Stars
Una volta finita la conversazione, i tre uomini si separarono: Magnus lasciò i due reali da soli nello studio, portando con sé la spada dato che William gli aveva chiesto di custodirla fino al giorno dopo. Nicholas si appoggiò allo schienale della sedia, mentre il Principe fissava un punto oltre la sua testa, senza però realmente vederlo.
"Come vi sentite?" domandò il Duca circospetto.
"Frustrato e confuso. Ogni nuovo passo che facciamo porta con sé nuove domande a cui non sappiamo rispondere" disse William, facendo scivolare lo sguardo sull'uomo di fronte a sé.
"Dovete avere fiducia, riusciremo a trovare il colpevole"
"Sì, ma quanto ci vorrà? Non possiamo vivere per sempre come reclusi" il commento tagliente del Principe lasciò Nicholas senza parole. Sapeva che aveva ragione, ma al momento non riusciva a trovare una soluzione migliore. Si alzò dalla scrivania e aprì una delle finestre, permettendo al girfalco di uscire a caccia. Mentre richiudeva la finestra gli cadde l'occhio sul laghetto ghiacciato ai margini della foresta.
"Venite con me"
"Dove?"
"Voglio portarvi in un posto. Avete bisogno di pensare ad altro, distrarvi da questa faccenda almeno per qualche ora"
Il Principe annuì, anche se non riusciva a capire dove volesse portarlo il Duca. Scesero fino al piano terreno e recuperarono due mantelli pesanti per proteggersi dal freddo, dopodiché uscirono e Nicholas lo guidò verso il retro del castello.
"Dove mi state portando?" domandò nuovamente William, camminando al fianco del Duca. Quest'ultimo rimase in silenzio, lo sguardo fisso di fronte a sé. Con un sospiro rassegnato il Principe si limitò a seguire il padrone del castello senza più dire nulla, spalancando gli occhi quando vide dove lo aveva portato.
"Siamo arrivati" disse Nicholas con un sorriso, voltandosi per vedere la reazione di William. Il laghetto di fronte a loro si estendeva per buona parte della foresta, facendo da barriera tra essa e il castello alle loro spalle. L'acqua era completamente ghiacciata e scintillava sotto i tiepidi raggi di sole, donandogli delicate sfumature azzurrognole. Sulla sponda opposta del laghetto due salici piangenti formavano una piccola alcova nascosta da occhi indiscreti. Poco più avanti un ponticello di legno collegava le due sponde.
"È bellissimo" mormorò il Principe avanzando lentamente verso lo specchio d'acqua ghiacciato "Sembra appena uscito da un libro di favole"
"Sì, avete ragione. A mio parere rende molto di più in primavera: è molto più colorato e la fauna locale torna a ripopolarlo"
"Mi piacerebbe molto vederlo, ma dovete ammettere che anche in inverno mantiene il suo fascino" William e Nicholas ripresero a camminare, costeggiando la riva del lago in silenzio, godendo della pace che quel luogo emanava. Mano a mano che procedevano la mente del Principe sembrò svuotarsi completamente dai pensieri e dalle paure che l'avevano affollata prima, lasciando spazio solo alla serenità che quel luogo gli trasmetteva.
"Grazie per avermi portato qui e per tutto quello che state facendo"
"Credo che questa sia la centesima volta che mi ringraziate" osservò Nicholas alzando gli occhi al cielo, anche se le sue labbra si piegarono in un mezzo sorriso.
"Non posso farne a meno" William si strinse nelle spalle sorridendo a sua volta.
"Capisco, è solo che non sono molto abituato a tutti questi ringraziamenti" disse il Duca soffiando una nuvoletta di condensa "Stavo pensando a una cosa"
"Cosa?"
"Cosa ne dite se, il giorno dopo Natale, andassimo al lago di Loch Ness per una piccola gita? Avete detto che vi sentite come in prigione nel castello e ho pensato che un giorno fuori da quelle quattro mura possa farvi piacere"
"La trovo un'idea splendida. Sono sicuro che anche Elijah ne sarà felice"
"Mi fa piacere. Allora è deciso" disse Nicholas con un sorriso, mentre William annuiva in approvazione. Continuarono a camminare e a parlare di argomenti leggeri, ma nei loro cuori aspettavano con trepidazione quel giorno per poter evadere dalla monotonia e dai cupi pensieri che aleggiavano a palazzo.
Victoria, quella sera, sedeva davanti allo specchio mentre si spazzolava i lunghi capelli liberi dai fermagli che componevano le sue acconciature. Era stata una bellissima giornata che aveva passato con Elijah e Gabriel giocando ed esplorando il castello. Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno di Natale: quell'anno lo avrebbero festeggiato in modo particolare con i loro ospiti inattesi. Il leggero bussare alla porta la riscosse dai suoi pensieri.
"Avanti" disse posando la spazzola e voltandosi per vedere che era entrato.
"Ti disturbo, piccola mia?" Nicholas fece capolino dalla porta semiaperta, sbirciando dentro la stanza.
"No, puoi entrare" rispose Victoria con un largo sorriso. Non le sfuggì che suo padre aveva parlato in italiano: era una sorta di abitudine il fatto che Nicholas cominciasse a parlare nella sua lingua madre di fronte ai figli. Da una parte la utilizzavano come "lingua segreta", ma dall'altra il Duca voleva che si allenassero a parlare anche l'italiano, padroneggiandola come lingua madre al pari dell'inglese "A cosa devo la tua visita?"
"Un padre non può semplicemente venire a vedere come sta la sua figlia preferita?" domandò Nicholas mentre si accomodava sul letto della figlia.
"No, perché so che hai qualcosa in mente" rise Victoria, raggiungendo il genitore sul letto.
"Mi conosci davvero molto bene, piccola mia" borbottò Nicholas "Stavo pensando se ti andasse di fare un giro sul torrione per vedere le stelle"
"Solo io e te?" domandò lei, speranzosa. Prima dell'arrivo dei Principi, padre e figlia passavano spesso molto tempo insieme solo sulla torre più alta del castello a guardare le stelle e le costellazioni.
"Solo io e te" confermò Nicholas con un sorriso. Il volto della figlia si illuminò all'improvviso per quella notizia inaspettata. Si alzò di scatto dal letto e andò a recuperare una pesante veste da camera, attendendo poi l'arrivo di suo padre. Il Duca aprì la porta ed entrambi uscirono dalla stanza per avviarsi verso il torrione nell'ala nord del castello. Rimasero in silenzio lungo il tragitto, anche se Victoria riusciva a stento a contenere la felicità: finalmente avrebbero passato di nuovo un po' di tempo solo loro due e la loro passione per le stelle.
Salirono un'interminabile rampa di scale trovandosi di fronte ad una piccola porticina in legno lucido con una maniglia in ottone. Victoria aprì la porta, rivelando una grande stanza circolare: al centro c'era un grande tavolo di legno completamente coperto di mappe stellari e disegni delle costellazioni, un piccolo divano era addossato contro la parete con un basso tavolino di legno posto di fronte, sul quale erano adagiati grossi tomi di astronomia. Alla sinistra del divano c'era, davanti alla finestra chiusa, il grande telescopio che usavano per osservare le stelle del firmamento.
Victoria si sedette sul divano, prendendo in mano uno dei grossi libri e sfogliandolo febbrilmente per ritrovare il punto in cui si erano fermati l'ultima volta. Nicholas entrò a sua volta, richiudendosi la porta alle spalle, per poi prendere posto di fianco alla figlia.
"Dove ci eravamo fermati la scorsa volta?" domandò il Duca mentre prendeva la coperta dallo schienale del divano e la drappeggiava sulle spalle della figlia. La torre era particolarmente fredda quella sera.
"Trovato! La costellazione di Orione!" gioì Victoria, mostrando il disegno della costellazione al padre.
"Ah, ora ricordo" disse Nicholas osservando le stelle che componevano la costellazione di Orione. Come ogni volta il Duca illustrò alla figlia il mito che si celava dietro quelle stelle: le narrò di Orione il Cacciatore che si vantava di poter uccidere qualunque bestia sulla Terra ed essa, adirata, fece uscire da una spaccatura del terreno un enorme scorpione che lo uccise. Un'altra versione, invece, racconta che lo scorpione fu evocato dalla dea Artemide perché Orione aveva cercato di corteggiarla senza il suo permesso "E da allora la costellazione di Orione e la costellazione dello Scorpione furono sistemate su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest"
Victoria, accoccolata contro il fianco del padre, ascoltava affascinata la storia della costellazione. La sua voce, fin da quando era piccola, la rilassava molto. Nicholas, dopo averle illustrato la leggenda della costellazione, le parlò delle stelle che la componevano e della figura che formavano in cielo.
"Vieni, prepariamo il telescopio" il Duca si alzò e spalancò la finestra e posizionò il telescopio, cominciando a ruotare alcuni ingranaggi per mettere a fuoco. Una volta sistemato fece cenno alla figlia perché provasse a cercare da sola la costellazione. Victoria si fece avanti, muovendo piano il telescopio per non farsi correre il rischio di scappare qualcosa. Nicholas la osservò mentre cercava il raggruppamento di stelle, memore di quando anche lui, poco più grande di sua figlia, saliva su quella torre insieme al padre per osservare le stelle a sua volta. Era una passione che si era tramandata nel tempo e che gli permetteva di passare un po' di tempo solo per sua figlia.
"Eccole! Le ho trovate!" esultò Victoria, riscuotendolo da quei pensieri. Il Duca si avvicinò, chinandosi sul telescopio, ritrovandosi a guardare la costellazione di Orione.
"Bravissima, piccola mia" Nicholas le sorrise dolcemente. Continuarono per altri venti minuti ad osservare le costellazioni che Victoria conosceva, prima di chiudere la finestra perché non riuscivano più a tollerare il freddo della notte. Rimisero tutto al loro posto prima di fare ritorno nella stanza di Victoria.
"Penso che sia ora di andare a letto" disse Nicholas mentre osservava la figlia rimettere a posto la veste da camera. Scostò le pesanti coperte e si infilò sotto di esse, posando la testa sul cuscino.
"Buonanotte padre, grazie per questa bella serata" mormorò Victoria con gli occhi socchiusi.
"Buonanotte piccola mia. Sogni d'oro" sussurrò Nicholas dandole un bacio leggero sulla fronte. Si rialzò e spense la candela a lato del letto, facendo piombare la stanza nelle tenebre. Senza che Victoria se ne accorgesse prese una piccola scatolina nera dalla tasca dei pantaloni e la posò sul comodino. Una volta uscito si avviò verso quella di Gabriel, trovando la porta socchiusa con una leggera luce che filtrava. Aprì piano la porta trovando suo figlio sotto le coperte con un immancabile libro stretto tra le mani, anche se ormai era più abbandonato sulle coperte visto che il ragazzo si era addormentato. Sopra al letto, con il muso appoggiato sulle ginocchia del ragazzo, Sirio lo osservava tranquillo.
"E tu cosa ci fai lì?" bisbigliò Nicholas alla vista del lupo. L'animale agitò piano la lunga coda prima di chiudere gli occhi. Il Duca scosse la testa e si avvicinò silenziosamente al figlio togliendogli il libro dalle mani e sfilandogli delicatamente gli occhiali. Si chinò poi per dargli un bacio sulla fronte e spegnere anche la sua candela, richiudendosi poi la porta alle sue spalle.
N.A.
Per un ritardo di questo tipo potete pure uccidermi. Come vi avevo detto ho avuto seri problemi con la chiavetta e la ripresa dell'università non ha aiutato. Se siete ancora qui a leggere la storia sappiate che apprezzo immensamente la vostra pazienza. Grazie per sopportarmi, siete fantastici.A presto (lo spero) !!Poseidon1999
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