona al mondo che suona in questo modo barbaro...'.
'Sì, il tuo amico del cuore...sono le sei di mattina. Che diamine vorrà?' datole un bacino e inforcati gli occhiali, l'uomo infilò i boxer, andando ad aprire.
Steve non c'era; a terra aveva lasciato un vassoio per la colazione, stracolmo di leccornie.
'Il solito...guarda!' Clint tornò in camera e lo poggiò sul letto in mezzo a loro.
'Uhm...caffè, cornetti, pancake, frutta ed il pezzo forte...torta di mandorle...mi ricorda qualcosa...' lei rise.
Il Falco l'assaggiò e commentò 'La fai meglio tu!'.
La Tyler ne prese una briciola e la piazzò fra le labbra, sporgendole verso l'esterno, a cuore, ed il compagno volò a toglierle il pezzetto di dolce con le proprie.
'Dici che dovrò ringraziarlo?' le fece.
'Per la colazione o per i suoi subdoli piani?'.
'Efficaci piani...sei mia, adesso!' l'agguantò, spensierato, facendo tremare il vassoio.
'Terremoto umano...fammi almeno mangiare, mi hai stremato stanotte!' scherzò lei.
'Non eri dispiaciuta, però, ti ho sentita sospirare e pure qualcos'altro!' le porse la tazza col caffè.
'Soprattutto qualcos'altro...Dottor Barton? Avvisa in Ospedale che entreremo più tardi!' lo invitò, languida.
Lui prese il cellulare e compose il numero, carezzandole la caviglia 'Subito, amore!'.
***
Clint non era mai stato così felice. Nulla era bello come vivere con Rafflesia accanto, svegliarsi col suo sorriso birichino e le ametiste che lo fissavano, addormentarsi stringendola, dopo averle dato il bacino della buonanotte.
Aveva sempre adorato il suo lavoro, ma averla al suo fianco, in Pronto Soccorso, avvalersi della sua collaborazione come vice e come compagna, lo esaltava. Vivevano in simbiosi, giorno e notte.
Gli pareva di essere migliorato in tutto, buon gusto compreso.
'Niente male la tua camicia, Iowa! Da quando ti sei fidanzato, sei diventato un dandy! Solo Bruce è rimasto un nerd sfi-ga-to' Tony lo sfotteva, in continuazione.
'Non mi mettere in mezzo, Stark!' Banner si era infastidito.
'Era una battutina!' si difese Iron Man.
'Come hai fatto a conquistare una donna così bella? Spiegamelo!' Tony insisteva, ironico, con Steve, a braccia conserte, che muoveva la testa su e giù, con i modi di chi la sapeva lunga sull'accaduto.
'E' la quinta volta di seguito che vi offro da bere! Vi ringrazio ancora, per il vostro interessamento sincero!' Clint aveva tirato fuori il portafoglio per pagare, nella serata fra soli uomini in un noto pub di Charlestown.
'Non ci devi ringraziare, ci devi invitare al vostro matrimonio' Thor, gonfio di birra, straparlava.
'Come?' il Falco lo interloquì.
'Beh, non è un'idea malvagia' il Capitano proseguì, era chiaro che fra di loro ne avessero discusso 'te la sposi...così non parte più. E' logico, non puoi vivere a cinquemila chilometri di distanza da tuo marito. Da un ragazzo o un fidanzato sì, e di solito finisce che ci si lasci, proprio a causa della lontananza!'.
Clint sbiancò 'Rogers, hai architettato il piano non perché ci vedevi anime gemelle, ma per far rimanere Rafflesia a Boston, dando per scontato che vinca il concorso!' non era una domanda 'Sarebbe un ricatto, le metterei pressione. Deve decidere per suo conto, è la sua vita'.
'E' molto nobile come ragionamento, con due falle, a mio avviso. Primo, vi amate e il matrimonio sarebbe la concretizzazione logica del vostro sentimento, quasi un percorso obbligato; secondo, se non lo fai, rischiate di perdervi' Tony mise il carico al pesante discorso.
'Non sono convinto' mugugnò il Falco. L'avevano rimbambito di chiacchiere e pensieri confusi, oltre che di alcool.
Quando tornò a casa sua, dove avevano deciso di dormire, dato che erano usciti entrambi ed il giorno seguente erano di turno al mattino, trovò la moretta che lo aspettava a letto, un libro di studio in mano. Di Medicina Legale, la materia in cui l'aveva interrogata Romanoff nella loro serata a due, visto che si era decisa a studiare di nuovo, insieme agli amici.
'Ciao! So perché hai quella faccia! Scommettiamo?' lo gridò, mentre Barton era in bagno a lavarsi i denti.
Lui si affacciò dalla porta, lo spazzolino in bocca e gli occhi spiritati. Si sciacquò, in fretta e le si mise accanto.
La Tyler proseguì, togliendogli gli occhiali, che ripose sul comodino 'Vedova Nera mi ha fatto il lavaggio del cervello, cioè ha tentato...guarda un po' che cosa aveva con sé' da terra, raccolse una rivista di abiti da sposa, ridendo.
'Che le hai detto?' sfogliò il giornale patinato, con una smorfia, leggermente teso.
'Che erano molto belli, e che ci avrei fatto un pensiero' lo baciò sulle labbra 'sai di dentifricio!'.
'Sono splendidi, soprattutto questo!' indicò un vestito di linea semplice ed elegante, con il corpetto dello stesso pizzo che ricopriva la schiena...i ricami erano disegni di farfalle svolazzanti 'Le farfalle sono un mio pallino!'.
'Piaceva anche a me! L'ho ammonita a non intromettersi e l'ho liquidata, ribadendo che dovevo tornare a casa prima possibile, per fare l'amore con te!'.
'Sul serio?' chiese, sbigottito.
'Nooo, sennò non mi mollava...però era vero!' chiuse il discorso, spostando il lenzuolo, sotto il quale era nuda e spegnendo la luce. Abbracciandolo, la sua lingua si fece strada nella bocca del compagno, iniziando una danza sensuale e provocante.
Clint le sfiorò i seni, toccandole i capezzoli già inturgiditi, con palpate sempre più insistenti. Rafflesia inarcò la schiena, mugolando per l'eccitazione.
Lui aspettò qualche attimo, per far aumentare il suo desiderio, con la testa poggiata ad ascoltare il battito del suo cuore, riprendendo la discesa delle labbra verso l'ombelico fino a passarle la lingua umida sul pube già bagnato. La leccava con calma, carezzandole le cosce morbide con le mani, indugiando sul clitoride, con maestria.
La penetrò con due dita, scendendo a sollazzarle la rosellina fra le natiche, facendola guizzare di piacere e raggiungere, in pochi istanti, un orgasmo intenso. 'Falco' sussurrò, compiaciuta e felice, carezzandogli gli adorati capelli castani.
L'uomo rallentò il ritmo della stimolazione, gradualmente e la baciò sulla bocca, mentre lei si metteva in ginocchio, per farsi prendere carponi. Lo accolse in sé, muovendosi avanti ed indietro, sentendo un piacere crescente.
Col viso rivoltato, gli leccò le labbra; la riempiva e la dilaniava, reggendosi ai suoi fianchi armoniosi 'Più forte, amore' lo pregò, con voce arrochita e sexy, e lui aumentò il ritmo del movimento, giocando con le dita sul suo splendido seno, venendo all'unisono con la sua donna, pochi istanti dopo.
***
'Perché hai insistito tanto per venire qui? Mangiavamo una cosa a casa!' Rafflesia commentò, passeggiando sulla spiaggia di Cape Cod, a nord di Boston, mano nella mano col Falco.
'Questa parte di costa è splendida, e Tony e Thor mi hanno sfondato i timpani a furia di raccontare quanto fosse eccezionale il ristorante di pesce dove ho prenotato...eccolo! Il JT'Sea food restaurant! L'aragosta più buona del New England' controbatté lui.
'Aragosta e ostriche...tipico di Stark!' commentò, camminando verso il locale che aveva una terrazza sul mare 'ammetto che è un bel posto, magnifico!'.
'Almeno non faccio sempre la figura del medico di campagna venuto dall'Iowa'.
'Da tempo non sei più quel dottore' gli ricordò, appena seduti a tavola
'Mi ci sento ancora, la maggior parte delle volte'.
'Sei tenero quando sei intimidito, non mi piacciono le persone aggressive e sbruffone'.
'In famiglia basta una sola rockstar, tu!'.
'Ordiniamo, ho una fame' vedeva passare i camerieri con dei piatti appetitosi e lo spronò.
'Aragosta per due e una bottiglia di champagne, il migliore che avete!' chiese il Falco al cameriere, per accontentarla, un pochino teso perché doveva andare al sodo del motivo dell'invito in un posto lussuoso e particolare.
'Cosa festeggiamo? Gatta ci cova! Confessamelo, perché ti ho sgamato!' la Tyler aveva compreso ci fosse dell'altro.
'Questo...tieni' le passò una busta bianca, di un'agenzia di viaggi. Dentro, la prenotazione di due biglietti aerei a loro nome e un soggiorno a Los Angeles di quattro giorni...nel periodo del concorso!
'Nemmeno so se voglio partecipare, ne abbiamo parlato molte volte' perplessa, lo fissò.
'Andiamoci ugualmente; se ti andrà, sosterrai l'esame nei due giorni delle prove, scritta ed orale, in caso contrario faremo i turisti' suggerì.
'E' un bel pensiero, ma credi sia possibile allontanarci entrambi nello stesso momento?'.
'Sì, ho già chiesto a Fury ed i mitici cinque supervisioneranno il Pronto Soccorso a turno'.
'Caspita, hai sistemato ogni cosa, peggio di Steve!' la stupì.
'Desidero accompagnarti, per starti vicino in un momento così importante e perché i due giorni del concorso ho preso appuntamento con l'Ufficio del Personale degli ospedali più importanti della città; farò dei colloqui, insomma'.
Rafflesia se ne meravigliò, intuendo dove volesse andare a parare 'Perché?'.
'Per essere pronto a trasferirmi insieme a te, quando vincerai la cattedra; perché, come ha detto Thor, tu vincerai. Mi avvantaggio, pare che abbiano bisogno di qualcuno bravo in Medicina d'urgenza, in un paio di strutture'.
'Bravo o per il posto di primario?' gli domandò.
'Sostenuti i colloqui ne saprò di più!' ammise.
'Faresti questo, per me?'.
'Per noi; ci siamo trovati e non posso perderti...'.
'Un conto è l'incarico da Primario che hai qui, ci hai lavorato tutta la vita. Invece, retrocedere e tornare a fare il dottore che prende ordini da un altro... non so, mi pare assurdo'.
'Sarebbe una mia scelta e, in futuro, potrebbero aprirsi altri scenari' replicò, sincero, con gli occhi affettuosi e premurosi del medico provinciale e sempliciotto dell'Iowa, per cui lei stravedeva.
La moretta sbuffò e si arrese, commossa 'Clinton Francis Barton, ti amo...lo sai, vero? Mi hai convinto! Andiamo e si vedrà. Ci sono tanti di quei se e ma... Arriva l'aragosta!' minimizzò e, agguanto il piatto, aprì le chele con le pinze a molla, abile 'ti hanno consigliato bene...sanno che l'adoro e che è afrodisiaca' lo guardò, maliziosa.
'Ti amo da impazzire!' bisbigliò Barton, ugualmente avvinto, mangiando un pezzetto di polpa bianca dalle sue dita, che lo imboccavano.
***
'Accompagnarci in aeroporto tutti insieme...mi è parsa la solita esagerazione' Rafflesia si lamentò con Steve, che si era caricato il suo bagaglio a mano, con Thor vicino che portava quello di Barton.
'Fa conto che siamo qui per caso e non rompere' ribatté piccato il Capitano.
'Invece di essere contenta di avere amici come noi, sbraiti. Hai garantito persino il servizio di facchinaggio per le valigie e ti scocci' Natasha si allineò.
'Partiamo per quattro giorni soltanto!' Clint difese la moretta.
'Figurati se non avalli le sue teorie, Iowa. Sostieni quattro giorni...non è vero! Lo sappiamo che volete lasciarci, per sempre. Non mi è andato giù che anche tu prenderai contatti per un lavoro in California. Ti ho appena conosciuto, Falco, e già vuoi volare via dal tuo nuovo nido?!' da quando aveva saputo dei colloqui, Tony se l'era legata al dito.
Clint alzò lo sguardo al cielo, in maniera scherzosa, e lo prese da una parte. Il suo amico sembrava indifferente e borioso, in realtà era sensibile e altruista. 'Segaossa...che dovrei fare? Mi avete consigliato voi di spaccarmi in due, per non perderla...già è complicata l'idea di abbandonare il Policlinico e l'incarico. È solo sulla carta...' si giustificò, per calmarlo.
Banner si intromise, ad alta voce 'Non direi proprio. Rafflesia è preparata. Nella mia materia non ha rivali e gli altri mi dicono la stessa cosa. All'orale farà faville. Quando la vedranno, competente e con i suoi modi eleganti e garbati, chiuderanno il registro e smetteranno di esaminare ulteriori candidati'.
'Grazie per la fiducia, Bruce!' la Tyler ridacchiò.
'Stanno chiamando il vostro volo...ecco...panini farciti da me per voi...il viaggio è lungo' Rogers dette una voluminosa busta di carta alla sua amica.
'Rogers, non lo sai che, da tempo, a bordo dell'aereo, servono i pasti? Grazie, sono certa che ci invidieranno tutti, i tuoi sandwich saranno molto più buoni' Rafflesia lo salutò, incamminandosi verso il tunnel, in cui sparì, mano nella mano con Barton.
'Li prenderanno entrambi e spariranno dalle nostre vite' Romanoff li fissava allontanarsi di spalle, con gli occhi lucidi 'col Falco, la famiglia si era allargata...guarda che disastro' commentò, inquieta, stringendo la mano di suo marito.
***
L'albergo prenotato da Clint - ubicato in un edificio fronte la spiaggia di Venice ed a pochi minuti di cammino dagli artisti di strada e i negozi dell'Ocean Front Walk - era favoloso.
Nella stanza, arredata con complementi in stile marinaro bianchi e azzurri, c'erano pareti con mattoni a vista, una terrazza che affacciava sull'oceano e un'area salotto separata.
Era a pochi minuti dal molo di Santa Monica e un ottimo punto per muoversi.
'Rimarrei in camera per l'intera giornata...è romantica ed accogliente' sospirò lei, fissando una tavola da surf dipinta dei colori dell'arcobaleno ed appoggiata alla parete 'piacerebbe a Point Break!'.
'Pigrona! Abbiamo tanto da visitare. A meno che tu non voglia ripassare per domani, sono a tua disposizione' il Falco rispose.
'Preferirei svagarmi e sganciare il cervello dai libri' la moretta prese la guida che aveva acquistato in aeroporto e la borsa 'muoversi!'.
Lui la seguì; entrambi erano in bermuda e maglietta, con macchinetta fotografica al collo...turisti perfetti, con scarpe comode! Fecero una lunga passeggiata ad Hollywood Boulevard, la strada dove i personaggi del mondo dello spettacolo erano immortalati su un marciapiede con delle simboliche stelle, fra i negozi di Rodeo Drive e le viuzze della parte antica del centro cittadino, in Olver Street.
'Los Angeles è una città affascinante...' disse Barton, abbracciandola, davanti alla spiaggia di Venice, gremita di skateboarder, giovani artisti radicali e body builders, dove erano tornati, in serata 'La gente è ospitale, è piena di giovani e di attività interessanti ed il clima è incredibile. Parecchia differenza coi freddi inverni del New England e dell'Iowa; qui il sole ed il caldo ci sono per l'intero anno'.
'Potrei abituarmi. Ti confesso, a malincuore, di adorare Boston. Mi piace persino la neve...' la Tyler prediligeva la propria dimora, il posto in cui era nata e cresciuta.
'Il problema è che non posso immaginare di vivere dove tu non ci sia. Per cui, nel mio caso, le chiacchiere stanno a zero. Ammetto però che quando mi sono trasferito, non credevo avrei conosciuto il gruppo...ehm...la squadra. È la prima volta che lego così, con qualcuno. Sono sempre stato casa e studio e poi casa e lavoro. Saremo pure nel terzo millennio ma hanno ragione loro. Abitare così lontani non sarà la stessa cosa, ci perderemo, inevitabilmente' commentò, realistico.
Lei alzò il viso, per baciarlo sulla bocca 'Noi due no, non ci perderemo mai'.
***
'Sei perfetta...li disintegrerai tutti' fuori dall'Università di Medicina di Los Angeles, Clint aspettava che Rafflesia, in fila, entrasse all'interno della struttura dove si sarebbe svolto l'esame; la prova scritta al mattino e l'orale, con un colloquio con la Commissione, nel pomeriggio.
Lo avevano letto su un foglio appeso alla porta, a fianco l'entrata stessa ed era stata una sorpresa, rispetto alla tabella di marcia prefissata.
La moretta, sempre elegantissima, indossava la gonna grigia con il fiocco sulla vita ed il top di seta bianco, acquistato a suo tempo con Nat e avrebbe fatto un'ottima figura 'Ha ragione Bruce. Quando ti conosceranno, ti vorranno subito!' commentò, porgendole un sacchetto con il pranzo, che aveva comperato per lei, in una caffetteria vicino l'albergo.
'Peggio del Capitano. Grazie, amore' lo sbaciucchiò, fregandosene degli altri candidati limitrofi, parecchio più anziani di lei e quasi tutti uomini 'e pure tu stai bene...' lo rimirò, nel completo classico, marrone scuro, in fresco lana, camicia bianca e cravatta a righe di un noto stilista italiano, che avevano scelto assieme per i suoi incontri negli ospedali della città.
'Devo andare. Ci aggiorniamo più tardi, fammi sapere a che ora finirai, così ti verrò a prendere' le carezzò la guancia, intenso 'in bocca al lupo...ti amo'.
'Ti amo...crepi il lupo' sussurrò lei, in un abbraccio senza fine.
Vedendola scomparire dentro l'Università, il Falco ebbe la certezza che avrebbe vinto il concorso e la spiacevole sensazione che l'avrebbe persa per sempre, nonostante le parole del giorno precedente.
Terminate le folli elucubrazioni mentali, aveva preso un taxi e visitato il Policlinico di Los Angeles – presso cui aveva appuntamento – che si era rivelato non troppo diverso dal proprio posto di lavoro, dal punto di vista organizzativo.
Aveva fatto un giro, con calma, e parlato col Responsabile del Pronto Soccorso, un collega insediatosi da poco, che gli parve brillante.
'Ha un ottimo curriculum, Dottor Barton. L'unico posto a disposizione è di uno strutturato, che si trasferirà in Europa. Lei ci farebbe comodo, però dovrebbe accettare di prendere ordini da me e non avrebbe più un ruolo centrale' spiegò l'uomo.
Barton annuì, non troppo contento. Sarebbe stata un declassamento professionale importante, un punto di non ritorno. Approfittò, per fare una lunga chiacchierata col medico, informandosi anche sulla città.
Rafflesia, intanto, leggeva le domande sul foglio d'esame; rispose, come un treno, e con estrema facilità. Erano argomenti che aveva sviscerato con i suoi amici, i famosi cartoncini con i quesiti di Clint compresi. Le vennero in mente i momenti di studio e non ebbe dubbi, su alcuna materia.
Finì prima di tutti e consegnò l'elaborato al segretario della Commissione, che la fissò incerto, credendo avesse rinunciato e di leggere un foglio in bianco.
Diversamente, la moretta aveva barrato ogni risposta e, a una prima verifica, le aveva azzeccate in pieno.
L'uomo invitò ad attendere fuori e lei si accomodò, cogliendo l'occasione per mangiare il panino, sorridendo al pensiero del suo ragazzo. Era serena, oramai era lì ed avrebbe dato il meglio; era scemata la tensione e si sentiva leggera, come potesse mangiare il mondo, oltre che divorare il sandwich nelle sue mani.
La chiamarono nel primo pomeriggio, in una piccola stanza, ove sedette davanti la Commissione, stringendo le mani degli esaminatori e presentandosi.
'Dottoressa Tyler, siamo davvero colpiti dal suo percorso di studi e dalle ottime lettere di referenze allegate. Ci racconti qualcosa in più di lei e del suo rapporto con la Medicina' le chiese il capo della Commissione.
Fu sintetica e sincera e quelli passarono a delle domande più specifiche, per verificarne la preparazione.
'Per prima cosa, inizieremo dalle tecniche di rianimazione...' segnalò l'interlocutore.
La Tyler fece una strana smorfia: era l'argomento che Barton le aveva fatto approfondire e lo conosceva a menadito, pareva avesse ingoiato il manuale.
Con gli altri quesiti, spaziarono; non seppe se fu fortuna o caso, ma ebbe la possibilità di dilungarsi sulle protesi ortopediche prodotte in nuove leghe metalliche, proprio la specialità di Tony.
L'ultima domanda fu ugualmente pane per i suoi denti; riguardava - a sorpresa e non rientranti nelle materie dell'esame - una recente pubblicazione sul trapianto delle cellule staminali. Ricordò, a menadito, le parole del pezzo che proprio Bruce aveva scritto.
Ai complimenti della Commissione, ebbe la conferma che l'incontro fosse andato piuttosto bene. Si accomiatò, educata, per ricongiungersi con Clint, che l'aspettava. Gli volò incontro, fra le braccia, scendendo le scale, alla fine delle quali l'attendeva, con un bel sorriso stampato sul volto.
'Allora ce l'hai fatta' mormorò Barton, un bacio via l'altro e non suonava affatto un domanda; Rafflesia era più bella del solito, felice dell'esito del colloquio, le gote arrossate, gli occhi violetti spiritati 'Sono tanto orgoglioso' le confessò, franco.
'Forse' ribatté, con umiltà 'non so se mi prenderanno, ma una cosa la so. Che ne se non avessi avuto te, non sarei arrivata qui! Torniamo in albergo' lo pregò, maliziosa, facendosi raccontare nel tragitto della sua giornata.
Giunti in camera spense la luce, e nella penombra, lo fece sedere sul divano del piccolo soggiorno; infilò le dita della manina affusolata sotto il nodo della cravatta, che si sciolse con facilità e la usò per bendarlo 'Meriti un premio'.
Lo baciò sul collo, con respiro mozzato, fino ad arrivare al lobo dell'orecchio e succhiarlo, strappandogli un gemito.
'Che mi fai, Dottoressa?' domandò Barton, con il capo rivolto all'indietro, per lasciarle più spazio possibile, che lei occupò, con la bocca umida, fino alla giugulare, che pulsava al suo abile tocco.
'Dottor Barton...serve un defibrillatore, credo' scherzò, lambendo quella striscia di pelle e la limitrofa, sgombra della camicia di cotone, che provvide a togliere, veloce, scendendo a terra in ginocchio davanti a lui, e spogliando lo scettro virile dalla gravezza dei vestiti.
Si abbassò, per accoglierlo fra le labbra, leccandolo delicata e passando più volte la lingua sulle parti più sensibili e delicate.
Lo sentì respirare, profondamente, e si prodigò per aumentare il suo piacere, sollazzandolo ovunque, per tornare sul suo sesso, senza dimenticare un centimetro di carne.
'Amore mio' il Falco delirò, preso da un'ondata di piacere inenarrabile.
La Tyler si rimise ritta, facendo scivolare a terra i suoi abiti, mutandine comprese, e si sedette a cavalcioni su di lui, reclamando per sé la sua rigidità, strofinando su di essa la propria calda intimità e il bocciolo gonfio di piacere, la cui stimolazione provocò una doccia di umori che piacevolmente la lubrificarono. Si alzò un pochino, il tanto sufficiente a che la possedesse.
'Ti amo, Dottoressa' il Falco le arpionò i fianchi con forza, e Rafflesia percepì di stare per esplodere di beatitudine, affondando sopra il suo uomo, inarcata con le braccia a reggersi al suo collo.
Clint non resistette e si tolse la benda dagli occhi per guardarla...la sua venerata dea che lo cavalcava, sensuale e selvaggia sopra le sue ginocchia, quasi in estasi, sudata e accaldata, le pupille colme di desiderio.
'Vieni con me' la fece stendere sul letto, tremante ed insoddisfatta, sotto le sue dita che le esploravano il corpo, racchiudendole i seni a coppa e carezzandole il ventre.
Si chinò sulle sue labbra, morbide e profumate di rossetto, mischiando il proprio respiro con il suo, le mani che si cercavano prese da una febbre incontrollabile, per cui non esisteva alcuna medicina.
Le aprì le cosce per possederla con ogni cellula del suo essere, bloccandole le braccia sopra la testa...era il suo padrone, il suo amante, il suo amore. Mordicchiò, con i denti, i capezzolini turgidi e pronti per lui, udendo un gemito che assomigliava al proprio nome, nel momento in cui le sue carni morbide si contrassero, stringendosi intorno al centro della propria brama sempre di più.
Il piacere prendeva il sopravvento sui corpi di entrambi, intanto che Clint affondava un'ultima volta nella sua femmina con una spinta finale, godendo delle sensazioni che i sussulti e gli spasmi del corpo di Rafflesia avvinghiato al proprio gli donavano.
***
'Volevo portarti a cena, ieri; avevo studiato la guida e mi ero fatto consigliare un ristorante dal collega del Policlinico. Invece ci siamo barricati in camera' il Falco, famelico, con un sorrisetto scemo stampato in viso, sbranava la colazione, che il cameriere aveva appena lasciato in stanza.
'Lo potevi dire...' sbuffò la Tyler, ridacchiando 'avrei soprasseduto alle mie avances, se avessi saputo che non erano gradite'.
'Da bendato, ho perso il lume della ragione; ti giuro che stasera rimedierò' promise, solenne, addentando una fetta di bacon croccante.
'Ci conto! Pensavo di venire con te alla clinica privata con cui hai preso contatti; così, appena finito, continuiamo a fare i turisti' propose la moretta.
'Magari!' un ultimo bacio a lei, e con in mano due fette di pane tostato stracolme di crema alla nocciola, Barton si diresse verso il bagno, per buttarsi sotto la doccia.
Un'ora dopo, erano all'accettazione del Pronto Soccorso della clinica, dove li attendeva il Capo del Personale. La struttura era incredibilmente all'avanguardia, moderna, nuovissima, con uno staff di livello.
Intanto che si intrattenevano in chiacchiere informali, udirono una voce femminile in preda alla disperazione 'Aiutatemi, mio figlio sta soffocando' una giovane indicava il suo bambino di quattro anni, cianotico.
Rafflesia accorse, senza un minimo di esitazione 'Che è successo?'.
'Non lo so, giocava con delle palline di gomma' quella era isterica.
'In Sala Emergenza, subito' Barton prese il piccino fra le braccia, entrando nella prima stanza vuota che reperì 'siamo colleghi' gridò ai medici e infermieri che fissavano, interdetti, lui e la Tyler.
'Laringoscopio pediatrico e pinze da dodici' ordinò la Dottoressa, e subito una specializzanda glielo passò, senza colpo ferire; la donna bellissima ed elegante davanti ai suoi occhi pareva molto preparata.
'Io esploro e tu provi a toglierla' Clint le si mise accanto, aprendo la bocca del bambino e tentando di far luce nella trachea.
La mora provò ad agganciare la pallina con le pinze, non riuscendo 'E' troppo stretto. Idee, tranne una tracheotomia e sala operatoria? Sarebbe meglio evitare, è un piccolino'.
'Sì' il Falco, intuitivo come al solito, si girò verso il carrello che conteneva il materiale sanitario, trovando una siringa con un ago da diciotto millimetri, molto grosso. Si posizionò sotto il bozzo della sfera, e fissò Rafflesia, che, avendone capito le intenzione, era pronta con la tenaglia. Barton spinse l'ago nella cute del bambino e fece forza, sollevando l'oggetto estraneo verso l'alto, in modo tale che lei potesse agganciarlo. Cosa che avvenne.
'Ce l'ho!' tre secondi dopo, la moretta mostrò ai presenti – che, ammutoliti e preoccupati avevano assistito all'intervento – una pallina blu e rossa, mentre il ragazzino tossiva, respirando nuovamente.
'Incredibili, mai visto nulla del genere!' il Dirigente che li aveva accolti, colpito dalle loro doti e dalla prontezza dell'esecuzione della procedura, non smetteva più di ringraziarli.
Oltre a finire insieme a loro il giro turistico, insistette per invitarli a pranzo; si era esaltato per le abilità dimostrate e voleva averli, a qualsiasi costo, nel proprio staff...entrambi 'La nostra è una struttura che sta crescendo, aperta da poco; abbiamo bisogno di figure come voi. Se doveste decidere per la clinica, non ve ne pentirete. Lo stipendio è ottimo, ci sono molti benefit, tra cui l'auto aziendale e un appartamento già pronto per voi, a due passi. Dottor Barton, sarebbe Primario anche qui...capisco non sia lo stesso di un Policlinico Universitario...però non è male. Dottoressa Tyler, si intende che la sua scelta sarà subordinata all'esito del concorso che ha sostenuto, i cui risultati dovrebbero essere noti fra qualche settimana. Mi impegno a tenere liberi i due posti fino a quella data! Rifletteteci, seriamente'.
'Ci ha complicato le cose, anziché rendere la decisione più semplice!' si lamentò Rafflesia, non appena furono soli, fuori dell'edificio, situato in posizione strategica fronte mare.
'Ci ha offerto un lavoro, perché siamo bravi. Noi abbiamo già un'occupazione. Forse esercitare la medicina in una struttura privata sarebbe meno prestigioso, tuttavia la qualità dell'operato della clinica è indiscutibile e ci coprirebbero d'oro. Tu, però, non saresti mai Primario...mi pare la soluzione perfetta per me, quando verrai qui a insegnare all'Università' considerò Barton.
'Ammetto che hai ragione e che potresti prenderti molte soddisfazioni. Faresti turni meno stressanti, pochi problemi col budget, più tempo libero da trascorrere con la sottoscritta nella città degli angeli' lei tentò di vedere i lati positivi, comunque presenti.
'Staremmo insieme...' terminò il Falco, leggermente intristito 'senza la squadra, ma insieme'.
'Già, amore' lo baciò sulle labbra, pensierosa, fissando prima l'azzurro intenso dei suoi occhi e poi quello delle onde dell'oceano che si infrangevano, davanti a sé.
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