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Crostata ai mirtilli


Mentre scendeva le scale e attraversava la casa non riusciva a smettere di sorridere, incapace di distogliere lo sguardo dalla figura di Francesca, che si muoveva sicura davanti a lui, facendo ondeggiare morbidamente i capelli raccolti in una coda. Il rumore di chiacchiere e risate si faceva sempre più forte man mano che si avvicinavano all'uscita, mentre un fantastico odore di carne cotta alla griglia aleggiava nell'aria. 

Raggiunsero il giardino, uscendo dalla grande vetrata del soggiorno e lui si fermò per un attimo, calandosi bene il cappello sulla testa e osservando la scena davanti a sè. Un uomo sulla cinquantina, con spalle larghe, capelli grigi che un tempo dovevano essere stati biondi e occhi color dell'ambra, era in piedi davanti alla griglia, concentrato sulla cottura della carne. Concluse che quello doveva essere il padre di Francesca, anche se per quello che poteva vedere le somiglianze tra i due cominciavano e finivano con il colore delle iridi. 

Il suo sguardo si spostò poi sul tavolo al centro del giardino, dove la madre di Francesca stava conversando amabilmente con Tommaso e la sua spocchiosa fidanzata. Era incredibile quanto lei e la figlia, di contro, si assomigliassero. Avevano gli stessi lineamenti sofisticati, gli stessi capelli ribelli e color cioccolato, lo stesso splendido modo di sorridere. Gli occhi però erano diversi, quelli di Francesca erano caldi, della stessa sfumatura ambrata del caramello, mentre quelli di Beatrice blu come il mare. 

Gli stessi occhi li riconobbe anche nelle quattro figure che gravitavano attorno al tavolo come avvoltoi, cercando di arraffare qualcosa da mangiare senza che la madre se ne accorgesse. Erano tutti e quattro molto simili, capelli biondi, abbastanza alti, spallati e più o meno snelli. Due erano pressoché identici, fatta eccezione per gli occhiali di uno e i capelli lunghi dell'altro, mentre uno appariva decisamente più giovane degli altri tre. Magro, capelli a spazzola e pieno di piercing. Si, corrispondeva perfettamente alla descrizione che Francesca gli aveva fatto del suo fratellino.

«Eccomi!» si annunciò Francesca, che nel frattempo aveva raggiunto il gruppo.

Al sentire la sua voce, tutti gli uomini della casa si voltarono della sua direzione, come se il loro sole personale avesse finalmente deciso di sorgere. Gli apparve subito evidente che Francesca fosse la principessa di casa, il centro di quell'universo familiare in cui il testosterone regnava sovrano. Ridacchiando le si avvicinò, entrando nel campo visivo dei membri maschili della sua famiglia, che immediatamente cominciarono a squadrarlo sospettosi.

«Papà, ragazzi, lui è Carlos. Noi... usciamo insieme.»

Un silenzio raggelante scese sul giardino, neanche Francesca avesse pronunciato le più terribili delle parole. Si chiese sinceramente come avrebbero reagito quando lei avrebbe rivelato loro di essere incinta... Gli venne da sorridere, ma gli sguardi intimidatori che provenivano dai fratelli di Francesca, in particolare da quello minore, gli fecero morire sulle labbra ogni tentativo.

«Vi avverto, non voglio sentire o vedere scenate di alcun tipo. Non mi metterete in imbarazzo e non vi comporterete in alcun modo da idioti o da primati, siamo intesi?»

Il tono perentorio di Francesca fece sussultare anche lui, e si ritrovò a guardarla con ammirazione, quasi stregato dalla determinazione e dalla forza che dimostrava in quel momento.

«Siamo intesi?!» chiese di nuovo dopo non aver ricevuto risposta, facendo scorrere lo sguardo su ognuno dei presenti.

Uno alla volta tutti mugugnarono il loro assenso senza però smettere di trafiggerlo con gli occhi.

«Bene. Carlos, togli il cappello.»

...

Indossato il pigiama si lasciò cadere sul letto, affondando pesantemente tra le coperte e lasciandosi sfuggire un sospiro. Sentì Carlos ridacchiare, ma lo ignorò e chiuse gli occhi, percependo il suo corpo rilassarsi.

«Tutto sommato, è andata bene oggi, no?»

«Si, direi di si. Anche se non sono riuscita a dire nulla della gravidanza. Non... non mi è sembrato il momento adatto, non con Tommaso lì...»

Sentì il pilota emettere un grugnito affermativo e le venne da sorridere.

«E poi, credo che se lo avessi detto, mio padre sarebbe morto di infarto. Già ha faticato a reggere l'emozione quando ti ha visto, figuriamoci se gli avessi detto che sta per diventare nonno...»

«Beh, prima o poi dovremo dirglielo, a lui e al resto della tua famiglia.»

«Lo so, ma meglio evitare per questo weekend.»

«Già. Lascia che mi adorino ancora un pò prima che comincino a odiarmi perchè ho messo incinta la principessa di casa...»

«Non sono la principessa di casa!» esclamò indignata aprendo gli occhi e sollevandosi sui gomiti.

Carlos si mise a ridacchiare, dandole le spalle e sfilandosi la maglietta. Come ipnotizzata rimase a fissare la sua schiena nuda, seguendone con gli occhi ogni linea, immaginando di far scorrere le dita su quella distesa calda e ambrata. Invidiava che fosse ancora abbronzato nonostante fosse Ottobre. Lo vide sfilarsi anche i pantaloni, rimanendo in boxer. Si sentì avvampare e si morse involontariamente il labbro senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso, soprattutto quando lo vide chinarsi per appoggiare i jeans nella borsa. Poi lui si girò, offrendole una vista ancora migliore, e fece per avvicinarsi al letto.

«Cosa stai facendo?» gli chiese sentendo il cuore accelerare il battito.

«Vado a dormire. Credevo fossimo d'accordo che per stanotte avrei dormito qui.»

«Si ma... Non... non potresti metterti qualcosa addosso?!»

Lui si mise a ridere, per poi ignorarla completamente e infilarsi sotto le coperte di fianco a lei. Istintivamente si spostò più lontana da lui, ma il letto era ormai praticamente finito.

«Stai tranquilla Francesca, non ho intenzione di fare niente. A meno che, ovviamente, non sia tu a volerlo...»

Il tono del pilota si fece improvvisamente più basso e seducente, tanto che la sua voce parve riverberarle nella pelle, richiamando nella sua mente echi di quella notte...

«Sei impazzito?! Non qui, non con i miei genitori a due stanze di distanza!»

«Interessante, non è un no in assoluto...»

Di nuovo quel tono seducente, quello sguardo così intenso. Emettendo un verso di frustrazione e imbarazzo si voltò dall'altra parte, dando le spalle al pilota per nascondere il rossore che sapeva averle colorito il volto. Per sicurezza spense anche la luce. La risata di Carlos le risuonò nelle orecchie.

«Buonanotte Francesca.»

Inutile dire che, nonostante la stanchezza, ci mise non poco ad addormentarsi. Il suo cuore proprio non voleva saperne di tornare a battere ad un ritmo normale.

...

A svegliarlo furono l'aroma del caffè appena fatto e un sottile spiraglio di luce che filtrava dalle persiane. Mugugnando e stiracchiandosi, allungò una mano verso l'altra metà del letto, con l'intenzione di svegliare Francesca, ma lei non c'era. Si tirò immediatamente su a sedere, guardandosi intorno, ma di lei nessuna traccia. Sospirando decise allora di vestirsi e scendere al piano di sotto, con un pò di fortuna l'avrebbe trovata al tavolo della cucina a fare colazione. 

La dea bendata però non sembrava essere dalla sua parte quella mattina perchè una volta entrato in cucina trovò soltanto Beatrice, intenta a tagliare una fetta di crostata ai mirtilli dall'aspetto delizioso, e il fratello minore di Francesca, Michele, che da dietro il cellulare gli rivolgeva occhiate minacciose. Dei quattro fratelli di Francesca, lui sembrava l'unico a non aver cessato del tutto le ostilità e abbandonato quell'atteggiamento tipicamente protettivo nei confronti della sorella, cosa che, da fratello, rispettava e approvava.

«Carlos, buongiorno» lo salutò la donna con un sorriso. «Ti va una fetta di torta? Un caffè?»

Non avrebbe dovuto, Austin si stava avvicinando e lui avrebbe dovuto stare attento al proprio regime alimentare, ma non riuscì proprio a resistere allo sguardo della donna che aveva davanti, così si sedette al tavolo con una tazza di caffè nero fumante e una fetta di torta.

«Sapete dov'è Francesca?» chiese addentando la crostata.

Era davvero buona.

«Credo sia nel tondino, è uscita una ventina di minuti fà.»

«Grazie.»

Finì in due bocconi quello che rimaneva della torta e bevve il caffè. Sentì il liquido bollente scendergli in gola, bruciandogli la lingua e scaldandogli lo stomaco, poi si alzò. Fece per prendere tazza e piatto, ma Beatrice lo fermò.

«Ci penso io caro, sei un ospite. Vai pure da lei.»

Era incredibile quanto Francesca e sua madre si assomigliassero nell'aspetto ma fossero completamente diverse nel carattere. Se solo Francesca gli avesse rivolto uno di quei sorrisi, se solo gli avesse parlato in quel modo dolce e amorevole, lui avrebbe fatto di tutto per lei. Si rese conto però che lo avrebbe fatto comunque...

«Grazie mille, Beatrice.»

Fece per uscire, ma si accorse che non sapeva da che parte andare. Francesca il giorno prima gli aveva fatto fare un giro del piccolo ranch della sua famiglia, ma non ricordava esattamente dove fosse il tondino di cui aveva parlato Beatrice.

«Dove...?»

A precedere la sua domanda e a dargli le indicazioni che cercava, incredibilmente, non fu la donna, ma Michele che, senza staccare gli occhi dallo schermo del telefono, gli spiegò come raggiungere la sua destinazione. Dopo averlo ringraziato e cercando di tenere a mente la strada, si incamminò alla ricerca di Francesca. 

Era di nuovo una mattina assolata, ma a differenza del giorno prima la temperatura era nettamente più fredda. Si strinse nelle spalle mentre camminava lungo i vialetti, affondando le mani nelle tasche della felpa e pentendosi di non aver indossato la giacca. Stava cominciando a credere di essersi perso, quando finalmente la vide e rimase incantato. 

Francesca era nel tondino, intenta a cavalcare uno splendido cavallo nero con un'eleganza che lo lasciò senza parole. I capelli scuri fluttuavano sciolti dietro di lei, muovendosi e ondeggiando nell'aria al ritmo del galoppo. Il viso, arrossato per il freddo, era concentrato ma allo stesso tempo gli parve anche incredibilmente sereno, con un leggerissimo sorriso ad incresparle le labbra. Sembrava la protagonista di un film, una sorta di principessa ribelle, magnifica e fiera. Poi il pensiero che Francesca fosse incinta lo colpì come uno schiaffo in piena faccia, svegliandolo da quell'incanto, e i peggiori scenari cominciarono a dipingerglisi nella mente. La vide cadere in migliaia di modi diversi, venire sbalzata violentemente di sella, venire calpestata... L'ansia gli chiuse lo stomaco in una morsa e sentì il panico assalirlo.

«Francesca!» la chiamò, correndo verso il recinto.

Lei lo guardò sorpresa, facendo rallentare il cavallo fino al passo.

«Che diavolo fai?! Scendi subito da lì!» gridò sentendo il cuore che gli batteva come impazzito nel petto.

Lei gli rivolse uno sguardo di sfida, gli occhi color ambra che letteralmente fiammeggiavano e lui ebbe paura che lei sarebbe di nuovo partita al galoppo, ignorandolo. Invece, con suo enorme sollievo, la vide fermarsi, smontare con un movimento fluido e sicuro e legare il cavallo al recinto.

«Sei impazzita?!» la aggredì quando lei fu uscita dal tondino. «Non ti rendi conto di quanto sia pericoloso?! E se fossi caduta?! Per l'amor di Dio, Francesca, sei incinta!»

La vide incrociare le braccia al petto, la mascella contratta per la rabbia. Sapeva che non avrebbe dovuto urlarle addosso in quel modo, ma il panico gli aveva tolto ogni facoltà di ragionare e controllarsi.

«Abbassa la voce» sibilò lei. «Pensi davvero che avrei fatto una cosa del genere se la avessi considerata pericolosa? Mi credi così incosciente, Carlos? È per questo che vuoi sposarmi? Perchè non ti fidi di me? Perchè pensi che sarò una madre degenere e vuoi tenermi sotto controllo?»

«No!» rispose incredulo a quell'accusa.

Sentì la propria voce incrinarsi per il panico e per l'urgenza di spiegarsi «Io... io sono andato nel panico. Ho immaginato di vederti cadere e...» ora non era solo la sua voce a tremare, si rese conto, ma il suo intero corpo.

«Ma non è successo» gli rispose lei freddamente. 

Poi però vide l'espressione di Francesca addolcirsi leggermente, così come anche il suo tono di voce. Doveva aver capito quanto fosse agitato. 

«Mia madre ha avuto cinque figli, tutti nati sani e senza complicazioni, e non ha mai smesso di andare a cavallo durante le gravidanze.»

Senza che potesse controllarlo, dal fondo della gola gli uscì un suono lamentoso, temendo già che direzione avrebbe preso quel discorso. Lei però lo sorprese.

«Ma se la cosa ti terrorizza tanto, non lo farò più. La schiena mi stava comunque uccidendo...»

«Grazie» e senza lasciarle il tempo di finire quello che stava dicendo, la strinse a sé con forza, affondando il viso tra i suoi capelli.

Il suo cuore batteva ancora come un forsennato, ma la sensazione di averla tra le sue braccia, sana e salva, lo aiutò piano piano a calmarsi. Con sua sorpresa, dopo un attimo di indecisione, avvertì le braccia di Francesca circondarlo a sua volta e la tensione di entrambi sciogliersi lentamente. Si abbandonò ad un sospiro di sollievo.



--- spazio autrice---

Ciao a tutt*! 

Capitolo mezzo filler, lo so, ma spero comunque che vi sia piaciuto. E spero che anche la storia, in generale, vi stia piacendo. 

Se è così, fatemelo sapere, pls.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

*kiss Silver_fame

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