•7•
Uscì dal bagno senza farmi sentire.
Non credevo a quello che aveva visto e sentito.
Io non volevo crederci, soprattutto perché era coinvolto anche Lucas.
'chissà se Renjun lo sa... Secondo me no. Probabilmente non sa nulla di questa storia.'
Pensai mentre tornavo in classe.
Mi sedetti al mio banco, e poco dopo suonò la campanella che annunciava il ri inizio delle lezioni.
Tutti i miei compagni insieme all'insegnante entrarono, e quest'ultimo iniziò a spiegare la lezione del giorno.
Anche se provavo a prendere appunti e seguire la lezione, non ci riuscivo.
Continuavo a pensare a quello che avevo visto e sentito nel bagno.
La giornata passò, e mentre ritiravo le mie cose per poi andare in ospedale da mia madre, Renjun mi chiese se appena usciti poteva parlarmi un attimo.
Io risposi di sì.
Usciti dall'edificio, andammo in un campetto inutilizzato non troppo lontano da scuola.
Ci fermammo ai piedi di una specie di piccola foresta.
"Haechan... So quello che hai visto e sentito in bagno oggi." Mi disse.
"... Quindi tu sai che Lucas e quell'altro ragazzo sono degli spacciatori!?" Dissi non troppo calmo.
"Sì, e abbassa la voce...
Comunque, non devi dire niente a nessuno. Capito?"
"Non capisco, perché spacciano droga? Non è che-" Fui interrotto da Renjun.
"Non deve interessarti quello che fanno Lucas e Mark. Ok? E adesso giurami che non dirai niente a nessuno."
"Ok, ti giuro che non dirò nulla."
"Va bene... Allora cia-"
"Aspetta, ma l'altro ragazzo si chiama Mark?" Chiesi non lasciandogli finire la frase.
"Sì, perché? Non lo conosci?"
"No... E che- va be'. Ciao, ci vediamo a scuola." Dissi, mentre me ne andavo, senza sentire la sua risposta.
Arrivato in ospedale, andai subito da mia madre.
Dopo averla salutata con un altro dei miei soliti abbracci infiniti, si preparò e, dopo che parlò con il suo dottore, uscimmo e prendemmo un taxi che ci portò a casa.
Arrivati a casa, non la lasciai un minuto da sola.
Avevo paura per lei. Temevo che potesse succedergli qualcosa.
Dopo cena, eravamo seduti sul divano a guardare la tv. E le feci una domanda di cui non ero sicuro di voler sentire la risposta.
"Mamma..." La chiamai.
"Si, amore?" Mi rispose.
"Vorrei...
Vorrei sapere di più su papà. Perché ti ha abbandonata? Perché non mi voleva? Perché mi hai sempre nascosto tutto?" Chiesi.
Lei non rispose subito.
Mi guardò, e poi spense la tv.
Pensò ancora due o tre minuti, e poi rispose.
"Allora DongHyuck..." Si fermò un attimo.
Solo per come mi aveva chiamato, avevo paura. Di solito quando mi chiama per nome, era perché dovevamo parlare di qualcosa di molto brutto.
"Tu... Non sei il suo unico figlio.
E io non sono mai stata sua moglie."
Si fermò ancora.
"Mi diceva che mi amava, che per lui esistevo solo io... Ma poi ho scoperto la verità..."
"... Tuo... Tuo padre ha un'altra famiglia. E non ha tempo per te."
"..." Non sapevo che dire.
"Sai...
Quel tuo compagno... Jeno... "
Mi disse incerta di rivelarmelo davvero.
"Sì." Risposi solo.
"Ecco... Lui... È il tuo fratellastro." Mi disse con gli occhi lucidi.
Non sapevo cosa dire o pensare.
Non sapevo come rispondere a quello.
A come prenderla.
A come avrei visto Jeno d'oggi in poi.
Non lo sapevo.
Non sapevo come avrei fatto da adesso.
'Continuare come se niente fosse, o dire la verità a Jeno, e cercare di conoscere mio padre?
No, non l'avrei voluto, conoscere una persona come quella.
Sì, lui ha un'altra famiglia, ma questo non significa che io non esisti.'
Continuavo a pensarci.
"Ma... Se lui non mi voleva perché ho il suo cognome?"
"È stata tua nonna a dirmi di darti il suo cognome, perché anche se lui non ti ha riconosciuto come suo figlio, tu lo sei comunque..."
"C'è un ragazzo nella mia scuola, che dice che tu hai rovinato la sua vita, facendo separare i suoi genitori, si chiama Mark. Lui mi conosce, ma io non mi ricordo di lui. Tu ne sai qualcosa?" Chiesi guardandola negli occhi.
"DongHyuck... Sai... Avvolte gli adulti, fanno cose che non dovrebbero, o che non vorrebbero..."
La guardai e annuì.
"Io e suo padre... Eravamo colleghi e ottimi amici... Spesso passavi i pomeriggi con suo figlio a giocare, eri piccolo, è normale che non ti ricordi... Ad una festa in cui ci avevano invitati, sia me che lui bevemmo troppo. E... Una cosa tira l'altra... E successe che, sì... Lui a ha tradito sua moglie con me. Tu avevi appena 5 anni."
Non risposi ancora.
Guardavo un punto fisso, senza dire e fare nulla.
"Ricordati solo... Che non è mai colpa di uno solo. È sempre colpa di entrambi." Disse.
"Sì... Ma adesso suo figlio mi odia." Dissi freddo.
"... Mi dispiace... Mi dispiace che io sia una madre così... Tu non ti meriti la vita che ti sto facendo vivere... M-mi dispiace... L'unica cosa che ho sempre voluto, era vederti ridere felice, ma per colpa dei miei errori ti sto rendendo la vita un inferno... M-mi dis-spiace co-così tanto..."
Stava piangendo.
Mentre mi chiedeva scusa.
Stava piangendo.
"Mamma... Siamo umani. Gli umani fanno sempre errori. L'importante è imparare da questi, e non commetterli più." Le dissi con un sorriso rassicurante.
"Oh mio piccolo Haechannie!" Disse prima di abbracciarmi con tutta la forza che aveva.
"Va bene, va bene. Però adesso è tardi. Io vado a letto. Notte mamma." Le dissi alzandomi dal divano.
Mi misi sotto le coperte con il mio amato pigiamino con i dinosauri (il mio preferito), e ripensando a tutto ciò che avevo scoperto quella sera, e a Mark, iniziarono a scendermi calde lacrime.
Mi addormentai con il volto ancora rigato dalle lacrime.
Mentre parlavo con Lucas, sentii la porta aprirsi e poi chiudersi, per poi riaprirsi e richiudersi.
Sia io che Lucas guardammo Renjun che era appena entrato.
Si avvicinò a Lucas e gli diede un bacio sulle labbra.
Schifato da quella scena distolsi lo sguardo.
"Renjun, quando sei entrato era per caso appena uscito qualcuno dal bagno? Perché ho sentito la porta aprirsi e chiudersi prima che arrivassi tu." Chiesi.
"Sì, era appena uscito Haechan. Perché?"
"Perché stavamo parlando di cose private, e sono convinto che abbia sentito tutto quello che abbiamo detto." Risposi.
"È un tuo compagno, vero amore? Potresti parlarci tu." Si intromise Lucas.
"Va bene, ma cosa devo dirgli?" Chiese Renjun.
"Non andarci pesante con lui, perché a Mark piace." Disse Lucas.
"COSA!? No! Non è vero! Non mi piace quello lì. Anzi in realtà lo odio!" Dissi, mentre le mie guance si coloravano di un rosso chiaro.
"Ah... Ehm... Ok (?)" Disse Renjun.
"Sì che ti piace. Non fai altro che parlare di lui, e poi pensi sempre a lui. Quindi sì, ti piace." Disse Lucas.
"Io di Haechan parlo male, non senti quello che dico!? Non faccio altro che insultarlo tutto il giorno. E poi non è vero che penso solo a lui. Ti sbagli." Risposi.
Iniziammo a discutere, poi Renjun ci interruppe, prendendo il suo ragazzo e iniziando a baciarlo appassionatamente.
Io mi alzai e me ne andai.
Mentre andavo in classe percorrendo i corridoi quasi deserti.
Qualcuno mi fermò.
"Ehi Mark."
"Ehi Johnny."
"Questa sera volevamo andare tutti a casa di WinWin per passare la serata, vuoi venire anche tu?" Mi chiese.
"... No... Preferisco passare la serata a giocare a LoL. Grazie comunque."
Dissi con un mezzo sorriso.
"Sei sempre il solito, ma come fai ad avere degli amici, se non esci mai, e quando esci stai sempre da solo?"
"Ma cosa vuoi!? Per tua informazione non sto più attaccato alla PlayStation o al PC come prima, mia madre non vuole che giochi troppo. Quindi non sono così tanto asociale e nerd come dite tutti."
"Sì, certo. Intanto ti vediamo solo a scuola, o mentre vai nel tuo posto speciale." Mi disse.
"E allora? Non mi piace stare nei posti affollati. Soprattutto una casa con chi sa quante persone. È già tanto se vengo a scuola." Dissi irritato dalla conversazione.
Era sempre così. Loro mi invitavano alle loro mini feste, io rifiutavo, e loro iniziavano a farmi le paranoie.
Mentre mi rispondeva, io stavo entrando in classe.
La campanella suonò e annunciò la fine dell'intervallo.
Nelle ore seguenti di lezioni, non feci altro che pensare a Haechan.
Mi resi conto che era vero, io parlavo sempre di lui, pensavo sempre a lui.
'Ma non penso proprio che mi piaccia.
Sì, è un bel ragazzo, veniva spesso a casa mia a giocare il pomeriggio quando eravamo piccoli. Ma, in realtà non lo conosco molto.
Non perdonerò mai quello che ha fatto sua madre, ne tantomeno mio padre. Ma in realtà non è colpa sua.
L'altro giorno, quando l'ho accusato di quello che era successo, avevo esagerato. E adesso mi sento in colpa per questo. Ho deciso! Domani a scuola gli parlerò.'
Pensai a questo tutte le ore restanti. A cosa avrei potuto dirgli, e se mi avrebbe perdonato.
Finita la scuola, mentre mi avviavo verso casa, Lucas mi mise un braccio sulle spalle e iniziò a parlarmi un po' di tutto. Io non ascoltavo, neanche mi importava di lui.
"Ma... Secondo te... Se dovesse realmente piacermi Haechan, cosa succederebbe?" Chiesi titubante.
"Aahh! Eccolo. Ci avrei scommesso, quindi ti piace eh?"
"No- cioè sì... Ce voglio dire- ah! Va be'... Comunque non hai risposto alla mia domanda."
"Probabilmente vi mettereste insieme. Semplicemente questo."
"Tu credi? Ma... Non lo so, qualche giorno fa abbiamo litigato, anche pesantemente..."
"Stai tranquillo, ci lavoreremo poi. Io adesso vado, ciao."
"Dove vai?" Chiesi.
"A recuperare il mio ragazzo."
Detto questo se ne andò. E io continuai per la mia strada.
Arrivato a casa, non vidi mia madre.
Questo voleva dire che sarebbe tornata tardi.
Mangiai qualcosa di veloce, e poi accesi il PC.
Passai tutto il pomeriggio a giocare a LoL.
A ora di cena, mi alzai e andai in cucina.
Vidi mia madre.
La guardai per un po'.
Non capivo quello che stavo vedendo.
Stava semplicemente preparando la cena, eppure sentivo che qualcosa non andasse.
Sentivo come se fossi in pericolo, avevo l'ansia, non capivo.
Poi guardai il tavolo apparecchiato per tre.
Ancora più confusione.
Mia madre non mi considerò neanche.
Però era triste.
Era molto triste.
Arrivò qualcuno dal soggiorno.
E non volevo credere a ciò che vedevo.
"Pa- papà? Ma... Perché...?"
C'era mio padre. Era lì.
E io non capivo il perché.
O meglio, non volevo accettarlo.
Probabilmente era venuto a prendermi.
Non aspettai una sua risposta, uscii subito dalla cucina.
"Mark! Aspetta, dove vai?" Mi chiese mio padre.
"A lavarmi le mani." Risposi con la prima cosa che mi venne in mente.
"Va bene, ma fai presto che la cena è pronta." Disse mi madre.
In realtà, presi di nascosto le mie scarpe, e andai in camera.
Mi misi una felpa, presi cuffie e telefono.
Uscì dalla finestra del bagno al piano terra.
Mi misi a correre verso casa di WinWin, volevo andare dai ragazzi.
Arrivai a casa di WinWin, e suonai il campanello più e più volte.
Mi aprì Yuta.
Entrai senza neanche pensarci, mi tolsi le scarpe, e andai in cucina, dove trovai WinWin e Taeyong.
"Ehi." Mi salutarono.
"Ehi." Risposi, non volevo coinvolgere gli altri nei miei problemi.
"Vuoi da bere?" Mi chiese Taeyong.
"Sì." Risposi solamente.
"Ok, ti prendo una Pepsi." Disse WinWin, aprendo il frigo.
Taeyong mi guardava, continuava a guardarmi. Probabilmente aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
Dopo che WinWin mi passò una lattina di Pepsi, lì ringraziai e me ne andai.
Andai in soggiorno, dove c'erano Yuta, Jaehyung, Doyoung e Taeil.
A giudicare dai rumori che sentivo, probabilmente Johnny e Ten stavano facendo qualcosa nella camera degli ospiti.
Gli altri erano distratti e occupati con le loro cose mentre bevevano, quindi bevvi un gran sorso di Pepsi, e poi la riempì con della birra.
Passai tutta la sera a riempire la lattina di Pepsi con la birra, e poi berla.
Tanto gli altri non si accorgevano di quello che stavo facendo, troppo ubriachi.
Lo facevo solo per Taeyong, lui se ne sarebbe accorto.
Dopo -non so neanch'io quanto tempo- mi addormentai sdraiato per terra.
Pensando a Haechan.
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