Alzai lo sguardo verso il triste edificio in mattoni rossi che mi ritrovavo davanti. Niente guglie maestose, niente torri, niente pennacchi, niente ponte levatoio e soprattutto niente Harry e Ron ad accogliermi all'ingresso. Era stata una decisione sofferta e aveva richiesto mesi di riflessione ma la necessità di aiutare i miei genitori era più forte di tutto il resto. Con tutti i problemi che stavano avendo luogo nel mondo dei maghi non potevo permettere che rimanessero soli senza protezione, senza qualcuno che si prendesse cura di loro, inermi, impossibilitati a difendersi contro forze al di sopra delle loro capacità e forse anche della loro comprensione. Da quando avevano scoperto di avere una figlia con poteri magici la loro vita era cambiata, mi avevano supportato in tutto e per tutto, rinunciando a vivere una vita normale, sacrificandosi per me. Ma adesso era arrivato il mio momento di fare un sacrificio per loro. La loro sicurezza era più importante di qualsiasi cosa, anche se  ciò significava rinunciare alla mia seconda casa. Varcai il portone di ingresso e fui colpita dalla linearità di quell'edificio. Niente scale magiche,  quadri parlanti, tappeti, arazzi o armature, solo semplici armadietti in alluminio colorati di blu. Estrassi fuori dalla mia borsa la mappa dei corridoi. Che buffo, ad Hogwarts non avevo mai avuta necessità di una piantina, eppure qui in un edificio così piccolo non sapevo da che parte farmi per trovare la segreteria.
In realtà non fu così complicato e una volta firmati tutti i documenti mi incamminai verso quella che,  sarebbe stata la mia aula di inglese. Mi fermai di fronte ad essa per mettere a posto la pianta della scuola e in quel momento toccai con la mano qualcosa all'interno della mia borsetta. Era un tomo. Doveva essere grosso e pesante, probabilmente lo avevo scordato lì mentre svuotavo la mia borsa magica. Ripensai a Ron e a quanto fosse incredulo di tutte le cose che riuscivo a farci stare dentro. Non gli avevo mai rivelato il mio incantesimo segreto per la borsa senza fondo e forse non ce ne sarebbe stata più occasione. Guardai l'orologio. Ovviamente ero in ritardo. Bussai titubante sperando che la lezione non fosse ancora iniziata poi abbassai la maniglia e spalancari la porta.

- Lei dovrebbe essere la signorina Granger se non sbaglio. Io sono miss Brown, benvenuta nella nostra scuola.

Un nome così banale, pensai. Proprio babbano. Osservai quell'ordinaria donna. Maglioncino verde, jeans larghi, sulla quarantina, con stessi occhiali sul naso. Sembrava simpatica.

-Sì sono io mi chiamo Hermione. Scusi per il ritardo, non riuscivo a trovare l'aula.

-Non si preoccupi, prenda posto insieme ai suoi compagni e cerchi di seguire la lezione.

Osservai la classe. Un gruppetto di bionde mi stavano osservando dall'alto al basso. Le superai senza voltarmi e mi sedetti in uno dei banchi in terza fila visto che quelli nelle prime erano tutti occupati. Posai la borsa per terra e salutai il ragazzo a fianco a me

-Ciao io sono Will! tu devi essere la nuova compagna di classe.

-Sì, Hermione piacere.

-Come ti è sembrata la scuola fino ad ora?

-Ordinaria oserei dire.

Lui accennò un sorriso, stupido della mia risposta, cercando di cogliere qualcosa di più da quella mia affermazione. Sorrisi a mia volta. A guardarlo bene era davvero un tipo niente male. Capelli scuri quasi neri, occhi profondi, zigomi appuntiti e un talmente biamco da risultare abbagliante (e questo per una ragazza figlia di dentisti è un fattore importante). Beh forse non mi sarei trovata così male in quella nuova scuola. Ero tutta concitata nel parlare con il mio primo amico che non mi accorsi che la porta si era aperta fino a che non udii una voce familiare. Drizza le orecchie e mi voltai di scatto verso la cattedra, lasciando Will per un attimo stupito.

- E lei deve essere il nuovo studente.- disse Miss Brown -Malfoy se non erro.

-Giusto, sì signorina. Io sono Draco, Draco Malfoy.