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❇37❇

Qualche giorno dopo, i ragazzi furono liberi di poter tornare a casa. Le loro condizioni di salute erano ottime, e adesso stavano bene.
Decisero che DongHyuck avrebbe abitato a casa di Mark, fino a quando il minore non sarebbe diventato maggiorenne. Poi si sarebbero trasferiti insieme in Canada.
Dormivano nello stesso letto, nella camera del maggiore.
"Cosa ti va di mangiare per cena?" Chiese il minore a Mark.
"Non lo so, tu cosa vuoi mangiare?"
"Non lo so..." Rispose Hyuck, sdraiato a pancia in giù sul letto, guardando il maggiore che era seduto sulla sedia davanti alla scrivania.
Mark sbuffò e poi sospirò.
"Cosa?" Chiese il minore, sentendo Mark.
"Quando c'era mamma era più facile..." Ammise, giocando con delle biro trovare sulla scrivania e dando le spalle al minore.
"Sì, ma lei adesso è a lavoro. Quindi, o decidiamo cosa mangiare o moriamo di fame." Hyuck si sedette a gambe incrociate sul letto.
"Ma non ho voglia di cucinare!"
"Tanto avrei cucinato io comunque. Se cucini tu, rischiamo che si incendi la casa." Il minore prese in giro le scarsi doti nel cucinare, del maggiore.
"Ha ha, divertente!" Rispose Mark, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a Haechan.
"Hahaha, sì. È divertente!" Continuò Hyuck, mettendosi in ginocchio sul letto.
Mark si avvicinò di più, e lo spinse all'indietro, mettendosi a cavalcioni sul minore. Blocchò le mani di Haechan sopra la sua testa, così da non potersi liberare.
"Mark...!" Il minore non si aspettava nulla di simile. E inizialmente si spaventò, ricordandosi dell'accaduto nella villa abbandonata.
"Tranquillo, non ti faccio niente!" Mark si alzò e lasciò il minore, poi uscì dalla stanza, andando in soffitta.
Il minore seguì il maggiore, che era entrato dentro la soffitta della casa.
"Mark..." Hyuck sussurrò davanti alla scala, ma abbastanza forte da poter farsi sentire.
Mark non rispose, rimase lì in silenzio.
Haechan sospirò piano e si allontanò a passo lento. Andò in cucina e scaldò dell'acqua per fare il thè.
Preparò due tazze di thè, e le mise sul tavolo. Si sedette al suo posto a tavola, con davanti la tazza, e iniziò a sorseggiare cautamente la bevanda bollente.
Mark tornò dal minore e gli si avvicinò.
"Hyuck!" Richiamò la sua attenzione.
Haechan alzò la testa e i loro sguardi si incrociarono. Mark si avvicinò ancora a lui, e gli mise una vecchia collana al collo.
"Era di mia nonna." Disse piano il maggiore, vicino all'orecchio di DongHyuck.
Hyuck era sorpreso. Pensava che il maggiore si fosse arrabbiato con lui. Non si sarebbe mai aspettato un dono, soprattutto con un valore, per il maggiore, molto alto. Visto che apparteneva a sua nonna.
"Quand'ero piccolo, avevo sempre paura. Qualsiasi cosa mi spaventava. Per questo motivo, mia nonna mi regalò questa collana."
La collana aveva una catenella, con un ciondolo.
"Wow..." Sussurrò il minore guardandola.
"La catenella è in argento. Il ciondolo in vece è un cristallo."
Il ciondolo era a forma di goccia con montatura a spirale. Il colore era sul blu, ma aveva sfumature più chiare e più scure.
"Mi raccontava sempre dei numerosi poteri di questa collana. Mi diceva che è in grado di far venire il coraggio di un leone anche ad un coniglietto. Che è in grado di illuminare le strade più buie, anche a notte fonda e anche se non c'è nulla che può far luce. Che ogni volta che la indossava, la notte, vedeva la luna e le stelle brillare e spendere di più, rispetto a tutti gli altri giorni..."
Haechan rimase in silenzio, ascoltando le parole del maggiore.
"... Che è in grado di portare la pace e la salute a chiunque la indossi. Che è in grado di darti la forza necessaria per superare qualsiasi cosa. Che è in grado di dare felicità e amore a chiunque la indossi."
Mark si sedette su una sedia di fronte al minore, e gli accarezzava dolcemente il viso, continuando a guardare la collana.
"È stupenda." Disse il minore, riferendosi al regalo appena ricevuto.
"Prima di me, la posseduta mia mamma, mia nonna, la mia bisnonna, e tante altre ancora prima. È una collana molto antica, ma in condizioni perfette. Sono più di trecento anni che viene tramandata nella mia famiglia."
"Oh, e adesso... Tu la regali a me?" I loro sguardi si incrociarono.
"Sì. Perché se la terrai tu, la vedrò sempre comunque."
"Grazie, lo apprezzo molto." Il minore sorrise timidamente al maggiore.
"Ma perché la tenevi in soffitta?" Chiese improvvisamente Hyuck.
"Perché in soffitta non ci va mai nessuno. Sentivo che lì era al sicuro." Rispose ridacchiando il canadese.
Si guardarono di nuovo negli occhi, in un momento di totale silenzio.
"Ordiniamo la pizza?" Chiese Mark, sentendo la fame divorarlo.
"Ah, va bene!" DongHyuck roteò gli occhi al cielo, avrebbe voluto baciarlo, ma il maggiore se ne era già andato a prendere il telefono per chiamare la pizzeria.

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