Venere Acchiappamosche
Traduzione della storia di TiaraTiamo, lingua originale: inglese. (Questa e un altro paio meritavano davvero quindi le ho tradotte, spero che sia abbastanza scorrevole, fatemi sapere se qualcosa non torna perché al momento sono nel mio angolino a piangere)
Dicono che le anime gemelle possano sentire i propri pensieri nella loro testa, qualsiasi cosa l'altra persona stia pensando, il suo partner destinato sarà capace di comprendre ogni cosa senza che l'altro dica una sola parola.
Ram essendo una persona silenziosa, tiene sempre le cose per sé: i suoi problemi, la sua felicità, la sua tristezza e persino la sua rabbia e a causa di ciò, la maggiorparte delle volte viene frainteso dalle persone dato che, osservandolo, sembra che non gli importi molto di essere mal interpretato, che non si curi di cosa il mondo pensi lui realmente o di quello che gli accade intorno. Ciò che lo ha sorpreso, è quando il suo senior che gli si è avvicinato mentre stava guardando un cane randagio, molte persone avrebbero interpretato il fatto come se stesse fissando l'animale con odio, gli ha sussurrato nell'orecchio: «Portalo a casa, non penso che i tuoi genitori saranno contrari», Ram ha sussultato all'improvviso bisbiglio e ne ha guardato la fonte, solo per notare un senior della sua facoltà che sorrideva giocondo: «Come sapevi che stavo pensando di portarlo a casa?» ha chiesto allontanadosi da lui che era troppo vicino per i suoi gusti.
Il ragazzo scuote sempicemente le spalle e osserva il cane: «Lo diceva il tuo sguardo» «Il mio sguardo diceva anche di come stessi pensando al fatto che i miei genitori potrebbero non approvare che io lo tenga?» questa volta la domanda viene fuori più come una sfida e il castano sposta lo sguardo su di lui «Non è forse vero che solitamente la maggior parte dei ragazzini si chiede se i genitori approveranno o meno che adotti un animale?» risponde e si appoggia alla panchina dove Ram è seduto: «In oltre sono davvero spaventato dai cani e questo in particolare mi rende le cose difficile ogni volta che passo per questo sentiero» Ram rivolge una pessima occhiata al senior sconosciuto: «Non penso che sia una mia responsabilità il prendermi cura dei tuoi problemi» il ragazzo rotea gli occhi al cielo e si volta completamente verso il più giovane: «Tu vuoi già prenderlo, quindi ho pensato che avrei potuto incoraggiarti un po'. Non puoi biasimarmi» mette le mani sotto al proprio mento assumendo un aspetto innocente.
Ram non sa più cosa dirgli, dunque si volta e se ne va: «Comunque io sono King, puoi chiamarmi P'King, Ai'Ning».Ai'Ning? Che diavolo è? Ram si ferma bruscamente e si volta con sguardo interrogativo verso il ragazzo che apparentemente si chiama King con. Egli alza ancora una volta le spalle e dice: «Dato che non mi hai detto il tuo nome, ho pensato di chiamarti Ai'Ning. Ti comporti in modo così freddo verso di me» Ram si limita a sospirare e cammina verso casa sua, arrendendosi al non riuscire a comprendere qualcosa di quello che lo strano senior fa. Approcciarlo è una cosa, ma Ram davvero non capsice come sapesse quello che stava pensando, magari è solo davvero bravo nell'esaminare le espressioni facciali, scuote la testa per liberarsi dei pensieri sul ragazzo e si concentra su come portare a casa il cane.
...
Il giorno è passato in questo modo e la notte si sta avvicinando ma Ram non riesce a smettere di pensare al cane randagio, la sua mente è bloccata su questo, dunque, ha deciso di portarlo a casa e in mattinata convincerà i genitori a tenerlo, perciò prende la sua giacca, esce di casa e avanza verso il college ma raggiungendo i cancelli nota qualcuno fermo lì e riducendo la distanza riconosce la figura, P'King. Non avendo idea della ragione per la quale il ragazzo sia ancora nell'edificio decide di ignorarlo e di continuare con i suoi affari, tuttavia con suo dispiacere King lo nota e lo chiama, Ram non si ferma e continuapreseguendo verso la sua destinazione con il più grande che lo chiama seguendolo e si ferma soltando quando raggiunge il cane che se ne sta accucciato in un angolo.
«Sapevo che saresti tornato, così ti ho aspettato» urla King tenendo le distanze dall'animale, Ram lo ignora come se niente fosse, accucciandosi di fronte al cane e accarezzandone lentamente il pelo per svegliarlo: «Andiamo... ti porto a casa» sussurra mettendogli davanti il cibo che ha portato con sé e come comincia a mangiare, sposta finalmente la sua attenzione al senior che è ancora in piedi leggermente lontano da loro. «Perché mi hai aspettato? Non ti ho neppure detto che sarei tornato» indaga Ram ma l'altro scuote semplicemente le spalle: «Ho solo tirato ad indovinare» «Le tue ipotesi non sono forse un po' troppo acurate?» il ragazzo mette il guinzaglio che aveva portato attorno al collo del cane, spingendolo a seguirlo ed egli obbedisce, come si avvicina, King fa dei passi indietro e allo stesso tempo l'animale comincia ad abbiare guardandolo come se non ci fosse un domani, assumendo una posa difensiva: «Ai'Ning non avvicinarti con il cane, ti ho detto che ne ho molta paura» ma Ram non si ferma e continua a camminare verso di lui, con l'animale che vuole davvero rompere il guinzaglio e correre verso il più grande.
«Libererò davvero il cane se non mi dici come fai a conoscere i miei pensieri» egli si abbassa e quasi libera il cane dal guinzaglio quando King alza velocemente le mani: «Ho davvero indovinato» ma questa risposta non ha soddisfatto Ram che fa ancora per sganciare il guinzaglio e questa volta l'altro quasi urla terrorizzato: «Rilassati, rilassati, i tuoi pensieri sono semplicemente giunti alla mia mente, non so perché. Non ho fatto niente». Inizialmente Ram è piuttosto confuso riguardo alle parole di King e non comprende di cosa stia realmente parlando, lo guarda con le sopracciglia corruciate insieme in piena confusione: «Tipo come le anime gemelle che dovrebbero essere capaci di sapere i pensieri altrui...» dice a voce bassa deviando lo sguardo dal ragazzo che tiene la creatura, come se fosse colpevole di qualcosa. Ora Ram ha compreso ed è più sorpreso che mai: «Questo significa che sei la mia anima gemella?» chiede puntando il dito verso di lui, che annuisce, solo con il semplice cenno di assenso di King, Ram emette un sospiro e il pensiero che i suoi silenziosi, pacifici giorni sono terminati gli attraversa la mente, giusto perché senta una rumorosa protesta: «Ram, hai davvero pensato che non puoi avere un giorno tranquillo con me intorno? Sono offeso» dice posizionando entrambe le sue mani sulle sui suoi fianchi, in risposta il più giovane alza gli occhi al cielo. Non può nascondere nulla a King in ogni caso, ragion per la quale può anche non provarci per niente, quindi ancora una volta ignora King che sta gridando e se ne va con il cane.
Capitolo 2
Proprio come aveva creduto, i suoi giorni pacifici sono davvero svaniti dato che King è sempre al suo fianco ogni volta che è al college, a volte è persino in classe con lui ma a nessuno dei professori sembra dare fastidio, dato che King ha detto che lo conoscono già, in quanto è uno studente dell'ultimo anno della stessa facoltà (senior) e quando una volta Ram era sul punto di chiedergli perché non avesse mai nulla da fare, ancora prima che potesse frarlo gli ha messo le dita sulle labbra zittendolo: «Sono la tua anima gemella, dovresti velocemente abituarti alla mia presenza dato che siamo destinati astare insieme» dicendolo King ha cominciato a ridere e quella è la prima volta nella quale Ram ha avvertito il suo cuore cambiare, osservando quanto liberamente egli ridesse e vivesso, ciò ha portato un piccolo sorriso anche sulle sue labbra, magari essere sempre in sua compagnia non è poi tanto male.Non è solo il modo estroverso di essere ma anche l'attenzione che dimostra riguardo Ram, aiutandolo con i suoi compiti, dandogli i propri appunti e cose di questo genere.
Giorni e mesi si susseguono e gradualmente i due diventano sempre più intimi e dato che Ram non ha mai amato particolarmente parlare, il fatto che King fosse sempre lì, capendolo senza che l'altro necessitasse di dire nulla era diventato qualcosa di estremamente favorevole per lui, ne era diventato il luogo più confortevole e quella persona senza la quale non sarebbe riuscito ad immaginare neppure un giorno della sua vita, sapeva che cosa desiderava, dunque aveva pensato di chiedere a King un appuntamento il prossimo settimana e rivelargli finalmente i suoi sentimenti.
Ma oggi raggiunge il solito punto d'incontro dove King solitamente lo attende, non vede alcun segno del suo senior, solo una panchina vuota, questa è la prima volta in tutti quei mesi nella quale King è mai stato in ritardo, dunque Ram ha pensato che se lo avesse aspettato egli sarebbe eventualmente arrivato, eccetto quella mattina, mezzo giorno e il pomeriggio passano ma di King non c'è neppure l'ombra, il ragazzo si preoccupa ed agita, perché King non si è fatto vivo? É malato? Velocemente tira fuori il proprio cellulare per chiamarlo, soltando per ricordarsi di non avergli mai chiesto il numero, né gli è mai importato dichiedere per i suoi account social media e non lo neppure mai visto con degli amici ai quali avrebbe potuto chiedere. Ram realizza improvvisamente quanto sia stato negligente nella conoscienza del più grande, non gli è mai interessato di vedere come apparisse il suo mondo, ma dall'altro lato King conosceva tutto di lui senza che avesse dovuto dire una sola parola.
Questo lo porta ad un'altra improvvisa scoperta che fa scorrere dei brividi lungo la sua schiena, King sapeva tutto quello che passava per la sua mente, ma come mai non ha mai sentito uno dei suoi pensieri nella propria mente? Sono anime gemelle, dovrebbero conoscere le idee dell'idee dell'altro, non dovrebbe valere per uno soltanto di loro. Con tutto il tempo che è passato non ci ha mai pensato, ha semplicemente che il senior facesse tutto il lavoro da solo, Ram passa una mano tra i suoi capelli, tirandoli a causa della frustrazione, non si è mai sentito tanto vulnerabile. Non c'è davvero nullla che possa fare? Nessun modo di contattare King? Ha devvero dato per scontato la sua presenza, al punto di non aver imparato nulla su di lui?
Sente che il suo cervello è sul punto di esplodere dalla frustrazione nel rammentare come, un giorno, King avesse spinto un piccolo pezzo di carta verso di lui e gli avesse semplicemente detto di tenerlo, di non aprirlo fino a quando gli sarebbe mancato e al tempo non gli era neppure importato dell'esclamazione che aveva fatto, non ha mai pensato che quel momento sarebbe arrivato, non riesce nemmeno a ricordare se ha tenuto quel biglietto intatto, sa solamente che deve trovarlo. Ram afferra velocemente la propria borsa ed inizia a cercare in ogni singolo libro che ha al suo interno, in caso abbia tenuto il foglietto sepolto tra le pagine, ma non è in nessuno di essi, continua comunque a cercare in ognuna delle tasche del proprio zaino tra le sue note e tutto il resto, eppure sembra non essercene alcun segno.
Sconfortato dai continui fallimenti tira fuori il portafoglio come ultima risorsa: «Per favore lascia che io lo trovi...» recita una preghiera quasi silenziosa mentre lo apre per cercare quel pezzo di carta e i suoi occhi si bloccano sul piccolo angolo bianco del bigietto che spunta dalla sua tessera ID e lo tira fuori, aprendolo in un secondo, lì non ci sono scritte che tre righe che lo lasciano in uno stato confusionale: "Ai'Ning è finalmente arrivato il giorno nel quale io non ci sono più, sapevo che non avrei mai avuto l'opportunità di dirtelo, recati là così potrai capire tutto quanto" e poi c'era un indirizzo scritto direttamente sotto al testo, Ram non ha la più pallida idea di quello che egli non ha mai avuto l'occasione di rivelargli, però deve saperlo, dunque prende la sua borsa e si reca nell'indirizzo che KIng gli ha dato.
Capitolo 3
Si tratta di una casa, dev'essere dove vive KIng, osservando tutte le piante e gli alberi che circondano l'abitazione è piuttosto certo che viva lì, emette un sospiro di sollievo e bussa alla porta, un piccolo sorriso appare sulle sue labbra ringraziandolo perché ha pensato al fatto che sarebbe potuto accadere un qualcosa del genere, dandogli il suo indirizzo e dato che nessuno si è ancora presentato ad parire, bussa ancora e questa volta una donna risponde, sembra stanca, con delle occhiaie scure e le borse sotto gli occhi, pensa che debba trattarsi della madre del ragazzo. «Chi sei?» domanda e Ram le fa velocemente un Wai e risponde: «Sono un junior di P'King del college. Posso entrare?» ella ha un aspetto indifferente ma si sposta, creando un passaggio affinché egli possa entrare nell'edificio, poi si siede sul divano che ella indica: «Mi stavo chiedendo se P'King sta bene e posso vederlo? Non è venuto oggi» mostra un piccolo sorriso alla donna per alleggerire la tensione di lei che lo guarda con occhi spalancati.
«Non è solo oggi, King non ha frequentato il college per i passati cinque mesi» lui è un po' scosso a causa della risposta, però la madre di King non sembra starlo prendendo in giro, tuttavia quello che dice non può essere vero dato che in quei cinque mesi ha continuato ad incontrarlo quotidianamenye eccetto i fine settimana, per di più lo ha incontrato per la prima volta proprio cinque mesi prima: «Uh, penso debba esserci un malinteso ho incontrato P'King tutti i giorni» dice guardando speranzoso la donna che è situta silenziosamente sul divano opposto: «Non so come tu faccia a non saperlo, ma King è morto cinque mesi fa, proprio davanti al college» fa una pausa e fissa Ram per un lungo periodo di tempo, osservandone la reazione: «Stava cercando di salvare un cane radagio da un camion, quando questo lo ha colpito».
Ram sta semplicemente seduto lì sconcertato e devastato, non riesce ad elaborare le parole pronunciate dalla donna, ha sentito dell'incidente di cinque mesi prima ma non ha mai saputo nulla della vittima, però se si trattava di King, allora con chi ha speso tutto quel tempo?: «Ma ho speso del tempo con lui nel college ogni giorno» riesce appena a dire, guardando la donna alla disperata ricerca di una risposta, non riuscendo a capire cosa stia succedendo: «Come ti chiami?» chiede e Ram pare sobbalzare fuori dalla propria trance: «R-Ram» risponde con una voce leggermente superiore di tono rispetto ad un sussurro, la madre di King sorride appena: «Aspetta qui» dice allontanandosi per poi tornare qualche minuto dopo con un diario e una piantina, li mette sul tavolo davanti a lui: «Prendili, sono per te» Ram prende lentamente il diario e ne apre la prima pagina, ma la donna glielo toglie di mano: «Lascia che ti aiuti» lo sfoglia fino a quando trova un punto particoare sul quale si ferma e glielo restituisce: «Questo è ciò che devi sapere ora».
"Non ho mai pensato che la mia anima gemella fosse qualcuno del genere, è così silenzioso, mi chiedo che suono abbia la sua voce..."
"Anche se puoi leggere nella mente di qualcuno, conoscerne il nome è davvero difficile. Nessuno parla così: 'King devi fare questo o quello'. Però in qualche modo sono riuscito a scoprire il suo nome, si chima Ram, un nome così insolito. Ho scoperto che significa glorioso, non gli si addice affatto."
"Sapevo che gli piacevano i cani, ora è solo una questione di tempo perché lo porti a casa."
"Oggi stava nuovamente fissando il cane, è il terzo giorno; stava contemplando cosa fare riguardo i suoi genitori."
"Waah! Anche a lui piacciono le piante! Non preoccuparti Ram, ho già comprato i semi, mi avvicinerò finalmente a te con questa, quando crescerà, so che ti piacerà la Venere Acchiappamosche"
E questa era l'ultima annotazione.
«Voleva davvero spendere del tempo con te e parlava di te così tanto. Ma non ha mai voluto approcciarti in una maniera che avesse potuto infastidirti, dunque ha atteso» Ram non può sopportare altro e le lacrime gli hanno bloccato gli occhi, il suo respiro ha sobbalzato, chiude il diario e lo abbraccia, il mondo sta crollando attorno a lui e non può farci nulla, non può raggiungere King e neppure può tornare identro nel tempo per salvarlo. La madre del suo senior deceduto gli poggia una mano sulla sua testa cercando di confortarlo, lui solleva leggermente il capo e i suoi occhi ricadono sulla piccola pianta davanti a lui: «Ci hai messo troppo a crescere» sussurra e la afferra nella sua mano: «Ma mi prenderò cura di te proprio come voleva P'King».
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