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❇35❇

DongHyuck aprì gli occhi sentendo qualcosa accarezzargli dolcemente la guancia. Quando mise a fuoco la vista di ciò che lo circondava, si sorprese di vedere sua madre.
Piangeva, piangeva tantissimo mentre  accarezzava delicatamente il viso del figlio.
"DongHyuck... Figlio mio... Mi dispiace!" La donna scoppiò in un pianto disperato.
"Ti giuro che non mi sono mai sentita peggio di quando ti ho visto qui, in fin di vita in un letto d'ospedale." Abbracciò delicatamente il figlio, che non rispose e rimase immobile dalla confusione di quel momento, per lui tanto strano.
"Hyuck, ti prego perdonami. So di non esser stata una brava madre, ma io ti amo e ti ho amato sempre e comunque. Sei mio figlio. Sei la cosa più importante per me!" Nessuna risposta da parte del minore.
DongHyuck non si mosse e rimase zitto, guardando un punto indefinito nella stanza, immerso nei suoi pensieri.
"Capisco se adesso tu mi odi, ma sappi che d'ora in poi io ci sarò sempre per te. Per qualsiasi cosa non esitare a chiedermi nulla. Ti prometto che-"
"Allora stai zitta." Fredde parole interrompono il discorso della donna.
"Co... Cosa?" Chiese lei, confusa dalla reazione del figlio, mentre si staccava e allontanava dall'abbraccio.
"Ti chiedo di stare zitta!" Il ragazzo si tenne la testa con le mani.
"DongHyuck...? Stai bene? Perché piangi?" La donna iniziò a preoccuparsi nel vedere le guancie del figlio completamente rigate e coperte di lacrime, cercò di avvicinarsi a quest'ultimo ma venne respinta.
"Ti sembra che io stia bene!? Guardami! Guarda dove sono! Guarda i segni e le cicatrici che ho sul corpo! Potevo morire e tu e tuo marito non ve ne sareste neanche accorti! E non è la prima volta che piango, tu non hai neanche la minima idea di cosa io abbia provato per colpa tua! Delle nottate intere passate a piangere per colpa vostra!" Urla il giovane con tutte le sue poche forze, contro la madre, che a quella reazione rimase senza parole.
"DongHyuck, ti prego calmati! Non agitarti così!" Cercò di calmarlo la madre.
"Calmarmi? Tu prima mi hai detto che mi hai sempre amato, ma sai una cosa? Potresti anche evitare di mentirmi così! Non sono mica scemo, sai? Quindi stai zitta e vattene!"
"DongHyuck, ti prego! Possiamo ancora mettere le cose a posto, non è tardi, io e-"
"Sì che è tardi! E se tu non te ne rendi conto, non sono affari miei. Adesso esci da questa stanza, e tu e tuo marito vi dimenticate di me." Ordina il ragazzino, indicando la porta alla donna.
"Senti, signorino! Forse non ti rendi conto di star parlando con tua madre!" La donna si irritò a sentire le parole del figlio.
"Come puoi anche solo pensare di essere una madre!? Beh, sappi che non lo sei mai stata, non lo sei adesso e non lo sarai mai! Quindi, vattene e fatti una nuova vita. Non mi importa dove o con chi, mi importa solo che tu e tuo marito vi dimentichiate di me e che mi stiate più lontano possibile!" Urlò il giovane contro la madre con ira.
Ella, senza proferire parola, uscì dalla stanza ancora in lacrime, consapevole di aver perso l'unica cosa che abbia mai amato.
Spesso, ognuno di noi, fa fatica a dimostrare ciò che prova, e questo la mamma di DongHyuck lo sa bene. Lei ama davvero il figlio, e se non è mai riuscita a star accanto a lui, è perché non ne era in grado. Sempre troppo stressata e ormai caduta in depressione, la donna non era più in grado di prendersi cura del figlio, come desiderava. Con un marito alcolizzato e violento, una famiglia da mantenere e la consapevolezza di aver perso la propria madre a causa propria, la donna non riuscì più a gestire la sua vita e a star dietro al figlio. Per questo motivo, era sempre assente e non era riuscita ad educare il giovane.
Ma di tutta questa storia, DongHyuck ne sapeva niente. Non sapeva che l'unica a portare in casa i soldi era la madre, che lei faceva tutto il possibile per evitare che il padre ferisse DongHyuck visto che era spesso violento ed ubriaco, e che aveva sulla coscienza la morte della sua di mamma, deceduta per colpa di un incidente causato da lei.
Questo il giovane non lo sapeva, ma non era colpa sua. Nessuno ne aveva mai parlato.
E adesso, quella donna, era seduta in macchina parcheggiata nel parcheggio dell'ospedale, a piangere, consapevole di essere adesso completamente sola.
Non aveva più un figlio, aveva un marito violento, e una gravidanza iniziata dall'ultimo abuso del marito.
Ma della gravidanza non lo sapeva nessuno. La mamma di DongHyuck lo stava tenendo segreto a tutti.
Appena lasciato solo, il ragazzo si sedette sul letto, tenendosi la testa con le mani, lasciando vagare sul suo viso molte lacrime libere.
"Mi dispiace mamma... Ma non posso... Non ce la faccio..."
Tra i singhiozzi che cercava di reprimere, bisbigliava
"Perché...? Ancora quest' incubo..."





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