Ci avviciniamo sempre più ad essere a pari e io ho il terrore.
Ricordo che due anni fa quando ancora DT non era stato bannato per l'ultima volta, facevo una fatica della madonna a scrivere i capitoli.
Il contenuto emotivo che devo metterci dentro è enorme e pesante.
Immedesimarmi in dolori e situazioni così frustranti è uno sforzo che non saprei spiegare a parole.

Non tanto perché sia difficile immedesimarmi in qualcosa di diverso da me, ma perché qua non si tratta di immedesimarmi in qualcosa che non sono io. Si tratta di trovare i pezzi di emozioni che sono io e disporle e amplificarle nell'ordine che mi serve per creare quell'emozione, per darle una base solida e di realtà, per essere certa che il dolore faccia male a quel modo, perché non l'ho inventato dal nulla, l'ho preso e fatto rimbombare in una stanza, o spinto in una scatola dandogli una nuova forma.

La maggior parte, se non tutte le volte che scrivo una scena pesante e difficile dove qualcuno piange, prima di tutto devo riuscire a commuovere abbastanza me stessa, devo soffrire e piangere con quel personaggio. Devo sentirmi in colpa per aver creato personaggi tanto sofferenti e soli.

Ho davvero davvero paura di non riuscire a mandare avanti bene questo libro. È da due anni che aspettavo di essere a pari e ora ci sono quasi e ho paura di non esserne più capace, di non saperlo più fare. Ho emozioni bloccate lungo la trachea, se non sistemo le mie emozioni, se mi fanno troppa paura, non riuscirò a prenderle in mano e farne qualcosa di nuovo e buono.
Spero davvero che sarà DT a plagiare me e non il contrario. Se scrivere può sbloccare il casino delle mie emozioni allora c'è ancora speranza.

Ho una paura matta ma sono fiduciosa, mal che vada farà un po' schifo all'inizio e poi reimpareró a gestire tutte queste emozioni astratte. Ma poi come ci sono arrivata a scrivere cose del genere? Non so manco più da dove nasca tutto questo. È diventato così grande e reale, che dubito possa essere venuto fuori da me, semmai il contrario.