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7 - Turtle

La verità era che io, una cotta per Steve, l'avevo avuta. Per la precisione, durante tutto il mio primo anno di liceo e buona parte del secondo. Nessuno lo sapeva, perché Maddie si era invaghita di lui più o meno allo stesso tempo e non avevo avuto il coraggio, al momento giusto, di confessarle la verità. Col tempo, ci eravamo più o meno messe entrambe l'anima in pace.

«Sono sicura che Steve non mi stia consolando perché ha appena affrontato un lutto in famiglia. Ma io so che, nel profondo del suo cuore, vorrebbe dimostrarmi quanto mi ama.» cominciò a piagnucolare Maddie, non appena la vidi a metà mattinata.

Come non detto.

Maddie, in effetti, faceva molta fatica ad accettare di non essere amata e benvoluta da tutti, apprezzata in ogni sua eccelsa qualità e compresa per ogni suo (piccolo o grande) sbaglio. I suoi genitori, per sopperire alla distanza cui l'avevano sottoposta per dissidi interni di coppia, si mostravano molto indulgenti con lei e suo fratello, preferendo chiudere in fretta questioni e problemi grazie a denaro e morbidezza invece che affrontandoli con il giusto impegno. Erano logorati da un rapporto che, negli anni, era culminato con il taglio finale: il divorzio. Ciò sortì un effetto tremendo sull'educazione dei figli e la loro psiche.

Collocai libro e quaderno di letteratura sul banco, perfettamente perpendicolari all'astuccio sigillato, dopodiché riflettei con calma su come risolvere la discussione. L'insegnante era in arrivo, stando all'annuncio dei nostri compagni, ma ero certa che non avrebbe impiegato meno del solito quarto d'ora per sistemarsi alla cattedra prima di cominciare la lezione, quindi avevamo ancora tutto il tempo di trattare l'argomento.

«Steve vorrebbe sicuramente dimostrarti quanto ti ama,» la sostenni, palesando con il tono di voce quanto non ci credessi minimamente «ma puoi contare su di me e Peter, nel frattempo.»

Ricevetti un verso di lamento in risposta e un'espressione corrucciata.

«Contare su Peter è come contare su un abaco senza palline.» sbuffò.

La battuta mi fece ridere, soprattutto per via del tono scocciato con cui l'aveva pronunciata.

Sospirai.

«Posso sapere perché ce l'hai tanto con lui? È un buon amico.»

Maddie si massaggiò le tempie, guardandomi come se fossi stupida.

«Davvero non te ne sei resa conto?» si accertò.

La mia espressione vacua dovette darle la conferma che cercava.

Mi fece cenno di avvicinarmi così che non udisse l'intero corso di letteratura.

«Gli piaci.» affermò.

«Che cosa?!» esclamai, esterrefatta.

Il mio stupore sorprese, a sua volta, Maddie.

«Seriamente non ne avevi idea?» chiese.

Scossa dalla notizia, percepii un certo disaccordo con il mio sesto senso.

Ero stata più volte incline a pensare che... Insomma, che tutto quell'accanimento di Peter nei confronti della mia migliore amica avesse un fondamento... sentimentale. Credevo che al nostro amico piacesse lei e quel rimescolamento delle carte mi destabilizzò.

O, forse, era soltanto un residuo del periodo in cui sognavo che Steve avrebbe visto oltre il mio distacco e si sarebbe dichiarato a me, mentre Peter avrebbe fatto innamorare Maddie di sé. Era un progetto egoista, irriguardoso nei confronti dei sentimenti di ciascuno dei coinvolti, ma non avevo mai davvero attuato niente: né dato segnali di apprezzamento a Steve, né pressato Peter per corteggiare Maddie e né, tantomeno, spinto quest'ultima fra le braccia del mio compagno di banco. Era sempre rimasto puramente un sogno.

In seguito a quella rivelazione, però, delle indagini si resero assolutamente necessarie. Non volevo essere vittima di equivoci, oppure crearne per i miei amici. Sapevo già, comunque, quale sarebbe stata la sfida più ardua: far parlare Peter dei propri sentimenti. Impassibile come si impegnava ad apparire tutto il tempo, si era allenato duramente per nascondere quello che covava dentro e tirarlo fuori non sarebbe stato affatto semplice. Nella mia testa, l'avevo paragonato spesso ad una tartaruga: al minimo segnale di allarme, anche il più lontano ed innocente, si ritraeva nel proprio solido ed impenetrabile guscio, non lasciando a nessuno la possibilità di capire cosa stesse accadendo all'interno.

«Come hai scoperto che Peter prova qualcosa per me?»

Nonostante volessi un gran bene alla mia migliore amica, non era esattamente l'emblema dell'affidabilità e dovevo verificare la fonte principale di notizie prima di procedere.

«Si vede lontano un miglio. Voglio dire, gli altri non fanno realmente caso a Peter, perché non hanno ancora accettato il fatto che sia un essere umano dotato altresì di un cuore, ma io vi ho osservati molto bene. Fidati di me.» spiegò lei.

Per un qualche misterioso motivo, non le credetti ciecamente. Tuttavia, non potevo escludere a priori la sua ipotesi: avevo bisogno di prove e conferme. Dovevo confutare quella tesi assurda.

«Tutto questo, comunque, non mi fa capire perché dovresti avercela tanto con lui. Se gli interesso io, come affermi con tanta convinzione, che motivo avresti di accanirti così?» domandai, riflettendo sul principio della nostra conversazione.

«Mi fa rabbia venire sminuita continuamente solo per mettere te in risalto. Non c'è bisogno di danneggiare una persona per posizionarne un'altra sul piedistallo e attirare così la sua attenzione, non credi?» espose rapidamente Maddie.

La tesi, tuttavia, non mi convinse al cento per cento.

Non ebbi modo di rispondere adeguatamente perché l'insegnante di letteratura aveva appena terminato di sistemarsi alla cattedra e diede un vero e proprio inizio alla lezione. Adoravo quel corso e mi impegnavo sempre per prendere appunti nella maniera più fedele e approfondita possibile, cercando, quando la mia mente non era ingombrata da Eric, dei testi scorrevoli da leggere per aggiungere una nota personale alla mia preparazione. Volevo studiare giornalismo al college e, per essere anche solo considerata fra le infinite lettere di presentazione che arrivavano alla Columbia, il primo posto fra le mie preferenze, mi dovevo distinguere.

Quel filone di ragionamento aveva una conclusione che avrei difficilmente ammesso ad alta voce: mia madre aveva ragione. Come tutte le madri, d'altronde. Dovevo silenziare il mio cuore e agire di testa, migliorare costantemente e impostare una modalità aggressiva di apprendimento potenziato nel cervello. Avevo bisogno di eccellere. Altrimenti le mie ambizioni sarebbero rimaste soltanto mera immaginazione.

All'ora di pranzo, finalmente, ebbi l'occasione di riunirmi con tutti i miei amici.

«Ciao ragazzi! Allora, che sapore ha il passato di verdure quest'oggi?» domandai, allegra.

Peter mise via il fumetto che era riuscito ad acquistare quella mattina prima di entrare a scuola. La sua anima un po' nerd non aveva contribuito ad integrarlo del tutto nella società superficiale e facilmente discriminatoria che popolava i corridoi della nostra scuola, fatto che trovavo molto triste. Essere giudicati solo perché il proprio hobby non era giocare a football o fare shopping era ingiusto e retrogrado, ma i pregiudizi costituivano da sempre un tratto caratterizzante dell'umanità, perciò non rimasi affatto sorpresa.

Il nostro amico era un appassionato delle vignette targate Marvel e conosceva a memoria i suoi film preferiti della casa editrice estesa in cinematografia: un minimo era riuscito a contagiarmi, perciò avevo riconosciuto senza sforzo il celeberrimo scudo stellato di Capitan America.

«Vagamente di verdure. Un po' più di segatura.» rispose quindi.

Steve rise, ma non dissentì.

«Bene. Quindi ho qualche speranza di mandarlo giù.» ipotizzai, accennando un sorriso.

Peter mi restituì l'ombra di un sorriso, Steve fece posto a Maddie che aveva appena terminato la coda per il pranzo.

«Giusto qualcuna, però. Ti assicuro che le speranze aumentano con lo spezzatino di pollo.»

«Steve, tu sai quanti antibiotici ingeriamo gratuitamente per ogni pezzo di pollo condito da questa amabile salsina speziata?» lo coinvolse Peter.

Maddie alzò gli occhi al cielo.

«Lascialo mangiare in santa pace, su. La lezione di biologia è lunedì.» borbottò.

Peter le riservò un'occhiata strana: silenziosa, ma con un deciso odore di ferita inaspettata. Come di consueto, tuttavia, fu rapido a ripristinare la neutralità in volto e rivolgersi a noialtri.

«Dicevo, è poco salutare, contrariamente a quanto si pensa nel mondo sportivo, consumare tanta carne di pollo. Bisognerebbe mangiare quella derivante da allevamenti che utilizzano fonti energetiche rinnovabili, mangime non cosparso di antibiotici e spazio sufficiente per ciascuna creatura, oltre che smaltimento adeguato dei rifiuti prodotti ogni giorno. È terrificante quanto gli allevamenti intensivi siano inquinanti per l'ambiente e controproducenti per noi esseri umani.»

«E tu queste cose come le sai?» domandai, intromettendomi.

La mia migliore amica mi scoccò un'occhiata omicida.

«Ho fatto una ricerca per Mrs Grant. Voglio dei crediti extra in tema green economy, per corrompere l'occhio di chi leggerà la mia lettera di presentazione al college.» rispose Peter. «Quindi, signori, riassumendo: acquistate e consumate soltanto prodotti provenienti da allevamenti ecologici e non intensivi. Sensibilizzate le vostre famiglie quando andranno a fare rifornimento di uova, carne e altri prodotti coinvolti.»

Steve promise di intavolare il discorso il prima possibile in casa propria, io dovevo solo parlarne con mia madre e Maddie rimase in silenzio. Non sapevo più cosa pensare.

«Vuoi studiare economia?» fece Steve, ad un tratto.

«Voglio apportare un contributo positivo al pianeta e, visto che alla popolazione umana di questo pianeta interessano solo i soldi, sarà con i soldi che proverò ad attuare un cambiamento progressista, seppur nel mio piccolo.» spiegò il nostro amico.

Eravamo tutti impressionati, anche Maddie. Continuava a tacere, ma rivolse a Peter uno sguardo colpito, inatteso. E, anche se lui continuò a parlare di denaro, economia e ambiente, avrei messo una mano sul fuoco affermando che non se l'era perso.

__________

Buonsalve, ho voluto inserire una nota ecologica perché è qualcosa a cui tengo, innanzitutto, e poi trovo che completi bene il personaggio di Peter, un tipetto non proprio dozzinale.

Comincio già a sentirmi immersa nella tensione e nella fretta della sessione estiva, comunque... 🙄

Didatticamente/lavorativamente come state vivendo questo lento cammino verso una futura ripresa?

Baci 💙

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