•Ventitreesimo giorno
Hermione aveva definitivamente chiuso con Ron. E la cosa più strana era che Harry ne fosse rimasto più sconvolto di loro. Probabilmente aveva già immaginato il futuro perfetto in cui lei e Ron sfornavano un'altra generazione di Weasley, che avrebbero tenuto compagnia ai Potter. E purtroppo per lui non sarebbe successo.
Ormai il ragazzo si era abituato a vederla sparire, e aveva rinunciato a chiederle dove si cacciasse, perciò, dopo aver fatto una chiacchierata con Ginny era tornata nel suo rifugio. Aveva visto che nella neve una scia di impronte fresche andava verso il Lago, e capì che si trattava di Malfoy.
L'aveva incontrato tutte le volte, e la situazione era di dir poco curiosa. Ma Hermione più che altro nutriva sospetto nei confronti del ragazzo. La scia portava dietro gli alberi da cui lo vedeva sbucare puntualmente, così la percorse, facilitandosi la camminata fino a che non fu vicina al suo rifugio. La seguì con lo sguardo, ancora indecisa sul da farsi. Avrebbe voluto seguirla, e vedere cosa il Serpeverde stesse combinando, ma esitò.
Poi ripartì con passo spedito, seguendo le orme stampate sul bianco, fino al limitare del bosco che circondava il lago. Rallentò solo per non fare rumore, senza riuscirci troppo. Già superando i primi rami di conifere sempreverdi, notò che la neve si diradava, fino quasi a scomparire. I rami avevano creato una cappa, dove il vento non sferzava l'aria, e sembrava perfino un po' meno freddo.
Si appoggiò a un tronco, muovendo qualche passo incerto, accompagnato subito da un ramoscello che si spezzò sotto i suoi piedi. Restò immobile, cercando il ragazzo con lo sguardo, limitato dai rami degli alberi. Si spostò ancora più avanti, ma lui non comparì nel suo campo visivo, neanche dopo che si inoltrò. Andò avanti fino a che intorno a lei non ci furono altro che alberi. Dei fruscii concitati la fecero trasalire, forse animali non molto distanti da lei. Si voltò di scatto allarmata, e le saltò il cuore in gola quando si trovò davanti Malfoy, appoggiato al tronco di fronte a lei, a sbarrarle la strada di ritorno.
Le sfuggì un gridolino, e lui tirò le labbra in un sorrisetto. "Che c'è di tanto divertente Malfoy?" sbottò irritata.
"Ti ho forse spaventata Granger?" rispose. Credeva che i tempi dei battibecchi con quella testa vuota fossero finiti, ma a quanto pareva si era sbagliata. "Con la faccia che ti ritrovi, sorprenderebbe il contrario" ribatté lei, mettendoci tutto l'acido che aveva in corpo.
Lui alzò le sopracciglia scettico, e aggiunse "Nel bosco si fanno incontri indesiderati, non è un posto sicuro per fanciulle per bene come te... Tornatene al castello"
Lo guardò accigliata, e sempre più arrabbiata. Quel giorno era davvero in vena di litigare, perciò rispose "Quale bestia peggiore di te potrei mai incontrare?" mantenendo gli occhi piantati in quelli del ragazzo.
Lui fece una risata secca "Questa lingua velenosa non ti si addice Granger, forse è meglio che te ne torni da Weasley, almeno lui sa tenerti a bada".
Hermione sentì il sangue andarle alla testa, per l'odio che cercava di trattenere, ma senza rendersene conto aveva impugnato la bacchetta.
"Rimettila a posto, non perderò altro tempo con te..." e lasciò il tronco, a cui era appoggiato, superandola senza sfiorarla. Senza guardarla. Senza aggiungere altro.
Guardò le sue spalle dritte sparire fra gli alberi, arrabbiata, ferita e confusa, e rapida ritornò nella neve, si sentiva bruciare così tanto che temeva che la neve si sarebbe sciolta. Invece tutto rimase intatto, solo lei andava in pezzi, mentre tornava a rintanarsi nel suo piccolo rifugio.
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