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Capitolo 2

Isabel's Pov

Per tutto ieri non ho fatto altro che ascoltare le canzoni di quel Kris, ah e ovviamente l'ho anche stalkerato su tutti i social network che conosco.
Ormai ho perso la testa per lui, non faccio altro che stalkerarlo, ascoltare le sue canzoni, salvare ogni foto carina sua (cioè tutte) e scrivere il suo nome ovunque.
Finalmente è iniziata la finale dell'Eurovision, anche se per i miei gusti la tirano un po' troppo sulle lunghe. Quando canta lui devo trattenermi dall'urlare, anche se è davvero difficile, inoltre scrivo vari post su twitter, facendo il tifo per lui.
Convinco i miei a votare per lui.
Aspetto con ansia il momento della verità, ovvero quello dove si scopre chi vincerà, spero che arrivi per primo, anche se ci sono altri cantanti che sono davvero bravi e potrebbero creargli concorrenza.
Finalmente annunciano la fine del televoto e poco dopo si comincia a fare la distribuzione dei punti. Rimango scioccata da tutti i punti che riceve il Portogallo, non l'avevo minimamente considerato un possibile rivale.
Man mano che passano i minuti mi sento sempre più in ansia, ormai mancano solo i voti da casa. I presentatori iniziano a dire i vari punteggi, anche se li dicono con una lentezza snervante.
Più si va avanti con i punti più sono convinta che vincerà lui, ormai mancano solo i primi due posti e ci sono solo Kris e il ragazzo del Portogallo. La sfida si può dire già conclusa, non c'è paragone, Kris è molto meglio dell'altro cantante o almeno questo è l'effetto che ha fatto a me.
Eppure non faccio in tempo a finire questo pensiero che uno dei presentatori assegna i punti a Kristian; è arrivato secondo e non ha vinto.
Mi sento triste e anche un po' arrabbiata, doveva vincere Kris, se lo meritava di più ed era più bravo!
Spengo la tv, mi dirigo in camera mia e mi butto sul letto. Non pensavo di rimanerci così male per la sua sconfitta...
Guardo una sua foto e non posso fare a meno di domandarmi come si senta ora. Passo alcuni minuti così, poi spengo il cellulare e dopo poco mi addormento.



Sono passate quasi due settimane da quando c'è stato l'Eurovision e la mia fissa verso Kris non ha fatto altro che aumentare.
In questi giorni mi sto letteralmente drogando di lui, ho preso a stalkeralo per buona parte del mio tempo, non faccio altro che guardarmi le sue interviste e i video dove c'è lui e le uniche canzoni che ascolto sono le sue.
Ultimamente mi sono ritrovata a pensare più volte a quanto era noiosa e triste la mia vita prima di diventare una sua fan. Non mi sarei mai immaginata un tale cambiamento.
Adesso come al solito sono sdraiata sul letto, con le cuffie nelle orecchie mentre sfoglio le foto di Kris; sono tutte bellissime, infondo lui viene sempre bene, però ce ne solo alcune che sono veramente meravigliose.
In particolare mi soffermo su una foto in cui lui è sorridente e guarda l'obbiettivo, indossa una felpa bianca e tiene in braccio la sua chitarra, con appoggiato sopra un foglio con la scritta #TeamKris.
Resto incantata ad osservare il suo volto, non so perché ma in questa foto mi fa impazzire; sto ancora osservando quella foto quando arriva mio padre che mi chiede di andare un attimo in sala perché deve dirmi una cosa.
Mi alzo svogliatamente, lasciando il cellulare e le cuffie sul letto.
Mi siedo sul divano e guardo mio padre.
"Allora?" domando.
"Si tratta del mio lavoro..." il suo tono di voce è serio, così comincio a preoccuparmi.
"Che succede?"
"Oggi mi hanno detto che siccome sono uno dei migliori, per due o tre settimane nel mese di agosto dovrò andare a lavorare all'estero."
Resto in silenzio alcuni istanti, poi lo guardo e gli rispondo "E tu mi fai preoccupare per una cosa così?!"
"No, ecco...il problema è che andrò in Russia, a Mosca quindi non so se vuoi venire o meno"
Io sgrano gli occhi e guardo mio padre.
Apro e richiudo la bocca varie volte, non so cosa rispondergli.
Mosca è la città dove vive solitamente Kris, però da quel che so solitamente lui in estate torna in Bulgaria. Le possibilità di incontrarlo sono davvero basse, però è vero che comunque avrei la possibilità di vedere la sua città, andando in posti dove lui è stato.
"Verrò anche io"
Mio padre annuisce e mi sorride, probabilmente immaginava già la mia risposta.
Torno in camera mia e mi rimetto le cuffie nelle orecchie mentre inizio a fantasticare su un possibile incontro con lui. Sarebbe fantastico vederlo e, sarebbe ancora più bello, potergli parlare.
Ma aspetta un attimo...in che lingua parleremmo?! Io non so né il russo né il bulgaro, inoltre il mio inglese è davvero pessimo e lui non sa l'italiano...
Sento il panico che cresce dentro di me, cerco di trovare delle soluzioni, anche se alla fine l'unica soluzione possibile è quella di impararmi bene l'inglese; certamente non sarò mai al suo livello, ma devo saperlo almeno per poter sostenere una conversazione, anche se banale, non è importante.
Il resto della giornata passa velocemente e, a fine giornata, mi ritrovo davvero eccitata e contenta, non vedo l'ora di partire, anche se devo ammettere che ho un po' di paura.
Lentamente, intanto che fantastico sul viaggio che sembra così lontano, mi addormento.




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