~"Problem"~ (10)
~Sono tua dal momento in cui mi hai conosciuta~
-Uno splendido disastro (amo quel libro)
<Hailey, i tuoi valori sono aumentati e dovresti cominciare a riposarti, a stare più ore al letto, capisci?> dice guardandomi come una bimba persa che cerca la mamma nel parco, infondo forse lo sono, persa.
<Non posso passare gli ultimi mesi della mia vita sdraiata nel letto> esclamo guardandola e scuotendo il viso, credevo che tutto stesse andando benino, invece...
<Beh se non vuoi che siano gli ultimi giorni allora, si.> esclama ora lei guardandomi e mettendosi una mano in bocca dopo essersi resa conto di ciò che ha detto.
<Io, oh Dio, Hailey non volevo dire questo , ultimamente sono così nervosa> comincia a farfugliare guardandomi dispiaciuta.
<Ha solo detto la verità, stia tranquilla dottoressa almeno non dovrò più venire nei suoi stupidi incontri di merda> dico uscendo da quella stanza ormai troppo stretta per me e sbattendo la porta.
Sono già consapevole di quanto mi mancheranno quegli stupidi incontri di merda.
Non capisco che sto piangendo fino a quando due braccia colorate mi avvolgono e mi stringono come se non volessero farmi scivolare via.
<Ei piccola che hai?> sento la voce di Riv e io singhiozzo contro il suo petto bagnandogli tutta la maglietta nera.
<Io> dico ma vengo interrotta dai miei stessi singhiozzi.
<Ley andiamo a casa> dice mia madre uscendo con la cartella degli esami.
<L'accompagno io dopo> dice Riv guardando mia madre e prendendomi in braccio mentre io continuo a piangere.
<Fammi scendere> dico cercando di calmarmi.
<Non ti reggeresti neanche> dice tenendomi stretta.
Dopo un po mi ritrovo su un lettino di una stanza con le pareti nere.
<È la tua stanza?> chiedo e lui annuisce mentre io mi alzo ammirando dei capelli bianchi fluttuanti nella parete nera centrale.
<Ho cominciato ieri, la settimana scorsa l'ho dipinta> dice e solo ora mi rendo conto che dopo quel bacio non ci siamo più visti.
<Sono dei capelli?> chiedo accertandomi e lui annuisce.
<Disegni> dico come un'affermazione guardandolo.
<Mia madre era una pittrice> dice e io lo invito a continuare.
<Amava far vedere alla gente ciò che pensava attraverso il disegno, in ogni suo ritratto c'è la sua anima, anche troppo pura per questo mondo, forse per questo se n'è andata troppo presto> dice accarezzando le pareti nere.
<Non hai un suo ritratto?> chiedo con tono calmo e pacato sperando di non turbarlo.
<Ne ho solo uno, il mio preferito> dice aprendo un cassetto.
<Diceva che lo avesse fatto pensando a me> dice guardando il foglio penzolante nelle sue mani e me lo porge.
Un foglio bianco, con della pioggia, le gocce della pioggia sono nere e fanno diventare il terreno nero e formano l'ombra di un uomo nero con una donna bianca.
<Perché dovrebbe rappresentarti? > chiedo curiosa e cercando di rubare il segreto che racchiude quel disegno.
<Quando glielo chiedevo da bambino, mi rispondeva che un giorno lo avrei capito, che la pioggia fosse ciò che mi descrivesse meglio> dice quasi sussurando l'ultima frase.
<Scusami forse sono stata troppo invadente> dico posando il disegno e sentendo il mio collo arrossire.
Vedo il suo sorriso aprirsi alla vista del mio imbarazzo e si avvicina a me fino a racchiudermi in un abbraccio.
<Mi piace raccontarti le cose, tu mi ascolti, non mi giudichi e mi capisci> dice sussurando nel mio orecchio.
<Quindi mi racconti ciò che è successo?> chiede facendomi incupire.
<La dottoressa dice che i miei valori non vanno bene e che dovrei stare a letto molto più tempo se non voglio avere i miei ultimi giorni di vita > racconto sputando le ultime parole con disprezzo.
<Che stronza, ti va di fare qualcosa di bello?> dice aprendo un cassetto e prendendo un barattolo come quello della marmellata.
<Si> dico e lui prende dei piccoli post-it e una penna.
<Qui dentro metteremo tutti i nostri desideri, e prima che la nostra vita finisca li realizzeremo tutti, e quando lo faremo moriremo con la soddisfazione di aver vissuto la nostra vita al meglio > Dice dandomi la penna.
<Tu sei folle> dico ridendo e prendendo il primo foglietto.
"Innamorarmi".
Scrivo e lo infilo all'interno del barattolo.
<Ora tocca a te> e lui prende la mia penna e scrive velocemente qualcosa che non riesco a leggere.
<Ora tocca a te> dice.
"Ballare un lento".
Continuiamo così.
"Farmi battere da qualcuno nelle gare di pizze".
"Ridere per un giorno intero".
"Un bacio sotto la pioggia".
"Sentirmi completa".
"Guidare una moto".
Dopo dieci minuti abbiamo riempito il barattolo di bigliettini.
<Dobbiamo realizzarli tutti> dice Riv ridendo.
<Tutti> confermo.
<Mi lasci a casa? > chiedo guardandolo.
E lui mi prende racchiude il mio viso stringendolo con una mano.
<Che fai?> chiedo guardandolo mentre si avvicina al mio viso sempre di più.
Mi da un semplice bacio a stampo.
<Andiamo> dice staccandosi ed uscendo.
Cosa diavolo?
Esco correndo per raggiungerlo.
<Riv non puoi baciarmi quando vuoi> urlo guardandolo.
<Perché?> chiede guardandomi come se fossi una folle.
<Perché ho dei sentimenti e non puoi farlo> spiego.
< Mi andava > Si giustifica.
<E se a me non andasse?> chiedo e solo ora mi rendo conto che sta piovendo e sono bagnata dalla testa ai piedi.
<Non può non andarti> dice avvicinandosi a me con un ghigno sul viso.
<Cosa? Sei uno sbruffone, un cretino, una testa di cazzo.
Io ho dei fottuti sentimenti e tu non puoi> incomincio a parlare come mio solito e lui mi bacia.
Lentamente, uno di quei baci che ti fa tremare non solo le gambe ma anche il cuore.
Dopo tanti schiocchi di baci, di guardarsi negli occhi.
<E tu non puoi baciarmi così > dico sussurando.
<Ho appena avverato un altro tuo desiderio> dice strizzando i miei capelli e facendo cadere dell'acqua da essi.
<Non devi farlo perché sono dei miei desideri> dico ferita sapendo il motivo di quel gesto.
<L'ho fatto perché volevo, Hailey, non bacio chiunque in quel modo> dice guardandomi, e non leggo altro che verità nei suoi occhi.
<In quel modo come?> chiedo provocandolo e lui mi ribacia fino a rientrare nella sua stanza, bagnati dalla pioggia che sembra essere in ogni momento della mia vita.
Pioveva quando ho saputo della mia malattia.
<Io devo andare> dico separandomi da lui e vedo le sue braccia allontanarsi dal mio corpo.
<Certo> dice prendendo le chiavi del motore.
<Preferisco andare a piedi> dico incerta e lui spalanca gli occhi scuotendo il viso.
<Non se ne parla Hailey sono già le nove di sera e non vorrei averti sulla coscienza> dice ridacchiando e prendendomi per il braccio trascindandomi fuori con lui.
<No davvero Riv, lasciami andare> dico poggiando una mano sul suo petto.
<No Hailey> dice con tono fermo guardandomi.
<Si Riv perché non dovrei andarmene da sola?> chiedo aspettando una sua risposta.
<Perché qualcuno potrebbe farti del male> dice alzando il tono della sua voce.
<A chi importa> dico alzando le braccia in aria e facendole ricadere sui miei fianchi.
<A me importa> urla e io forse ho proprio bisogno che lui ripeta ciò che ha appena detto.
<Cosa?> richiedo per avere quasi la certezza di ciò che ha detto.
<A me importa Hailey, non voglio che ti accada qualcosa di brutto> dice guardandomi negli occhi e toccandosi il naso a disagio, impaurito di una mia risposta.
<Andiamo> esclamo prendendo le chiavi dalle sue mani tatuate e andando verso il motore saltellando.
Sono forse felice?.
Appena saliamo sul motore abbiamo davanti circa dieci minuti di tragitto e io come la prima volta che sono salita su questo motore ho la guancia premuta sulla sua schiena e le braccia strette intorno al suo busto.
Riesco a sentire il suo torace alzarsi e abbassarsi e mi sento una stupida a fare questi pensieri sentimentali, è ovvio che il suo torace si muovi a meno che non sia morto.
Sto perdendo colpi.
<Siamo arrivati signorina> dice sistemando il cavalletto del motore per terra.
<Grazie signorino Riv> dico scendendo e dandogli un bacio nel naso.
<Che bacio sarebbe questo?> chiede ridacchiando.
<Un bacio che si dà ad un amico> dico porgendogli il casco.
Ma lui mi prende il viso e mi bacia.
<Io sono un amico speciale, ti va?> chiede guardandomi negli occhi.
<Posso avere anche altri amici speciali?> chiedo vicino al suo viso, quasi a fior di labbra.
<Solo me a meno che tu non voglia morire prima del previsto> dice ridacchiando contro le mie labbra.
<Ciao amico speciale> dico girandomi e entrando dentro casa mia sentendo solamente il rumore del suo motore che parte.
<Ley> sento il mio nome pronunciato come un urlo disumano.
<Che c'è mamma?> chiedo allarmata salendo velocemente le scale verso la sua stanza e vedo lei accanto alla finestra.
<Cosa è quello che ho appena visto?> chiede ridacchiando come una bambina davanti alla sua torta di compleanno e cominciando a saltellare puntando la finestra.
<Non era niente, assolutamente niente> dico cercando di trattenere un sorriso ma fallisco miseramente.
<Solo, hai dei bei gusti Ley> dice facendomi l'occhiolino.
<Non siamo nulla mamma, è il mio migliore amico e lo sai> dico guardandola e lei ruota gli occhi al cielo.
<Si si l'ho già sentita questa> dice gesticolando, le sue origini italiane non la smentiscono mai.
<Sai devo andare a letto> dico rattristandomi.
<Si ti porterò la cena a letto direttamente> dice scendendo.
<Bimba> sento una voce da dietro la porta.
<Papi è aperto> dico aspettando che entri e nel frattempo sto mettendo il piatto sul comodino.
<La mamma mi ha appena fatto vedere i tuoi esami> dice sedendosi al mio fianco, come sempre al mio fianco.
<Già, sono i valori di una morta che cammina> dico cercando persino io un minimo di sarcasmo nella mia voce.
<Non dire così, basterà un pò di riposo e torneranno come prima> dice prendendomi la mano.
<Papà, non mentirmi, ho il cancro è questo è solo l'inizio di ciò che dovrò affrontare, bastano un minimo sbandamento dei valori per passare alla chemioterapia> dico quasi urlando.
Perderò i miei capelli.
<Non lo permetterò, e se potesse succedere saremmo sempre io e tu contro il mondo intero bimba> dice stringendomi a sé.
<Io e te contro il mondo papi> dico stringendolo a me.
Pov Riv.
Quella ragazzina è incredibile.
Poi amo i suoi capelli.
Sono persino sulla mia parete.
Quando ho iniziato a dipingerli ho pensato ai suoi capelli dentro l'acqua tra i delfini.
<Pronto> dico rispondendo al cellulare.
<Riv non hai ancora venduto la roba, e non posso essere gentile di nuovo> sento Khalil dall' altra parte del cellulare, maledizione.
<Chi ti ha detto che non l'ho venduta?> chiedo mentendo.
<Devo solo portarti i soldi> continuo non facendo trasparire nulla dalla mia voce.
<Ti aspetto domani> dice e chiude la chiamata.
Devo assolutamente venderla entro stasera e stanotte.
<Joshua> dico.
<Dimmi amico> dice e sento dei rumori in sottofondo.
<Stasera, io, tu e tutte le discoteche in città > dico e blocco, lui ha già capito.
<Dio mio sono sfinito> dice Joshua ordinando dell'acqua.
<Tu non hai fatto nulla > lo schernisco.
<Ti ho accompagnato è già tanto> dice bevendo.
<Sai, devo farti conoscere una persona> dico e vedo lui sputare l'acqua ovunque.
<Dimmi che è un sogno, dammi un pizzicotto> dice guardandomi e io sto ridacchiando.
<Non è un sogno, devo farti incontrare Hailey > dico e lo vedo sgranare gli occhi.
<La ragazza della rosa> dice stupito.
<Beh, grazie coglione per non avermi detto che le avevo dato una rosa> dico facendo finta di essere incazzato.
<Non mi avevi detto di conoscerla idiota> dice dandomi un pugnetto.
<Viene all'ospedale, con me> dico.
<È una tossicodipendente? > chiede guardandomi con gli occhi spalancati.
<No, ha il cancro > dico e per la prima volta nella mia vita sento una fitta che mi taglia lo stomaco.
<Wow, amico, lascia perdere > dice e io lo guardo storto.
<In che senso?> chiedo.
<Morirà, la perderai e ne sei già consapevole> dice guardandomi negli occhi.
<Non la conosci, io la conosco da mesi ed è un raggio di sole> dico sbottando e alzandomi.
<Amico non ho detto che non lo sia ma...solo sappi che non vivrà a lungo> dice cercando di farmi risedere.
<È la mia migliore amica e non la lascerò proprio ora> dico andandomene.
<E a casa puoi andarci a piedi, coglione> dico salendo sul motore.
So che mi passerà ma ora non credo proprio.
Odio quando parlano di lei come se fosse già morta, anche io ne parlo così ma io posso farlo , gli altri no, non ne hanno il diritto.
E io che volevo fargliela conoscere.
Che coglione.
Lei non è la morte, Lei è un raggio di sole che ha fottutamente illuminato la mia vita.
-
-
-
-
-
-
-
Spazio Marilù:
SCUSATE IL RITARDO DAVVERO!
Ma ho avuto una notizia che non è il massimo e non me la sono sentita di scrivere.
A meno ché non volevate un capitolo più depresso di questo.
Non l'ho nemmeno corretto e mi scuso per qualche errore.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro