27.
É passata una settimana da quando io e Giulio ci siamo fidanzati.
E ammetto che questa parola, dentro di me ha uno strano effetto, un po' come quando scopri qualcosa di nuovo.
Sono felice di stare insieme a lui. Se sto con lui sono al settimo cielo.
Mi fa sentire speciale e allo stesso tempo protetta.
D'un tratto mi sento come se la mia vita fosse completa. Migliore.
Perché, forse, é un po' questo l'effetto dell'amore: riempire e scaldare le anime di due persone destinate a stare insieme.
"L'amore arriva quando meno te lo aspetti, e quando succede tutto diventa infinitamente più bello", quant'é vero!!
«Perché tutti stanno ridendo di me? Cos'ho fatto questa volta?», vado verso la mia classe. C'è solo Emily.
«Sembri di buon umore», esclama.
«Perché non dovrei esserlo?».
«Allora non lo hai ancora saputo?».
«Sapere cosa?».
«Non voglio rovinarti la sorpresa perciò... parlane direttamente con Giulio».
«Giulio? Perché?».
«É lui che lo ha fatto», si mette da parte.
«Fatto cosa? Spiegati meglio».
«Lo scoprirai presto. A scuola non fanno altro che parlare di questo. Tu e Giulio siete sulla bocca di tutti.
«Se si tratta solo di uno dei tuoi stupidi modi per prendermi in giro, puoi anche lasciare perdere. Se non lo sai io e lui stiamo insieme», poso lo zaino dalla sedia.
«Solo per poco mia cara», si diverte nel pronunciare queste parole. «Solo per poco».
«Ma che stai dicendo? Noi ci amiamo», mi armo di tutto il coraggio che ho per non prenderla a schiaffi.
«Sei tu a crederlo», si beffa di me. «Non penso che per lui sia lo stesso».
«Perché non la smetti? Per quando tempo ancora continuerai a prendermi in giro?».
«Vai a chiederglielo di persona».
«Non ne ho bisogno. Io non ti credo, e non ti darò mai questa soddisfazione».
«Fai un po' come ti pare, ma poi non dire che non ti ho avvertito».
«Non succederà», la guardo con aria di sfida. «Puoi stare tranquilla».
La professoressa di filosofia entra e, non appena la classe si riempie, incomincia la lezione.
«Giulio, possiamo vederci un momento?», scrivo un messaggio senza farmi vedere.
«Certo, ti raggiungo subito».
«Scusi posso uscire?», chiedo il permesso.
«La lezione è appena incominciata», si lamenta.
«Non mi sento bene».
«D'accordo», cede. «Ma non perderti come al tuo solito».
«Non lo farò», mi affretto ad uscire.
«Ehi Catherine», appoggia le sue labbra alle mie non appena incrocia il mio sguardo.
«Ciao Giulio».
«Qualcosa non va?», si preoccupa immediatamente.
«Tu mi ami, non è vero?», le parole mi escono senza nemmeno pensarci.
«Certo che ti amo», prende tra le sue mani il mio viso. «Perché me lo chiedi?».
«Niente, è solo che oggi stanno accadendo delle cose molte strane», mi sfrego le mani.
«E cioè?».
«Tipo... Emily che, per qualche strano motivo sostiene che io e te, insieme, non dureremo molto».
«E tu credi alle sue parole? Sai com'è fatta».
«Certo che no».
«Io e te staremo insieme fino alla fine».
«Fino alla fine?».
«Si, fino alla fine», passa una mano tra i miei capelli.
«Vorrei solo capire perché tutti ridono alle mie spalle».
«Devo forse ricordarti ciò che ti ho detto? Lasciali ridere che t'importa».
«Hai ragione. Forse dovrei solo lasciare perdere».
«Proprio così, e adesso scusami ma devo rientrare in classe. Ci vediamo dopo».
«Come sempre», gli sorrido.
Dall'altra parte del corridoio vedo Tamara.
«Ciao Catherine, come stai?», non perde tempo che in un attimo mi ritrovo tra le sue braccia.
«Si può sapere che vi prende a tutti quanti? Che sta succedendo? A quanto pare sono l'unica a non sapere nulla».
«Oh scusami, scusami», si allontana.
«C'è qualcosa che non so e che devo sapere?».
«Non hai ancora parlato con Giulio?», si attorciglia una ciocca di capelli tra le dita.
«L'ho appena fatto cinque minuti fa, perché?».
«E non ti ha detto niente?».
«Dirmi cosa? Che mi ama?».
«Tu sei davvero felice insieme a lui?».
«E con questo adesso cosa vorresti dire?», comincio ad innervosirmi.
«Facciamo così...», prende un bel respiro. «Dimentichiamoci di tutto questo okay?».
«Come posso farlo se tutti mi state tenendo all'oscuro?».
«Proprio per questo... ti consiglio... di lasciar perdere. É solo una cosa da niente».
«Se è una cosa da niente, perché ti agiti in questo modo?» incrocio le braccia aspettando delle risposte che, so già, non arrivano.
«Non pensarci, stai tranquilla», insiste sul voler lasciare perdere.
«Alexia lo sa?».
«Tutti lo sanno», dice nervosamente.
«E perché io non posso saperlo? Che cos'è che volete nascondermi?».
«Adesso devo andare, mi dispiace tanto», si allontana.
«Credevo fossi una mia amica», le urlo da lontano.
«Su questo non avere mai dubbi», risponde. «Ma ci sono cose che, forse, è meglio non sapere».
«Non riesco a capire il perché? Cosa sta succedendo?», voglio costringerla a parlare.
«Mi dispiace tanto», rientra in classe.
Mi siedo per terra con la testa tra le mani a farmi tante domande
Cosa può essere successo?
Perché nessuno vuole spiegarmi il motivo?
Dentro di me avverto una sensazione strana, come quelle che provi tutte le volte che pensi possa accadere qualcosa di brutto.
«E se mi stesse... no, no, ma come posso pensarlo? Lui ha detto di amarmi, non lo farebbe mai».
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