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Capitolo 2

Non appena scendo dal taxi rimango a bocca aperta!
La Dartmouth è pazzesca!
Cioè si ho visto i depliant e le diverse foto sul sito del college, ma non rendevano con ciò che mi trovò davanti agli occhi.
La struttura è enorme ed ha uno stile al quanto retró, il tutto immerso in un enorme distesa verde costeggiata da alberi.

Già m'immagino sotto uno di questi alberi, con il vento che mi scompiglia i capelli mentre leggo uno dei miei libri.

"Papà, Alison!!" sento una voce gridare i nostri nomi, così non appena vedo mio fratello Josh lascio le valigie e corro da lui.
"Oddio Josh mi sei mancato tantissimo" dico cercando di trattenere le lacrime nascondendomi nell'incavo del suo collo.

Non lo vedevo da quattro mesi e ora che sono tra le sue braccia, sento una sensazione al quanto famigliare e di tranquillità.
Mio fratello ha sempre portato la quiete dopo la tempesta... e direi che di tempeste nella mia vita ce ne sono state parecchie.
È sempre stato per me un modello di riferimento, come una guida da dove io ne potessi prendere esempio e le sono grata per tutto ciò che mi dà insieme a mio padre.

"Josh, figliolo tutto bene?" chiede mio padre a mio fratello in tono autoritario.
"Sisi papà" cerco di seguire la conversazione ma il mio pensiero ricade sul messaggio ricevuto prima quando ero ancora a Boulder, motivo per cui sono stata soprappensiero per tutto il volo in aereo.
Cercavo di distrarmi schiacciando play sulla mia playlist preferita perché non è che ci sia da fare chissà cosa sopra un aereo, ma il mio pensiero ricadeva sempre e soltanto lì.
Mio padre mi ha chiesto più volte cosa avessi ma ho sempre cercato di dileguare la sua attenzione su come stessero andando i suoi affari di lavoro.

"Come procedono gli studi?" non só perché ma mi sto irritando parecchio e l'unica cosa che vorrei fare è chiudermi nella mia stanza perché ripensando a quel messaggio mi prende il panico, ma sarei un ingrato visto che non vedrò mio padre fino alla vacanza di natale.

"Tutto bene papà" ammette fiero mio fratello.
La modestia non è mai stata il suo forte.
"Josh miraccomando a tua sorella, mi fido di te, la lascio sotto il tuo controllo, só che sarà al sicuro" mio padre... sempre il solito!
Non credo che dovrebbe preoccuparsene, dato per mio fratello è iperprotettivo nei miei confronti.

Ricordo ancora quando all'età di 16 anni ebbi il mio primo ragazzo.
Si chiamava Mike ed era il solito ragazzo perfetto.
Sapete il primo amore? quando si è ingenui e si ha la certezza che sarà per sempre e inizi a fantasticare già su quanti figli avrete?
Forse è proprio quello il bello del primo amore, la speranza, il credere che sarà tutto rose e fiori.
Beh, fin quando ad una festa non lo beccai con una delle mie ormai ex migliori amiche.
Quando Josh mi vide tornare a casa in lacrime andò da Mike e gli assestò un destro dritto sullo zigomo gridandogli contro che nessuno poteva farmi piangere.

"Papà puoi venire un attimo? Devo parlarti" mi riprendo dai pensieri sul mio passato adolescenziale e mi avvio in un posto un po' più appartato per parlare con mio padre.
"Papà sei sicuro di voler restare a solo? Insomma io e Josh siamo qui a college a 3.000 km di distanza da te e non voglio lasciarti completamente solo visto che la mamma non c'è" finisco di parlare tutto d'un fiato ma non appena nomino mia madre, mio padre s'irrigidisce subito, così mi scuso subito con lui cercando di togliere quel suo sguardo accigliato dal suo viso.

"Tranquilla tesoro, me la caverò, promettimi solo che tu e Josh starete bene, ho faticato molto per farvi arrivare dopo siete ora, così come abbiamo faticato tutti" con quel tutti só a cosa si riferisce così mi accigliò anche io.

Mio padre ha sempre lavorato giorno e notte per garantire un futuro migliore si a me che mio fratello, viaggiando per il mondo concludendo affari, ingrandendo la sua azienda ed io sono fiera di lui.

Josh ci raggiunge per un ultimo abbraccio di famiglia e salutiamo mio padre, che se ne va dopo essersi assicurati che sia tutto apposto nel mio college.

Insieme a mio fratello vado in segreteria per ritirare l'orario dei corsi e le chiavi della stanza del dormitorio.
Busso alla porta e subito ci accoglie una signora di mezz'età che sembra voler stare da tutt'altra parte, tranne che qui.
Mi consegna le chiavi della mia stanza ovvero la 105 con allegato una lettera di benvenuto e l'orario.

"Benvenuta alla Dartmouth, qualsiasi problema la segreteria è sempre a disposizione" dice come se stesse recitando un copione senza enfasi.
Ora che la guardo meglio assomiglia a Gargamella dei puffi.

Josh mi accompagna al mio dormitorio e ci imbattiamo in un lunghissimo corridoio che mi ricorda tante le camerate collegiali.
Saliamo la prima delle tante rampe di scale fin quando non arriviamo a destinazione e vi assicuro che ho imprecato per tutto il tragitto, sia per le scale infinite sia per il peso delle valigie.

Il dormitorio è enorme e con lo scarso senso dell'orientamento che mi ritrovo sono sicura che il primo mese di college lo passerò a perdermi tra i corridoi.

Infilo la chiave nella serratura e l'ansia inizia a farsi sentire.
E se io e le mie due compagne di stanza non riuscissimo ad instaurare un rapporto d'amicizia?

Non appena apro porto non vedo nessuno, ma solo delle valigie, indumenti e detergenti per la pulizia della casa.
Mi chiedo il perché dei detergenti, mi ha fatta rimanere abbastanza interdetta.

Che la mia compagna di stanza si sia data alla fuga?

Saluto Josh e ci diamo appuntamento questo pomeriggio alla caffetteria del campus.

Inizio a sistemare le valigie, ma un forte tonfo mi fá sobbalzare dallo spavento.
Vado verso la fonte di quel rumore e sento una ragazza farneticare a cosa a caso.

"Maledetti soffioni della doccia, da domani mi lavo nel lavandino" la ragazza che presumo sia la mia compagna di stanza si gira verso di me imbarazzata.

"Emh... i-io... cioè... volevo vedere se il s-soffione della doccia... vabbè lasciamo stare piacere Lucy" la mia compagna di stanza mi fá un sorriso a trentadue denti così sorrido per il suo essere impacciata e ricambio la sua stretta di mano.

"Piacere Alison... Alison Smith" Lucy sorride ricambia la mia stretta di mano con un forte abbraccio caloroso e subito mi tranquillizzo è quasi sparisce la paura sulle mie compagne di stanza.

"Senti ma cosa stavi cercando di fare col soffione della doccia?" chiedo imbarazzata mentre cerco di trattenere una risata per non sembrare scortese.

"Oh, beh volevo solo vedere se fosse pulito, così come ho ispezionato tutta la nostra stanza, sai ho la fobia dei germi" rimango allibita per la sua affermazione e spero solo di non svegliarmi tutte le mattine con l'odore di disinfettante mentre Lucy con una mascherina igienizza persino la mia faccia.

Vede che non proferisco più parola così riprende a parlare.
"Vedrai Alison ci divertiremo" annuisco un sorriso e mi cerco di convincermi sempre di più  l'idea del ricominciare sia l'opzione migliore per scappare dal mio passato.

Eccoci qui con il tanto atteso aggiornamento!
Scusate se vi ho lasciato con un po' di suspance ma ogni tanto ci vuole!
Domani aggiorno e ci sarà anche una sorpresa!
GRAZIE MILLE PER IL SOSTEGNO!!!❤️

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