~"Lies"~ (27)
"Sei così bella, princesa"
-Da chi sa che pezzo minuscolo di ciò che scrivo.
<Dai che ce la fai> sprono Riv ad alzarsi.
<Hailey, sta fottutamente zitta> ringhia incavolato.
Ha dalle sette di questa mattina che sta facendo fisioterapia per alzarsi dato che si è fratturato sei costole, e lui è incavolato da morire con tutto il mondo.
<Non capisci quanto diavolo fa male> si lagna.
<La prossima volta ci pensi prima di fare cazzate> lo rimprovero incrociando le mie braccia al petto.
<La prossima volta prima di conoscere una ragazza le chiedo di far gli esami del sangue per vedere se siamo parenti in qualche modo strano> spiega rimettendosi sulla sedia gettando io bastone per terra.
<Hai ragione, allora a me manca solo che mi prendino di petto, un attimo che vado a scoparmi una decina di ragazzi, mi ubriaco, mi drogo e vado in contro ad un camion col motore> sbotto andando via sbattendo la porta dietro di me.
Fanculo.
Non ho fatto l'offesa, l'ho aiutato, non ho ascoltato ciò che mi diceva la testa, tutto per lui e fa anche il coglione.
<Hailey, apri questo porta> mormora con tono calmo bussando.
<No> sbotto asciugando le poche lacrime di nervosismo.
Sento qualcosa strisciare per la porta e i suoi sospiri.
<Senti, scusami Ley> sussurra con tono abbastanza alto per farsi sentire.
Sospiro e apro la porta.
<Cazzo Hailey> dice sdraiato per terra.
<Cosa ci fai a terra?> domando ridendo.
<Ero poggiato contro la porta> dice a denti stretti cercando di alzarsi.
<Come sei venuto?> chiedo non vedendo la sedia a rotelle.
<Con i piedi> sbotta.
<Ma>
<Sono venuto per te, viziatella> ammette alzandosi.
****
<Amore mio> urleggio saltando sopra di lui.
<Piccolina> dice affettuoso baciandomi i capelli.
<Però basta con queste effusioni, non sono ancora sicuro del tuo essere gay> sbotta Riv.
<Ciao a te Riv> ride Lucas prendendo la mano al ragazzo al suo fianco.
<Lui è Colton> sorride presentandolo.
<Sono il suo ragazzo> dice il ragazzo dagli occhi verdi sorridendo esageratamente.
<Oh mio Dio, viva l'amore> urlo saltando sul posto.
<Siete così belli, voglio un bacio.
Ora.> esclamo facendoli agitare.
<Riv, dobbiamo assolutamente conoscere altre coppie gay, sono così belli> dico girandomi verso di lui che alza gli occhi al cielo.
<Quando la smetterai di diventare iperattiva per ogni cosa, Ley?> domanda chiudendo gli occhi lentamente.
<Quando morirò> rido.
<Allora raccontami come hai conosciuto quel figo di Lucas> blatero mentre Lucas fa un mezzo sorriso verso di lui.
<In realtà, siamo fratellastri, sono il figlio del compagno di sua madre> dice facendomi sconvolgere.
<Ma i tuoi genitori?> domando confusa.
<Si, ma non stanno insieme da quando ho tre anni> spiega.
<Io e Riv siamo cugini, non ti giudico, tranquillo> sdrammatizzo facendo ridere tutti.
<Riv, puoi venire un attimo?> chiede la dottoressa Lerman con gli occhi gonfi e rossi.
<Certo> dice incerto Riv guardando i suoi occhi.
<Hailey, forse è meglio che vieni anche tu> sorride triste.
<Va bene> esclamo non capendo.
****
Due ore prima.
<Dottoressa Lerman, abbiamo confrontato gli esami del sangue suoi con quelli di Riv e non so come dirle una cosa del genere> mormora il mio collega fissandomi sotto schok.
<I valori suoi e di Riv, erano troppo simili per due persone senza legami di sangue, le andrebbe di fare un test del DNA?
Crediamo sicuramente che avete un filo di parentela tra di voi> continua.
<È impossibile> sbotto.
<Riv, nato il 23 maggio del 1998, ero io il tirocinante che ha visto la sua gravidanza, dopo lei si è spostata dopo due mesi in un privato.
Ma, credo che lei l'abbia finalmente "trovata"> dice enfatizzando sulla parola al femminile.
<Ho bisogno di un bicchiere di Whisky liscio> dico con voce tremante scivolando sulla prima sedia.
****
Adesso.
<Ma che cazzate sono queste?> urla Riv alzandosi delicatamente dalla sedia.
<Mia madre è morta.> sbotta.
<Hailey, andiamo fuori da questo ospedale> dice girandosi verso di me.
<Hailey> continua vedendomi ancora seduta.
<Riv è se fosse davvero, Oh mio dio.> esclamo.
<Potrebbe essere una seconda possibilità, Riv fallo.
Oggi ti sei alzato per me, fallo di nuovo rialzati, ma per te> urlo estasiata.
<Non voglio farlo, non voglio saperlo.
Pure se fosse, era una diciassettenne che si è fatta mettere incinta e mi ha abbandonato, non merita nemmeno un mio sguardo.
Se fosse così, lei mi ha rovinato la vita.
Lei mi ha fatto adottare.
Lei mi ha dato una famiglia dove sarebbero morti tutti.
Lei mi ha spinto ad usare droghe.
Lei mi ha spinto a desiderare la morte come non mai.> continua ad urlare, urlare, urlare.
Urlo.
Grido forte e prolungato dell'uomo, provocato da spavento, collera.
Non credo sia così.
Io urlo anche quando sono felice.
Io urlo quando ne ho già abbastanza.
Io urlo per aver attenzione.
Io urlo per me.
Io urlo per lui.
Io urlo per noi.
La giusta definizione di urlo dovrebbe essere.
Sentimenti sovrastanti e forti che fuori escono attraverso un tono di voce alto.
Non sono altro che sentimenti.
Gli urli, le lacrime, i sorrisi, le risate, i tremori.
Sono tutti sentimenti, forti, anche troppo.
L'uomo è un mix di sentimenti.
Viviamo di sentimenti.
Ci nutriamo di sentimenti.
Siamo alla ricerca continua di un'emozione forte, che ci faccia sentire vivi.
Siamo alla continua ricerca di qualcosa che ci faccia sentire ancora umani.
La gente è diventata così superficiale, così non umana.
L'umanità è reputata come un difetto, una malattia, un essere deboli.
Però, un punto in comune, un filo che ci collega lo abbiamo.
Un luogo dove tutti siamo umani, deboli, vulnerabili, fragili, indistruttibili e forti.
L'amore, l'amore è il punto d'incontro tra un uomo e l'altro.
L'odio, anche l'odio lo è.
Amore e odio.
Gli opposti, eppure non c'è l'uno senza l'altro.
Hanno inventato storie per gli dei, per i fenomeni meteorologici, per gli eroi, ma non per i sentimenti?.
Secondo me, l'amore e l'odio erano due amanti.
Uno di loro è diventato l'odio, perché più vendicativo, più in collera.
Cosa diceva la Dottoressa Lerman?.
"L'odio per aver amato troppo l'altro".
L'amore invece, docile, buono.
"Mi ha insegnato ad amare fino a star male".
Ma amore è rimasto.
Tra odio e amore c'è la distanza di uno sguardo.
<Per favore Riv, fallo> dico sperando che mi ascolti.
<È solamente un piccolo prelievo che potrebbe cambiare la tua vita> sbotto prendendo il suo viso tra le mani.
<No, Hailey> cerca di togliere le mie mani dal suo viso.
<Tanto lo sai che dopo, anche se va male rimaniamo solo io e te e va bene> sussurro avvicinandomi al suo viso.
<Smettila subito> mi ammonisce.
<Per favore, Riv.
Vivi, per una volta vivi.
Vivi per me> prego baciandolo.
Le sue braccia stringono automaticamente il mio piccolo corpo e io non faccio altro che toccarlo.
Mi sembra così irreale.
Lascia le mie labbra fissandomi negli occhi.
<Lo facciamo?
Insieme?.> domanda come un bimbo perso in un parco.
<Insieme.> prometto silenziosamente.
****
<Sei una fottuta ricattatrice> si lagna dopo due ore che aspettiamo i risultati.
<Ma sta zitto> rido vedendolo imbronciato.
<Per te mi ritrovo qua, perché forse sono stato adottato, forse la dottoressa che odio è mia madre e ho anche un patrigno e un padre di cui non so un cazzo.
La mia vita è uno stress> sbotta.
<Sei tragico> sorrido.
<Tu, Hailey Brown, stai dicendo a me di essere tragico?> domanda puntando me con l'indice.
<Si> dico indifferente cercando di non scoppiare in una risata.
<Come puoi> urla.
<Sei la persona più tragica che esista. > dice.
<Per non parlare del tuo lato melodrammatico.> esclama aprendo le braccia.
<Che esagerazione>.
<Lo sai che Rox ha baciato Dylan?> mi chiede facendomi alzare sul posto.
<Cosa diavolo hai appena detto?> domando, e lui sorride.
<Non ci credo, è fantastico> saltello sul pavimento battendo le mani.
<Mi parte la ship, mi parte la ship> penso.
<No Hailey, per favore> ride Riv.
<I Rody?.> domando.
<No, no> dico scuotendo la testa.
<Ho trovato> sbotto ricominciando ad urlare.
<Ti ricordo che siamo in un ospedalo> dice Riv.
<Sta muto, allora i Roxy> dico adorante sedendomi.
<Hai finito?> chiede.
<Si.> sospiro.
<E se fosse veramente così?> chiede dopo un po'.
<Così come?> domando girando il mio viso verso di lui.
Ha la testa calata e si tocca le mani in continuazione.
<Se la mia vita fosse stata una bugia fino ad ora?> sussurra.
<Fa in modo che io sia l'unica verità che ti serve> dico stringendo la sua mano.
Vediamo la dottoressa uscire da una stanza in lacrime.
<Perdonami> dice inginocchiata verso di Riv.
<Per favore> continua piangendo.
<Non capisco> dice Riv fissandola.
<Sono tua madre, Riv.
Sono tua madre> lacrima.
**non sono tuo padre, sono tua madre,okay evaporo**.
<Non ci credo> esclama Riv.
<Non voglio crederci, chi diavolo sei tu?> domanda girandosi verso di lei.
<Non lo so neanch'io, già da un pezzo> risponde lei col viso chinato verso terra.
<Quando una persona ci spezza il cuore, non sappiamo più chi siamo e difficilmente ritroviamo noi stessi ma perdonami.> prega accarezzandogli il viso.
<Io, non voglio sapere nulla di te, della tua vita, di tuo marito.
Non ti voglio nella mia vita, né ora né mai.> esclama.
La dottoressa Lerman si alza, sistemando la sua gonna e asciugando le sue lacrime, tornando perfetta.
Come se fosse abituata a ricostruirsi ogni volta che qualcuno la distrugge.
<Ti ho cercato e non ti mollerò dopo un rifiuto, Riv> dice andando via.
<Oh mio dio> sbotto poggiando la mia schiena contro la sedia.
<Non ci credo> continuo.
<Sono stato male per persone che non erano il mio sangue.
Kate, la mia bimba, non è mia sorella.
Mia madre, i suoi disegni.
Mio padre, il nostro motore.
È come se mi fossi appena svegliato da un'incubo.> mormora.
<Ti sei svegliato, ora agisci.> cerco di dargli coraggio.
<Voglio solamente andare a dormire> dice trascinandosi con la sedia a rotelle.
<E, non voglio aiuto> chiarisce andando via.
Sbuffo innervosita toccandomi i capelli.
****
Pov Dottoressa Lerman
Non voglio crederci.
È mio figlio.
<Ma era una bambina> sussurro.
<No Lucrezia, era una trappola.
Hai cercato una diciannovenne che non esisteva per anni e in più lui copriva tutte le tue ricerche, ma i conti, tu li hai fatti giusti.
Il destino va verso il giusto.> dice il mio collega.
Non ci credo.
Atteggiamento arrogante, aggressività, uso di droghe.
Occhi azzurri e sorriso smagliante.
Come ho fatto a non avere un minimo di dubbio in questi anni.
<È stato con me, da quando ha 14 anni> sussurro non credendo alle mie stesse parole.
Piango.
Non riesco a far altro.
Un po' per l'emozione, un po' per il senso di vittoria contro di lui.
Ha sempre vinto lui, mi ha sempre schiacciata, portata al limite, ma ho vinto.
Ho vinto.
Prendo il mio cellulare e digito velocemente il suo numero sperando che sia lo stesso.
È stato tutti quegli anni nella mia rubrica, forse aspettando solo questo momento.
Uno squillo, due squilli, tre squilli.
Nove squilli.
Mi porta ancora oggi sempre al limite.
<Princesa> sento il suo tono di voce sempre così superiore.
<Ho vinto io.> dico solamente, sapendo che tra due come noi ogni messaggio viene criptato.
<Hai sempre vinto tu contro di me, princesa> sussurra così piano che stento a sentirlo.
<Hai vinto nel momento in cui non ti ho uccisa per paura di vedere il mostro che sono attraverso i tuoi occhi puri e innocenti.> dice.
<Smettila.> esclamo stufa.
Stufa di sapere che cadrei nella sua ragnatela anche dopo anni.
<Goditi nostro hijo princesa, te gusta il suo nome?> domanda ridendo.
<Significa "lacrima"> dico sapendo il significato.
<Perché?> domando.
<Perché ha portato solo lacrime nella tua vita e nella mia.
È stato uno sbaglio, come te.> sbotta cattivo.
<È proprio vero che i giocattoli rotti si buttano.
Non si devono aggiustare, prima o poi si riapre la crepa.
Sei tu in difetto.> mi difendo.
<Ci ameremo in un'altra vita, princesa.
Continua ad amarmi, io continuerò ad odiarti> blocca.
Poso il cellulare, sfinita di un'amore che mi ha prosciugato fino alla fine.
Devo raccontarti così tante cose, Riv.
A partire dal tuo nome, finendo con tuo padre.
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All the love .M.
E non vi dico quando ci vediamo perché il mio inconscio non rispetta le regole ed è ritardatario.
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