Promise
La prima volta che William vide la sorella del Duca, Bianca di Angelo, rimase sconcertato dalla loro somiglianza: sembravano gemelli, se non fosse che lei era più piccola di qualche anno. Era più bassa del fratello di una buona quindicina di centimetri, ma era decisamente più estroversa di lui e con una parlantina veloce e gioiosa.
"Bianca, Victor che bello rivedervi" li accolse Maria, abbracciando forte la figlia, mentre il genero la salutava con un baciamano. Victor era alto come Nicholas con i lunghi capelli castani legati con un nastro nero e gli occhi azzurri, in contrasto con la sua pelle caramellata, che scintillavano per la felicità. Era più calmo della moglie e, aggrappato alla sua gamba, c'era un bambino di due anni con i capelli neri, gli occhi azzurri e un'aria da combina guai.
"Il piacere è tutto nostro" rispose educatamente Victor, sospingendo il bambino verso la nonna.
"Come sei cresciuto, Jamie! Ancora un po' e sarai alto come tuo padre" Maria si abbassò e spalancò le braccia per salutare il nipote. Il piccolo le corse incontro e la abbracciò a sua volta, scoccandole un bacio sulla guancia.
"Ecco i miei bellissimi nipoti" Bianca si voltò verso Gabriel e Victoria, abbracciandoli entrambi, seguita da Victor "Dove si è cacciato vostro padre?"
"Cercavo invano di nascondermi dalla mia sorellina" la voce di Nicholas proveniva dalla cima delle scale. Si voltarono e lo videro scendere e, una volta giunto alla fine, Bianca fece una piccola corsa, gettandogli le braccia al collo. Il Duca la abbracciò a sua volta, alzandola da terra e facendola volteggiare, mentre la sua risata cristallina copriva il piccolo urletto di sorpresa della sorella. William sorrise nel vedere la scena, rendendosi conto di non aver mai sentito il Duca ridere in quel modo così spensierato e gioioso: sembrava che fosse tornato un ragazzino.
"Mi sei mancato, fratellone" mormorò Bianca quando Nicholas la rimise a terra. Aveva le guance rosse e gli occhi brillanti per la felicità.
"Anche tu" rispose lui, sistemandogli alcune ciocche di capelli che erano sfuggite alla sua acconciatura, facendola arrossire leggermente. Nicholas sorrise e salutò Victor, per poi prendere in braccio il piccolo James. Il bambino rise mentre lo zio lo sollevava e se lo poggiava sul fianco, aggrappandosi forte alle sue spalle "Sei diventato grande, James!"
"Sì, zio" disse il bambino, annuendo "Sono grande"
"Un piccolo ometto" Victor sorrise e gli scompigliò i capelli. Quando voltò la testa verso William ed Elijah, più in disparte, tornò serio.
"Oh" Nicholas seguì il suo sguardo e, avvicinandosi a loro, li presentò "Bianca, Victor loro sono gli ospiti di cui vi ho parlato nelle lettere: Elijah e William Solace, i Principi d'Inghilterra"
"I... Principi d'Inghilterra?" mormorò Bianca, interdetta.
"Nicholas, cosa...?"
"Vi spiegherò tutto a tempo debito, ve lo prometto" disse Nicholas, presentando poi la sorella e il marito "Vostra Altezza Reale, vi presento mia sorella, Bianca di Angelo, e suo marito, Victor Sinclair, conte di Caithness e delle Orcadi, barone di Roslin e capo del clan dei Sinclair"
"Miei signori, è un onore conoscervi" li salutò Victor con un piccolo inchino, subito seguito dalla moglie. William ed Elijah risposero al saluto, avvicinandosi poi ai nuovi arrivato.
"Vostro fratello mi ha parlato di voi, ma mai avrei immaginato di incontrare una donna così bella" William baciò la mano di Bianca, sfiorando appena con le labbra la pelle chiara della giovane.
"Siete troppo gentile, Altezza" balbettò lei, imbarazzata, con le guance che le si coloravano di rosso.
"Dico solo la verità" rispose lui con un mezzo sorriso, lasciandole la mano.
"Perdonatela, ma anche i più piccoli complimenti la imbarazzano" disse Victor, sorridendo dolcemente alla moglie, mentre la risata di James alleggeriva la situazione.
"Venite, andiamo nel salone così potrete riposarvi un po'. La servitù, nel frattempo, porterà i bagagli nella vostra camera" propose Maria, avviandosi verso la stanza seguita dagli altri. Nicholas mise a terra James, lasciando che scorrazzasse dietro a Victoria e Gabriel.
"Che cos'è questa storia, Nicholas?" Victor lo prese da parte, allontanandosi leggermente dagli altri per non farsi sentire "Perché non me ne hai parlato prima?"
"Non potevo rischiare! Se qualcuno avesse intercettato la corrispondenza avrebbero scoperto tutto" ribatté il Duca, massaggiandosi stancamente gli occhi.
"Cosa intendi fare?"
"Li farò stare qui fino alla primavera. Magnus mi ha aiutato a scrivere alla corte inglese, spiegando brevemente la situazione, mandando insieme alla missiva l'anello col sigillo reale"
"Riuscirai a nasconderli fino alla primavera?"
"Devo, non ho altra scelta" sospirò Nicholas stringendosi nelle spalle "Vieni, così vi spiego come mai mi ritrovo in questa situazione"
"Sai che puoi contare su di noi per qualunque cosa, vero?" lo fermò Victor, posandogli una mano sul braccio.
"Certo e ti ringrazio per questo" rispose il Duca, avviandosi insieme all'amico nel salone. Si erano accomodati tutti sui divanetti e sulle poltrone di fronte al camino, dove al centro campeggiava un tavolino con un servizio da the con i dolci di accompagnamento. Isabelle stava servendo a tutti una tazza di the fumante, mentre Grace offriva i piccoli dolci.
"Eccovi. Dov'eravate finiti?" domandò Bianca, accettando volentieri un biscotto di pasta frolla.
"Stavamo parlando di cose da uomini" le rispose Nicholas, sedendosi sul divanetto di fianco al Principe, mentre Victor prendeva posto al fianco della moglie. Elijah, Victoria e Gabriel erano seduti su tre poltrone di fronte a loro, mentre il piccolo James osservava affascinato Sirio comodamente sdraiato di fronte al camino. Il grande lupo osservava tutto con i suoi freddi occhi grigi, muovendo a scatti la coda quando il vassoio dei dolci si avvicinava a lui, sperando che qualche boccone cadesse a terra.
"Sirio" lo chiamò il Duca e l'animale si alzò, avvicinandosi al padrone, sedendosi al suo fianco con la coda che si attorcigliava attorno alle zampe possenti. Nicholas sorrise e gli diede un pezzo del biscotto che stava mangiando. Il lupo lo ingoiò in pochi secondi, rimanendo quasi del tutto impassibile se non fosse stato per la lingua che aveva fatto saettare per leccarsi il muso "Vuoi provare anche tu, Jamie?"
"Sì" disse il piccolo, avvicinandosi prudentemente all'animale. Lo zio lo prese in braccio e lo fece accomodare sulle sue gambe.
"Nico, sei sicuro che..." Bianca osservava con preoccupazione la scena, ritrovandosi seduta sul bordo del divanetto, pronta ad intervenire nel caso le cose fossero andate per il verso sbagliato.
"Tranquilla, non gli farà niente" la rassicurò il fratello, mettendo un pezzetto di biscotto nella manina del nipote "Tieni la mano ben aperta e avvicinala piano a Sirio, lascia che la annusi"
James fece come gli aveva detto, avvicinandosi piano al lupo. Sirio annusò la mano del bambino, facendogli il solletico con la pelliccia, per poi prendere tra le fauci il biscotto. James sorrise e Sirio gli leccò piano la mano, facendolo ridacchiare, permettendogli poi di farsi accarezzare.
"Visto? Gli piaci" Nicholas gli sorrise e scoccò un'occhiata alla sorella, visibilmente più tranquilla.
"Nicholas" lo chiamò Victor, schiarendosi la gola "Perché non ci racconti del tuo incontro con le loro Altezze Reali?"
Il Duca sistemò meglio James sulle sue gambe, rimanendo in silenzio per alcuni minuti, poi cominciò a raccontare. Disse tutto, tralasciando qualche parte più cruenta visto che il nipote era presente.
"Questo è quanto" concluse Nicholas, facendo scendere James dalle sue gambe. Lo guardò camminare lentamente verso Victor, il quale lo prese poi in braccio.
"Perché non mi avete detto che Eunson ha messo i suoi uomini sulle tracce dei nostri assalitori?" William fu il primo a spezzare il silenzio, voltandosi a guardare il Duca al suo fianco.
"Perché finché Magnus non mi darà buone notizie non mi sembrava il caso di avvisarvi" rispose pacatamente Nicholas, poggiando la schiena allo schienale del divanetto e intrecciando le dita sul ventre. Non aveva toccato il the dall'inizio del racconto, ormai divenuto freddo, e la sua tazza era rimasta sul tavolino.
"Non vi sembrava il caso di avvertirmi?" ripeté freddamente il Principe, fulminandolo con lo sguardo.
"Esattamente"
"Vi sembra ragionevole non avvisare me e mio figlio sulle ricerche? Siamo noi i diretti interessati in questa storia!" ringhiò William alzandosi in piedi "Abbiamo il diritto di sapere quello che state facendo per scoprire i colpevoli"
"Sì, ma deciderò io quando darvi le notizie su come stanno procedendo le indagini" ribatté il Duca, senza scomporsi, osservando l'uomo di fronte a lui con i suoi freddi occhi scuri.
"E perché, di Grazia?" domandò sarcasticamente il nobile inglese, sostenendo lo sguardo del padrone del castello.
"Perché è così che ho deciso e, visto che siete in casa mia, sottostarete alle mie regole" rispose Nicholas alterato. Rimasero in silenzio alcuni minuti, guardandosi rabbiosamente negli occhi cercando di far cedere l'altro.
"Perdonatemi" il Principe distolse lo sguardo e chinò la testa verso i presenti prima di uscire dalla sala. Elijah fece per alzarsi, ma il Duca lo bloccò con un imperioso gesto della mano prima di seguire William fuori dalla stanza. Svoltò a destra ed entrò in un salottino più piccolo e modesto, trovando il Principe seduto su una sedia con il volto tra le mani. Nicholas si bloccò sulla soglia, indeciso. Si morse il labbro inferiore e, con un sospiro, entrò piano nella stanza.
"Vostra Altezza?" lo chiamò, ma l'altro sembrò non averlo sentito. Si avvicinò e allungò una mano per posargliela sulla spalla, ma William alzò di scatto la testa. Il Duca si fermò, ancora con la mano a mezz'aria, osservando gli occhi pieni di lacrime dell'uomo di fronte a lui.
"Cosa volete ancora?" la sua voce era ferma al contrario degli occhi umidi. Nicholas ritrasse lentamente la mano, lasciandola cadere lungo il fianco, sentendo il senso di colpa farsi strada nel suo petto.
"Mi dispiace"
"Vi... dispiace?" William inarcò un sopracciglio, sospettoso. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non una dichiarazione del genere.
"Non avrei dovuto reagire in quel modo"
"No, sono io a dover chiedere perdono per come mi sono comportato" il Principe sospirò e si alzò in piedi, asciugandosi maldestramente gli occhi.
"Ne avevate tutto il diritto. Ho commesso un errore a tenervi nascosto delle indagini, avrei dovuto capirlo prima"
"Io... è solo che mi sento così... impotente" mormorò il Principe voltando le spalle all'uomo e avvicinandosi alla finestra che dava sul cortile del castello "Da quando siamo qui ho l'impressione che tutto stia scappando dal mio controllo"
"Capisco come vi sentite, ma..."
"Non potete capire" lo interruppe William, lanciandogli uno sguardo da sopra la spalla "Non siete voi quello che si sente in prigione ogni singolo giorno"
"In prigione?"
"Non posso uscire dal castello, non so chi ha cercato di uccidere me e mio figlio... devo continuare?"
"Tutto questo è per proteggervi"
"Lo so, ma devo fare qualcosa o rischio di impazzire!" sbottò William, voltandosi finalmente nella sua direzione "Permettetemi di aiutarvi, vi prego"
"Se può farvi sentire meglio così sia, non ve lo impedirò" acconsentì il Duca con un leggero movimento del capo e poté giurare di aver visto il Principe tirare un sospiro di sollievo.
"Vi chiedo solo di promettermi una cosa"
"Se mi sarà possibile lo farò"
"Non nascondetemi più niente. Che siano buone o cattive notizie non tenetemele nascoste per nessuna ragione. Voglio potermi fidare di voi" disse William, tendendo una mano verso Nicholas.
"Lo farò" il Duca strinse senza pensarci due volte la mano del Principe e, quando lo fece, entrambi sentirono una scossa percorrere le loro braccia.
N. A.
lo so che volete uccidermi e ne avete tutte le ragioni. Perdonatemi per il ritardo, ma l'università mi sta tenendo molto impegnata ed è probabile che gli aggiornamenti saranno soggetti a dei ritardi più lunghi del solito. Mi dispiace davvero.
Ringrazio tutti quelli che, nonostante le lunghe assenze, continuano a leggere le mie storie. Grazie dal profondo del cuore! Vi adoro!
Un bacio e alla prossima,
Poseidon1999
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