1 - Hidden
«In fretta, togliamoci questi vestiti inutili. Sto morendo dalla voglia di vederti nuda.»
«Mmh... Non mi entrano più le camicette, sono passata definitivamente ad una nuova taglia di reggiseno. Vuoi controllare?»
Eric mi sfilò il maglioncino, tastò furiosamente. Vedevo chiaramente la sua erezione, anche mentre mi baciava il collo come se fosse stato mandato dal diavolo per infuocarmi tutta.
«Se è un parere critico che vuoi... Sono una visione.»
Mi slacciò il reggiseno e mi baciò i seni, poi succhiò i capezzoli con vigore. Che Dio mi aiuti a non venire qui e ora.
Eric mi sollevò dalle gambe e corse affannosamente su per le scale, spalancò la porta della mia camera da letto e mi tuffò sulle lenzuola spiegazzate.
Palpò a dovere il mio sedere pieno e rotondeggiante, succhiò avidamente i miei capezzoli, mi tastò ovunque. Poi presi in mano la situazione, lo catapultai sotto di me e lo tediai con lentezza, strusciandomi su di lui. Ormai, stava smaniando per l'eccitazione.
Mi giostrò agilmente per mettersi dietro di me, piegata a novanta gradi. Ed ecco l'imperioso ingresso del suo membro, via alle danze. Irruento, Eric mi sbatté i fianchi contro il sedere e penetrò sempre più in profondità, a velocità crescente. Mi premette i glutei lievemente un paio di volte, aumentò ancora il ritmo e mi fece urlare di piacere.
Sfinito, si lasciò cadere sul letto, accanto a me.
«Hai un corpo che è la fine del mondo, Chloe. Due tette grandi così, un culo che è poesia, le gambe belle massicce ed equilibrate... Santa Madonna, perdonami per le perversioni, ma ti farei di tutto, Chloe. Di tutto. Non riesco a smettere di pensarci.»
Soddisfatta e gratificata, gli rivolsi un sorriso eloquente.
Lui mi accarezzò il viso, dolce nello sguardo e anche nel tocco, così diverso da poco prima.
«Ti amo.» mormorò.
«Ti amo anch'io.» sussurrai in risposta.
Poi mi abbracciò, mi coccolò e mi raccontò un'altra delle storie di sua nonna, una donna anziana e molto saggia che aveva sofferto moltissimo per via della dispersione del marito durante la Seconda Guerra Mondiale. Non le avevano mai restituito il cadavere, dovette piangere una terra che non nascondeva anime.
«Devi già andare?» piagnucolai come una bambina, quando Eric palesò la sua intenzione di lasciare casa mia in pieno pomeriggio. «Mia madre non rientrerà ancora per due ore buone.»
«Amore mio, ho quindici minuti al massimo per uscire da qui.» mi rispose lui, sofferente.
«Prima o poi mi parlerai di questo tuo impegno nascosto?» lo supplicai.
Lui annuì, poi mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio con fare affettuoso. «Non oggi, ma prometto che te ne parlerò.»
Sospirai, affranta, poi decisi di fargli un regalo.
«Vieni qui. Hai ancora dieci minuti da potermi dedicare.» sorrisi, maliziosa.
«Chloe...»
«Non è quello che pensi. Cioè, non proprio...» continuai.
Lo attirai a me e gli lasciai un lungo bacio sulle labbra, e poi una scìa giù per il collo, la clavicola, il petto ampio e l'addome, evitando il piccolo assembramento di peluria. Per fortuna, sotto la cinta aveva pensato di concedermi la grazia dello sfoltimento.
Approdata all'area di mio interesse, assunsi l'espressione più peccaminosa che mi riuscì e mi mordicchiai il labbro inferiore. Lenta ed inesorabile, succhiai con dedizione, gli incollai la lingua intorno, immaginai che fosse un cucchiaio di dolce miele ed emisi finti gemiti di piacere. Eric cercò di spingermelo sempre più in fondo, mi afferrò i capelli, piacere autentico nacque dai meandri della sua gola. Così, seguitai più rapida e rumorosa, terminando con un impeccabile ingoio senza rigurgiti.
Procedetti quindi a ripristinare la mia igiene personale con un fugace giro in bagno e, quando tornai, Eric si era già vestito e sistemato i capelli, pronto per affrontare il mondo là fuori senza tracce visibili di coito.
«Riesci a perdonarmi tutta questa segretezza, se ti giuro con tutto il mio cuore che quello che sento per te è amore autentico?» domandò Eric, con gli occhi lucidi, prendendomi il volto fra le mani.
Annuii.
«Lo sentirei qui dentro, se non lo fosse.» mormorai, con la voce fragile, battendo le dita in corrispondenza del cuore.
Lui deglutì a fatica.
«Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Devo la mia vita intera a mia nonna, ma tu... Tu sei l'unica persona che ho scelto di amare e non me ne sono mai pentito, neanche per un istante. Farei qualsiasi cosa per te.» mi assicurò.
«Oh, ma tu vuoi farmi piangere... Non immagini neanche quanto tu sia importante per me e quanto mi pesi nasconderti a mia madre. Vorrei che...»
«Shh, non è ancora il momento. Fidati di me.»
Mi buttai fra le sue braccia e mi rimase impresso il suo calore anche quando dovette congedarsi, indubbiamente malvolentieri.
Ormai sola, mi diedi sul serio da fare per pulire la casa e mettere sul fuoco qualcosa che potesse vagamente ricondurre ad un concetto di cena. Perché, nonostante non fossi portata per la cucina né nutrissi una grande passione per i fornelli, qualcosa di commestibile sapevo prepararlo, ed ero conscia che mia madre avrebbe fatto troppo tardi per non lamentarsi che non c'era niente di pronto a tavola.
Quando udii i suoi passi su per le scale, mi ero seduta da non molto sulla mia scrivania, l'astuccio ancora pericolosamente chiuso e il quaderno aperto ad una pagina a caso. Solo sul libro stavo davvero seguendo un argomento che era bene che cominciassi a studiare per non rimanere troppo indietro.
«Ciao, Chloe.»
Il tono non prometteva niente di buono: era stanca, delusa e amareggiata. O almeno due di questi aggettivi.
Alzai gli occhi su di lei. E mi sembrò anche peggio.
«Ciao, mamma. Com'è andata oggi?» domandai, gentile.
Le buone maniere servivano a non farla urlare dalla rabbia, di solito. Se la situazione non era tanto grave.
«Al lavoro, normalmente. Rientrando, ho fatto un salto al supermercato e ho incontrato la tua insegnante di matematica. Abbiamo avuto una conversazione talmente illuminante che mi sono dimenticata di fare la spesa.» raccontò, via via più dura.
Bene, posso iniziare a scavarmi la fossa.
Perché i miei insegnanti facevano la spesa nello stesso luogo dove era solita farlo mia madre? Gli astri non potevano allinearsi per favorire la distanza fra questi due schieramenti della mia vita?
«Sai cosa mi ha detto?» tuonò mia madre.
«C-che cosa?» la assecondai, mite.
«Che hai sempre la testa per aria, non fai i compiti e ti vedi di nascosto con un ragazzo! Un ragazzo che nemmeno si degna di frequentare le lezioni! Ma dico, Chloe, ti ha dato di volta il cervello?! Tutta questa fatica per crescerti, educarti, farti studiare... E tu minacci di buttare via tutto così, per un ragazzo?» urlò.
Sospirai, scocciata.
Tutta questa fatica per tenerti all'oscuro di qualcosa di importante per me... E tu lo vieni a sapere dalla mia insegnante di matematica? Ma dico, non poteva farsi i cazzi suoi, quella?
Ero sicura che mi avrebbe proibito di vedere Eric, una volta estrapolato il nome con la tortura. La fissai, battagliera, pronta a difendere i miei interessi.
«Rispondimi. Non guardarmi come una sciocca.» pretese lei.
Immaginai il fumo uscirle dalle orecchie, tanta era la rabbia che aveva in corpo.
«Sbaglio o anche tu hai fatto degli errori da giovane? Rischiando di compromettere il nostro futuro?»
La mia risposta piccata la ferì brutalmente.
Ero stata cattiva. Perfida, a dirla tutta. E lei non mi avrebbe mai perdonata.
«Non osare rinfacciarmi le mie scelte di vita. Io ti sto dando delle dritte per non commettere i miei stessi errori, per non soffrire come ho fatto io. Credi che mi farebbe piacere vederti affrontare delle crisi tremende perché l'unico momento in cui potresti studiare per diplomarti sarebbe dopo aver messo a letto un neonato, sapendo che le lezioni o il lavoro inizierebbero di lì a meno di cinque ore? È per te che mi preoccupo come una dannata, Chloe. Perché tu possa avere un futuro migliore del mio. Spero che tu non sia tanto stupida da considerarlo un cazziatone inutile.»
Ammutolii. Non mi aspettavo una controbattuta così forte, che rasentava le lacrime e si nutriva di sensi di colpa.
Abbassai lo sguardo.
«Io e lui non...»
«Non voglio sapere come l'hai conosciuto, cosa fate, cosa non fate, che progetti avete. Voglio solo che tu sappia a cosa rischi di andare incontro. Ti prenderai le tue responsabilità, qualsiasi cosa accada. Sono stata chiara?»
Silenziosa, feci cenno di sì.
«Scusami.» bisbigliai.
Mia madre mi guardò con attenzione.
«Non basteranno delle banali scuse. Lo sai, vero?»
«Lo so.» confermo.
La verità era che mia madre meritava delle spiegazioni in più, un dialogo che partisse qualche volta da me, una sana chiacchierata che potesse tranquillizzarla. Però parlare non era sempre facile, quindi trascorremmo la cena in silenzio, con il ronzio della televisione in sottofondo.
Mia madre non fece commenti sulla cena, io non mi lamentai della spesa mancata. Domenica mattina, però, non ricevetti la paghetta.
E ricordai il discorso che mi aveva fatto la sera prima del giorno in cui cominciai ad essere una liceale.
«Chloe, da domani cambieranno alcune cose. Voglio che tu prenda seriamente questo ingresso in una nuova fase della tua vita, perché è molto importante. Ci sono infiniti punti che potrei toccare, ma non intendo annoiarti a lungo e ne discuterò soltanto uno: il denaro. Tu sai bene che non siamo poveri, tutto sommato possiamo permetterci di viaggiare durante le vacanze estive e una serie di altri piccoli lussi che ora come ora probabilmente non ti interessano neanche. Ciononostante, sarebbe estremamente folle da parte mia non aiutarti a capire come funziona la gestione del denaro, perché alcuni ne hanno poco e perché altri ne hanno molto, o perché, a parità di risorse, alcuni li spendono meglio di altri. Per farlo, ogni settimana ti darò la paghetta, così potrai fare progetti su come spenderla o su come sarà meglio utilizzarla. Attenzione, però: terrò conto del tuo comportamento, del tuo aiuto nelle faccende di casa e dei tuoi voti scolastici per decidere quanto meriti di essere pagata. Sii diligente e potresti anche ricevere un bonus; se mi deludi, però, sappi che non vedrai un centesimo.»
La mia relazione clandestina con Eric consumava i miei pomeriggi e non riempiva i quaderni dei compiti che mi venivano assegnati quotidianamente, procurandomi, nell'arco del primo semestre, diverse lacune sparse. Ero sempre stata brillante in tutte le materie, sempre brava e obbediente, sempre perfetta in tutto, per più di tre anni. Finché non era arrivato lui.
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Eccomi qui con una nuova storia!
Se qualcuno di voi ha letto Confident, credo che apprezzerà anche questo mio ulteriore progetto che spazia tra il rosa e il thriller 🙈
Baci 💙
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