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~" Heart "~ (29)

"Sentire che si può restare in piedi anche quando non c'è più la terra" 🌸

Pov Riv

<Credo che dovremmo parlare di qualcosa noi due> mi richiama la dottoressa non appena mi vede passare dal suo ufficio.

<No> continuo a camminare.

<Mi stai evitando, Riv?> chiede sbattendo i tacchi per il pavimento.

<Beh, se sto camminando per allontanarmi da te> parlo fermandomi.

<Sì, ti sto evitando> dico girandomi verso di lei ricominciando a camminare.

<Riv, per favore> implora prendendo la manica del mio giubbotto di pelle.

Mi giro altamente infastidito cercando di non smadonnare sulla parete di fronte a me.

<Io... possiamo metterci nel mio ufficio?> domanda lentamente come se avesse paura di una mia eventuale reazione.

Mi incammino senza risponderle verso il suo ufficio aprendo la porta davanti me e aspettando che si sieda.

<Puoi sederti Riv > esclama stupita.

<Sto bene così> chiarisco.

<Okay> mormora toccandosi le dita.

<Allora... principalmente voglio chiederti scusa> chiarisce toccando nervosamente il libretto davanti a lei.

<Evita, grazie. > rido ruotando gli occhi al cielo.

<No davvero, Riv.
Ascoltami> chiede con gli occhi lucidi.

<Ero già un'anima spezzata.
Ma mi ero accertata di aver una parte di me, migliore per te, solo per te.> respira profondamente.

<Ma ti hanno strappato dalle mie braccia, come ogni cosa nella mia vita.
Mi è stata strappata un'infanzia felice.
Un'adolescenza decente.
Un'amore struggente e te.> sorride con malinconia.

<Nel momento in cui non ti ho più trovato nel lettino di vetro accanto al mio, ho capito come dal quel momento in poi per me sarebbe stato difficile respirare.
Io forse ti ho tolto la possibilità di una famiglia, ma tu hai rubato l'ultima parte migliore di me. > dice alzandosi.

<Non m'importa, non m'importa sapere che dentro di me scorra il sangue di una madre inutile, perché mi basta che sapere che parte del mio sangue scorre dentro di te per rendermi una madre.> esclama portando una mano nella mia spalla.

<Dammi la possibilità di respirare di nuovo.
Di dormire senza rimorsi.
Di sorridere senza lacrime.
Per favore, dammi solamente una possibilità per amarti.> chiede facendomi girare verso di lei.

<Io non posso> dico facendo calare il gelo nella stanza.

<Non posso> ripeto, noto la differenza di altezza tra me e lei, i suoi occhi pieni di lacrime e mi ricorda così tanto Hailey.

Hailey, sul ciglio della strada che mi guarda andare via.

Mi sento come se la vita mi stesse dando la possibilità di non spezzare il cuore nuovamente a qualcuno, mi sembra un fottuto déjà vu.

<Riv> sussurra allontanandosi da me come se le mie parole l'avessero spezzata per l'ennesima volta.

E vedo i suoi occhi diventare gelidi, di nuovo.

<Sei uguale a lui. > borbotta sedendosi.

<Chi?
Dimmi chi è?> esclamo prendendo le sue spalle tra le mie mani.

<Dimmi solamente chi è.> ripeto con tono calmo fissando intensamente i suoi occhi così uguali ai miei.

<Non importa.
Nulla importa.
A nessuno importa, a niente importa. > urla facendo uscire lacrime di nervosismo.

<Guardami.> sbotta glaciale.

<Questa sono io, una maschera.
Piango, piango perché la mia vita è un fottuto disastro.
Piango perché odio il fatto che continui ad amare gente che non merita nemmeno una mia lacrima.
Piango perché avrei voluto tanto ascoltare mio padre per una cosa giusta che aveva detto. > continua ad urlare, a gettare fuori tutto ciò che ha tenuto dentro per troppo tempo.

<Sai cosa mi aveva detto?> domanda come una pazza.

<Mi aveva avvertito.
"È gente come noi, gente a cui piace portare fino allo sfinimento.
E lui non finirà di far finta di amarti fino a quando non ti vedrà versare tutte le lacrime che hai in corpo".
Aveva ragione.> continua ed io non sto capendo una sola parola di questo.

<Parli, Dottoressa.> le dico cercando di sapere chi sia l'altra metà di me.

<Non te lo dirò.
Tu non hai bisogno di un mostro come lui nella tua vita.> sussurra consapevole di ciò che mi sta dicendo.

La guardo e vedo davanti me una donna distrutta.

Un'ennesima donna, distrutta dall'amore.

<Ti chiedo solo di darmi del tempo. > le dico stupito delle mie stesse parole.

<Non te ne pentirai. > promette silenziosamente guardandomi come se fossi un'oasi nel deserto.

Lo spero.

****

Pov Hailey

<Cosa significa?> domando in panico.

<Amore, calmati> cerca di ammonirmi mia madre.

<Calmarmi?> domando con gli occhi spalancati.

<Calmarmi?> ripeto con voce stridula.

<Ma certo, non hai mica tu un tumore che scompare senza motivo> esclamo esaurita.

<Un attimo di calma. > dice il dottore facendoci sedere.

Comincio a sbattere nervosamente il piede per terra facendo tremare anche la sua scrivania.

Non ci posso credere... non a me.

<Allora, potrebbe essere un avvertimento di qualcosa di peggiore. > avverte.

<Peggio di così. > esclamo.

<Manca solo che entri l'isis da quella porta. > rido ironicamente.

<Però stiamo valutando, perché è davvero un caso strano. > spiega continuando a toccare quei cazzo di fogli.

<Mamma, indovina chi scelgono per un caso strano?
Me. > sbotto.

<Lei sa che ultimamente ho persino baciato mio cugino?> domando facendolo affogare con la sua stessa saliva.

<No no> esclamo aprendo le braccia.

<Stia tranquillo, non è mio cugino, è stato adottato da piccolo e lo ha scoperto grazie ad un incidente in stato di ebbrezza. > rido mentre lui mi guarda senza parole e a mia madre sta per venire un infarto, ci manca solo questa poi.

<Sua madre è la dottoressa Lerman. > sussurro facendogli l'occhiolino.

<Parli di Riv?> chiede scioccato.

<Hai visto mamma?
Lo sanno tutti, puoi respirare nuovamente. > dico facendola agitare ancora di più.

<Quindi tu sei Hailey?> domanda sorridente.

<Ma mi scusi, ha le mie cartelle in mano da circa tre settimane e mi chiede se sono Hailey?
Ma che discorsi sono questi?> chiedo sempre più convinta di non essere dentro un ospedale ma in un manicomio.

<Intendo, quella Hailey> esclama unendo le sue mani.

<Riv parla molto di te. > spiega facendomi scoppiare a ridere.

Stiamo scherzando?.

<Forse parliamo di due ragazzi diversi. > chiarisco muovendo la mani sinistra.

<Alto, biondo, occhi azzurri, tatuaggi. > elenca.

<Codice fiscale?.
No lo ha già, abita qua> esclamo facendo la finta entusiasta.

<Pensavo fossi più simpatica. > dice richiudendo il suo sorriso, finalmente.

Mi tolgono la Lerman e mi spunta quest'altro membro della famiglia del mulino bianco.

Tutte a me.

<Vorrei vedere lei nelle mie condizioni. > esclamo seccata.

<Devi prendere dei farmaci, altri. > chiarisce.

<No mamma, per favore. > sussurro girandomi verso mia madre che per la prima volta nella mia vita non può difendermi.

<È troppo per me. > dico fissando il dottore.

<Preferisco morire che vivere così. > sbotto guardando i vari fogli che mi mette davanti.

<Hailey, Dio santo. > esclama mia madre senza parole.

<Non voglio prendere quelle stupide medicine. > urlo alzandomi.

<Ne ora ne mai. > rafforzo il concetto andando via.

Vaffanculo.

Devo morire?.
Anche ora, non m'importa più, sono stanca.

Corro verso l'uscita, decisa a fare una corsa.

Corro, corro, corro.

Respirare.

Correre.

Respirare.

Correre.

Dove diavolo sto andando?.

Sto correndo senza una meta, forse sperando in un vincolo che mi obblighi a fermarmi.

La vita è una corsa.

Corriamo, corriamo e corriamo, cercando di arrivare primi.

Ma non è così facile, è una gara, avrai spintoni, sgambetti, calci da dietro che ti faranno fermare tante di quelle volte, che penserai che oramai il traguardo è già stato preso.

Eppure, alla fine ognuno di noi ha il suo traguardo, primo o poi ognuno avrà ciò che ci spetta, beh... l'importante è avere uno spintone, ma due mani che ti alzeranno.

Mi fermo col fiatone poggiando le mie mani sulle mie ginocchia alzando lo sguardo.

Sembra che io abbia corso così tanto eppure sono solamente nel retro dell'ospedale, come se qualunque fatica io ci mettessi mi ritroverei sempre tra queste stupide pareti bianche che odio fottutamente tanto.

Decido di tornare indietro, perché io la mia vittoria la voglio.

Sento un clacson dietro di me ed è la macchina di mio padre.

Aumento il passo trovandomi già all'interno del sedile facendo segno a mio padre di accendere l'aria condizionata.

<Ho saputo che una bimba fa i capricci. > cantilena sbattendo la mano sul manubrio al tempo di una stupida canzoncina alla radio.

<Diciamo che a volte sono stanca anch'io.> sorrido leggermente poggiando meglio la schiena sul sedile.

<Dovresti comprare una di quelle auto col massaggiatore. > esclamo chiudendo le palpebre.

<Esiste?.> domanda.

<Penso di si, in caso la inventeranno per me. > dico.

<Sai... regalo pre-morte. > dico facendolo scoppiare a ridere.

<Sei incredibile. > ride guardando la strada attentamente.

Non voglio più incidenti.

****
<Non le prendo, quelle schifezze non le prendo. > urlo stanca di dover prendere altri tre tipi di medicine diverse.

<Cristo, prendile e basta. > esclama Mark scocciato scendendo le scale.

<Ma tu non hai una famiglia?
Quando vai via. > urlo in crisi.

<Menomale che non sono uno zio modello, pensa le delusioni. > ruota gli occhi.

<Hailey, prendile dai> implora mia madre mettendomi davanti queste specie di Tic Tac malefiche.

<No, non voglio e non voglio neanche sembrare una bambina.
Ma davvero non sono capace ad ingerire quelle cose. > dico sentendo sbuffare Mark.

Mi seggo nella poltrona, scoppiando a piangere senza un motivo preciso e tutti si avvicinano fissandomi sconvolti.

<Secondo me è l'ora di prendere uno psicologo. > esclama Mark mangiando un biscotto.

<Mark chiudi quella cazzo di bocca.> tuona mio padre avvicinandosi a me.

<Ei, tesoro è tutto okay. > dice cambiando radicalmente tono.

<Io... non ce la faccio. > singhiozzo disperatamente.

<Quelle medicine possono solo farti del bene. > spiega avvicinando il bicchierino che contiene una delle medicine, ma viene interrotto dal campanello che suona.

<Hailey, sai che questo è un crollo?
Dovremmo persino chiamare una psicologa in questo momento, quindi rendi tutto più facile prendendola. > sento dire a Mark.

Sento tutto ovattato, sento come se stessi per svenire.

<Cosa sta succedendo?> sento la voce di Riv allarmata che mi fa girare subito verso di lui.

<Chi lo ha chiamato?.> domanda mio padre.

<Io... ho avuto paura. > piange mio fratello dall'angolo della stanza.

Riv si avvicina velocemente.

<Hailey> cerca di toccarmi ma viene interrotto da Mark.

<È sottoshock, non puoi toccarla! > sbotta Mark prendendo il suo polso.

<Tu non ti immischiare, poi proprio di scelte giuste ne parliamo dopo. > sussurra Riv e io lo apprezzo tanto in questo momento.

So che vorrebbe urlare tutto il suo disprezzo verso Mark, ma ci sono io e si trattiene.

<Cosa sta succedendo?> richiede prendendo la mia mano.

<Piccola, è tutto okay. > sussurra alzandosi leggermente per stringermi.

Scuoto il viso in negazione e piango sulla sua spalla.

<Si che lo è. > esclama mentre mio padre gli passa il bicchiere.

<Ascoltami. > dice rimettendosi in ginocchio, senza mai staccare la sua mano dalla mia.

<Hailey, ascoltami. > mi richiama e io lo guardo.

Mi fissa e alza il bicchierino dondolandolo.

<Facciamo finta che sia del Whisky, eh?> domanda facendomi sorridere.

<Hai visto?
Sorridi già. > esclama lasciandomi la mano e posando il bicchierino per asciugare le lacrime sulle mie gote.

Continua a passare le sue dita sul mio viso come se insieme alle mie lacrime volesse assorbire anche il mio dolore.

<Ti va di prenderla?> domanda riprendendo il bicchierino tra le sue mani.

Scuoto la testa senza riuscire ad aprir bocca.

<Fallo per me.
Facciamo una volta l'uno, ti va?> chiede facendomi confondere.

Si gira verso tutti e capisco che odio tutta questa gente intorno.

Riv è un tipo strano, ama la gente ma non ama averla intorno.

<Oggi ho parlato con la Dottoressa, ho pensato potesse farti piacere. > sorride abbassando il viso di lato.

<Quindi, ora tu prendi il Whisky per ricambiare il piacere. > dice con ironia.

<Solo se questa notte resti con me. > parlo per la prima volta.

Apre le sue labbra in un bellissimo sorriso e ride gettando la testa di lato mordendosi le labbra.

<È una domanda?> chiede.

<No. > affermo sentendo degli sguardi addosso.

<Se avessi pensato che ti avrei lasciata da sola tutta la notte anche solo per un attimo... ti stavi sbagliando di grosso. > esclama facendomi venir voglia di baciarlo fino al mio ultimo respiro.

<Whisky?> domando mentre lui mi porge il bicchierino, annuso storcendo il naso.

Che puzza.

Lo bevo velocemente facendo finta di niente e aspetto le altre.

<Allora?> domando girandomi verso mia madre che allunga altri due bicchierini.

<Hailey, forse sarà un lunga notte. > ride guardando il colore verde delle medicine.

Faccio spazio a Riv nel divano facendolo sedere, e io mi metto sul suo petto.

<Secondo me potreste andare tutti a dormire. > sbotto guardandoli.

<Buonanotte> dice per primo mio fratello, l'ho addestrato io.

<Buonanotte> dicono successivamente tutti andando via.

<Ho avuto paura di fallire. > dico facendomi piccola su di lui.

<Io invece non ho mai dubitato un secondo sul fatto che non avresti fallito. > accarezza la mia mano.

<Sei pronta per gli altri due bicchierini?> domanda ridendo.

<Non ridere. > mi lagno.

<Scusa, piccola> sussurra dandomi un bacio a stampo.

<Forse dopo ti fai perdonare, eh. > esclamo maliziosa.

<Potrei farmi perdonare per tutta la vita.>
ride facendo mischiare le nostre risate.

Restiamo io e Riv, con le coperte di sopra e i nostri cuori che ballano la stessa danza, ah e i bicchierini.

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2153 PAROLE.
Buona lettura.
A presto, all the love .M.

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