•Centotrentottesimo giorno
Si era fatto parecchio tardi. Era rimasta in biblioteca fino allora del coprifuoco, e stava attenta a ogni passo per non farsi trovare da Gazza o MrPurr. Si sentiva braccata neanche fosse stata una criminale, e tutto solo per studiare qualche ora in biblioteca. Sentì alle sue spalle un miagolio, e per togliersi di fretta dal corridoio fece sbattere la tracolla contro un'armatura, producendo un baccano degno di un gong. Si coprì la bocca con la mano per non gridare, strinse al petto la borsa e sgattaiolò dietro un arazzo attraverso il passaggio per la Torre.
Si fermò per calmarsi, visto che il fiatone le stava per far scoppiare i polmoni. Il cigolio di legno del pavimento nel passaggio segreto lo rendeva decisamente meno segreto, in casi come quelli. E sembrava che più si muovesse lentamente, più il pavimento scricchiolasse.
Stava avanzando al buio, per paura che dietro la stoffa, si potesse vedere la luce, così aspettò di addentrarsi qualche altro passo, prima di sussurrare "Lumos". Il bagliore azzurrino illuminò lo stretto passaggio e delineò una figura scura davanti a lei.
Credette per un momento di avere un infarto, invece trasalì e si fece scappare un verso strozzato, vedendola venirle incontro. Stava retrocedendo, pronta a scappare "Aspetta" le disse, ma lei non lo fece, fu afferrata e iniziò a gridare. "Vuoi stare zitta?!".
Non si era mai sentita tanto sollevata nel sentire la voce di Malfoy. Lo allontanò con un pugno al petto, o almeno dove pensava che fosse il suo petto, visto che le era caduta la bacchetta e si trovavano al buio più totale. "Sei impazzito?!" lo rimproverò, cercando a tentoni per terra, ma lui fece luce con la sua, e la trovò a gattoni semi-accecata. "Sei tu che ti sei messa a urlare".
Hermione prese la bacchetta e si ricompose, ancora col cuore a mille "Mi hai fatto prendere un colpo! Sei spuntato dal nulla" si giustificò arrabbiata.
Lui rise "Sì, l'ho notato".
Lei lo superò senza aggiungere altro, ma lo sentì voltarsi a seguirla "Aspetta Granger..." lei continuò dritta per la sua strada, ma Draco la raggiunse "Senti... Vuoi fermarti?" e sospirò frustrato. Ma non l'avrebbe ascoltato, e lui lo capì, così, sempre seguendola, continuò a parlare "D'accordo.. Volevo solo... Mi dispiace per l'altro giorno, a Erbologia, mi sono lasciato prendere la mano.." non lo lasciò neanche finire, non voleva sentire ragioni.
"Quando mai riesci a controllarti, eh?" sbottò lei. "Quand'è che pensi alle conseguenze di ciò che fai?".
"Illuminami con la tua saggezza, Granger, comincia la tua ramanzina da persona superiore a me quale sei tu" la sfidò a continuare.
Lei rise amara "Già.. Prendimi in giro, di' quello che ti pare, ma tu non pensi mai alle conseguenze" rispose.
"E tu sì, invece? Tu ti prendi ogni responsabilità, vero? Allora perché nessuno dei tuoi amichetti sa che mi hai baciato?" le sue parole la trafissero, centrando il tasto dolente.
Non rispose, e gli voltò le spalle, sentendo le lacrime pronte a sgorgare. Non si sarebbe fatta vedere mentre piangeva da quello... stronzo Serpeverde. Era già confusa, e tenere per sé quella stupidaggine la teneva lontana, come se non fosse mai successa. E non parlarne la rendeva ancora più lontana: l'aveva deciso ormai da qualche giorno, ci aveva pensato molto e aveva deciso che non l'avrebbe mai detto ai ragazzi. O almeno non l'avrebbe fatto finché qualcosa non fosse andato a posto. Il comportamento ambiguo e imprevedibile di Malfoy la metteva in difficoltà, le toglieva il controllo, e questo le faceva paura.
Non si voltò finché non giunse all'altro lato del passaggio. Stava già piangendo, ma si asciugò le lacrime, e a testa alta uscì nel corridoio. Nonostante ogni volta si spezzasse, riusciva sempre a ricomporsi, e i pezzi erano talmente tanti ormai, che ogni crepa diventava sempre più piccola, e ogni delusione sempre meno importante.
Guardare indietro era sempre più difficile. Ormai poteva solo andare avanti. Rapida si addentrò nelle ombre del castello.
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