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Il tremore di un cuore

Ram aveva fatto del suo meglio per apparire calmo davanti a tutti, ma la verità è che il suo cuore non lo era affatto, gli erano bastate un paio d'ore senza vedere King per rendersi conto di quanto profondamente la sua presenza fosse divenuta radicata nella sua idea di quotidianità e questo nonostante la loro convivenza non superasse il paio di settimane al massimo, nel realizzarlo aveva guardato le piante tanto amate dal suo coinquilino e un sospiro era fuggito dalle sue labbra, sarebbe davvero riuscito a resistere quei pochi giorni senza di lui?

Beh non aveva molta scelta, King era a casa della nonna e sapeva bene che scrivergli per alleviare la propria solitudine non era la scelta migliore in quel momento, aveva notato il panico pervaderlo quella mattina perciò gli era parso evidente che avesse bisogno di un po' di tempo per calmarsi e pensare ai propri sentimenti o forse semplicemente, a quei baci pieni che si erano scambiati nella tenda, gli stava dando il suo spazio ma senza dargli l'illusione di poter lasciare la questione sospesa, infatti con il suo messaggio in cui rivelava di non essere stato ubbriaco nascondeva tra le righe il fatto che Ram lo avesse baciato perché desiderava farlo e che una volta faccia a faccia, avrebbero dovuto chiarire la questione, sorrise nel pensare come avrebbe reagito il castano.

Era mattina presto e il cielo terso permetteva al vivace sole estivo di far risplendere il profilo della città, ben visibile dalle grandi vetrate cristalline posizionate dietro al divano del salotto sul quale Ram era seduto scompostamente, indossando una maglietta grigia e dei semplici pantaloni della tuta. Aveva un braccio poggiato sulla sommità dello schienale, il quale fungeva da cuscino per il mento che vi era abbandonato sopra, il busto ruotato completamente verso la finestra e un ginocchio piegato, con il piede nudo sulla stoffa, l'altro a contatto diretto con il gelido pavimento e sovrappensiero la sua voce scappò dalla sua bocca con nessuno ad udirla: «P' King, sono innamorato di te... Provi lo stesso oppure ho mal interpretato la tua gentilezza verso di me?» sospirò ancora e rimase in quella posizione fino al pomeriggio, non si accorse di aver saltato il pranzo finché il cielo cominciò a tingersi di arancio, mutando lo scenario statico che aveva guardato silenziosamente per tutto il tempo, tentando di porre un freno alle sue ansie. Ram ad occhi ignari poteva sembrare estremamente serio e spaventoso, la realtà è che aveva un animo gentile e sensibile, non si affezzionava facilmente e per questo, quando lo faceva, soffriva terribilmente se le persone delle quali si era fidato lo tradivano, un po' come aveva fatto suo padre e ovviamente era spaventato.

Come poteva non temere il momento nel quale King sarebbe tornato? Come poteva non temere la possibilità di essere rifiutato dalla persona per lui più importante? Dall'unico che lo aveva compreso ed era stato capace di offrirfgli conforto in un modo che nessun altro avrebbe potuto? Come poteva non essere terrorizzato di perdere quella leggera sensazione di contentezza che la vicinanza con il suo senior gli regalava? Non ricordava di essere mai stato tanto felice o di aver desiderato qualcosa così tanto da quando era venuto al mondo, sorrise, anche se fosse tutto finito alla fine dei quei giorni sapeva che quei sentimenti non poteva lasciarli andare, ormai erano parte di lui e li avrebbe sempre portati con sé, si sentiva sciocco a pensare che non avrebbe mai potuto amare qualcunaltro allo stesso modo in cui amava King, era ancora giovane e della vita non aveva visto nulla, però indubbiamente si sentiva in quel modo.

Il suo stomaco brontolò disapprovando il suo ostinato ricadere nel proprio flusso di coscienza senza nutrirsi, cosa che lo spinse pigramente a cambiarsi e trascinarsi per le strade della città alla ricerca di un ristorante che avesse potuto stuzzicare la sua curiosità, facendolo fuggire per almeno qualche istante dall'immagine del ragazzo che amava, però quando vide dove i suoi piedi lo avevano condotto scosse la testa dato che si era trovato nel luogo dove aveva portato King per ringraziarlo di averlo aiutato con i suoi compiti di calcolo, se ci rifletteva poteva dire con chiarezza che quella era stata la loro prima vera interazione e tutto perché l'altro era stato abbastanza testardo da continuare ad insistere fino a crearsi gradualmente uno spazio nel suo cuore, forse non immaginava che sarebbe finito per diventare il centro del cuore del suo junior. Sovrappensiero terminò con l'ordinare anche lo zenzero nonostante non ne amasse il gusto, sospirò stordito dalla presenza indiretta dell'uomo che amava e fece del suo meglio per concentrarsi sulla buona fattura di quello che aveva preso, poi decise di fare una piccola passeggiata prendendo una strada più lunga che conducesse all'appartamento dove stava venendo ospitato, non se ne accorse, ma gli passarono accanto Duen e Bhon, i quali lo chiamarono un paio di volte prima di arrendersi nel non ricevere risposta.

«Ma che ha Ram? Ha deciso che ora mi odia così tanto da non considerare più neanche te?» la sua voce irritata fece nascere un piccolo sorriso sul volto dell'altro, sapeva che il suo ragazzo era molto protettivo nei suoi confronti e quelle domande stizzite non erano altro che frutto della sua preoccupazione, cosa che portò il corvino a scuotere la testa: «Non esiste, quando Ram ha un problema con qualcuno lo dice direttamente, soprattutto se si tratta di una persona che conosce o considera amica... Spero solo che non sia successo nulla di grave, è un po' che è strano ma non ha voluto dire a nessuno il motivo» scrollò le spalle nascondendo al castano di come probabilmente King poteva essere coinvolto nella situazione, beh indubbiamente Duen poteva essere incredibilmente ottuso per quando si trattava di questioni di cuore se lo riguardavano, eppure sembrava avere lo sguardo affilato quando si trattava degli altri e come se non bastasse conosceva l'amico tatuato da così tanto tempo che non aveva potuto non notare i piccoli sorrisi che metteva su incosciamente e questo gli aveva fatto credere che forse, anche lui era riuscito finalmente ad innamorarsi.

Per Ram il giorno seguente fu un lento ripetersi di quello precedente, senza eventi e privo di ogni eccitazione, cambiò solo il modo in cui trascorse la notte, avvolto dalle coperte nel letto del padrone di casa che ne emanavano l'odore così tremendamente piacevole per lui e mentre scivolava in un quieto stato di dormiveglia gli parve di sentire nuovamente il tocco delicato e attento del suo senior che sfiorava con curiosità il tatuaggio dell'acchiappasogni che aveva sul collo, oppure gli occhi scuri leggermente contratti che lo osservavano interessati alla storia degli altri disegni impressi nella sua pelle e ancora sorrise rilassato nel ricordare come era stato dormire al suo fianco, avendo il privilegio di guardare il suo volto pacifico mentre riposava, libero da tutte quelle continue espressioni che King assumeva nel giro di pochi minuti, ricordò perfettamente che quella notte lo aveva visto aggrottare la fronte a causa del dolore della ferita alla testa ed incosciamente aveva trascinato una mano sul capo, massaggiando con il pollice il piccolo pezzo di pelle raggrinzita fra le sue sopracciglia, finché questo non si era disteso e un sorriso adorabile si era fatto posto su quelle labbra rosee. Era così bello e carino che il suo cuore non si era trattenuto, esibendosi in un epico spettacolo di ginnastica artistica che lo aveva lasciato frastornato, tra le capriole, il continuo mutamento dei battiti e la partecipazione del suo stomaco eccitato, quella stessa sera era giunto a una grande rivelazione che aveva reso difficile il contenersi nel giorno successivo: lui lo amava, non si trattava più di una semplice infatuazione o di un più concreto piacergli, no, aveva sentito distintamente il desiderio di potergli rimanere accanto per tutta la vita.

Il terzo giorno per il ragazzo dalla gelida espressione fu il più difficile, sapeva che il protagonista dei suoi pensieri sarebbe tornato proprio in quella data e non era riuscito a darsi pace neppure facendo ordine negli appunti che King gli aveva dato, andando in palestra a fare box o facendo una lunga doccia bollente per ripulirsi dal sudore, fu come se tutta l'ansia che aveva spinto via fosse improvvisamete tornata ad assediare la sua mente e per questo non aveva avuto il coraggio di muoversi dal divano, posizionato esattamente davanti alla porta d'ingresso dell'appartamento, con lo sguardo fisso sulla superficie lignea e quando questa si aprì lentamente scattò in piedi, obbligandosi subito dopo a mantenere la calma quando vide entrare la sorella maggiore del suo senior, la quale aveva un sorriso triste sulle labbra: «Oh, ciao Ram, King mi aveva detto che saresti rimasto al suo appartamento per un po'...» fece una breve pausa esimnandone i lineamenti: «Uh, non credo tu lo sappia, ma King è in ospedale, si è sentito male quando stava dalla nonna, i punti si sono aperti ed è venuto fuori che aveva un'irritazione alla ferita, fosse rimasto in quelle condizioni più tempo sarebbe progredita in un'infezione» capì subito che Ram era pieno di preoccupazione, perciò gli offrì di unirsi a lei nella visita in ospedale, dove c'era anche il resto della famiglia del malato e le gambe quasi gli cedettero quando sentì il medico dire che non sapeva quando si sarebbe svegliato, in quanto cadendo aveva battuto forte il capo.

Ram rimase tutto il tempo nell'edificio odorante di disinfettante e presto gli fu data la possibilità di ancorarsi alla sedia accanto al letto di King, dove egli sembrava riposare tranquillo, è vero che aveva detto che gli piaceva vederlo dormire ma non in quel momento, non quando tremava dalla paura di non vedere più il suo sguardo nocciola illuminarsi quando parlava di piante, gli teneva la mano incerto che fosse la cosa giusta, però non era riuscito a separarsi dalla pelle pallida dell'altro, aveva come l'irrazionale terrore che se avesse interrotto il contatto con lui per troppo tempo, gli sarebbe scivolato via dalle dita, sebbene lo staff dell'ospedale avesse assicurato a tutti che era fuori pericolo. «Quel ragazzo è così triste che è doloroso da guardare, è più preoccupato di me che sono la madre» bisbigliò la donna sistemandosi le ciocche scure dietro l'orecchio, soffiando attentamente sul liquido caldo nel bicchierino di plastica, gettando uno sguardo nella stanza del figlio, attraverso la porta socchiusa, già solo la visione della larga schiena muscolosa del giovane studente di ingegneria era abbastanza deprimente, il volto cupo e disperato che aveva, in quel momento celato dall'angolazione dalla quale lo stava osservando, era pure peggio: «Penso ci sia del tenero tra quei due» affermò allegra la figlia maggiore: «Non sarebbe male avere qualcuno che si prende cura di King, sappiamo entrambe che non è capace di farlo da solo. Solo non mi aspettavo che sarebbe stato un uomo» continuò la conversazione, senza allontanare lo sguardo da quella scena, notando il piccolo vaso snello appoggiato sul mobile accanto al letto, all'interno ci sono dei fiori delicati, candidi a differenza delle tonalità calde della stanza, erano dei bucaneve che Ram era uscito appositamente a comprare, ci aveva messo molto per trovarli ma aveva insistito perché fossero nella stanza, era certo che gli avrebbe fatto piacere visto quanto profondamente King amasse le piante e scoprire che aveva scelto proprio quelli perché simboleggiano speranza, le aveva scaldato il cuore.

«Sei contraria?» Khamfa domandò accigliata verso la madre: «Mh, inizialmente ho pensato che non avrei sopportato un figlio omossessuale quando King è tornato a cosa raccontandomi di Bhon e Duen... Poi però li ho visti insieme e mi sono rimproverata da sola nel vederli tanto felici, ho solo sperato che prima o poi anche mio figlio sarebbe stato capace di sorridere in quel modo, ho capito che non è davvero importante se uomo o donna, l'unica cosa che conta è che sia felice» la giovane donna lascia andare un sospiro trattenuto, rilassa leggermente la postura: «A te non serve nemmeno chiederlo, so già che sotto sotto hai sempre sperato che tuo fratello avesse una relazione con un uomo, solo perché sei fissato con quelle serie BL» l'altra rise imbarazzata sapendo davvero di non poter negare quelle parole: «Ho sempre saputo che sarebbe nato qualcosa tra di loro!» eclamò tutta eccitata facendo ridere la più grande: «No, è diverso, ci hai sperato. Comunque sia, credo che i sentimenti di Ram siano evidenti da come lo guarda, ma non dimenticare Khamfa che una relazione nasce in due, non sappiamo ancora cosa ne pensi King» non l'ha resa felice dire quello che ha detto, le avrebbe spezzato il cuore vedere il giovane uomo che accarezzava con tanta dolcezza le mani di suoi figlio, venir rifiutato.

Non avevano parlato molto, si era subito accorta che si trattasse di una persona estremamente taciturna e si era chiesta come potesse un ragazzo tanto silenzioso sopportare un chiassoso chiacchierono come King, poi con il passare delle settimane era riuscita ad intavolare con lui qualche discorso, scoprendo che se il dormiente veniva nominato, il junior con dei vistosi tatuaggi era pronto a rivolgere tutta la sua attenzione al proprio interlocutore e ciò che le aveva scaldato il cuore era stato sentire con quanta devozione ne parlasse, quelle poche volte che si sentiva di aggiungere qualcosa, dimostrando quanto profondamente lo conoscesse, avendo prestato attenzione ad ogni dettaglio, infatti era stato proprio lui a dire a Khamfa di come prendersi cura delle piante del fratello. Due grandi mani salde si poggiarono sulle spalle della donnna, un bacio gentile a fior di labbra le portò una tanto apprezzata calma nel trovarsi davanti il padre dei suoi figli: «A cosa pensi?» «Spero che Ram diventi mio genero» l'uomo trattenne a stento una risata, accomodandosi accanto a lei nella sala d'attesa: «Non dovremmo dirlo a King però, reagisce in modi assurdi quando è sotto pressione, anche se devo ammettere che ormai speriamo tutti che stiano insieme. Non ho mai visto nessuno preoccuparsi con tanta sincerità di nostro figlio» ella annuì completamente d'accordo: «Poi ha tutti i tratti di una donna, come potrebbe riuscire ad avere una relazione con una di loro? Parla continuamente, vuole essere viziato ed è molto invadent-» non potè finire la frase perché un'accidentale gomitata da parte della moglie lo fece gemere per il dolore: «Hai detto qualcosa caro?» lui sbiancò leggermente e fece un sorriso spiacente scuotendo la testa: «Io?No, spero solo in un matrimonio». Poco dopo dei passi affrettati li raggiunsero, Bhon, Duen e Khamfa erano nello stretto corridoio.

«Li ho incontrati quando sono andata all'appartamento di King, erano preoccupati così li ho portati qui spiegando l'accaduto» «Come sta King? Posso vederlo?» la donna gli sorrise gentilmento facendo segno ai due di accomodarsi: «I medici hanno detto che dovrebbe svegliarsi tra qualche giorno al massimo, altrimenti le cose non andranno bene» il più alto deglutì a fatica, come poteva non sentirsi male quando in quella stanza c'era il suo migliore amico? Non perse la testa solo grazie al gentile tocco del suo fidanzato che lo rincuorava leggermente: «Credo sia meglio non avvisare gli altri, ci sarebbe troppo casino, soprattutto conoscendo Boss» aggiunse Khamfa, prima di sedersi a sua volta, cosa che lasciò confuso Bhon, se erano tutti lì fuori, chi era con King, curioso allungò la schiena e non credette ai suoi occhi quando intravide la figura di Ram intento a cambiare l'acqua nel vaso, poi si sedette accanto all'addormentato poggiandogli le mani sui lati del collo, come ad assicurarsi che non gli fosse venuta la febbre e che fosse tutto apposto: «Come mai lui è qui?Non ha lezione?» «Ram è qui da due settimane, si rifiuta di lasciare l'ospedale, è davvero preoccupato e si prendere cura di King. Vedendolo abbiamo deciso di lasciargli il posto accanto al suo letto, ha persino portato dei fiori per lui dicendo che se si fosse svegliato senza avere almeno qualche pianta intorno sarebbe impazzito» ridacchiò la madre del ragazzo, appoggiandosi sulla spalla del marito che aggiunse: «Parlando un po' con lui mi sono sorpreso nello scoprire quanto bene lo conosca e mi sono chiesto come facciano ad andare d'accordo, King a volte sa essere davvero fastidioso e l'altro è così silenzioso...» Duen annuì con un sorriso: «Da quando la sua famiglia si è trasferita qui in Tailandia è sempre stato così, credo che King sia la persona con la quale abbia parlato di più, mi sono sorpreso anche io quando li ho sentiti avere una conversazione più lunga di tra risposte da parte di Ram».

Vennero interrotti dal fastidioso stridio prodotto dalle gambe della sedia, le quali erano state spostate velocemente lungo il pavimento, preoccupata Khamfa si alzò e si affacciò alla porta per controllare bene cosa stesse accadendo e sorrise allegra nel vedere suo fratello, ancora intontito dal coma, con gli occhi strabbuzzati nel ritrovarsi avvolto nella forte stretta del suo coinquilino, il quale sussurrava piano il suo nome incredulo. Sembrava spaesato ma nel rendersi conto di quanto egli fosse preoccupato o dei lievi tremori della sua schiena, ricambiò la stretta, facendo scivolare i palmi delle sue mani contro i muscoli dell'altro, poi arricciò il naso nel rendersi conto che aveva quella tipica sensazione di panico e spiacevolezza che segue un terribile incubo del quale però non si riesce a ricordare il contenuto, eppure avere Ram tra le sue braccia era stato sufficiente per rilassarlo completamente, dunque si chiese se in qualche modo avesse avuto a che fare con lui: «Si è svegliato» sentì urlare sua sorella fuori dalla porta, cosa ci faceva lei a casa sua e soprattutto, con chi stava parlando? Curioso esaminò lo spazio circostante rendendosi ben presto conto del fatto che quella non era la sua camera da letto e a giudicare da tutte le apparecchiature presenti, doveva trattarsi di un ospedale e come se qualcosa si fosse sbloccato in lui, King ricordò del campeggio fatto con la sua università, i baci in quella tenda, la nonna preoccupata e lo scontro duro contro il terreno.

Allontanò leggermente da sé il suo senior asciugandone le lacrime con i pollici: «Che è successo?» «Avevi la ferita irritata, in stato embrionale di infezione, sei caduto a terra e si sono riaperti i punti, a causa della botta sei entrato in uno stato di coma per due settimane, i medici hanno detto che probabilmente avevi altri danni a causa della prima botta che hai ricevuto, peggiorati con la caduta alle cascate e poi quella a casa di tua nonna e la cosa ha probabilmente causato il tuo stato di incoscienza» si preoccupò di ripetere esattamente le parole dei medici, lo vide annuire e chiedere: «Questi bucaneve? Li hai portati tu vero» l'altro si limitò ad annuire senza dare spiegazioni, come suo solito e rimase piuttosto sorpreso quando venne tirato nuovamente contro il petto di King: «Mi dispiace di averti fatto preoccupare, soprattutto quando hai già la tua dose di problemi. Prometto di essere molto più attento d'ora in poi» gli accarezzava la schiena mentre parlava, dandogli giusto il tempo di calmarsi prima dell'arrivo dei medici che chiesero al ragazzo tatuato di lasciare la stanza, perché potessero eseguire gli adeguati controlli e nel giro di pochi giorni fu libero di tornarsene a casa sua, dalle sue adorate piante.

In realtà era un po' nervoso all'idea che avrebbe dovuto affrontare il junior che si era tanto amorevolmente preso cura di lui, si disse che non aveva ssolutamente avuto abbastanza tempo per riflettere sulla questione e con questi pensieri in testa, fu completamente sorpreso del caldo abbraccio nel quale venne stretto da Ram, che in presenza di estranei, era stato costretto a mitigare le proprie reazioni ed i sentimenti che aveva provato in quelle due settimane, era stato più forte di lui. King notò come le sue grandi mani gentili si fossero aggrappate al tessuto morbido della sua maglietta o a come avesse inspirato il suo odore cercando una conferma più tangibile ed intima del fatto che egli stesse davvero bene e che finalmente potesse essere in piedi sulle sue gambe, che fosse davvero tronato al suo appartamento e che non fosse diventato pazzo abbastanza da vedere i propri desideri incarnarsi in delle visioni effimere, con un grosso ragazzo come lui che si comportava in maniera tanto adorabile, si chiese se avesse davvero senso per lui continuare a cercare di mitigare e costringere i propri sentimenti al silenzio, il suo cuore sobbalzò quando delle tenui carezze ne sfiorarono il collo e si disse che no, non sarebbe scappato più.

Ram sembrava ancora incerto mentre tastava la morbida pelle dei suoi spigolosi zigomi, come perso nella meccanica di osservare con venrazione la persona tra le sue braccia e questa, in tutta risposta, non riuscì a frenarsi terminando con il baciarlo, questa volta pienamnete cosciente di quello che stava facendo, travolto dalla carnale impronta che il suo nong aveva dato a quel contatto, mordendogli sensualmente il labbro inferiore, per poi far sguisciare a tradimento la propria lingua umida nella bocca ardente del più grande, estasiato dal piccolo suono che provocò tale azione, le sue mani scivolarono lontane dalla sua mascella spigolosa, afferrando con decisione la sua vita stretta, continuando a divorarlo fino a lasciare entrambi senza fiato, con i visi lividi, gli occhi lucidati da un impalpabile ma presente velo di passione, uniti fronte contro fronte, lasciando sfiorare i loro nasi il taciturno bisbigliò: «Ben tornato P'King» «Sono a casa Ai'Ning» sospirò contro quei fiori invitanti disposti sul suo viso, rapito li accarezzò con i pollici: «Stavo pensando che forse dovrei smettere di chiamarti AI' Ning» fece una breve pausa godendosi il fremito di Ram, di come anche lui non riuscisse a staccare gli occhi dalle sue labbra sinuose e di come la temperatura corporea di entrambi stesse raggiungendo livelli piuttosto alti: «Tee-Rak» sussultò incredulo quando vide le guance dell'altro imporporarsi velocemente per averlo chiamato tesoro, in modo così intimo che probabilmente doveva averlo sorpreso, ma non gli era dispiaciuto visto come aveva affondato il viso nel suo collo, bisbigliando il suo nome in uno sbuffo contento perché significava che finalmente avrebbero potuto smettere di celare i propri desideri.


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