Memory lapse
Tre giorni erano passati dal compleanno del Duca Nero e gli inizi di febbraio si erano rivelati cupi e burrascosi, sia per le condizioni metereologiche sia per gli umori degli abitanti del castello.
I ricordi di William riguardanti la sua conversazione con Nicholas la sera del suo compleanno erano annebbiati, e non ricordava assolutamente come si fosse ritrovato nel suo letto la mattina dopo. Ricordava, però, il lancinante mal di testa che lo aveva accompagnato per tutta la giornata. Aveva provato a richiamare alla mente i ricordi una volta passato il mal di testa, ma quei momenti sembravano svaniti dalla sua memoria. Aveva anche provato a parlare con il Duca, ma era come se l'uomo stesse facendo di tutto per evitare di ritrovarsi da solo con lui. Riusciva sempre a dileguarsi con qualche scusa frettolosa e gli unici momenti in cui si incontravano era durante i pasti, insieme al resto della famiglia. Gli stava nascondendo qualcosa: sapeva cos'era successo quella sera e, anche a costo di perseguitarlo, lo avrebbe scoperto.
Nicholas, nel suo studio, si sedette pesantemente dietro la scrivania e si prese la testa tra le mani. Continuava a pensare a quello che aveva fatto la sera del suo compleanno. Quel bacio rubato di cui William non ricordava nulla, mentre ogni piccolo dettaglio era impresso a fuoco nella sua memoria. Ma, per quanto fosse stato bello, sapeva che aveva sbagliato. Si era fatto trasportare dal momento e, certamente, il whisky che entrambi avevano bevuto aveva contribuito. Il punto era che non sapeva come spiegare al Principe quello che era successo e, sapeva, non si sarebbe arreso fino a quando non avesse ottenuto una spiegazione.
"In che guaio mi sono cacciato?" mormorò il Duca. Doveva parlarne con qualcuno o avrebbe rischiato di impazzire. Solitamente si sarebbe confidato con Hazel o Bianca, ma dato che nessuna delle due era lì con lui, non gli rimaneva che provare a parlarne con Maria nella speranza che sapesse dagli qualche consiglio. Il bussare alla porta lo riportò alla realtà.
"Avanti" disse Nicholas e vide Grace entrare e posare alcune lettere sulla sua scrivania.
"La posta, mio Signore"
"Grazie, Grace" rispose l'uomo con un lieve cenno del capo "Posso chiedervi un favore?"
"Certamente"
"Potreste trovare mia madre e chiederle di venire nel mio studio? Ditele che è molto importante"
"Sarà fatto" Grace si congedò e Nicholas prese le lettere. Le fece passare ad una ad una fino a quando l'ultima non catturò la sua attenzione: il sigillo impresso sulla ceralacca apparteneva alla famiglia reale inglese. La posò nuovamente sul tavolo, indeciso sul da farsi. Voleva sapere la risposta dei reali inglesi, ma prima doveva sistemare la faccenda con William. Decise di mettere la lettera insieme ai suoi appunti riguardanti l'attacco ai due Principi, leggendola poi in un secondo momento insieme ad Elijah e William.
"Mi hai fatto chiamare, Nicholas?" la voce di Maria gli fece alzare lo sguardo. La Duchessa Madre entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle. Il figlio annuì e le fece segno di prendere posto su una delle sedie di fronte alle sua scrivania. Maria lo fece e Nicholas si accomodò al suo fianco, così da essere più vicino a lei "Di cosa volevi parlarmi?"
"Io... ho bisogno di un consiglio"
"Che tipo di consiglio?"
"D'amore" rispose il Duca di getto e la madre lo osservò stupita. Non aveva mai visto il figlio così nervoso.
"Perché non mi racconti tutto dall'inizio?" propose Maria con dolcezza. Credeva di aver intuito di cosa volesse paragli Nicholas. Il figlio prese un profondo respiro e cominciò a spiegarle cos'era successo quando lei e i ragazzi erano andati a letto, lasciandolo da solo con William.
"Abbiamo parlato per un po' e abbiamo anche bevuto una quantità considerevole di whisky" Maria storse la bocca, contrariata, ma non lo interruppe "Quando ci siamo decisi ad andare a letto era ormai notte fonda. Ci siamo alzati, ma il Principe non si reggeva molto bene in piedi a causa dell'alcol. Ha perso l'equilibrio e per non farlo cadere l'ho stretto tra le mie braccia. Eravamo ad un palmo di distanza l'uno dall'altro e..." la voce di Nicholas si affievolì, non riuscendo a concludere la frase.
"L'hai baciato, non è così?"
"Sì, l'ho baciato"
"E... cos'hai provato?" domandò Maria con tranquillità.
"Io... l'unica cosa di cui sono sicuro è che non volevo che quel bacio finisse" ammise Nicholas, trovando finalmente il coraggio di guardare la madre negli occhi "Non mi sembri molto stupita"
"Lo sospettavo da un po' e tu me ne hai appena dato la conferma" sorrise Maria, ma alla vista dello sguardo tormentato di Nicholas si preoccupò "Tesoro, perché sei così triste?"
"Perché non immaginavo che lo cose potessero andare in questo modo. Dopo Elisabeth mi ero ripromesso..." disse Nicholas, ma la madre lo interruppe.
"Nico non puoi continuare a vivere nel passato. Elisabeth, pace all'anima sua, se n'è andata e niente la riporterà indietro. So che le volevi bene, ma questo non può impedirti di essere felice"
"Lo so, ma..."
"Guardami" gli ordinò Maria, posando una mano sulla guancia del figlio "Meriti di essere felice. Tuo padre non è più qui e non potrà dire nulla in contrario questa volta. Elisabeth non l'amavi come una moglie, lo hai fatto solo perché tuo padre voleva un erede maschio. Per la prima volta dopo anni ti vedo più sereno e, se questa felicità è opera di William, allora così sia"
"Hai ragione, ma lui non ricorda nulla del bacio"
"Allora parla con lui e spiegagli l'accaduto"
"E se dovesse respingermi?" domandò Nicholas, sentendosi sciocco a pronunciare quelle parole. Aveva affrontato eserciti e non sapeva nemmeno da che parte cominciare a parlare con William. Si odiò per questo.
"Se mai provi, mai lo saprai" rispose Maria portando una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio del figlio. In quel momento le sembrò di aver di fronte a sé ancora quel bambino vivace che veniva a confidarle le marachelle che aveva combinato, facendole promettere di non dire nulla al padre. E lei era sempre lì, pronta ad ascoltarlo e a consigliarlo. Le cose, a distanza di anni, non erano cambiate più di quel tanto.
"Lo farò" decise Nicholas, stringendo la mano della madre tra le sue "Però non dire nulla ai ragazzi, per il momento"
"Ma certo. Quando sarai pronto parlerai con loro. Una cosa alla volta" disse Maria con un sorriso. Si alzò, subito imitata dal figlio, e si voltò per uscire dallo studio.
"Madre?"
"Sì?"
"Grazie per non avermi giudicato" le disse il Duca. Maria si avvicinò di nuovo a lui e lo strinse in un abbraccio.
"Sei mio figlio e qualunque cosa farai io sarò qui, pronta a sostenerti" gli sussurrò all'orecchio e sentì la stretta di Nico rafforzarsi attorno alla sua vita.
Quella sera Nicholas si era deciso a parlare una volta per tutte con William. Gli aveva detto di raggiungerlo verso le undici di sera nel suo studio per parlare. Ora, Nicholas, camminava irrequieto avanti e indietro per tutta la lunghezza della stanza, chiedendosi se avesse fatto la cosa giusta. Il lieve bussare alla porta lo fece bloccare in mezzo alla stanza con il cuore in gola. Si schiarì la voce, cercando di ricomporsi e di riprendere parte del suo contegno.
"Avanti"
"Buonasera" lo salutò il Principe, mentre si richiudeva la porta alle spalle. Il Duca lo salutò con un cenno del capo e William notò che sembrava agitato.
"Prego, accomodatevi"
"Se per voi va bene gradirei rimanere in piedi"
"Certo" Nicolas si schiarì la voce "Io vi ho voluto qui questa sera perché devo parlarvi di una cosa..."
"Si tratta di quello che è successo tre sere fa?" gli venne in soccorso William e il Duca annuì.
"Ecco... so che voi non ricordate l'accaduto..." cominciò Nicholas, sentendo il colletto della camicia fastidiosamente stretto.
"Esatto. L'ultima cosa che ricordo è di aver bevuto qualche bicchiere di whisky e poi il nulla"
"Abbiamo parlato fino a tarda serata e abbiamo leggermente esagerato con il whisky, ma non è questa la parte più importante" Nicholas guardò William negli occhi e prese un profondo respiro "Quando abbiamo deciso di ritirarci nelle nostre camere voi, nell'alzarvi dalla poltrona, avete perso l'equilibrio. Vi ho sorretto per non farvi cadere, ma..." si bloccò, incapace di continuare.
"Cos'è successo a quel punto?" domandò il Principe con curiosità.
"Non penso ci sia un modo gentile per dirvelo: ci siamo baciati" Nicholas lo disse tutto d'un fiato e vide l'uomo di fronte a sé vacillare.
"Noi... cosa?" sussurrò William, appoggiandosi pesantemente allo schienale di una delle sedie per sostenersi.
"Ci siamo baciati" ripeté Nicholas abbassando lo sguardo. William chinò la testa e chiuse gli occhi, cercando di assimilare quella notizia. No... non poteva essere successo "Vi prego, dite qualcosa... so che siete sconvolto, ma..."
"Oh no, io sono molto più che sconvolto" bisbigliò William in tono tagliente senza cambiare posizione. Stringeva lo schienale con tale forza che le nocche delle sue mani erano sbiancate.
"William, io..." cominciò il Duca, ma a quelle parole il Principe si rianimò in maniera repentina. Alzò la testa di scatto e lo perforò con il suo gelido sguardo azzurro.
"Come osate concedervi tanta confidenza? Io resto ancora un principe, il vostro principe, e dovrete portarmi il rispetto che merito" disse William con voce gelida. Nicholas non disse nulla, ma sostenne il suo sguardo e annuì impercettibilmente "Perché? Perché lo avete fatto?"
"Presumo che il whisky sia riuscito a darmi il coraggio per fare una cosa che bramavo di fare da tempo" la semplicità di quella risposta lasciò il Principe senza parole.
"E avete ritenuto consono baciarmi dopo avermi annebbiato i sensi con l'alcol?"
"Non volevo che accadesse tutto questo. Avrei voluto parlarvene, ma quella sera non sono riuscito a tenere a freno il mio cuore" cercò di spiegare Nicholas.
"E quando avreste voluto parlarmene?" domandò William, lasciando finalmente la presa sullo schienale della sedia e voltandosi per fronteggiare il Duca "Per di più sapevate bene che sono sposato!"
"Certo, di una moglie di cui non mi avete mai parlato nemmeno una volta" ribatté Nicholas, zittendo il Principe "Mai, dal vostro arrivo qui, vi ho sentito nominare il nome di vostra moglie. Mai me ne avete parlato, mentre io vi ho raccontato tutto di me"
"Non ero obbligato a farlo" rispose William, piccato, anche se sapeva che quello che aveva detto Nicholas era vero. Il Duca sospirò e si passò una mano sulla fronte.
"Sentite, non posso negare quello che provo e non posso cambiare quello che ho fatto. Perdonatemi se questo vi ha turbato, ma l'ultima cosa che voglio è perdere la vostra amicizia" disse Nicholas e nel farlo sembrò perdere tutta la sua forza. William lo osservò mentre nella sua mente i pensieri si ricorrevano e, lentamente, sembrò ricordare qualche frammento di quel ricordo. Non aveva ricordato il momento per intero, ma alcune delle sensazioni e delle emozioni sembrarono riaffiorare timidamente, colpendolo con forza, lasciandolo del tutto sconcertato.
"Io... ho bisogno di pensare. Mi avete dato molte informazioni su cui riflettere e al momento non me la sento di esprimere un giudizio su tutto ciò" rispose l'uomo, soppesando ogni parola "Ma una cosa posso dirvela: le cose non potranno tornare come prima"
"Vostra Altezza, vi prego..." Nicholas tentò di parlare, ma William lo bloccò con un gesto della mano.
"Buonanotte" gli augurò, uscendo silenziosamente dalla stanza. Nicholas rimase pietrificato ad osservare la porta, come se per magia potesse riportare indietro il Principe. Le gambe gli cedettero e si ritrovò in ginocchio in mezzo alla stanza, il viso nascosto dalle mani.
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