•Novantesimo giorno
Hermione giocava distrattamente con le perline del suo braccialetto, osservando curiosa la superficie del Lago che stava cedendo sotto i primi soli timidi dell'anno nuovo. Il ghiaccio era ormai ridotto a chiazze sottili nella maggior parte della distesa scura, e anche la neve aveva assunto una consistenza sgradevole e fastidiosa, assomigliando sempre di più a poltiglia. Aveva rischiato di cadere due volte nel suo percorso in discesa verso il lago.
Si tormentava il polso, cinto del regalo di Natale di Ginny, quando si rese conto che a forza di rigirarlo stava per romperlo. Lo lasciò cadere al suo posto, prima che le perline rosse si spargessero sulla neve come gocce di sangue.
Portò una mano alla fronte corrucciata, che nascondeva i pensieri tumultuosi che l'accompagnavano da giorni. Col senno di poi, avrebbe decisamente fatto meglio a tornare a casa fino all'inizio delle lezioni. Riprese a giocare col braccialetto pensando al Capodanno.
Il banchetto della cena era stato fantastico, visto che molti ragazzi erano rimasti a scuola per le feste, e Hagrid si era fatto prendere la mano con le decorazioni: gli enormi alberi che aveva tagliato per Natale rasentavano il soffitto della Sala Grande, e gli insegnanti li avevano addobbati a dovere, anche loro coinvolti dallo spirito di festa che si respirava quell'anno.
Il Natale doveva essere stato ancora più magico del solito, e il Capodanno non sarebbe stato da meno.
In pratica erano tutti in vena di festeggiare, tranne lei.
Era seduta con Neville e Dean al tavolo Grifondoro, dove decine di ragazzini schiamazzavano felici per la festa della sera. Hermione scosse la testa con disapprovazione, considerando divertita che se avessero continuato a gridarlo ai quattro venti non ci sarebbe più stata alcuna festa di capodanno a cui sarebbero andati.
Dean sembrava dello stesso parere, perché era tremendamente imbronciato e lanciava continue occhiatacce. "Tanto non li faremo entrare questi idioti..." borbottò a un certo punto, facendo sorridere Neville.
"Si può sapere chi è riuscito a trovare il posto?" domandò curiosa Hermione, conoscendo però già la stretta cerchia a cui appartenesse l'ideatore.
"I Serpeverde, ovviamente" le disse Dean, non soddisfacendo la sua curiosità.
"Non capisco ancora come abbiano fatto a sfuggire alla McGranitt" commentò lei.
"La Greengrass ha fatto degli incantesimi" spiegò il ragazzo restando sul vago "Ma credo che il posto l'abbia trovato Zabini".
Per tutta risposta Hermione alzò le sopracciglia "Motivo in più per non venire" ribadì, e Neville sospirò esasperato "Baasta, l'avrai detto un milione di volte, smettila di fare la difficile, vieni a dare almeno un'occhiata e al massimo te ne vai".
"Non faccio la difficile. Trovo che sia un'idea stupida rischiare di essere espulsi per una... stupida festa!" rispose con il tono di superiorità ormai impostato inconsapevolmente.
"Non possono espellerci tutti" ribatté paziente Neville con una mezza risatina "Perché ci saranno tutti" aggiunse ragionevole, consapevole che l'avrebbe fatta cedere solo con l'astuzia.
Le sorrise, e anche Dean la guardò di sottecchi dicendo "Non ti faremo mangiare da nessuno Hermione".
"E anche se questo sminuisce notevolmente le nostre persone, puoi considerarci il tuo Trio di scorta per una sera" aggiunse Neville, facendola ridere.
"Fico" disse Dean, e a momenti non si strozzò con la sua carne, così la sua accidentale imitazione di Ron fece definitivamente cedere Hermione.
"D'accordo, verrò".
•••
Entrarono nella cosiddetta Zona Ombra. Doveva ammettere che la cosa era ben studiata, perché la Zona era il punto più distante da ogni stanza degli insegnanti, e meno frequentato dalle ronde di Gazza.
Dalle 22:00 nelle Sale Comuni gli studenti sarebbero potuti uscire a piccoli gruppi, e chi sarebbe stato beccato era bandito dalla festa. Avevano visto decine di ragazzine in brillantini sgattaiolare fuori dal ritratto, prima di fare altrettanto.
Hermione, a mo' di protesta si era lasciata i jeans e il maglioncino che aveva indossato a cena. Dopotutto sapeva già di essere quella strana della festa, perciò faceva lo stesso. Le uniche cose che si era concessa erano un filo di buon vecchio mascara babbano e uno chignon che trattenesse i suoi ricci.
Nel corridoio non si sentiva volare una mosca, segno che gli incantesimi insonorizzanti avevano funzionato alla perfezione. Dean andò avanti, per poi fermarsi davanti a un'aula dismessa e tracciare un segno sulla porta con la punta della bacchetta.
Era davvero stupita, tanto impegno solo per una festa. La porta si aprì e come un mormorio si disperse nel corridoio, unico segnale di quello che stava succedendo all'interno. Neville sospirò, come a presagire la sua reazione "Non preoccuparti, tra un po' ti riaccompagno in dormitorio" disse con tono indispettito e con una mano la spinse davanti a sé, guidandola dritta verso il suo inferno personale.
L'aula era stata ingrandita da Tendaggi Spazianti, gli stessi per le tende magiche, che pendevano da tre delle quattro le pareti, in modo da creare delle stanze adiacenti più piccole. Di fronte a loro, invece, le vetrate davano su una piccola balconata, ma erano chiuse, e il balcone stipato di Fuochi Forsennati Weasley. Davanti alle finestre, al posto della cattedra si trovava... la cattedra, trasfigurata in modo che fosse più lunga e fungesse da bancone, ovviamente straripante di Burrobirra, Whisky Incendiario, Aquaviola, Idromele, Rum di Ribes e altre diavolerie che non aveva mai visto.
Dietro al "bancone" un Serpeverde e uno che le sembrava essere Terry Steeval, distribuivano bicchieri in cambio di spiccioli. Tutto mentre la musica, proveniente da una fonte che non aveva ancora individuato, le tartassava le orecchie con i pezzi più in voga delle Sorelle Stravagarie.
"Oddio, no" non riuscì a trattenersi, piegando il viso in una smorfia di dolore. Non resisterò neanche mezz'ora.
Neville gridò per farsi sentire sopra quel baccano "Facciamo un giro?" e lei acconsentì con un cenno. Il lato positivo di quel frastuono era che ogni suo piccolo lamento si sarebbe disperso prima di arrivare alle orecchie dei ragazzi, che sembravano considerarla la scocciatrice della serata.
Mentre andavano in direzione della tenda di destra iniziò a squadrare i volti che la circondavano, notando che effettivamente ne mancavano pochi all'appello. Erano davvero tutti lì. Molti li conosceva solo di vista, altri non sapeva chi fossero, ma ognuno di loro contribuiva alla calca impenetrabile che dovevano superare.
Neville andò avanti per primo, poi si fermò a parlare con dei Tassorosso, e nel frattempo persero Dean. Dopo dieci minuti tornarono verso l'entrata a cercarlo, senza troppi risultati, così si diressero al bancone (con non pochi sforzi). Neville ordinò due bicchierini Rum di Ribes, che Hermione scoprì fosse aromatizzato alla ciliegia, e lasciava labbra e lingua imporporate di rosso. Presero poi due Burrobirre da sorseggiare in un angolo. Quale angolo non sapeva proprio, visto che in ogni pertugio c'erano coppie che limonavano.
Neville conosceva un sacco di Tassorosso, e anche dei ragazzi di Corvonero si fermarono a parlare con lui, a quanto pareva aveva contribuito anche lui all'organizzazione. "Devo salutare una persona, torno subito" le disse, e lei annuì vedendolo sparire tra gli studenti. Vide che dal soffitto pendeva vischio ovunque, si assicurò di non averne sopra per prevenire qualsiasi battutina idiota e si mise a sedere in attesa di Neville.
Un gruppetto di Serpeverde entrò, e Hermione sentì l'immediata mancanza del suo compagno di serata. Aspettò per un'altra decina di minuti, senza però vederlo tornare. I Serpeverde iniziarono a mescolarsi, e Hermione notò che non erano i soli ad essersi vestiti in modo abbastanza elegante. I ragazzi indossavano camicie, e molte ragazze dei vestiti esuberanti tipici da strega. Si alzò un po' nervosa, sentendosi decisamente fuori posto, e pensò di svignarsela prima del ritorno di Neville, ma non voleva perdersi i fuochi d'artificio, visto che ormai mancava poco a mezzanotte. Non sarebbe riuscita a resistere ancora molto in mezzo a tutta quella gente, così cercando una via di fuga optò per la portafinestra.
Sgattaiolò dietro il bancone, aprendo un'anta che dava sul balcone, più grande di quanto avesse creduto, e la richiuse dietro di sé. Le prese quasi un colpo quando fu investita dall'aria gelata della notte di dicembre, così strinse le braccia al petto per proteggersi un po'. Notò un angolino che era nascosto dalla vista di chi era all'interno e si sedette sulla pietra ghiacciata. Dopo il momentaneo shock iniziale si abituò un po' di più, e si rilassò nel silenzio poggiando la testa sul muro.
Non era passata neanche mezz'ora e già i due l'avevano mollata, facendole rimpiangere di aver messo piede in quel putiferio di adolescenti sudaticci. Lì fuori l'incantesimo reggeva, ed era molto più silenzioso, ma il freddo si faceva sentire.
La sua Burrobirra era l'unica cosa che la teneva ancora al caldo, ne prese un sorso, e vide che ne aveva già bevuta mezza. Presto sarebbe dovuta rientrare, considerando anche che, chi avrebbe dovuto accendere i fuochi, l'avrebbe trovata per terra sul balcone a bere, e già circolavano abbastanza voci strane su di lei.
Si maledì per aver ceduto. Maledì Neville per averla convinta. E maledì i ragazzi per non essere tornati come previsto.
"Ti sembra il caso di presentati ad una festa in questo stato, Granger?" prima Hermione sussultò per la sorpresa, poi riconobbe la voce e pensò seriamente se l'altezza del balcone fosse sufficiente a porre fine alla sua agonia.
Si voltò verso Malfoy, con cui non aveva neanche la forza di litigare "Perfetto" commentò irritata, senza capire se lui si fosse riferito ai vestiti o al fatto che sembrasse ubriaca.
Lo ignorò e prese un sorso dalla sua bottiglia. "Bella festa" disse ironica.
"Bel... Nah, chi vogliamo prendere in giro?" ribatté lui facendola arrossire di rabbia, così puntò lo sguardo dritto davanti a sé, osservando il panorama dal balcone, e ponendo fine a quel misero siparietto.
Draco però non era dello stesso avviso, perché si sedette a terra poco più in là, accanto a lei, e per di più, prima che portasse di nuovo la birra alle labbra, gliela tolse di mano "Certe cose, Granger, possono berle solo gli adulti" e, ancora sogghignando, la finì al posto suo.
Il suo atteggiamento la stranì "Sei solo... un.. viziato..." non sapeva quale delle tante parolacce che conosceva sputargli addosso per prima "borioso.. egoista!"
"Mmh, tutto qui?"
"E credi di potermi giudicare, ma non è così... Tu non mi conosci" parlava ancora rivolta al parapetto, e con la coda dell'occhio vide che anche Malfoy guardava oltre la pietra e il metallo del balcone. Forse era davvero un po' ubriaca, ma non più di quanto lo fosse lui.
"Nessuno mi conosce. Siamo tutti degli sconosciuti, per gli altri, perfino tu. A un certo punto si potrebbe scoprire che lì sotto nascondi un'anima" disse amareggiata, aspettando che rispondesse a tono. Però sentì che rideva. Ancora una volta l'associazione delle parole Malfoy e risata nella stessa frase le parve strana, ma al contrario, il suono che giunse alle sue orecchie, le risultò piuttosto gradevole.
Si voltò a guardarlo, fra la curiosità e il dubbio. Più credeva di capirlo, più si sorprendeva. Il suo profilo non sembrava duro e contrito come sempre, quando rideva. Quando si girò, notò che i suoi occhi non erano limpidi, ma qualcosa, forse la luce tenue della sera, li faceva apparire turbati, offuscati. O forse era solo l'alcol che avevano bevuto entrambi.
"Stai straparlardo, Granger" disse Draco quasi in un sussurro, distogliendo gli occhi e passandosi una mano sul viso, e poi sui capelli. Sembrava frustrato, ma non capiva perché.
Non capiva mai che diavolo avessero in mente le persone. E quel ragazzo ne era la prova più lampante.
Era uno sconosciuto. Per quanto potessero dire di conoscersi da anni, erano sconosciuti. Non sapeva quando l'identità di Malfoy aveva preso forma nella sua mente, ma era soltanto un'immagine sfocata, che forse non somigliava affatto all'originale.
"Tu sei uno sconosciuto" diede voce ai suoi pensieri senza neanche rendersene conto, confermando la teoria del ragazzo.
"Sai, credo di preferirti ubriaca... Non è stata una grande idea quella di finire la tua birra, te l'avrei dovuta lasciare, parli decisamente troppo" la guardò di nuovo, ora un sorrisetto gli piegava le labbra. Non si era resa conto che le loro spalle si toccavano, appoggiate al muro, erano vicini... ma quella quiete era così insolita, che la trovò quasi piacevole, in confronto alla confusione all'interno, e ancora non aveva intenzione di infrangerla.
Sentì qualcosa bagnarle il viso, portò una mano sulla guancia e sentì il freddo contatto di un fiocco di neve che si scioglieva sulle sue dita. Un altro lo seguì. E lentamente, una schiera silenziosa e candida iniziò a cadere dal cielo. Alzò lo sguardo al cielo coperto. Il vento faceva già imbiancare la parete di pietra dietro di loro. Perfino la finestra e il vischio erano già coperti da un sottile strato si neve e ghiaccio.
Batté le palpebre un paio di volte, seguendo la scia di vischio che decorava l'esterno delle finestre. Con la coda dell'occhio vide che Malfoy la stava osservando. Il suo sguardo le bruciava addosso, nonostante i suoi occhi di ghiaccio. Sentiva che l'atmosfera si era fatta tesa, e provò a dire qualcosa "Per la cronaca, la mia era una risposta ironica.. questa festa fa schifo" fu l'unica cosa che le venne in mente.
"Smettila di blaterare" si chinò verso di lei, riducendo la poca distanza che c'era fra loro. Hermione rimase immobile, con il cuore che batteva a mille. Non capiva se si sarebbe ritratto, o stesse aspettando una sua conferma. Sentiva il suo respiro sul viso. Chiuse gli occhi per non incrociare i suoi, indagatori. Rimase solo un momento in sospeso, con la bocca di lui che quasi la sfiorava.
Poi Draco fece scontrare le labbra con le sue, e iniziò a baciarla con delicatezza. Hermione in risposta schiuse le labbra, adattandole alle sue, che si muovevano caute. D'istinto lei strinse una mano sulla camicia del ragazzo, attirandolo di più a sé. Questo bastò, e si mosse più sicuro, passandole la lingua sul labbro inferiore, e quando non lo allontanò le portò una mano sul collo, intrecciando le dita ai suoi capelli, baciandola più intensamente.
Ancora.
Ancora.
E ancora.
Le fece scivolare la mano sulla spalla, poi sulla schiena, fino all'orlo del maglioncino, stava per fermarlo, ma lui lo fece prima che dovesse dirglielo, e rimase a giocherellare su quel confine di pelle e stoffa, mentre le loro lingue si intrecciavano. Passarono dei lunghi minuti con le menti annebbiate, insensibili al freddo. Draco le strinse il labbro coi denti, facendola sospirare, e poi riprese a baciarla lentamente.
Un suono indistinto proveniente dall'interno giunse loro ovattato, mentre decine di ragazzi gridavano il conto alla rovescia.
Dieci.
Le passò le dita fredde sulla pelle scoperta della schiena, facendola rabbrividire.
Nove.
Hermione lasciò la camicia, portandogli le mani sulla nuca. Ne fece scivolare una sul petto del ragazzo, e fu la volta di lui di sospirare.
Otto.
Sette.
I loro volti erano incandescenti, accaldati in quel gioco sempre più intenso.
Sei.
Le labbra si schiudevano al contatto, restando saldamente attaccate, se non per pochi secondi a riprendere fiato. E in quei momenti erano i loro occhi a mantenerli congiunti.
Cinque.
Quattro.
Il baccano all'interno cominciava a farsi strada nella percezione di Hermione, riscuotendola dal suo stato di beato torpore.
Tre.
Baciò ancora lo sconosciuto. E si lasciò baciare da lui.
Due.
Le loro labbra si erano arrossate coi loro volti, mentre la neve cadeva, rimanendo impigliata fra i capelli. E quel bacio che ancora non finiva, diventava prima famelico, poi dolcissimo. Contaminato solo dal sapore di Burrobirra.
Uno.
Fuochi d'artificio iniziarono a scoppiare in lontananza, sopra Hogsmeade. E solo allora Hermione capì che fosse mezzanotte. Draco separò le loro labbra, ma non si allontanò. Teneva gli occhi fissi sul suo viso, ma lei non riusciva a incrociarli.
Fu lei ad allontanarsi, lasciandosi cadere contro il muro, dove illuminata dalle luci colorate dei fuochi, sembrava un fantasma nella notte. Il viso lasciava trapelare la sua confusione. "I-io devo.. devo.." parlò in modo strozzato, indicando la finestra alle spalle del ragazzo. Si alzò da terra traballante, con le gambe che le tremavano leggermente, ma lo nascose, invece si aggiustò i capelli, e in modo inconsapevole toccò le labbra.
Se ne stava andando, quando la voce di Malfoy la fece fermare "Anche la mia era una risposta ironica.." disse "il tuo stile non è niente male, Granger". Si voltò a guardarlo, trovandolo in piedi appoggiato alla balaustra, il suo sorrisetto ancora stampato sulle labbra morbide che aveva appena baciato.
Rientrò al caldo opprimente della stanza, trovando ragazzini impazziti che gridavano, e si facevano gli auguri. Gente che pomiciava negli angoli e la musica a tutto volume. Pochi istanti dopo iniziò una scarica di Fuochi Forsennati, che li catapultò tutti contro il vetro a guardare incantati.
Hermione però andava nella direzione opposta, e per lei non fu difficile raggiungere la porta che dava sul corridoio. Si affrettò, verso le scale, in direzione della torre. Sentiva di stare per cedere. Coprì in tempo la bocca con una mano, prima che un singhiozzo le squassò il petto, e a stento riuscì a soffocarlo.
Quell'anno non stava iniziando nel migliore dei modi.
E quello che ancora non sapeva era che i giorni successivi si sarebbe tormentata sempre di più, perché se in quel momento si era sentita leggera, come la neve, in pochi giorni quella stessa neve si stava sciogliendo, lasciando fango, e poltiglia al posto del suo cuore.
Al lago per fortuna Malfoy non si era fatto vivo, lasciandole il tempo di pensare: si era comportata da idiota ubriaca senza neanche essere effettivamente ubriaca. Aveva bevuto, certo, ma non così tanto.
Continuava a chiedersi come diamine avrebbe fatto a dirlo ai ragazzi, ma visto che nessuno si era accorto di ciò che era successo, aveva cominciato seriamente a prendere in considerazione l'idea di portare il segreto nella tomba. Nessuno l'avrebbe saputo. Malfoy non l'avrebbe mai detto.
Se fino a poco tempo prima aveva voluto disperatamente andare avanti, ora desiderava soltanto tornare indietro.
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