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•9•

Haechan:

Appena finito di mettere in ordine la mia camera, andai a farmi una doccia, e poi a preparami.
Mancavano circa 5 minuti alle otto.
Io sapevo benissimo chi fossero le due persone importanti, anche se mamma non mi aveva detto nulla.
Probabilmente mio padre sa chi sono, ma non credo che Jeno lo sappia.
Mancava poco all'arrivo degli ospiti, quindi andai ad aspettarli in sala.
Arrivato lì, vidi mia madre.
Era vestita davvero bene, e anche ben truccata.
Mancavano due minuti alle otto quando sentii il campanello suonare.
Mia madre andò subito ad aprire.
Li fece accomodare in soggiorno, dove c'ero anch'io.
Non guardai in faccia mio padre, mi faceva troppo schifo.
Appena entrato in soggiorno, Jeno mi si avvicinò.
"Ehi Jeno." Lo salutai.
"Ehi Haechan. Ma mi spieghi perché ci avete inviato a cena da voi?" Mi chiese.
"Lo scoprirai più tardi." Dissi.
"Daiii! Dimmelo! Ti prego!" Mi implorò.
"No." Dissi allontanandomi da lui.
Mentre continuava a implorarmi di dirgli la verità, mia madre venne ad avvisarci che era pronta la cena.
Ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare.
Ero molto tranquillo, nessuno parlava e ognuno guardava il proprio piatto.
Appena tutti finirono di mangiare, mio padre richiamò l'attenzione di tutti.
"Devo dirvi una cosa importante..." Disse cercando di sembrare più sicuro possibile, ma si vedeva comunque che era insicuro.
Vedevo Jeno molto interessato a quello che voleva comunicarci nostro padre.
"Vorrei iniziare col dire che tutti commettiamo errori... Ed io, in passato ho commesso molti errori..."
'L'errore sono io.' pensai.
Mi veniva da ridere.
Sì, tutti commettiamo errori, ma un figlio... Una vita...
Che lui ha creato con mia madre.
È un po' grave come errore. Soprattutto perché mi ha abbandonato.
"Circa 17 anni fa, io e la madre di Haechan eravamo buoni amici. Ad una festa, in cui eravamo entrambi presenti, bevemmo troppo, e...
E alla fine della serata, la madre di Haechan rimase incinta, di Haechan.
Ed io sono il padre."
Guardava un po' ovunque, cercava di evitare il contatto visivo con me.
Guardai Jeno.
Era sconvolto.
Mi dispiaceva vederlo così. Lui non sapeva niente, non sospettava nulla.
Anche se siamo praticamente l'uno l'opposto dell'altro, siamo fratellastri comunque. Ed è giusto che lui sappia la verità.
"Non l'ho mai detto nemmeno a tua madre, Jeno..." Disse rivolto a Jeno.
"Pochi mesi dopo, tua madre rimase incinta di te, Jeno. Non volevo creare troppi problemi. Quindi decisi di far finta che Haechan non esistesse." Disse freddo, senza far trasparire emozioni.
"Ho scelto di tenere Jeno e abbandonare Haechan, perché quella notte, io ho tradito mia moglie, la quale non sospettava di nulla. E non volevo perderla per colpa di una stupida sbronza."
Io ascoltavo tutto guardando il piatto vuoto davanti a me, mentre pensavo a quanto schifo mi facesse quell'uomo.
Jeno guardava in basso, con lo sguardo perso nei propri pensieri.
"Non voglio comunque riconoscere Haechan come figlio, e preferirei che la mia amata moglie, non venisse a sapere di questo." Disse infine.
Detto ciò, mi alzai, e andai in camera mia con poca tranquillità. Ignorai mia madre che mi chiamava.
Entrai in camera sbattendo la porta.
Ero infuriato. L'odio che provavo per quell'uomo in quel momento era praticamente infinito.
Sentii bussare alla porta, e prima che potessi rispondere, Jeno entrò in camera.
"Ehi..." Mi salutò.
"Ciao." Lo salutai scazzato.
"Mi dispiace per mio padre... Io non sapevo... Io..." Disse con lo sguardo basso.
"Tranquillo, non è colpa tua. Tu non c'entri niente." Dissi mostrando un mezzo sorriso.
Io non avevo nulla contro Jeno, non era colpa sua.
"Ho intenzione di dire tutto a mia madre." Disse sorridendo.
"Ma così si lasceranno!" Dissi sconvolto dalle sue intenzioni.
"Sì, lo so. È giusto che lei sappia tutto sull'uomo che ha sposato."
"Odi tuo padre per avermi abbandonato?" Chiesi.
"Sì. Non sopporto l'idea che lui abbia scelto me. Un padre non dovrebbe mai abbandonare il proprio figlio." Disse sedendosi accanto a me sul letto.
Gli mostrai un sorriso rassicurante.
"Tu mi consideri tuo fratello?" Mi chiese.
"Sì." Risposi.
Non ci pensai neanche. Per me lui era mio fratello e basta.
"Anch'io ti considero mio fratello." Disse sorridendo.
Mentre parlavamo, sentimmo mia madre chiamarci.
Scendemmo, e nostro padre disse a Jeno che era ora di andare, ma Jeno gli disse che con lui non sarebbe andato da nessuna parte. Avrebbe chiamato sua madre per tornare a casa.
Nostro padre lo guardò con sguardo confuso ma incazzato.
Alla fine se ne andò, dicendo che se voleva chiamare sua madre, a lui non fregava nulla.
Dopo che anche Jeno se ne andò, mi avvicinai a mia madre, e la strinsi in un braccio, forte e rassicurante.
Poi senza dire niente, e senza lasciarle il tempo di rispondere, me ne andai in camera.
Dopo essermi preparato per andare a dormire, mi misi sotto le coperte.
Ero felice.
Ero felice che Jeno mi abbia accettato.
Ero felice di non aver un padre.
Mentre ridevo da solo come uno scemo, mi tornò in mente il messaggio dello sconosciuto, mi ricordai di non avergli ancora risposto.
Presi il mio telefono e risposi.
Mi tornò in mente Mark.
Mi addormentai pensando nuovamente a Mark. Un ragazzo che tanto mi interessava, ma di cui non conoscevo molto.



Mark:

Mi svegliai nel letto di Taeyong.
Mi alzai, erano circa le 18:00.
Andai in soggiorno dove trovai Taeyong e WinWin sul divano a coccolarsi e a fare altro.
Volevo chiedere se potevo fermarmi anche a dormire, ma il pensiero che mentre dormivo loro facessero cose, non mi piaceva per niente.
"Mark!" Mi chiamo WinWin quando mi vide, mentre toglieva le mani del suo ragazzo, dalle sue parti intime.
"Io vado." Dissi semplicemente, mentre mi accertavo d'aver preso tutto.
Taeyong mi salutò, mentre WinWin mi diceva di restare.
Io rifiutai l'invito di WinWin che mi chiedeva di restare. Preferivo lasciargli i loro spazi.
Uscì di casa, e iniziai a camminare verso il parco.
Era tardi, iniziava a far freddo, e io non sapevo dove andare a passare la notte.
Ero arrivato al parco, e decisi di chiamare Lucas.
Gli chiesi se potevo passare la notte da lui, e accettò.
Mi incamminai per andare da lui.
Arrivato a casa sua, salutai i suoi genitori e poi andai con lui in camera sua.
Parlammo tutta la sera di cose un po' a caso, e senza senso.
Ma poi uscì fuori l'argomento che più volevo evitare.
Haechan.
"E... Quindi? Parlami un po' di Haechan." Disse guardandomi.
"... Ti odio, lo sai?" Dissi irritato dall'argomento appena iniziato.
Essendo che non sapevo dove altro andare, decisi di raccontargli tutto, o quasi.
"Praticamente per colpa di sua madre, i miei si sono lasciati. E adesso volevo parlargli per vari motivi." Dissi.
"Sì sì, certo. Tanto si vede che ti piace." Mi disse con un sorriso complice.
Poi, la madre di Lucas, ci chiamò per la cena.
Dopo aver mangiato, continuammo a parlare del più e del meno.
Iniziò a farsi un po' tardi, quindi decidemmo di andare a dormire, anche se io avevo dormito quel pomeriggio, mi sentivo già stanco.
Ci preparammo, e poi andammo a dormire.
Lucas aveva il letto matrimoniale, quindi non c'erano problemi per i posti letto.
Non ero per niente entusiasta di questo.
Continuavo a pensare a chissà cosa Lucas e Renjun avessero fatto in quel letto.
Cercavo di non pensarci troppo.
Lucas si era già addormentato.
Io stavo per farlo, quando mi arrivò un messaggio che mi distrasse.
Era da Haechan.
'Alla buon ora' pensai.
Va bene, sconosciuto. Puoi almeno dirmi come ti chiami?
Non sapevo se rispondere o no.
Decisi di rispondergli.
Sono Mark.
Dopo che inviai quel messaggio, misi il telefono in silenzioso.
E come ormai mi succedeva giornalmente, mi addormentai pensando a Haechan.

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