•Centoquarantaseiesimo giorno
L'aria si era un po' mitigata. L'orribile disgelo era ormai al capolinea, e finalmente i rami secchi intorno a lei, che l'avevano lasciata esposta mostravano fieri i primi boccioli di foglie.
In quell'atmosfera piena di promesse, di gioia e di vita, pensava soltanto a quel dannato, spocchioso, ignobile Serpeverde.
Che possa cadere dalla scopa! Presuntuoso, ecco cos'era. Voleva fare la morale a lei... Che razza di...
Lo vide spuntare in cima alla collina, e scendere, tranquillo come sempre. Incurante del fatto che lei fosse lì. Che faccia tosta! Hermione sprofondò nel suo nascondiglio, ma lui la notò e iniziò a camminare nella sua direzione. Non si fermò, anzi una volta che l'ebbe avvistata, con stupore e disappunto di Hermione la raggiunse in mezzo ai rami. Notò con una certa malvagia soddisfazione che il suo prezioso mantello da snob aristocratico gli era rimasto impigliato fra i cespugli.
"Qualche problema Malfoy?" sorrise sorniona.
"Nulla che non possa ricomprare" ribatté lui tranquillo. Il suo atteggiamento non prometteva nulla di buono, sembrava fin troppo soddisfatto. Appoggiandosi a un albero le chiese "Allora, come ci si sente a vivere sotto una lente d'ingrandimento?" il suo tono la sorprese, perché nonostante quello che aveva pensato, Draco non sembrava cercare discussioni. Era tranquillo, e forse sinceramente incuriosito.
"Che.. vorresti dire?" domandò dubbiosa.
"Voglio dire... Che è così che diventerà tutta la tua vita d'ora in avanti" si prese un momento per osservarla e poi continuò "La gente ci osserva, e ci giudica, sono sempre pronti a cogliere ogni passo falso". Si fermò e calciando via qualche ramoscello si fece posto, e si sedette a terra di fronte a lei, a qualche metro di distanza. "Io non posso commettere altri errori, tu non ne hai mai potuto commettere neanche uno. In questo senso ci assomigliamo. Tutti si aspettano qualcosa... Che io sia un mostro e tu un'eroina, ma la realtà non è sempre bianca o nera" aggiuse poi, mentre teneva gli occhi sulle sue mani, senza aspettarsi una risposta da Hermione.
Infatti lei era troppo stupita per rispondere, così lui finalmente la guardò "Non dirò di noi, non me ne importa un accidente se si saprà, ma se non vuoi che si sappia... allora non si verrà a sapere". Si alzò in piedi e fece per andarsene, ma prima che fosse troppo lontano anche lei si alzò.
"Perché lo fai?" gli chiese quasi sconcertata.
"Te l'ho detto, non tutti fanno sempre ciò che ti aspetti da loro. Anch'io posso fare la cosa giusta qualche volta" rispose, voltandosi per andare verso il castello.
"Malfoy" lo chiamò un'ultima volta, e lui a malapena si girò "Grazie".
Le parve di cogliere un cenno, ma era troppo lontano. Una specie di sorriso, che non aveva niente a che vedere con quello a cui era abituata. Ma non poteva saperlo, perché rapido il ragazzo aveva preso il sentiero. Le dava le spalle e stava salendo la collina verso il castello, senza voltarsi indietro.
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