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~"Puzzle"~ (25)

<Sai...>

<Cosa, Katherine, cosa?> domanda speranzoso.

<Io... mi sono innamorata di te> sussurro incapace di credere alle parole che ho appena detto.

<Ho passato la mia vita, incapace di respirare, ma quando ti ho visto è stato come se per la prima volta nella mia vita.> cerco di spiegare.

<Prendessi ossigeno, ho sentito i miei polmoni scoppiare, la mia vista farsi chiara e il mio cuore che... batteva.> esclamo.

Io, Katherine, innamorata di qualcuno.

-Maricini (Un pezzo di una storia che non leggerete mai mhuahauauaah)

CAPITOLO CORTISSIMO DI PASSAGGIO.
HO INIZIATO LA SCUOLA, CAPITE?
CAPITE?
CAPITE?
PIANGO.

<Cosa significa che non possiamo andare all'ospedale?> domando distrutto.

<Riv, è dentro una sala lì dentro> sbotta Rox.

<Ragazzi, siamo un'associazione, se amdassimo tutti là saremo troppo esposti> cerca di spiegarsi Khalil.

<Chiederò informazioni io> chiarisce facendoci segno di andare sopra.

Salgo le scale in collera, mio fratello è dentro quel fottuto ospedale da cui Khalil non l'ha mai fatto uscire per qualche stupido motivo e io non posso andarci.

Sono già le tre di notte e io non riesco a prendere sonno.

Figiariamoci ora che sento delle voci in fondo al corridoio.

Esco velocemente e mi incuriosisco quando noto che le voci vengono dalla stanza di Rox.

<Dai Rox, facciamo sesso, non è mica la prima volta> sento dire a Robert.

ROBERT.

Cosa?.

<No, Rob, sono in ansia per Riv> sbuffa Rox.

<Va via> le sento dire, avvertendo dei passi verso la porta.

<Non vuoi farlo con me da mesi, ammetti che ti sei innamorata di qualcuno e basta.
Apri il tuo cuore, non importa a chi, Rox> le spiega aprendo la porta e spalancando gli occhi non appena mi vede.

<Cosa significa?> domando guardando Robert.

<Dylan> cerca di dire ma lo interrompo con un pugno al setto nasale.

<Fratello, eh> urlo sentendo la vena del mio collo pulsare.

<Fratello> ripeto ridendo e dandogli una ginocchiata allo stomaco.

<Dylan, smettila> sento Rox dire.

<Tu sta zitta, tanto ciò che penso di te, lo sai già> esclamo facendo inumidire i suoi occhioni.

<Khalil> urla e sento i passi di Khalil venire veloci verso di noi.

<Manda via Rob e Dylan, per favore.> dice fissandolo.

<Khalil, si è fatta anche Robert> dico ridendo e andando via.

Non posso crederci.
Non voglio crederci.

Sono innamorato di lei da quando ho quattordici anni.

Ricordo ancora quando Khalil non faceva entrare nessuno a casa sua, la paura che qualcuno di noi vedesse una ragazza così bella.

Aveva solo tredici anni, eppure era già bellissima.

Aveva quei suoi occhi già furbi e audaci che nessuno non avrebbe notato.

Quando Khalil decise a portarci nella sua villa super enorme.
Nessuno di noi si sarebbe aspettato che ci avrebbe aperto la porta uno scricciolo.

Aprì la porta con fare arrogante, ci guardò dalla testa ai piedi, si soffermò su Riv e poi andò via, lasciando oscillare la sua chioma rossa.

Ricordo ancora, i suoi grandi occhi verdi quando mi fissarono.

Mi guardò, con sguardo intimidatorio e superiore.

Uno di quegli sguardi che ti butta già a terra, stanco, stanco di non essere abbastanza anche per una persona che non conosci.

Essere abbastanza.

È ciò che non sono mai stato.

"Non sei abbastanza bravo"

"Non sei abbastanza bello"

"Non sei abbastanza intelligente"

Sarò mai abbastanza per qualcuno?.

Ho sperato con tutte le mie forze di trovare qualcuno, che mi facesse sentire, bene.

In pace con me stesso.

Eppure, io non ho guardato solamente il suo fascino prematuro.

Io ho guardato il suo sguardo, non quello che mi ha rivolto ma quello che ha quando fissa un punto indefinito della parete.

Uno sguardo così fragile, da farti scostare gli occhi per paura che si rompa solo guardandola.

Uno sguardo così freddo, da farti gelare all'istante.

Uno sguardo così vuoto, da farti venir voglia di innamorarti di lei.

Così mi sono innamorato di lei.

La voglia di riempire quei suoi vuoti, di vedere i suoi occhi brillare, il suo sorriso e il suo cuore galoppante dalla felicità.

Eppure non ci sono riuscito.

Anzi.

****

Pov Rox

Avete presente quella sensazione?.

Quella di avere attimi in cui sei così serena, da sentirti in colpa.

Senti come se non meritassi quella tranquillità.

Ti senti fuori luogo e ancora un'altra volta, non abbastanza per essere felice.

Ma chi è il mondo?.

Gli stereotipi?.

La società?.

Per dirci che non andiamo bene?.

Ci fissano un'idea in testa sulla concezione della perfezione, quando la perfezione si trova solo in una cosa.

Nella gente che si ama per come è.

Quella gente che rare volte vedi per strada, sorridenti, eppure non sono alte, magre e non hanno un viso simmetrico.

Eppure loro si amano, è ciò che importa.

Finché non impareremo ad amare la gente per come è, rimarrà per sempre un concetto sbagliato di "perfezione".

E io, non sono perfetta, non sono abbastanza e non mi amo.

<Rox, devi smetterla di continuare a calpestare il suo cuore> mi rimprovera Khalil.

<Un giorno non batterà più per te> continua facendomi spalancare gli occhi.

<Hai paura, e lo capisco.
Paura di amare> spiega sedendosi al mio fianco sul letto.

<Ma, tutti abbiamo bisogno di amore Rox, anche solo per un'attimo, abbiamo bisogno di sentirci completi> mi prende la mano.

<E tu, ti sei mai sentito completo?> domando curiosa, Khalil è l'uomo nero.

Eppure, è l'uomo che ha salvato tutti noi.

A volte il più cattivo di tutti, è quello col cuore con più crepe.

<Rox, ti ricordi quando a dodici anni, ti eri fissata con i puzzle?> chiede lasciando confusa.

<Si> ridacchio.

<Ecco, ricordi anche quando disordinata per come sei, hai confuso tutti i pezzi di puzzle diversi?> continua e io annuisco.

<Ecco, io e lei venivamo da mondi  uguali.
Da due puzzle.
Eppure, venivamo da due mondi uguali, ma in competizione.
Due puzzle diversi.
Anche provando i due pezzi di puzzle diversi, potrebbero coincidere, ma l'immagine che creeranno sarà un disastro.
E noi eravamo un fottuto disastro.> racconta lasciandomi perplessa.

<Tu e Dylan, potreste coincidere alla perfezione.
E tu odiavi lasciare i puzzle non completi, quindi cosa aspetti a mettere gli ultimi tasselli?> domanda fissandomi.

Mi alzo velocemente e corro per i corridoio fino alla porta di Dylan.

All'improvviso dopo le corse, mi lascio spaventare da una porta.

Comincio a toccarmi le mani nervosa, nervosa come non lo sono mai stata in vita mia.

<Cosa ci fai davanti la mia porta?> chiede Dylan confuso mentre io non so cosa dire.

<Io... posso entrare?> domando impacciata.

Rox, svegliati.

<No> risponde duro chiudendo la porta.

Cosa?.

<Senti coglione, Rox bussa una sola volta alla porta> urlo da fuori in collera per essere stata praticamente rifiutata.

<Senti rossa, Dylan si è stancato di stare dietro al tuo culetto> risponde facendomi indignare.

<Fanculo> sbotto aprendo la porta trovandolo adagiato sul letto.

<Cosa vuoi,Rox?> chiede stufo.

<Io... tu, il puzzle> cerco di dire mentre lui scoppia a ridere.

Si sta divertendo.

<Cosa Rox, il puzzle?.
Non mi piacciono.> ride facendomi venir voglia di sbattere i piedi per terra e strapparmi ogni capello dalla testa.

Mi avvicino a lui e lo bacio, semplicemente lo bacio.

Per una volta nella vita ho deciso di essere irrazionale e vulnerabile.

<Oh dio Rox... > dice come un coniglietto perso fissandomi con gli occhi spalancati.

<Io volevo dirti questo> balbetto deglutendo rumorosamente.

<Ho aspettato questo momento da quando ho quattordici anni> sbotta ribaciandomi.

Mi stringe forte, come se avesse paura di un mio eventuale rimorso.

Ma io non voglio rimorsi, non più.

Voglio essere viva da oggi.

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IO AMO ROX E DYLAN.
CI VEDIAMO

SABATO.

All the love .M.

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