~"Home"~ (26)
"Ci vediamo a casa"
<Hailey, svegliati> sento una voce lontana.
Cerco di aprire gli occhi lentamente, ma non appena noto che la stanza è di un bianco accecante istintivamente li richiudo velocemente.
<Cosa> mugolo cercando di capire cosa stia succedendo.
<Mamma, si sta svegliando> esclama una vocina che riconosco come quella di mio fratello Jack.
Apro gli occhi e mio padre, mia madre e Jack mi fissano.
<Dov'è Riv?> domando meccanicamente cercando di alzare il mio busto ma un forte mal di testa mi avvolge.
<Hailey, hai sbattuto la testa, sta ferma> mi rimprovera mia madre.
<Quel coglione di Mark non ha avuto nemmeno la capacità di afferrarmi> mi lamento.
<Ei, sono qua> lo sento sbottare da qualche punto indefinito.
Ah, da una di quelle stupide poltrone che mettono dentro le stanze.
<Ma Riv?> chiedo isterica essendomi ricordata le parole di Mark.
<Sta bene, è tutto a posto> sussurra con premura mia madre.
<Sicuri?> continuo fissandoli uno per uno.
<Senta, non me ne fotte un cazzo se lei non vuole farmi entrare, sto bene> sento urlare da fuori.
È Riv.
Faccio un sospiro di sollievo sentendomi leggera come una piuma.
<Fatelo entrare> mi preoccupo.
<Fatemi entrare> urla facendomi ridere.
Riv, sarebbe già entrato però.
<Finalmente> sbotta e vedo la porta aprirsi e Riv sopra ad una sedia a rotelle.
<Cosa> sbotto sentendo l'aria mancare nei miei polmoni.
<Calmati> mi ammonisce subito lui.
<È tutta colpa mia> mi condanno avvertendo le lacrime scendere dal mio viso.
<Ma no, tesoro, ascoltami.
Sono un'idiota, lo sai> mormora avvicinandosi a me grazie all'assistente.
<Scusami> dico cercando di asciugare le mie lacrime.
<Vieni qua> esclama porgendomi la mano.
<Noi andiamo> esclama mia madre sorridendo.
<Maria> la rimprovera mio padre.
<Xavier> lo fissa mia madre aprendo la porta.
<Riv, basta che clicchi il bottone rosso che si trova sulla sedia e veniamo subito> spiega l'infermiera lasciandogli un bacio nella guancia.
<La laurea l'ha presa fottendosi i professori?> domando infastidita.
<Stai bene?> chiede Riv fissandomi attentamente.
<Sono solamente svenuta, sto bene Riv> dico accarezzandogli un braccio.
<Io ho solamente un po' di ossa rotte> ride.
<Sei un coglione> lo rimprovero incavolata.
<Sono un coglione, ma tu sei troppo bella Hailey> esclama senza motivo facendomi avvampare.
<Cosa?> domando confusa.
<Volevo solo dire ciò che penso> dice tranquillamente.
Restiamo in silenzio, per quelle che mi sembrano ore.
<Io... >
<No, tocca a me parlare Hailey> mi blocca prendendo la mia mano.
La stringe e comincia a giocherellare con le mie dita.
Ha il viso chino e sembra voler dire qualcosa di cui si vergogna.
<A me, dispiace.
Mi dispiace non averti accettato come cugina> ammette alzando gli occhi verso di me.
<Sono stato impulsivo, ma sai che lo sono> spiega girando il viso.
<Sono partito per Seattle, con dei ragazzi, mi sono divertito> dice trovando il coraggio di guardarmi negli occhi.
<E... sono andato a letto con circa una decina di ragazze, mi sono ubriacato e vederti dopo essere tornato da una "vacanza"> blatera facendo le virgolette con le dita.
<Mi ha reso instabile.> confessa facendo diventare i miei occhi lucidi.
<Ricordi quando ti dissi cosa pensavo dell'amore?> domanda mentre io annuisco.
~Flashback~
<Riv> e sento la sedia al mio fianco strisciare al contatto col pavimento.
<L'amore è quando diventi dipendente da un qualcosa e non puoi farne più a meno.
L'amore è essere deboli e avere una debolezza e io non ne ho bisogno.> esclama sedendosi.
<Non è vero> mi alzo ribattendo.
E lui mi guarda storto.
<Tutti abbiamo bisogno di avere qualcuno, anche tu> spiego guardandolo...
E lui si alza, siamo di nuovo occhi dentro occhi.
<Le persone vanno via Viziatella e io non ho bisogno di persone che vanno via> dice.
<Se ti ama non va via> ribatto avvicinandomi ancora di più.
<Anche se mi ama, muore, quindi va via> sbotta e sento il suo respiro sul mio viso.
<Tutti ne abbiamo bisogno, anche tu> ripeto.
<Io ho la mia adorata droga non ho bisogno di una persona> dice sputando ogni parola con rabbia.
Rabbia, rabbia, rabbia.
<La droga ti ucciderà.
L'amore non uccide.> urlo oramai sfinita di urlare.
<Io non voglio l'amore, io voglio la morte e la droga me ne dà una dose ogni giorno sempre di più.
Non ho bisogno di un insignificante donna che stia al mio fianco per poi sapere che lei morirà e io morirò.
Che senso avrebbe?> dice oramai anche lui sfinito di urlare.
<Sono sicura che troverai qualcuno che ti farà cambiare idea> dico sedendomi.
<Spero che quel qualcuno sia nessuno> dice sedendosi anche lui.
<Nessuno era una persona> finisco io.
~Fine Flashback~
<Io ora... quando penso all'amore.
Penso a due persone che sono così tanto in sintonia tra di loro da sembrare un'unica persona.
Io penso a te, viziatella> sbotta.
Sento il mio cuore battere così velocemente, ho paura che possa saltar via dal mio petto.
<Ora vorrei baciarti, ma non posso alzarmi> ammetto.
<E io sono in una sedia a rotelle> ride.
<Mai una gioia> scherzo.
<Devo ancora sapere chi mi ha donato il sangue> mi svela.
<Beh, dovrai anche ringraziare quella persona. >
<Odio ringraziare la gente> sbuffa gettando la sua testa all'indietro.
<Lo so, ma devi farlo> dico con tono materno.
<Lo farò> sbuffa.
<Anche se è stato Mark?> provo.
<Potrebbe morire all'istante> esclama alzando velocemente il viso guardandomi sconvolto.
<Qualsiasi persona che voglia dividermi da te, dovrà far i conti con la mia ira> si lagna.
<Ora, devo dirti ciò che ho fatto io, senza di te> deglutisco pesantemente abbassando lo sguardo.
<Ho praticamente frequentato Brandon> ammetto facendolo irrigidire.
<Sono uscita con Rox, Ash e qualche volta Lucas> continuo.
<Lucas, ha trovato un ragazzo che lo rende felice> dico felice alzando il mio sguardo verso il suo, ma lui non sorride.
<E dopo che hai fatto?
Hai fatto qualche cosa che non dovevi fare?> indaga serio.
<Sai come è finita con Brandon> sussurro sentendo di nuovo le lacrime salire in superficie.
Oggi le lacrime sono troppe.
<Peccato che tu non sappia che fine abbia fatto lui> sussurra convinto che io non l'abbia sentito, ma faccio finta che sia così.
<Sono andata dalla tua famiglia> esclamo velocemente chiudendo gli occhi.
<Cosa hai fatto?> domando con tono basso.
Apro gli occhi e lo vedo guardarmi.
<Sono andata dalla tua famiglia, ho visto Clarissa, tuo padre James e Kate> ma lui mi interrompe bruscamente.
<Tu non hai visto nessuno, Hailey, sono morti.
La mia famiglia è morta, non esiste>
<Ma io... > cerco di parlare.
<Non voglio più sentirne parlare, sono stato chiaro?> sbotta lasciando la mia mano e suonando il bottoncino rosso delle emergenze facendo diffondere un fastidioso rumore per la stanza.
<No, io volevo>
<Tu non volevi nulla, io decido per me.> sbotta.
<Qualche problema?> dice l'infermiera entrando.
<Voglio andare via> mormora andando via senza guardarmi negli occhi.
<Veramente, l'hanno trasferito nel lettino accanto> spiega l'infermiera indicando il letto accanto al mio imbarazzata.
<Allora voglio andare a fumare fuori>.
<Non può> chiarisce.
Forse la laurea l'ha veramente.
<Allora mi distende su quel cazzo di lettino di merda> dice incazzato facendomi sentire male per quella ragazza.
****
L'infermiera è andata via da circa mezz'ora e lui non fa altro che cambiare canale televisivo, sbottando parolacce di tanto in tanto.
<Non somigli tanto a tuo padre> parlo.
Getta il telecomando e si gira verso di me.
<Davvero Hailey?.
Davvero?> domanda stanco.
<Forse somigli di più a tua madre, ma neanche con lei noto chissà che somiglianza> parlo ignorando le sue occhiate di fuoco.
<Bello il secondo nome di tua sorella, tu con quale la chiamavi?> continuo.
Lo sento crollare nel letto e respirare.
<I miei genitori la chiamavano Anne, io semplicemente Kate.
Amo il movimento delle labbra quando si pronuncia, è un nome così delicato e di classe.
Era perfetto per lei> parla, finalmente parla.
<Non c'erano fiori, se non appassiti.
Gli ho portato un mazzo di rose> dico facendolo ridere.
<Rose?> chiede.
<Rose.> confermo.
<Mio padre, ogni volta che doveva farsi perdonare, portava a mia madre delle rose.
Lei le fissava, sorrideva e lo chiamava dicendogli che lo aspettava a casa.
L'importante nella nostra famiglia, era tornare a casa.> racconta.
<Tutto andava male?
Andiamo a casa.
Tutto andava bene?
Andiamo a casa.
Uno di noi stava male?
Andiamo a casa.> spiega.
<Per la prima volta, quando sono entrato in quella dannata casa.
Ed ero solo.
Ho sentito come se il mio cuore venisse strappato dal mio petto.
Il mio respiro era pesante e ho pianto, ho pianto come non mai. > confessa.
Cerco di alzarmi e non appena ci riesco mi vado a mettere al suo fianco.
Poggio la testa sul suo petto, il suo braccio avvolge le me spalle e non abbiamo bisogno di nient'altro.
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So che mi odiate, ma non riesco a concretizzare le mie idee.
All the love .M.
Ci vediamo.
Mercoledì
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