Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Reawaken (prima parte)

Il Duca scrisse velocemente la risposta alla sorella, raccontandole a grandi linee i fatti accaduti quella mattina, glissando però sull'identità delle vittime. Non voleva rischiare che quella lettera potesse finire nelle mani sbagliate: molti scozzesi sarebbero stati più che felici di presentarsi alle porte del suo castello per uccidere i due Principi. Le raccontò alcuni aneddoti avvenuti in quelle settimane, confermando poi la loro presenza il giorno di Natale. Mentre era intento a scaldare la ceralacca rossa per chiudere la busta, un picchiettio alla finestra lo distrasse. Tolse la ceralacca dalla fiamma della candela, poggiandola su un foglio di carta perché non sporcasse la scrivania, e alzò gli occhi verso la finestra. Sorrise quando vide il suo girfalco appollaiato sul davanzale. Si alzò e lo fece entrare, rabbrividendo quando una folata di vento gelido entrò nella stanza, e il rapace volò dentro per poi atterrare sul bracciolo della sedia.

"Mi domandavo dove fossi finito" disse il Duca tornando alla scrivania, prendendo posto sulla sedia. Altair, per tutta la risposta, arruffò le piume bianche ed emise un debole verso, scrollandosi poi i piccoli fiocchi di neve dalla schiena. L'uomo sorrise e riprese in mano la ceralacca, la fece sciogliere ne fece colare un po' sulla busta, imprimendo poi l'anello col sigillo su di essa. La poggiò su un lato della scrivania per farla asciugare e abbassò lo sguardo sul girfalco: un magnifico rapace dalle piume bianche come la neve, piccole macchie nere gli chiazzavano la schiena e le ampie ali. Le robuste zampe finivano con dei lunghi e affilati artigli neri, mentre il becco ricurvo era bianco come le sue piume. Gli occhi intelligenti, neri come quelli del padrone, scrutavano la stanza con circospezione.

Il Duca accarezzò piano il petto dell'animale con le nocche di due dita, osservando come Altair socchiudesse gli occhi a quelle carezze. Un nuovo bussare alla porta disturbò la tranquillità nello studio.

"Avanti"

"Signore, perdoni il disturbo, ma c'è una carrozza ai cancelli e chiede di entrare" disse Isabelle, aprendo appena la porta.

"Fatela entrare e avvisate la guardia carceraria di portare fuori il prigioniero" ordinò il Duca, senza smettere di coccolare Altair.

"Sì, mio signore. E... vi ho portato il guanto di cuoio. Ho visto il falco volare qui e ho pensato..."

"Mia cara Isabelle, cosa farei senza di voi?" disse il Duca con un sorriso, alzandosi dalla sedia per prendere il guanto da falconiere "Siete una manna dal cielo"

"Grazie, mio signore" mormorò la donna, arrossendo.

"Dico solo la verità" rispose l'uomo, tornando verso la sedia e, battendo il braccio destro con la mano per far segno al falco. Altair spalancò le ali e le batté una volta, aggrappandosi al braccio del padrone "Isabelle, più tardi, potresti spedire questa lettera a mia sorella Bianca?"

"Certo" il Duca pose la busta alla donna ed entrambi scesero e l'uomo uscì nel cortile e attese l'entrata dalla carrozza. I piccoli fiocchi di neve si impigliavano nella chioma corvina dell'uomo e sulla lunga giacca nera che indossava. Altair arruffò le piume e si mosse sul braccio del padrone, artigliando il guanto con le zampe possenti. Pochi minuti dopo una carrozza blindata trainata da quattro cavalli fece il suo ingresso, fermandosi davanti al Duca. Il cocchiere scese e andò verso il fondo della carrozza, aprendo le pesanti porte per accogliere il prigioniero.

"Ci avete chiamato per scortare un prigioniero, vero?" chiese l'uomo, burbero. Un cappello a tesa larga gli copriva buona parte del capo, il corpo era avvolto da un logoro mantello nero.

"Sì, ho dato l'ordine di portarlo qui" rispose pacatamente il Duca, accarezzando piano la schiena del falco. L'animale apprezzò le carezze, ma non perse di vista i movimenti del nuovo arrivato. Poco dopo due soldati scortarono il Cavaliere, le mani legate tra loro davanti a sé. L'uomo fece segno alle guardie di caricarlo sulla carrozza e quelle ubbidirono, chiudendo poi le pesanti porte.

"Bene, lo scorterò in gattabuia. Avrà una bella permanenza" borbottò il cocchiere con una risata. Il Duca accennò un sorriso e osservò l'uomo risalire sulla carrozza e spronare i quattro cavalli. I destrieri nitrirono e partirono al galoppo, uscendo dal castello, con le guardie al seguito per chiudere i cancelli. Il Duca rimase all'entrata del castello, osservando il girfalco spalancare le ali e prendere il volo, perdendosi nel cielo chiaro. Quando il falco sparì dalla sua vista, ad un suo richiamo sarebbe subito tornato, rientrò e si spazzolò le spalle per togliersi la neve di dosso, passandosi poi la mano tra i capelli, sentendoli leggermente umidi a causa dei fiocchi.

La mattinata passò velocemente e il Duca si dedicò ai suoi affari, trascurando momentaneamente la faccenda dei Principi. Pranzò con la sua famiglia e il maestro dei figli, chiedendogli cosa avesse spiegato nella mattinata e del comportamento dei figli.

"Abbiamo parlato di storia e geografia. I giovani duchi si sono comportati egregiamente durante la lezione, anche se il giovane duca continuava a distrarsi verso la fine" riassunse il maestro con espressione impassibile.

"Grazie, signor McAllan" rispose il Duca, fulminando il figlio con gli occhi. Gabriel abbassò lo sguardo e nascose il viso dentro il calice dell'acqua "Presumo che questo pomeriggio vi allenerete con il ballo"

"Sì, mio Signore"

"Sarebbe un problema se assistessi al ballo?"

"No, potete assistere alla lezione" acconsentì il maestro, pulendosi la bocca con il tovagliolo. Il Duca annuì e, nel primo pomeriggio, si spostarono nell'ampio salone da ballo nell'ala est del castello. McAllan prese posto l centro della sala e spiegò loro i passi per il minuetto, una danza relativamente semplice. Mostrò, prima a Victoria e poi a Gabriel, le mosse della danza e li fece esercitare insieme, senza però l'accompagnamento musicale. I due ragazzi ebbero non poche difficoltà a replicare i passi, anche a causa delle differenti altezze: Victoria, avendo sedici anni, era più alta di Gabriel, che aveva dodici anni.

"Ahia! Victoria, mi hai schiacciato di nuovo il piede!" si lamentò il giovane duca, allontanandosi di scatto dalla sorella, zoppicando leggermente.

"E tu continui a schiacciarmi il vestito e mi fai perdere l'equilibrio!" sbottò lei, incrociando le braccia al petto.

"Victoria, Gabriel smettetela subito!" li redarguì il Duca con voce imperiosa, facendoli subito zittire.

"Scusate" mormorarono loro, verso il padre e il maestro.

"Perché non balliamo noi con loro? Potremmo aiutarli a migliorare i passi che sbagliano" propose la Duchessa Madre, posando una mano sul braccio del figlio.

"Va bene. McAllan, potreste accompagnarci con la musica?" domandò il Duca, prendendo posto con la madre al fianco dei figli.

"Ma certo" il maestro acconsentì e si accomodò al pianoforte e cominciò a suonare. Padre e figlia raggiunsero il centro della sala da ballo, seguiti dal figlio e dalla nonna. Le donne si spostarono a sinistra, gli uomini a destra. Si inchinarono l'un l'altro e, successivamente, le donne fecero dei piccoli passi in avanti e di lato verso gli uomini, tanto che sembravano scivolare sul pavimento. Il Duca e Gabriel si mossero e girarono attorno alle proprie dame, per poi far intrecciare la mano destra con quella della dama, posando la sinistra sui loro fianchi. Fecero un quarto di giro a destra e poi a sinistra, girando poi su loro stessi. Alla fine del minuetto si inchinarono l'un l'altra.

"Eccellente! Davvero eccellente!" si congratulò McAllan quando smise di suonare, applaudendo i duchi "Avete ballato egregiamente"

"Vi ringrazio" disse Victoria con un sorriso, presto imitata anche dal fratello.

"Troppo gentile" disse la Duchessa Madre, nascondendo il sorriso dietro una mano "Erano anni che non ballavo un minuetto"

"Non si direbbe, però" ribatté Gabriel con una risata. La donna gli diede un leggero buffetto sulla guancia e si andò a sedere su una sedia non lontana dal pianoforte. La lezione proseguì e il maestro pretese che Victoria e Gabriel danzassero tra loro il minuetto. All'inizio non fu facile, ma alla fine riuscirono a trovare la giusta sincronia e a imparare perfettamente la danza.

Quella sera, dopo la cena, i figli del Duca erano molto stanchi per la danza del pomeriggio e andarono a letto presto, seguiti poco dopo dalla Duchessa Madre. Il Duca, invece, rimase alzato fino a tarda notte nel suo studio, riprendendo in mano l'anello del Principe ei suoi appunti, aggiungendo o togliendo cose da essi e cercando di riempire gli spazi vuoti nella trama. Sirio, il lupo nero, era comodamente sdraiato di fronte al camino acceso dopo che era tornato dalla sua caccia serale. Il padrone, comodamente seduto su una delle poltrone di fronte al camino, accarezzava la testa dell'animale.

Sirio alzò di scatto le orecchie a punta e volse la testa verso la porta, ringhiando piano. Pochi secondi dopo bussarono, per la terza volta nell'arco della giornata, alla porta. Il Duca cominciava a pensare che in quel castello non avrebbe più avuto modo di lavorare in pace, ma diede comunque il permesso di entrare. Questa volta non fu Isabelle a disturbarlo, ma il dottore.

"Cosa ci fate voi qui? Non dovreste vegliare sui Principi?" domandò il Duca, facendo calmare il lupo che aveva fatto spaventare l'uomo.

"Vengo proprio per parlarvi di loro" rispose il dottore, affannato, tormentandosi le mani, tenendosi a debita distanza da Sirio, che si era messo seduto e lo fissava con i suoi penetranti occhi chiari.

"Avete qualche notizia?" domandò il padrone del castello, incalzante, alzandosi e poggiando gli appunti sulla scrivania.

"Sì, il giovane Principe è sveglio. L'ho lasciato con Andrew e sono venuto a darvi la notizia personalmente"

"Avete fatto bene. Andiamo a conoscere il principino" disse il Duca, infilandosi l'anello nella tasca dei pantaloni e seguendo il dottore verso l'ala est del castello, il lupo che correva silenzioso dietro di loro.

Finalmente, pensò il Duca, poteva avere qualche spiegazione sull'agguato. Accelerò il passo per arrivare il più velocemente alla stanza dei Principi.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro