Capitolo 4
Mi sveglio a causa della numerosa luce che entra nella stanza, ieri sera mi sono dimenticata di chiudere le persiane.
Mi stropiccio gli occhi e sorrido realizzando che oggi è il mio compleanno.
Mi metto a sedere, mi stiracchio e poi mi alzo dal letto.
Vado in cucina e trovo mia madre, così la saluto mentre lei mi fa gli auguri.
Sorrido e la ringrazio, poi ci mettiamo a fare colazione e intanto parliamo allegramente.
Quando finiamo di fare colazione mi lavo e mi vesto per fuori, più tardi voglio andare a fare un giro.
Torno in camera e mi siedo sul letto, poi prendo il cellulare e inizio a chattare con alcune mie amiche.
La mattinata trascorre in modo piacevole e molto velocemente.
Per pranzo mio papà torna a casa dal lavoro, così mangiamo tutti assieme.
Dopopranzo decido di uscire, così saluto i miei, prendo il cellulare ed esco.
Cammino, andando verso il centro, non ho una meta precisa.
Intanto che cammino guardo il cielo avanti a me, è nuvoloso, anche se per il momento non sembra che voglia piovere.
Cammino per vario tempo, poi arrivo in una piazza e mi siedo su una panchina.
Socchiudo gli occhi qualche istante, poi prendo in mano il cellulare e vedo che il mio migliore amico mi ha scritto un messaggio.
Lo apro e lo leggo, rimanendo scioccata.
Lo rileggo un'altra volta nella speranza di aver letto male, però non è così.
Nel messaggio il mio amico mi fa gli auguri seguiti da una dichiarazione.
Blocco il cellulare e lo rimetto in tasca, mentre fisso il vuoto davanti a me.
Non so cosa rispondergli, non voglio ferirlo e non voglio perderlo.
Mi alzo, all'improvviso sento che qui c'è troppa gente, così cammino verso il mio luogo preferito.
Passano alcuni minuti, poi inizia a piovere e io mi rattristo ancora di più.
Sento le lacrime che mi pizzicano gli occhi, ma cerco di trattenerle.
Inizio a correre, ho bisogno di arrivare in quel posto il prima possibile, voglio solo andare lì e starmene da sola.
Alcune lacrime mi iniziano a scendere lungo le guance e si mescolano con la pioggia.
All'improvviso vado a sbattere contro qualcuno.
Per l'impatto violento indietreggio di qualche passo, poi guardo contro chi ho sbattuto e, per poco, non lancio un urlo.
"K-Kris!!!"
Lui mi osserva in silenzio mentre io mi asciugo velocemente le lacrime.
"Scusami" gli dico in inglese, poi riprendo a correre.
Che schifo di compleanno, oggi non me ne va giusta una.
Ora che ci penso avevo sperato di vedere Kris, ma non volevo farci una figura simile.
Corro più veloce che posso e, finalmente arrivo nel mio posto preferito.
E' un parco, non molto grande ma nemmeno piccolissimo, pieno di alberi e addirittura c'è un piccolo laghetto e, poco distante da esso, c'è una scalinata in pietra.
La salgo, poi proseguo davanti a me, lungo il prato che c'è; ogni tanto ci sono dei massi e delle pietre di forme e grandezze differenti.
Cammino per vari metri poi mi accorgo che sono arrivata quasi alla fine del prato e, davanti a me, qualche metro più in giù, c'è il laghetto.
Mi siedo a terra, vicino ad un masso, ignorando il terreno bagnato.
Metto la testa fra le braccia, sopra le ginocchia e inizio a piangere.
Il contrasto fra le mie lacrime calde e la pioggia fredda è notevole.
Attorno a me si sente solo il rumore costante della pioggia e, ogni tanto, si sente il suono di qualche mio singhiozzo.
All'improvviso smetto di sentire la pioggia che cade su di me, eppure il suono dell'acqua che cade non si è fermato.
Sollevo leggermente il volto e vedo che davanti a me ci sono due gambe.
Resto ferma alcuni istanti, poi sollevo lo sguardo e immediatamente il mio sguardo incrocia due occhi castani, due occhi che ho osservato per mesi interi e che conosco fin troppo bene.
Le lacrime smettono di uscire, mentre io resto incantata ad osservare il ragazzo davanti a me, che oltretutto mi sta tenendo sotto il suo ombrello.
"Stai bene?" mi domanda preoccupato.
La sua voce mi fa perdere un battito, è ancora più bella di quel che sembrava.
Poi non parliamo del suo inglese...Giuro che non ho mai amato così tanto sentire parlare qualcuno in inglese.
Resto ancora qualche secondo incantata ad osservarlo, poi mi ricordo di non avergli ancora risposto.
"S-sì, grazie" mi asciugo velocemente il volto mentre gli sorrido.
Lui si accuccia davanti a me "ne sei sicura?"
Io non rispondo, non so cosa dirgli.
Mi osserva "posso sedermi qui?"
Io annuisco, mentre lui si siede difronte a me.
Restiamo in silenzio alcuni istanti e ci osserviamo.
"Kris" sussurro il suo nome.
"Sì?" mi guarda negli occhi, facendomi abbassare lo sguardo.
Istintivamente lo abbraccio e piango, un po' per la tristezza di prima e un po' per la felicità del momento.
Kris ricambia l'abbraccio e addirittura mi accarezza dolcemente.
Quando mi calmo mi allontano da lui, solo ora mi sono resa conto di averlo abbracciato senza permesso.
"Scusami per averti abbracciato...ah e anche scusa per prima" guardo a terra mentre sento le mie guance farsi calde.
"Tranquilla, piuttosto ti va di raccontarmi cos'è successo?" la sua voce è gentile, così annuisco e gli riassumo velocemente quello che è mi ha detto il mio migliore amico, dicendogli anche la paura che ho di perderlo.
"Dovresti semplicemente dirgli quello che provi davvero, vedrai che se ci tiene davvero a te non ti lascerà andare via" Kris mi sorride, facendomi sentire più tranquilla.
"Hai ragione. Grazie Kris" lo guardo negli occhi e gli sorrido dolcemente.
"Figurati. Comunque prima hai detto che è il tuo compleanno giusto?"
Io annuisco e lo guardo.
"Potresti dirmi il tuo nome?" mi domanda gentilmente.
"Mi chiamo Isabel" gli rispondo senza capire.
"Che bel nome!" abbasso lo sguardo e arrossisco.
Per qualche istante fra di noi cala il silenzio, poi lui inizia a cantare Happy Birthday, mettendoci il mio nome alla fine.
Io resto in silenzio ad osservarlo mentre canta, cercando di non piangere ancora.
Sono davvero emozionatissima, questa è la cosa più bella che mi potesse capitare.
Kris finisce di cantare e mi sorride.
"Grazie Kris, grazie davvero."
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